Se esistesse ancora un minimo di decenza,
milioni di persone perbene – elettori, giornalisti, intellettuali,
eventuali politici e imprenditori – dovrebbero leggersi l’ordinanza dei
giudici di Venezia sul caso Mose e poi chiedere umilmente scusa a Beppe
Grillo e ai suoi ragazzi. Anni e anni sprecati ad analizzare il suo
linguaggio, a spaccare in quattro ogni sua battuta, a deplorare il suo
populismo, autoritarismo, giustizialismo, a domandarsi se fosse di
destra o di centro o di sinistra, a indignarsi per le sue parolacce, a
scandalizzarsi per le sue espulsioni, ad argomentare sui boccoli di
Casaleggio e sul colore del suo trench, a irridere le gaffes dei suoi
parlamentari, a denunciare l’alleanza con l’improbabile Farage
(l’abbiamo fatto anche noi, ed era giusto farlo, ma in un paese normale:
dunque non in Italia).
Intanto destra, sinistra e centro – quelli che parlano forbito e non
hanno i boccoli – rubavano. Rubavano e rubano tutti, e insieme, sempre,
regolarmente, scientificamente, indefessamente, su ogni grande e piccola
opera, grande e piccolo evento, appalto, consulenza, incarico. Anzi,
ogni grande e piccola opera, grande e piccolo evento, appalto,
consulenza, incarico servono soltanto a far girare soldi per poterli
rubare. Tutti i più vieti luoghi comuni del qualunquismo bar – sono
tutti d’accordo, è tutto un magnamagna – diventano esercizi di
minimalismo davanti alla Cloaca Massima che si spalanca non appena si
intercetta un telefono, si pedina un vip, si interroga un imprenditore.
Basta sollevare un sasso a caso per veder fuggire sorci, pantegane,
blatte e bacherozzi maleodoranti con i nostri soldi in bocca, o in
pancia (il Mose doveva costare 2 miliardi, ne costerà 6 e ora sappiamo
perché). La Grande Razzia che ha divorato l’Italia e continua a
ingoiarsene le ultime spoglie superstiti è sopravvissuta a Mani Pulite,
agli scandali degli ultimi vent’anni e alla crisi finanziaria,
nutrendosi dell’impunità legalizzata, dell’illegalità sdoganata e
dell’ipocrisia politichese di chi vorrebbe ancora convincerci che
esistono i partiti, le idee, i valori della destra, del centro e della
sinistra.
Invece esiste soltanto una gigantesca, trasversale,
post-ideologica associazione per delinquere che si avventa famelica su
ogni occasione per rubare, grassare e ingrassare a spese di quei pochi
fessi che ancora si ostinano a pagare le tasse. A ogni scandalo ci
raccontano la favola delle mele marce, la frottola della lotta alla
corruzione, l’annuncio di regole più severe, la promessa del
rinnovamento, della rottamazione. E intanto continuano a rubare, secondo
un sistema oliato e collaudato di larghe intese del furto che precede e
spiega le larghe intese di governo. E la totale mancanza di opposizione
a sinistra negli anni del berlusconismo rampante e rubante. Anche l’art.27
della Costituzione, quello della presunzione di non colpevolezza,
diventa una barzelletta se si leggono le carte delle indagini su Expo e
sul Mose, dove i protagonisti delinquono in diretta telefonica, o a
favore di telecamera: non c’è bisogno della Cassazione, e nemmeno della
sentenza di primo grado, per capire che rubavano davvero. Politici,
imprenditori, funzionari, generali della Finanza, giudici amministrativi
e contabili. Il solito presepe di sempre, che avvera un’altra celebre
battuta da bar: a certi livelli “non esistono innocenti, solo colpevoli
non ancora presi”.
Renzi non ruba, e i suoi fedelissimi sono lì da troppo poco tempo. Ma rischia di diventare il belletto per mascherare un partito marcio con cui – per prenderne il controllo – ha accettato troppi compromessi. Marcio nella testa prim’ancora che nelle tasche. Ieri, senz’aver letto un rigo dell’ordinanza, l’ineffabile Piero Fassino già giurava sulla leggendaria probità del sindaco Orsoni appena arrestato (“chi lo conosce non può dubitare della sua onestà e correttezza”), invitando i giudici ad appurarne al più presto l’innocenza per “consentirgli di tornare alla funzione di sindaco”. Perché, se ne appurassero la colpevolezza cosa cambierebbe? Fassino lo promuoverebbe a suo braccio destro, come ha fatto con Quagliotti pregiudicato per tangenti?
Renzi non ruba, e i suoi fedelissimi sono lì da troppo poco tempo. Ma rischia di diventare il belletto per mascherare un partito marcio con cui – per prenderne il controllo – ha accettato troppi compromessi. Marcio nella testa prim’ancora che nelle tasche. Ieri, senz’aver letto un rigo dell’ordinanza, l’ineffabile Piero Fassino già giurava sulla leggendaria probità del sindaco Orsoni appena arrestato (“chi lo conosce non può dubitare della sua onestà e correttezza”), invitando i giudici ad appurarne al più presto l’innocenza per “consentirgli di tornare alla funzione di sindaco”. Perché, se ne appurassero la colpevolezza cosa cambierebbe? Fassino lo promuoverebbe a suo braccio destro, come ha fatto con Quagliotti pregiudicato per tangenti?
O il Pd gli restituirebbe la tessera,
come ha fatto con Greganti pregiudicato per tangenti? La Cloaca Massima è
così pervasiva che ogni strumento ordinario per combatterla diventa
favoreggiamento. Ma davvero Renzi pensa di affrontarla con il povero
Cantone e la sua “task force” di 25 (diconsi 25) collaboratori? O con
qualche presunta riforma? A mali estremi, estremi rimedi: cancellare le
grandi opere inutili ancora in fase embrionale, dal Tav Torino-Lione al
Terzo Valico; cacciare ogni inquisito dai governi locali e nazionali;
radiare dai contratti pubblici tutte le imprese coinvolte in storie di
tangenti; introdurre gli agenti provocatori per saggiare la correttezza
dei pubblici amministratori (come negli Usa); imporre a chi vuole
concorrere ad appalti una dichiarazione in cui accettano di essere
intercettati, a prescindere da ipotesi di reato (come fece Rudy Giuliani
sindaco di New York); piantarla con le “svuotacarceri” (l’ultima è a
pag. 7), costruire nuovi penitenziari e, nell’attesa, riattare caserme
dismesse per ospitare i delinquenti che devono stare dentro; radere al
suolo tutte le leggi contro la giustizia targate destra, centro e
sinistra degli ultimi 20 anni. Tutto il resto non è inutile: è complice.
Marco Travaglio (Jack's Blog - Il Fatto Quotidiano - 5 goigno 2014)
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