Condanna dimezzata per concorso esterno in associazione mafiosa.
Niente carcere e intercettazioni per chi svolge attività sotterranea di
supporto ai componenti dell’associazione mafiosa. Si dovrà dimostrare
che c’è un profitto. Lo prevede il testo Pdl appena assegnato in commissione Giustizia del Senato, relatore Giacomo Caliendo.
Tra i casi “celebri” nei quali viene contestato il concorso esterno ci sono tra gli altri quelli dell’ex senatore Pdl e Marcello Dell’Utri e dell’ex deputato Pdl Nicola Cosentino, l’ex assessore regionale della Lombardia Domenico Zambetti, l’ex presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, l’ex sottosegretario Antonio D’Alì. Come noto per favoreggiamento aggravato invece è stato condannato in via definitiva l’ex presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro, all’inizio imputato per concorso esterno. Tuttavia in questo caso, a differenza degli altri, la legge non avrebbe effetto.
Mentre nel caso del politico tra i fondatori di Forza Italia e amico di Silvio Berlusconi,
che attende il verdetto definitivo della Cassazione, avrebbe l’effetto
di evitargli la galera in caso di condanna definitiva. Dell’Utri è stato
condannato a 7 anni lo scorso 23 marzo dopo che la Corte di Cassazione,
nel marzo 2012, aveva annullato il precedente giudizio d’appello, che
si era concluso con la medesima condanna a sette anni. I giudici, però,
aveva assolto Dell’Utri dai reati a lui contestati dal ’92 in poi. Nelle
motivazioni i supremi giudici aveva sottolineato che il reato di concorso esterno a Cosa nostra era stato commesso certamente “fino al 1977″, mentre non lo aveva ritenuto provato per gli anni successivi.
Attualmente il concorso esterno in associazione mafiosa è punito con il carcere fino a 12 anni.
Ma sinora non si trattava di una norma ‘tipizzata’ nell’ ordinamento.
Lo diventerebbe con il progetto di legge da oggi all’esame della
commissione Giustizia, che porta la firma anche del senatore del Pdl
Guido Compagna. Nel testo, infatti, si prevede l’introduzione di due
nuovi articoli nel codice penale: il ’379-ter’ e il 379-quater’. Il
primo (“Favoreggiamento di associazioni di tipo
mafioso”) prevede che chiunque, fuori dei casi di partecipazione alle
associazioni di cui all’articolo 416-bis, agevoli deliberatamente la
sopravvivenza, il consolidamento o l’espansione di un’associazione di
tipo mafioso, anche straniera, è punito con la reclusione da uno a 5 anni. Il secondo (“Assistenza agli associati”)
stabilisce che chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato o di
favoreggiamento, dia rifugio o fornisca vitto, ospitalità, mezzi di
trasporto, strumenti di comunicazione a taluna delle persone che
partecipino a un’associazione di tipo mafioso, anche straniera, al fine
di trarne profitto, è punito con la reclusione da 3 mesi a 3 anni.
La pena è aumentata se l’assistenza è prestata continuativamente.
L’articolo 418 del codice penale, che disciplina l’assistenza agli
associati, verrebbe abrogato.
Se queste norme venissero introdotte
nell’ordinamento le conseguenze sarebbero varie e tutte di una certa
rilevanza visto che avrebbero un riflesso anche sui giudizi in corso grazie al principio del ‘favor rei’
(se la legge varia in modo favorevole all’imputato o condannato non in
via definitiva essa è applicabile anche in via retroattiva, ndr): prima
di tutto il concorso esterno verrebbe derubricato alla categoria
‘favoreggiamento’ e questo comporta di per sé una riduzione della pena che passerebbe infatti da un massimo di 12 anni a un massimo di 5 (cioè da 1 ai 5 anni). Il che significa che ci sarebbe uno stop alle intercettazioni
visto che gli ascolti vengono consentiti in caso di reati per i quali
sono previste condanne superiori ai 5 anni. Poi, per chi ‘supporta’ i
componenti dell’associazione mafiosa, la pena fissata nel ddl va dai 3
mesi a 3 anni. E questo comporterà che non scatterà la custodia
cautelare in carcere: il tetto perchè scatti, infatti, è di 4 anni. In
più, perché si possa condannare il ‘sostenitore’ o l“assistente esterno
all’associazione mafiosa, si dovrà dimostrare che dalla sua azione si
ricavi un profitto”.
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