«Tempo
di libri», tempo di idee, ideologie, pensieri. La Fiera milanese
dell'editoria è perfettamente in tempo per celebrare, oggi, a 50 anni
dal '68, il tema della «Ribellione». Dai moti studenteschi alle
rivoluzioni sociali, la parola d'ordine è «contro»: contro le
convenzioni, le abitudini, le autorità.
Ma
è ancora così? C'è ancora spazio per l'Uomo in Rivolta? E, soprattutto,
chi è il Ribelle? Per saperlo, oggi, appuntamento in Sala Bianca, ore
17: in cattedra, uno che le cattedre le ha ribaltate tutte, nel
giornalismo, nella politica, nel pensiero corrente e corretto: Massimo
Fini. Titolo della lezione dell'anti-maestro, che è lo stesso della sua
opera omnia, La modernità di un antimoderno, pubblicata da Marsilio nel
2016 e ora alla seconda edizione. Dentro ci sono tutti i suoi pamphlet
più celebri e fastidiosi, da La Ragione aveva torto? all'Elogio della
guerra a Il vizio oscuro dell'Occidente, e tutte le sue battaglie,
intelligenza in resta: contro la democrazia, la tecnologia, la
moneto-crazia. La ribellione è un tema antico, ma come aggiornarla -
hashtag #ribellione - ai tempi del grillismo e della Lega, prima di
Lotta e ora di Potere? Ecco a voi un dizionario del Perfetto Ribelle, in
parole-chiave, a uso della Terza Repubblica. Firmato Massimo Fini.
(ANTI)MODERNITÀ Il Ribelle è antimoderno?
«Il Ribelle è colui che rifiuta l'ordine costituito. Non è né un
rivoluzionario né un cospiratore. Ed è difficile che aderisca a un
modello di sviluppo ipertecnologico e disumanizzante come è quello che
segna la modernità. Il Ribelle di solito lo si pensa come colui che
guarda in avanti. Per me guarda all'indietro: a un mondo più semplice,
più vero, dove i valori - lealtà, coraggio, tutela dei deboli,
responsabilità - avevano un senso. E che, a partire dalla rivoluzione
industriale, abbiamo perduto».
GRILLINI&LEGHISTI Grillini e leghisti si sono ribellati al vecchio potere della casta. Sono veri ribelli?
«I grillini senz'altro, perché si sono posti contro il potere dei
partiti, cioè l'ordine costituito della prima e seconda Repubblica,
quando la democrazia si è trasformata, appunto, in partitocrazia.
Salvini invece lo è meno, perché la sua azione politica rimane dentro un
vecchio ordine. Un po' come Renzi: è giovane, fa il rottamatore, ma
resta incardinato nella storia di un partito. Si dà arie di quello che
vuole cambiare tutto, ma resta un perfetto conservatore».
POPULISMI Il Popolo fa la rivoluzione, i capipopolo la guidano. I populisti sono per definizione ribelli?
«Mai capito cosa vuol dire populismo. Se la democrazia è il governo del
popolo, populista non dovrebbe essere un aggettivo peggiorativo. E poi
tutti, negli ultimi 30 anni, sono stati populisti, nel senso che hanno
fatto riferimento al popolo, da Berlusconi - che lo ha fatto nel modo
più efficace - ai grillini. Non vedo niente di male nell'essere
populisti. Il termine populismo viene usato in maniera spregiativa dai
vecchi partiti morenti contro coloro che cercano di sovvertire il loro
sistema».
EUROPA E l'Europa? Bisogna ribellarsi all'Europa?
