Uno degli aspetti peggiori del berlusconismo è di aver abbassato la soglia morale per la vita pubblica al punto che azioni che avrebbero distrutto la carriera di qualsiasi politico in un altro contesto passano come se nulla fosse nell’Italia di oggi. Pensiamo al caso di Nicole Minetti, l’iginesta dentale/ex soubrette/consigliere regionale, che è una figura chiave dello scandalo Rubygate. La Minetti è indagata per il suo ruolo nella gestione dell’harem personale del primo ministro ed è accusata di aver procurato prostitute per Berlusconi e in particolare di induzione alla prostituzione minorile nel caso di Ruby, che aveva diciassette anni al momento del suo arresto. Ma passa quasi senza commento – se non qualche sorriso ironico – il fatto che Berlusconi abbia dato un seggio nel Consiglio Regionale della Lombardia – un posto che vale circa 120.000 euro all’anno – a una ragazza di 25 anni senza alcun’esperienza politica solo perché ha partecipato ai festini bunga bunga del premier e perché si occupava delle altre ragazze della vita notturna di Berlusconi. La giustizia italiana deciderà se si trattasse di prostituzione o no, ma il ruolo della Minetti nella vita di Berlusconi è molto chiaro. È lei che Berlusconi chiama con urgenza la notte dell’arresto di Ruby chiedendole di sottrarre la giovane marocchina dalle mani della giustizia italiana. (Altro particolare sconvolgente: Berlusconi viene informato dell’arresto durante una visita di Stato in Francia da una prostituta brasiliana. In un altro Paese, il fatto che una prostituta abbia il numero di telefono riservato del primo ministro l’avrebbe costretto alle dimissioni, ma in Italia è solo un dettaglio gustoso in un racconto più grande e lurido). Si sa dalle varie intercettazioni che la Minetti era presente ai festini del presidente: parla perfino del suo “culo flaccido”che evidentmente avrà visto e secondo vari testimoni fa lo spogliarello per il divertimento dell’imperatore. Ma non è grave, gravissimo, che una persona, per questi servizi, venga pagata non con i soldi dell’uomo più potente del paese ma con i soldi del contribuente? Stranamente, l’unica persona che sembra rendersi conto dell’importanza del fatto è un altro membro dell’harem, Barbara Faggioli, la quale al telefono con la Minetti, dice: “A lui gli fa comodo mettere te e me in Parlamento perché dice, bene me le sono levate dai coglioni, lo stipendio lo paga lo Stato”. La Minetti risponde: “Sì brava! Brava! Sì sì».
Dunque Berlusconi usa i soldi dei cittadini per pagarsi le ragazze, facendosi beffe di istituzioni apparentemente democratiche come il Consiglio Regionale della Lombardia e il Parlamento italiano. Ma rispetto all’induzione alla prostituzione minorile, questo sembra un fatto minore. Si rende accettabile l’inaccettabile.
In un altro paese, è impensabile che l’avvocato personale del primo ministro, che lo difende nei suoi processi penali, sia anche un membro del Parlamento che disegna leggi che potrebbero beneficiare il suo cliente più importante. Sarebbe ritenuto scandaloso che questo signore prenda tutti i mesi uno stipendio molto lauto dai contribuenti italiani ma in Parlamento rappresenti soprattutto gli interessi del suo cliente privato da cui il suo studio legale riceve molto, ma molto di più. Ma nell’universo berlusconiano – dove si comprano sentenze e si viene condannati per collusione con la mafia – questo sembra un fatto quasi irrelevante anche se, in realtà, è un esempio della distorsione totale della democrazia.
Alexander Stille (La Repubblica - 31 gennaio 2011)
Nessun commento:
Posta un commento
Tutto quanto pubblicato in questo blog è coperto da copyright. E' quindi proibito riprodurre, copiare, utilizzare le fotografie e i testi senza il consenso dell'autore.