A questo punto ridateci Josefa Idem. In
qualsiasi democrazia è giusto che un ministro vada a casa per un’evasione
fiscale, sia pur minima, e quando la Idem nel giugno scorso si è dimessa per
mille euro di Imu, abbiamo creduto di essere diventati un Paese normale. Ma non
è così. In un Paese normale ieri il ministro Cancellieri si sarebbe dimessa,
senza se e senza ma.
In
Germania, Francia, Stati Uniti non sarebbe concepibile un guardasigilli che
telefona alla compagna di un pregiudicato per «mettersi a disposizione» e
rimane al proprio posto. Con una certa fierezza, per giunta.
In un
Paese normale si sarebbe dimesso da tempo il ministro dell’Interno Angelino
Alfano, dopo aver permesso le scorribande dei servizi segreti kazaki sul suolo
patrio. Ma come, si lascia morire in mare povera gente in fuga da una guerra e
si permette a delinquenti al servizio di un dittatore criminale di rapire una
donna e una bambina a casa nostra?
In
un Paese normale, per esempio la Francia, uno degli uomini più ricchi del
Paese, proprietario di aziende e televisioni e squadre di calcio, fondatore di
un partito ed eletto a furor di popolo in Parlamento, com’era Bernard Tapie,
una volta condannato per frode fiscale decade il giorno stesso e finisce in
galera. Qui invece blocca l’intera nazione e ricatta il governo da sei mesi.
Prendiamone
atto. La moralità pubblica italiana è a un livello inferiore, per non dire
infimo. Per i nostri parametri un ministro che ha evaso «soltanto» mille euro
(in teoria tremila, ma duemila sarebbero da rimborsare) in tutta la vita è più
che affidabile, è una santa, una martire, e dunque ridateci Josefa Idem. Mille
euro, cosa volete che siano? Scritto per esteso fa lo 0,000003 per cento dei
368 milioni di dollari che Berlusconi ha sottratto ai controlli fiscali. È più
o meno quanto ci costano ogni mese le cene a sbafo di due consiglieri regionali
grillini, questi bei moralisti.
L’Italia
è una democrazia europea soltanto per un paio di mesi ogni cinque anni, durante
la campagna elettorale. Quando si tratta di portare a casa i voti, allora la
destra vota compatta la legge Severino, il Pd s’impegna a cacciare i funzionari
indegni che truccano il tesseramento, i moralisti a cinque stelle si fanno
mandare i curricula dai giovani disoccupati di tutta Italia, giurando che li
assumeranno al posto dei soliti portaborse raccomandati.
Passata
la festa e gabbato l’elettore tutto ricomincia da capo. La destra scopre che la
Severino è liberticida se applicata a Berlusconi e nel Pd rispuntano i
trafficoni. Persino gli eroi anti-casta appena eletti fanno stipendiare a spese
dei contribuenti fidanzati e parenti. Una pratica indecente, proibita anche
dalla Democrazia cristiana ai tempi di Benigno Zaccagnini, figurarsi.
Ammettiamo
che non c’è speranza.
Il
reintegro di Josefa Idem è un atto dovuto. È l’unico ministro che si sia
dimesso ammettendo l’errore, non ha accampato scuse ridicole né adombrato
oscuri complotti. Un atteggiamento di un’onestà e di una serietà impensabili
per molti suoi colleghi. Forse perché è nata e cresciuta in Vestfalia.
Assieme
alla Idem, modesta proposta, si potrebbe nominare nel prossimo governo un certo
numero di cittadini stranieri, magari tedeschi. Tanto, per prendere ordini da
Berlino e Francoforte sul Meno vanno benissimo.
Oltre
a conoscere la lingua, i ministri tedeschi presenterebbero una serie di
vantaggi per i cittadini italiani. Non vanno quasi mai in televisione,
concedono un paio d’interviste all’anno, tengono famiglia ma non la fanno
assumere dallo Stato, guadagnano meno di un deputato grillino e pagano i
ristoranti di tasca propria. Se nominati ministri della Giustizia, si mettono a
disposizione dei cittadini incensurati piuttosto che dei latitanti. Ma
soprattutto, quando sbagliano, si dimettono e basta.
Curzio Maltese (Jack's Blog - La repubblica - 6 novembre 2013)
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