Sabato
è stato firmato a Vienna l’accordo che pone fine all’embargo e alle sanzioni a
l’Iran in cambio della definitiva desistenza di Teheran a farsi la Bomba. Era
ora.
Ufficialmente
le sanzioni e l’embargo all’Iran erano state sancite dall’Onu nel 2007, ma in
realtà erano in vigore, almeno da parte degli Usa e dei loro principali
alleati, dall’epoca della Rivoluzione komeinista del ’79 che aveva cacciato lo
Scià di Persia Reza Palhavi. Chi era lo Scià? Nonostante ci fosse ammannito
quasi quotidianamente dai rotocalchi occidentali insieme a Soraya (‘la
principessa triste’) e in seguito a Farah Diba, era un dittatore spietato, la
prigione di Evin era zeppa di mullah, comunisti e curdi (i curdi ci sono
ancora) e la sua polizia segreta, la Savak, era la più famigerata del
Medio Oriente, il che è tutto dire. Rappresentava una sottile striscia di
borghesia ricchissima che in quegli anni si poteva vedere a Londra, a Parigi, a
New York. Il resto era povertà. Naturalmente era un protetto degli americani
che gli avevano anche fornito la tecnologia per costruirsi l’Atomica. E’
dall’avvento di Khomeini che l’Iran entrò per l’Occidente, con la Corea del
Nord e l’Iraq di Saddam, nell’‘Asse del Male’. In quanto ai comunisti furono
protagonisti di un equivoco grottesco. Poiché in attesa dell’arrivo di Khomeini
in esilio a Parigi da dieci anni il governo provvisorio era stato assunto da un
moderato, Bakhtiar, i comunisti fermi alle logiche della Rivoluzione d’Ottobre
fecero l’equazione: Bakhtiar = Kerenskij, Khomeini = Lenin. Khomeini provvide
subito a smentirli definendo Urss e Usa “i due Grandi Satana” (“il piccolo
Satana” era Saddam che l’Ayatollah chiamava, giustamente, “l’impresario del
crimine”). Qual era il programma di Khomeini? Un modello di sviluppo islamico
che non fosse né capitalista né marxista e conservasse le tradizioni di quel
Paese. Concetto che ribadirà poco prima di morire in una straordinaria lettera
a Gorbaciov dove gli dice sostanzialmente: ora che state abbandonando il
marxismo non fate l’errore di farvi attrarre dai verdi prati del capitalismo
(questa lettera, insieme a un’altra, altrettanto straordinaria, indirizzata a
Papa Wojtyla, in Italia è rimasta praticamente clandestina e potete trovarla
solo nelle Edizioni del Veltro).
Nel
settembre del 1980 Saddam ritenendo che l’Iran fosse indebolito lo aggredì. Per
5 anni gli Stati occidentali, l’Urss e tutti i venditori di morte si limitarono
a fornire di armi entrambi i contendenti perché potessero ammazzarsi meglio. Ma
nel 1985 le truppe iraniane, sorprendentemente perché quelle di Saddam erano
molto meglio equipaggiate, si trovavano davanti a Bassora e stavano per
prenderla. La presa di Bassora avrebbe comportato l’immediata caduta di Saddam,
la creazione di uno Stato curdo nel nord dell’Iraq e l’annessione dell’Iraq
sciita all’Iran (fatto naturale perché si tratta, dal punto di vista
antropologico, culturale e religioso della stessa gente). Ma tutto ciò non
poteva piacere alle grandi potenze che cominciarono a rimpinzare di armi
Saddam, comprese quelle di ‘distruzione di massa’ in funzione anti-iraniana e
anti-curda. Naturalmente l’intervento contro l’Iran a favore di Saddam fu
mascherato con ‘ragioni umanitarie’ (“non si può permettere che le orde
iraniane entrino a Bassora, sarebbe un massacro” –le truppe degli altri sono
sempre ‘orde’ solo le nostre sono eserciti). Così, grazie all’’intervento
umanitario’, la guerra Iraq-Iran che sarebbe finita nel 1985 con un bilancio di
mezzo milione di morti terminò solo 4 anni dopo con un bilancio di un milione e
mezzo di vittime. Se non ci fosse stato quel sciagurato intervento anti-iraniano
forse la situazione nell’area si sarebbe stabilizzata in modo naturale. Invece
che cosa fa una rana con sopra la groppa un grattacielo di armi? Le rovescia
dove gli capita. E fu l’aggressione dell’Iraq al Kuwait. Da qui la prima guerra
del Golfo del 1990. La filiera che ne è seguita la conosciamo.
Negli anni ‘90 l’Iran, che nel frattempo aveva
firmato il Trattato di non proliferazione, aveva ripreso un programma nucleare
a scopo, a suo dire, di uso civile e medico. Per la verità le ispezioni
dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, non avevano mai accertato
nelle centraline dell’Iran un arricchimento dell’uranio superiore al 20% che è
esattamente quanto serve e quanto basta per l’uso civile del nucleare (per
costruire l’Atomica l’arricchimento deve essere del 90%). Ma agli Usa non
bastava, sospettavano che gli iraniani avessero delle centrali segrete. E nel
2007, quando in Iran al governo c’era l’ex sindaco di Teheran ed ex pasdaran
Ahmadinejad, convinsero l’Onu a decretare embargo e sanzioni internazionali.
Come mai gli americani hanno cambiato
improvvisamente il loro atteggiamento nei confronti dell’Iran? Le
rassicurazioni di Teheran sono in verità poca cosa sul piano concreto. La
situazione non è diversa da quella del 2007. Per questo cambiamento dobbiamo
ringraziare l’Isis. I diffamati pasdaran sono oggi, insieme ai peshmerga
curdi, gli unici a poter contrastare sul terreno (e non con droni e
cacciabombardieri) i guerriglieri del Califfato.
Anche
se ci sono voluti quarant’anni tutto è bene ciò che finisce bene. Oggi c’è una
maggior sicurezza internazionale e, con la fine dell’embargo, la possibilità di
notevoli affari, in entrata e in uscita, con l’Iran dove ora esiste un ceto
medio voglioso di consumi (il che vuol dire anche che la Rivoluzione komeinista
ha diffuso un relativo benessere). Quest’accordo soddisfa tutti tranne (Arabia
Saudita a parte) Israele. Il premier Netanyahu ha dichiarato: “Si apre una
nuova e pericolosa epoca: l’Iran non ha rinunciato alle sue ambizioni
nucleari”. Eppure Israele non ha firmato il Trattato di non proliferazione
nucleare e la Bomba, com’è noto, ce l’ha da tempo. Dice: se non ha firmato il
Trattato non ha nemmeno alcun obbligo di rispettarlo. Ma nemmeno la Corea del
Nord ha firmato il Trattato eppure è soggetta a un embargo e a sanzioni
durissime. Ma nessuno si è mai sognato d’imporre le stesse misure a Israele.
Massimo Fini
Massimo
Fini (IlFatto Quotidiano, 21 gennaio 2016)
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