L'immigrazione,
ormai, è "l'emergenza". Che divide la società. Ma anche la politica.
Tanto da indurre Luigi Zanda, presidente dei senatori Pd, a rinviare il voto
del Senato sullo "Ius soli". A data da destinarsi. Sul Ddl, la
maggioranza di governo oggi non ha la maggioranza. Domani si vedrà. Il diritto
dei figli di immigrati nati in Italia: negato. Per paura. Per paura delle
paure. Che, certo, in Italia, sono diffuse. Ma, forse, non quanto in
Parlamento. Un segno, l'ultimo, dell'impotenza della politica in Italia.
Incapace di decidere. Tanto più, in attesa delle prossime elezioni.
L'indagine
dell'Osservatorio Europeo sulla Sicurezza, curato da Demos (con la Fondazione
Unipolis e l'Osservatorio di Pavia) rileva, d'altronde, come la percezione di
insicurezza, suscitata dagli immigrati, nelle ultime settimane, abbia raggiunto
gli indici più elevati, da 10 anni a oggi: il 46%. Bisogna risalire all'autunno
del 2007 per trovare un indice più elevato: 51%. Mentre nel 1999, quasi
vent'anni fa, il timore degli immigrati risultava altrettanto diffuso. In
entrambi i casi, si trattava di stagioni elettorali molto "calde".
Nel 1999:
elezioni amministrative ed europee. Ma anche vigilia delle elezioni regionali,
che si sarebbero svolte l'anno seguente. Il 2007: passaggio fra due elezioni
politiche di svolta. Quelle del 2006, vinte dal Centro-sinistra guidato da
Prodi. Di misura. Le consultazioni del 2008, vinte dal Polo di Centro-destra,
costruito intorno a Silvio Berlusconi (accanto alla Lega e ad An). In entrambe
le occasioni, l'immigrazione ha costituito un tema di scontro. Nel 2007, in
particolare, collegato alla paura della criminalità. Immigrazione e
criminalità: un binomio quasi inscindibile. Ha segnato il dibattito pubblico e
favorito il Centro-destra. E, parallelamente, compromesso i consensi al
Centro-sinistra. Da allora, solo in questa fase la questione migratoria ha
ripreso altrettanto rilievo. Certo: le misure e le vicende contano. L'afflusso
dei migranti dall'Africa verso le nostre coste, i fatti di violenza che hanno
suscitato sdegno e paura.
A Rimini, in
particolare. Ma non bisogna dimenticare il calendario politico. In primavera si
vota. Per eleggere il nuovo Parlamento. E il rapporto con gli
"altri", che vengono da "fuori", e ci invadono: diventa una
questione importante. "La" questione. Amplificata dai
"media", come mostrano con efficacia i dati dell'Osservatorio di
Pavia (per l'Associazione Carta di Roma). I picchi nel numero di notizie
proposte dai principali TG nazionali di prima serata coincidono, non per caso,
con i cicli e gli anni elettorali: 2008-2009, poi 2013. Fino agli anni recenti.
Visto che dal 2015 ad oggi viviamo tempi di campagna elettorale permanente.
D'altronde, l'Osservatorio di Pavia rileva come, nell'ultimo mese e mezzo, nel
10% dei servizi dei telegiornali si parli di immigrazione, mentre nel 2016 la
percentuale era dell'8%.
Nel mese di
agosto e nella prima decade di settembre, inoltre, nel 38% dei servizi incontriamo
notizie di crimini compiuti da immigrati. Un anno fa, invece la media dei 7
telegiornali era del 24%. Lo stupro di Rimini, in particolare, ha ottenuto una
visibilità record: una media di 5 notizie a edizione in quattro giorni. Così la
"pìetas" che, negli ultimi anni, aveva caratterizzato l'atteggiamento
mediale e, al tempo stesso, sociale, verso gli sbarchi dei disperati sulle
nostre coste, di recente, ha cambiato di segno. È divenuta distacco. Paura. A
dispetto dei "numeri". Perché gli sbarchi dei migranti in Italia, di
recente, si sono dimezzati: da più di 23 mila nel luglio 2016 a circa 11 mila,
nell'ultimo mese (dati Unhcr, confermati dal Quirinale, agosto 2017).
Così, non
sorprende il grado elevato di inquietudine verso gli immigrati rilevato da
questo sondaggio. Né il sensibile calo di consenso verso la concessione della
cittadinanza ai figli di immigrati, nati in Italia. Il cosiddetto "Ius
Soli". Condiviso dall'80% degli italiani nel 2014. E da circa il 70% alla
fine del 2016 e nei primi mesi del 2017. Mentre negli ultimi mesi il sostegno
sociale allo "Ius Soli" è si è ridotto: al 57%, nello scorso giugno,
e ancora, fino al 52%, negli ultimi giorni. Così si spiegano le paure della
politica che invece di governare la società la inseguono. Ne riflettono ed enfatizzano
i ri-sentimenti.
D'altronde
l'impronta sociale della xeno-fobia - letteralmente: paura dello straniero -
appare evidente, dai dati del sondaggio. Cresce fra le persone più anziane,
soprattutto: con un grado di istruzione più basso. Ma è la posizione politica a
marcare le divisioni più evidenti. Gli immigrati: generano "paura" e
"paure" più marcate a destra. Fra gli elettori della Lega (3 su 4),
ma anche dei FdI e di Fi (64 -69%). All'opposto, il senso di insicurezza scende
sensibilmente a Sinistra, in primo luogo nella base del Pd. Mentre l'elettorato
del M5s, politicamente trasversale, è diviso a metà: fra accoglienza e paura.
La paura verso gli immigrati, infine, si associa all'apertura ai diritti di
figli (nati in Italia) degli immigrati. Fra chi non ha paura, il consenso allo
Ius soli sale fino al 77%. Mentre fra chi ha più paura degli altri si riduce a
poco più del 27%.
Per questo,
non ho "paura" di dire che ieri al Senato ha vinto la
"paura". Degli altri. Perché non crediamo nella nostra capacità di
integrare. Non ci fidiamo degli altri. Ma neppure di noi. Tanto meno della
politica. Anche perché la politica, in Italia, oggi: è emigrata...
Ilvo Diamanti (La Repubblica – 13 settembre 2017)
I risultati di questa indagine
verranno presentati, venerdì prossimo, nell'ambito del XXXI Convegno Sisp
- Società Italiana di Scienza Politica (Università di Urbino Carlo Bo,
14-16 Settembre) dal titolo Democrazia e democrazie in tempi di cambiamento
(#SISP2017). L'iniziativa richiama circa 400 studiosi italiani e stranieri che
discuteranno sulle sfide che interessano i sistemi democratici. Oltre alle 13
sezioni tematiche sono previste diverse tavole rotonde, tra cui quella per
ricordare un maestro della Scienza politica recentemente scomparso: Giovanni
Sartori.
La
lectio magistralis sarà tenuta da Marc Lazar (SciencesPo, Parigi)
su Democrazie europee in mutamento: i casi francese e italiano.
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il programma completo
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