Negli ultimi 12 mesi più di 1 cittadino su 4, nel mondo, ha pagato una tangente. Lo dice il Barometro globale sulla corruzione pubblicato oggi da Transparency International.
Il sondaggio realizzato dall’organizzazione no profit – il più grande
mai realizzato al mondo – ha censito 114mila persone di 107 nazioni, per
fotografare quanto e in che modo i cittadini hanno a che fare con la corruzione
nella loro vita quotidiana: avete pagato una tangente? Nel vostro paese
la corruzione è aumentata? Il vostro governo conduce un’efficace lotta
alla corruzione? Sono alcune delle domande rivolte agli intervistati.
Le risposte restituiscono l’immagine di un fenomeno
non solo pericolosamente diffuso ma anche in evidente crescita. In
tutto il mondo, la valutazione degli sforzi dei leader politici per
fermare la corruzione è peggiorata rispetto al periodo pre-crisi, prima
del 2008, quando il 31 per cento degli intervistati dichiarava che gli
sforzi compiuti dal proprio governo per combattere la
corruzione erano efficaci. Quest’anno la percentuale è scesa al 22 per
cento. Più di una persona su due pensa che la corruzione si sia
aggravata negli ultimi due anni mentre in ben 51 Paesi i partiti politici
sono visti come l’istituzione più corrotta. Il 55 per cento degli
intervistati ritiene inoltre che il governo del proprio Paese sia
gestito da interessi particolari. E rispetto a questi dati l’Italia non fa eccezione. Anzi.
Più del 60 per cento degli italiani intervistati (un campione di oltre mille soggetti censiti dalla Doxa)
pensa che nell’ultimo anno la corruzione sia aumentata, che questo
costituisca un grave problema e che l’azione politica di contrasto sia
del tutto inefficace. Ma un dato emerge su tutti: la stragrande
maggioranza degli italiani, l’89 per cento, pensa che i
partiti politici siano il luogo in cui, più che in qualsiasi altro,
prolifera la corruzione. Il sondaggio di Transparency sottolinea che
proprio nei Paesi OCSE, ossia le maggiori economie
mondiali, le persone credono che il proprio governo risponda ad
interessi particolari. Dato particolarmente evidente in nazioni in cui
la crisi economica ha evidenziato “profondi guasti di governance”,
come Grecia (che chiude la classifica con l’83 per cento degli
intervistati) e Italia, che si colloca al terzultimo posto della
graduatoria, con il 73 per cento degli intervistati. A farle compagnia,
nelle ultime posizioni, anche Israele, Belgio e Spagna.
Rispetto alla media mondiale, i cittadini italiani hanno un’opinione peggiore dei loro partiti politici e dei membri del loro parlamento,
ritenuti affetti da corruzione in una scala da 1 a 5 (dove 5 è il
valore peggiore) per un valore rispettivamente di 4,5 e 4,1. Curioso
invece il dato sulla giustizia, valutata come meno
corrotta rispetto alla media mondiale, ma che si rivela il settore in
cui, in Italia, è stato pagato il maggior numero di tangenti.
Analizziamo il dato nel dettaglio: se la percentuale di cittadini
italiani che ha pagato una tangente nell’ultimo anno è del 5 per cento
(dato in positivo calo rispetto ad altre rilevazioni degli anni
passati), ebbene il 2 per cento di chi ha sganciato una mazzetta
lo ha fatto nell’ambito delle dichiarazioni fiscali, il 3 per cento per
accedere a permessi e registri pubblici e nell’ambito della
formazione-educazione, il 4 per cento nell’ambito sanitario, delle forze
dell’ordine e di servizi al territorio, il 6 per cento per luce, gas e
altre utilità, il 12 per cento dichiara invece di aver pagato tangenti
al mondo della giustizia.
Di fronte a tanti dati negativi, il Barometro 2013
riporta anche alcuni numeri di segno opposto. I due-terzi (67 per
cento) dei cittadini del mondo crede infatti che la gente comune possa
fare la differenza nella lotta alla corruzione. Anche
se rispetto ai dati del 2010/2011 il grado di fiducia nei cittadini
circa la possibilità di affrontare la corruzione è scesa dal 72 al 67
per cento, quasi 9 su 10 delle persone intervistate si è detta disposta
ad impegnarsi contro la corruzione e due terzi di coloro a cui è stato
chiesto di pagare una tangente ha dichiarato di essersi rifiutato. “Le
persone credono di avere il potere di fermare la corruzione e il numero
di coloro che sono disposti a combattere l’abuso di potere, accordi segreti e la corruzione è significativo”, ha dichiarato Huguette Labelle, presidente di Transparency International.
In Italia sono attualmente oltre 260mila i cittadini che hanno sottoscritto la petizione della campagna anticorruzione Riparte il futuro, la prima campagna digitale su questi temi mai realizzata in Europa.
Il primo obiettivo dell’iniziativa, su cui è stata raccolta la
disponibilità di 374 parlamentari di diverso colore politico, è la
modifica della legge sul voto di scambio politico-mafioso, allo scopo di rendere la norma più incisiva. La prima votazione alla Camera
è prevista per il prossimo 15 luglio, ma pare che la sua approvazione
non abbia, al momento, raggiunto il numero di sostenitori necessari.
Elena Ciccarello (Il Fatto Quotidiano, 10 luglio 2013)
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