Riguarderà 43 milioni di italiani, proprietari e inquilini che vivono in un condominio, la riforma appena approvata dal Senato. Se anche la Camera dirà di sì, cambieranno le regole condominiali per oltre la metà delle famiglie italiane, e per quattro quinti della popolazione nelle grandi città.
Molte le novità introdotte, una di particolare importanza: non sarà più necessario ottenere sempre l'unanimità per le delibere se si tratta di modificare la destinazione di uso di un bene comune del condominio o anche quando è possibile alienare il bene sostituendolo con un altro bene nell'interesse di tutti. Esempio: un condominio ha da vent'anni sfitta la casa che prima era stata del portiere e non utilizza il bene perché è necessario ottenere l'unanimità dei condomini per cambiarne la destinazione di uso o venderla. Con le nuove norme sarà possibile farlo con la maggioranza dei presenti all'assemblea che abbiano in mano almeno i due terzi dei millesimi. Non sarà possibile tuttavia vendere la casa del portiere e limitarsi ad intascare i soldi, occorrerà sostituire quel bene con un altro, e quindi vendere per realizzare, per esempio, alcuni posti macchina.
Sarà anche possibile, cosa che interessa milioni di famiglie, chiedere all'amministratore di staccarsi dall'impianto di riscaldamento centralizzato con il solo onere del pagamento delle spese straordinarie e di manutenzione. L'amministratore, da parte sua, potrà imporre la verifica degli impianti e anche chiedere il sopralluogo negli appartamenti per motivi di sicurezza.
Se un condomino propone una delibera, l'amministratore non può ignorarlo, dovrà convocare l'assemblea entro trenta giorni per votare la proposta. L'amministratore, poi, avrà più poteri ma anche maggiori responsabilità: sarà obbligato a stipulare una polizza assicurativa che copra almeno il bilancio annuale, dovrà essere iscritto ad un registro degli amministratori presso le Camere di Commercio, dovrà agire in tempi brevi, al massimo quattro mesi, per la riscossione forzosa delle somme dovute, altrimenti potrebbe essere chiamato a risponderne; infine durerà in carica due anni.
Spiega Franco Mugnai, Pdl, relatore del disegno di legge che ha ottenuto i voti favorevoli della maggioranza e del Pd (terzo polo e Idv si sono astenuti): «Lo scopo principale della riforma è permettere all'amministratore e ai condomini di muoversi più agilmente, garantendo però i diritti di ognuno in modo da ridurre le liti in tribunale». E si sa, aggiunge il sottosegretario alla Giustizia Elisabetta Casellati, «quanto pesino le cause condominiali sul complesso del contenzioso civile».
Molto critici sono però Confedilizia e alcune associazioni degli amministratori, che sperano che la riforma subisca importanti modifiche alla Camera. La considerano «insufficiente» e «di basso profilo», in quanto aumenterà i costi per i condomini (a causa dell'obbligo della polizza assicurativa) e renderà più difficile la gestione del condominio.
Mariolina Iossa (Corriere della Sera - 27 gennaio 2011)
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