ROMA — La tempra della nuova direttrice del Tg3 è indubbiamente forte, tenace, decisa. Anche negli inviti. Nel dicembre 2008 Berlusconi chiese ai suoi di non partecipare più alle trasmissioni Rai, accusata (ieri come oggi) di essere anti-centrodestra. Ignazio La Russa accettò invece un invito a Primo piano di Bianca Berlinguer. Il Cavaliere si arrabbiò e lo chiamò la mattina presto. La Russa: «Non potevo dire di no a Bianca Berlinguer....». E Berlusconi: «E tu dici no al presidente del Consiglio!». Fu galanteria larussiana o timore per le vivaci reazioni della signora di fronte a un no dell’ultimo momento? Vai a sapere.
Bianca Berlinguer, 49 anni, una figlia di 10 anni di nome Giulia, un compagno di nome Luigi Manconi (sardo come lei che lo è per una metà, l’altra metà è romana per via della madre Letizia), di carattere ne ha da vendere. Unito alla sua indiscussa bellezza fece di lei, trent’anni fa nella Prima Repubblica, un’icona irraggiungibile per un’intera generazione di ragazzi romani: alta, magra, flessuosa, naturalmente abbronzata, lunghi capelli corvini, spesso in motorino per le vie del centro, sempre in bianco d’estate.
Il tempo trascorso ha trasformato quel fascino in un più maturo volto-simbolo del Tg3. Ha sempre convissuto elegantemente con un cognome ingombrante, mai esibito per scelta («è una decisione della famiglia, non parliamo di mio padre in pubblico»). Però ha ricordato volentieri come in casa il papà smettesse i panni del segretario di partito per discutere di politica con la moglie Letizia, cattolica praticante, in una dialettica paritaria e autentica. Lezione che le ha segnato positivamente la vita e il modo di intendere il ruolo della donna in una coppia.
Soprattutto chiamarsi Berlinguer non ha rappresentato una rendita di posizione, meno che mai economica. Glielo riconobbe nel 2001 Stefania Craxi: «Né mio padre né Berlinguer hanno lasciato eredità o tesori, lo sa bene Bianca che si è sempre guadagnata la vita lavorando, come ho fatto io».
L’esordio giornalistico risale al Mixerdi Giovanni Minoli («L’incontro con lui è stato una svolta») a 24 anni con qualche contratto a termine. Poi il Radiocorriere , infine il Tiggitrè di Sandro Curzi, nei giorni della prima guerra del Golfo. Alla scuola di Sandrone (in redazione con Michele Santoro e Corradino Mineo) crebbe con Federica Sciarelli e Giovanna Botteri. Un affetto durato fino alla morte del padre di Telekabul: fu Bianca a condurre la serata speciale, una commozione celata ma visibile. Anche se Curzi ebbe da ridire quando Bianca, nel maggio 2008, accettò di andare in diretta con la scritta «cancellato » sul volto quando il Cda Rai decise di esiliare in terza serata Primo piano per lasciare la seconda a Serena Dandini in un duello tutto a sinistra («sembra Beirut»).
Il suo rapporto con la diretta è sereno e solido. Mai uno smarrimento, giorni fa è andata in video persino senza voce. Solo ai tempi di Telekabul, durante uno speciale elettorale, le sfuggì in diretta un «non rompere i c...» rispondendo a un’insistenza dalla regia. Ci fu un’inchiesta, ma nulla di grave.
La vita privata per lei è privatissima. Un ex marito e ora Manconi. Nel settembre 1996 il presentatore Valerio Merola svelò di essersi perdutamente innamorato di lei dopo un brevissimo flirt e che Bianca poi non volle più vederlo. Titoloni sui giornali. Silenzio pneumatico dell’interessata che non commentò.
Invece di suo padre parlò e scrisse, sempre nel 1996, quando il Pds aprì un dibattito sul compromesso storico (criticato da Luciano Violante, Giuseppe Vacca, lo stesso D’Alema). Dalla sua lettera a l’Unità : «C’è il rischio che la ricostruzione storica del ruolo di mio padre, e l’eventuale critica, siano piegate a usi contingenti e a interessi politici di breve periodo e di scarso respiro da frettolosi commentatori ». Nessuno spazio affettivo, invece, per Francesco Cossiga che spesso sostiene di aver «raccomandato » sua «nipote» Bianca Berlinguer. Algida risposta di lei, 2008: «Il presidente emerito sostiene di essersi adoperato per la mia carriera. L’intervento, non richiesto né sollecitato, non ha, per sua stessa ammissione, sortito buon fine. Lo prego di astenersi per il futuro da simili raccomandazioni perché non vorrei che, oltre che rivelarsi inutili, mi procurassero ulteriori danni». Ecco: qui c’è veramente tutta la più autentica Bianca Berlinguer.
