Non sono un sindacalista, non ho mai lavorato a una catena di montaggio, nelle aziende in cui sono stato impiegato - eccezion fatta per l'ultima e limitatamente a una circostanza congiunturale - i sindacati non li ho mai visti. Eppure una cosa ho capito di tutta la vicenda legata all'accordo Fiat-Mirafiori: c'è l'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, riformato da referendum popolare quindici anni fa, che recita così: "Rappresentanze sindacali aziendali possono essere costituite ad iniziativa dei lavoratori in ogni unità produttiva, nell’ambito: […]; delle associazioni sindacali che siano firmatarie di contratti collettivi di lavoro applicati nell’unità produttiva".
Che significa? Che se un sindacato - putacaso: la Fiom - non firma il contratto collettivo di lavoro, non ha diritto a una rappresentanza sindacale aziendale.
E' un problema non da poco e non sorge oggi: Pietro Ichino, Ignazio Marino, Emma Bonino e altri hanno già da oltre un anno - quindi da prima che Marchionne dicesse "o si fa come dico io o me ne vò" - presentato un disegno di legge che va oltre questa limitazione (il nuovo articolo 2064 del Codice civile prevederebbe che le rappresentanze siano semplicemente dimensionate in base ai consensi conseguiti dalle rispettive liste nelle consultazioni elettorali periodiche).
Una riforma che mi pare di buon senso proposta da gente che di tutto si può accusare men che essere comunista o dirigista.
Invece stamani leggo l'intervista di Repubblica al ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani. Il quale afferma: "no, non ci sarà alcuna legge sul tema della rappresentanza sindacale. Sarebbe una sconfitta per le parti sociali. La dimostrazione che non riescono a trovare un'intesa su una cornice di regole".
Insomma, il governo persegue la politica dello struzzo e nasconde la testa sotto la sabbia. C'è un'esigenza derivante da un vuoto normativo e da una divisione tra i sindacati che lo stesso governo ha incentivato, ma chi potrebbe e dovrebbe far qualcosa finge che tutto possa risolversi da sé o forse dalla mano invisibile di Adam Smith.
Io non sono economista, ma un'opposizione seria dovrebbe mettersi lì e fare due conti di quanto sia costato e stia costando agli italiani un esecutivo che quando gli pare e gli fa comodo è interventista al massimo livello (vedi Alitalia, ordini professionali, televisioni) e quando la patata è troppo bollente si inventa liberista.
Pubblicato da nonunacosaseria mercoledì 5 gennaio 2011
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