«Premesso che il mio ideale è un mondo fatto di piccole patrie -
un'utopia, per ora - trovo legittimo criticare l'Europa. Ma sapendo che
non possiamo farne a meno. È impensabile che oggi un Paese, fosse anche
forte come la Germania, possa fare a meno dell'Europa. Per contrastare
Usa, Russia, Cina, India, le grandi potenze, bisogna lavorare per un
rafforzamento dell'Europa, come fa la Merkel. Certo, non è un'Europa
perfetta. Certo, è a guida tedesca. Ma non possiamo liberarcene, se no
ci disgreghiamo. Personalmente trovo che la battaglia dei grillini e
della Lega contro l'Unione europea sia un po' miope. Si tende a
scaricare sull'Europa, un'entità astratta, molte inefficienze
concretamente italiane».
DESTRA/SINISTRA Il Ribelle di fronte alle Ideologie. Esistono ancora Destra e Sinistra? «Destra
e Sinistra, come ideologie, hanno avuto una funzione per due secoli e
mezzo, ma ora sono superate dalla Storia. Non comprendono più le
esigenze dell'uomo contemporaneo, che non sono soltanto economiche, ma
anche esistenziali. Quali? Ad esempio, vivere dentro una comunità dove
ci sia ancora qualcosa di umano, al di là della tecnologia e
dell'economia. Bisogna tornare a mettere al centro di tutto l'Uomo, come
sta facendo questo Papa, e riportare tecnica e finanza al loro posto.
Ecco la rivolta culturale per cui si batte il vero Ribelle».
ISLAM Gli jihadisti sono Ribelli?
«Sono gli unici ribelli. I soli che si ribellano all'ordine costituito
mondiale. Il guaio è che in sostituzione propongono un altro
totalitarismo, di segno contrario. L'Occidente vuole imporre all'intero
globo il proprio modello, loro l'opposto. Ma sono gli unici che lottano.
E se una delle caratteristiche del Ribelle - insieme all'onore, al
senso di giustizia, eccetera - è il coraggio... beh... agli jihadisti,
che combattono in seimila contro eserciti di 150mila uomini, puoi negare
tutto, ma non il coraggio».
NEOFEMMINISMO #Me Too: le donne che denunciano Weinstein e le molestie nel mondo del cinema sono Ribelli?
«Assolutamente no, sono perfette conformiste. Soprattutto da un certo
momento in poi, quando il caso Weinstein diventa un vaso di Pandora in
cui infilarsi per avere visibilità, le attrici hanno fatto finta di non
capire come è la vita. La vera Ribelle è la Deneuve quando dice:
Lasciate che i maschi ci corteggino. E comunque il vero Ribelle è quello
che non segue le regole del politically correct sessuale».
CONFORMISMI Il conformismo è l'antitesi del Ribelle. Chi sono i conformisti oggi?
«Mi verrebbe da dire: tutti. Ma più di tutti, i radical chic, quelli
che hanno il conto corrente a destra e la battaglie per i diritti civili
a sinistra. Alla fine la destra conserva un pezzetto di individualismo e
di indipendenza di giudizio che la sinistra non ha mai avuto. E poi,
scusa: un conto è quando la puzza sotto il naso ce l'aveva la sinistra
di Amendola. Ma che ce l'abbiano Renzi o i giornalisti di Repubblica fa
ridere...».
SOVVERSIONE In politica, quale sarebbe un vero atto di ribellione, oggi? «La violenza». Temi che ci si possa arrivare?
«Non temo. Spero. È l'unico modo, purtroppo, per cambiare davvero le
cose. Vedi, anche i Cinque Stelle alla fine sono rivoluzionari pacifici,
e col tempo il sistema riuscirà a neutralizzarli, come fece con Bossi,
altro grande Ribelle. E a quel punto non resta che la rivoluzione
violenta. Anche se poi...». Anche se poi? «Anche se poi non accadrà. È
che siamo italiani. Vecchi, con un'età media di 45 anni contro i 33 ad
esempio dei tunisini, senza coraggio e de-virilizzati. I padroni del
sistema possono stare tranquilli. Ormai siamo tutto fuorché ribelli».
Luigi Mascheroni (Il Giornale, 6 marzo 2018)
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