“Tutti pensiamo che il papà, l’ispiratore della legge che fa sparire il reato di falso in bilancio è Berlusconi. In realtà Berlusconi non ha fatto altro che ascoltare quello che la spina dorsale del Paese gli chiedeva” Così esordisce Milena Gabanelli, nella puntata di Report dedicata ai parlamentari indagati e condannati, mostrando una lettera risalente 17 aprile 1997. L’epistola, già pubblicata dal Sole 24 Ore e firmata dalla migliore imprenditoria italiana, contiene un accorato attestato di solidarietà al presidente della Fiat Cesare Romiti, appena condannato per falso in bilancio, frode fiscale, finanziamento illecito ai partiti.
Ma soprattutto è una richiesta pervicace di depenalizzazione del falso
in bilancio. Milena Gabanelli menziona il passaggio clou della missiva: “si
chiede di escludere dal perimetro delle responsabilità operative i
fatti che abbiano una rilevanza marginale rispetto alle dimensioni dei
conti delle imprese”. E aggiunge: “Si tratta di una solidarietà che diventerà legge. Nel 2003,
infatti, la condanna a Romiti sarà revocata perché il fatto non
costituisce più reato”. Firmatari della lettera: ben quarantacinque
esponenti dell’élite capitalistica italiana, tra i quali Piero
Antinori, Antoine Bernheim, Enrico Bondi, Giancarlo Cerruti, Enrico
Cuccia, Diego Della Valle, Ennio Doris, Giuseppe Gazzoni, Luigi
Lucchini, Achille Maramotti, Alfio Marchini, Vittorio Merloni, Leonardo
Mondadori, Letizia Moratti, Giannola Nonino, Umberto Nordio, Sergio
Pininfarina, Andrea Riffeser Monti, Aldo Braghetti Peretti, Gianmario
Rossignolo, Gianfranco Zoppas
Milena Gabanelli (Report - 30 settembre 2012)
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