Paolo Conti (Corriere della Sera - 01 ottobre 2009)
Bianca Berlinguer, 49 anni, una figlia di 10 anni di nome Giulia, un compagno di nome Luigi Manconi (sardo come lei che lo è per una metà, l’altra metà è romana per via della madre Letizia), di carattere ne ha da vendere. Unito alla sua indiscussa bellezza fece di lei, trent’anni fa nella Prima Repubblica, un’icona irraggiungibile per un’intera generazione di ragazzi romani: alta, magra, flessuosa, naturalmente abbronzata, lunghi capelli corvini, spesso in motorino per le vie del centro, sempre in bianco d’estate.
Il tempo trascorso ha trasformato quel fascino in un più maturo volto-simbolo del Tg3. Ha sempre convissuto elegantemente con un cognome ingombrante, mai esibito per scelta («è una decisione della famiglia, non parliamo di mio padre in pubblico»). Però ha ricordato volentieri come in casa il papà smettesse i panni del segretario di partito per discutere di politica con la moglie Letizia, cattolica praticante, in una dialettica paritaria e autentica. Lezione che le ha segnato positivamente la vita e il modo di intendere il ruolo della donna in una coppia.
Soprattutto chiamarsi Berlinguer non ha rappresentato una rendita di posizione, meno che mai economica. Glielo riconobbe nel 2001 Stefania Craxi: «Né mio padre né Berlinguer hanno lasciato eredità o tesori, lo sa bene Bianca che si è sempre guadagnata la vita lavorando, come ho fatto io».
L’esordio giornalistico risale al Mixerdi Giovanni Minoli («L’incontro con lui è stato una svolta») a 24 anni con qualche contratto a termine. Poi il Radiocorriere , infine il Tiggitrè di Sandro Curzi, nei giorni della prima guerra del Golfo. Alla scuola di Sandrone (in redazione con Michele Santoro e Corradino Mineo) crebbe con Federica Sciarelli e Giovanna Botteri. Un affetto durato fino alla morte del padre di Telekabul: fu Bianca a condurre la serata speciale, una commozione celata ma visibile. Anche se Curzi ebbe da ridire quando Bianca, nel maggio 2008, accettò di andare in diretta con la scritta «cancellato » sul volto quando il Cda Rai decise di esiliare in terza serata Primo piano per lasciare la seconda a Serena Dandini in un duello tutto a sinistra («sembra Beirut»).
Il suo rapporto con la diretta è sereno e solido. Mai uno smarrimento, giorni fa è andata in video persino senza voce. Solo ai tempi di Telekabul, durante uno speciale elettorale, le sfuggì in diretta un «non rompere i c...» rispondendo a un’insistenza dalla regia. Ci fu un’inchiesta, ma nulla di grave.
La vita privata per lei è privatissima. Un ex marito e ora Manconi. Nel settembre 1996 il presentatore Valerio Merola svelò di essersi perdutamente innamorato di lei dopo un brevissimo flirt e che Bianca poi non volle più vederlo. Titoloni sui giornali. Silenzio pneumatico dell’interessata che non commentò.
Invece di suo padre parlò e scrisse, sempre nel 1996, quando il Pds aprì un dibattito sul compromesso storico (criticato da Luciano Violante, Giuseppe Vacca, lo stesso D’Alema). Dalla sua lettera a l’Unità : «C’è il rischio che la ricostruzione storica del ruolo di mio padre, e l’eventuale critica, siano piegate a usi contingenti e a interessi politici di breve periodo e di scarso respiro da frettolosi commentatori ». Nessuno spazio affettivo, invece, per Francesco Cossiga che spesso sostiene di aver «raccomandato » sua «nipote» Bianca Berlinguer. Algida risposta di lei, 2008: «Il presidente emerito sostiene di essersi adoperato per la mia carriera. L’intervento, non richiesto né sollecitato, non ha, per sua stessa ammissione, sortito buon fine. Lo prego di astenersi per il futuro da simili raccomandazioni perché non vorrei che, oltre che rivelarsi inutili, mi procurassero ulteriori danni». Ecco: qui c’è veramente tutta la più autentica Bianca Berlinguer.
Paolo Conti (Corriere della Sera - 01 ottobre 2009)
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