Enrico Letta chiamava in continuazione per
sapere come andavano le cose e Matteo Renzi non rispondeva. È finita che
ad aggiornare il premier sull’incontro con Berlusconi al Nazareno è
stato lo zio Gianni Letta (la famiglia innanzitutto). Deve essere stato
piuttosto rassicurante se poi Letta nipote ha comunicato che il
segretario pd si muove nella giusta direzione. Questa è la prima
notizia: il governo per ora non cade anche se nessuno può escludere che
da ieri sera, qualche pozzo sia stato avvelenato. Due ore e mezzo di
colloquio e totale sintonia fanno sapere i dialoganti, ma alla fine cosa
hanno concordato? Una legge elettorale che rafforza i grandi partiti
(loro) o le grandi coalizioni (sempre loro) e mette fuori gioco i
piccoli, costringendoli per sopravvivere a farsi annettere dai più
forti. Per Alfano una brutta notizia. Indicativo il suo tweet: non ci
faranno tornare all’ovile. Vedremo. Allora si vota subito? No. Così dice
Renzi, che ha bisogno di almeno un anno (primavera 2015) per cambiare
la Costituzione e abolire il Senato. Oltre alla riforma del Titolo
Quinto per tagliare le unghie ai furbetti delle Regioni, quelli che
s’ingozzano di rimborsi. Anche il Pd renziano, insomma, muove
all’attacco della vorace casta per togliere l’esclusiva a Grillo e,
quando sarà, riprendersi almeno una parte di quei voti che ai
Cinquestelle sono arrivati dai delusi di sinistra. Quanto al Condannato
Decaduto, porta a casa una visibilità che non è più solo giudiziaria: la
dimostrazione che pur se malconcio è sempre al centro del gioco. Ha
sfinito Renzi con la solita pippa lamentosa sulla persecuzione delle
toghe rosse accusando Napolitano di avergli fatto balenare una grazia
mai più ricevuta. Napolitano, appunto, che si vede sottrarre le riforme
dall’intraprendente sindaco. E consapevole che se lasciato troppo libero
di fare il rottamatore rottamerà anche lui. Da oggi si vedra se e come
l’accordo potrà reggere. E se i due conigli mannari, Letta e Alfano,
s’inventeranno qualcosa per mandare tutto all’aria. Renzi si sta facendo
un mucchio di nemici ma non ha scelta.
Antonio Padellaro (Jack's Blog - Il Fatto Quotidiano, 19 gennaio 2014)
La scelta di chi sa che tutto andrà sempre al contrario, inevitabilmente.
RispondiEliminaMaurizio