"Dopo gli anni ovattati dell'infanzia e quelli spensierati dello studio ci si immerge nella catena lavorativa che, al di là di qualunque gratificazione, assorbe e lascia poco tempo ... e poi finalmente arriva la tua quarta dimensione ... e ritrovi quella serenità smarrita."

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sabato 17 agosto 2019

Massimo Fini: "Un calcio al campionato: razzista, classista, noioso"



Venerdì ho letto sul Fatto, a firma di Lorenzo Vendemiale, una notizia sbalorditiva, che però è scivolata via come se nulla fosse. La notizia è questa: la società bianconera ha deciso di vietare, per il prossimo campionato, l’ingresso allo Stadium a tutti i tifosi, e anche non tifosi, che, residenti a Torino o altrove, sono nati in Campania. Ma come? Sono anni che ci rompono i coglioni con la “discriminazione razziale” allo stadio mettendo sotto accusa striscioni sostanzialmente innocui, perché ironici, come “Forza Vesuvio” se si è a Verona o, a campi invertiti, “Giulietta era una zoccola” e adesso si accetta tranquillamente un provvedimento che non si può definire altrimenti che razzista? 
La società bianconera ha dovuto poi fare marcia indietro, dopo che la Questura di Torino si era giustamente dissociata da questo dissennato provvedimento che configura un reato. La legge Mancino del ’93 punisce con la reclusione fino a un anno e 6 mesi chi “istiga all’odio razziale”. Personalmente sono sempre stato contrario a questa legge perché, a parer mio, esiste un diritto all’odio, che è un sentimento come la gelosia o l’ira, che può essere punito solo quando si materializza in atti concreti (cioè se torco un solo capello alla persona che odio allora sì devo andare in gattabuia). Ma visto che la legge c’è va applicata al signor Andrea Agnelli, attuale presidente della Juve. 
Fra due settimane inizia il Campionato. E a me come a molti altri della mia generazione sale una sorta di disgusto. Cosa singolare perché la mia generazione, diciamo quelli che erano ragazzi negli anni Cinquanta e nei primi Sessanta, aveva solo il calcio, il grande sport nazional popolare insieme al ciclismo. Il tennis era roba da ricchi, lo sci lo conoscevano solo quelli che abitavano in montagna, il basket apparteneva, insieme al baseball, alla cultura americana e quel gioco, non era ancora entrato nella nostra mentalità e nel nostro costume, a differenza della pur mediocre letteratura yankee dell’epoca, introdotta in Italia da Elio Vittorini con Americana (Steinbeck, Irwin Shaw e l’indigeribile Saroyan). 
Il calcio lo abbiamo giocato tutti, ognuno al suo livello, nei cortili, in strada, a Milano nei terrain vagues lasciatici graziosamente in dono dai bombardamenti americani e poi, diventati un po’ più grandi, nei campi regolari di qualche società minore. 
Ma negli ultimi decenni economia e tecnologia (vale a dire la Tv) hanno via via distrutto i motivi rituali, mitici, simbolici, identitari, comunitari, che per un secolo e passa hanno fatto la fortuna di questo gioco. 
Oggi le squadre, non solo di A, ma di B e anche di C, sono zeppe di stranieri e a volte in partite di cartello del nostro Campionato non vedi in campo un solo giocatore italiano. I giocatori cambiano squadra ogni anno e, grazie al calcio mercato di gennaio, anche all’interno della stessa stagione con tanti saluti alla regolarità del Campionato. Le maglie, per esigenze degli sponsor, vengono cambiate quando la squadra gioca in trasferta. Come si fa a identificarsi? Con la politica degli abbonamenti (denaro che entra in anticipo) è saltato anche l’elemento comunitario e interclassista, la suburra va dietro le porte, gli altri, a seconda del loro status, nelle diverse Tribune. Un tempo il piccolo imprenditore sedeva accanto al suo operaio, gli spettatori si diluivano per estrazione sociale ed età nell’intero stadio, se si cacciano tutti i ragazzotti dietro le porte e nelle curve come si può poi pretendere che non facciano casino? Le pay tv e le pay per view hanno introdotto un altro elemento di discriminazione sociale. Per esigenze televisive si gioca ogni giorno e a ogni ora: venerdì c’è un anticipo di B, il sabato la B e due anticipi di A, a mezzogiorno di domenica c’è una partita di cartello, alle tre del pomeriggio giocano le squadre meno interessanti, alle 18.30 altra partita, la sera il match più importante, il lunedì il posticipo di A, il martedì e il mercoledì c’è la Champions, il giovedì quella competizione comica che è l’Europa League e la danza infernale ricomincia. 
Anche i più importanti campionati stranieri, Premier League, Liga spagnola, Bundesliga, sempre per esigenze televisive sono tarati in modo da non collidere fra di loro. A tutto questo si è aggiunto il Var. Una squadra segna ma i giocatori e gli spettatori trattengono il fiato. C’è il Var. Si crea una sorta di comica assemblea fra arbitro, tre ometti in tenuta da gioco che stanno nelle catacombe dello stadio e fra poco, per non essere influenzati, in un punto imprecisato dello spazio, i guardalinee, il ‘quarto uomo’. Solo quando l’arbitro  indica il cerchio di centro campo o il punto da cui deve essere battuta la punizione per un presunto fuori gioco si può esultare o piangere. Ma in quel momento sul campo non sta succedendo nulla. Una situazione surreale. 
Il calcio andrà a morire per overdose, come tutta la nostra società, di cui “il più bel gioco del mondo” non è che uno degli specchi.

Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 14 agosto 2019)



giovedì 15 agosto 2019

“Ma comu Luca, mancu tu mi pari. Come ho fatto cu tia! Chi ci voli a vinirici ‘n sognu puru a iddu?” (Ma come Luca, non mi sembri neanche tu. Come ho fatto con te! Che ci vuole a vinirgli in sogno pure a lui?)



Quella notte a Zingaretti, quello però del Commissario Montalbano, venne in sogno il compianto amico Andrea Camilleri.
Con la consueta ironia e la nota acutezza politica, il Maestro gli si mostrava nella circostanza come uno dei suoi personaggi dei romanzi, di quello che che va in commissariato a chiedere udienza, per discorrere di fatti che in verità non lo riguardavano di persona personalmente. 

C - “Luca dimmi un po’, ma che cabbasisi vuole combinare tuo fratello Nicola?”

L - “Maestro, è da un po’ di giorni che non lo sento e non so a cosa Lei si riferisce in particolare.”

C - “Come, Luca non stai seguendo tutto il casino politico che sta succedendo?”

L - “In verità sì, ma con mio fratello non abbiamo l’abitudine di sentirci spesso, specie da quando si è avventurato in questo pastrocchio di volere diventare segretario del partito.”

C – “Ah! Ma sta storia di dire subito di volere andare alle elezioni. Ma da dove ci vinni?”

L – “Certo forse fici ‘na fissaria, non era certo una mossa da anticipare.”

C – “’n ca certu. Dico io, quello combina tutto questo papocchio per andare subito a elezioni per lucrare sui sondaggi e tu lo assencondi nel tentativo? Ma che strategia è? Se vai subito a elezioni non solo le perdi, ma consegni il governo del paese alla destra.”

L – “Si ma sembra che abbia detto pure che se si fa un accordicchio con un governo di scopo domani la destra stravince.”

C – “Si ma stravince o vince non è la stessa cosa? E poi chi primura hai? Aspetta, vedi come si mettono le cose e poi magari (e solo se ti domandano qualcosa) ti pronunci.”

L – “In effetti si sta facendo fottere dalla banda di quel furbastro di Rignano sull’Arno.”

C - “’n ca certu. Il tuo Montalbano starebbe prima a osservare; in fondo i ragazzini di quel movimento sono ancora politicamente puliti, saranno magari inesperti come dice lui, ma fare un accordo politico con loro potrebbe costituire una buona occasione per poter fare finalmente un po’ di pulizia anche all’interno del suo partito!”

L – “In effetti è vero. Così facendo, alleandosi cioè coi ragazzini, potrebbe pure arrivare a ribaltare gli equilibri interni e rafforzare la sua segreteria.”

C – “’n ca certu. Diversamente come fa a bloccare quel volpone fiorentino che ha già fiutato l’inaspettata opportunità che gli è piovura dal cielo? E poi, dico io e ripeto, non parlare; prima fai esporre agli altri. Un segretario deve saper ascoltare e tessere abile e con pazienza la sua tela.”

L – “Che vuole maestro, è fatto così, è rimasto legato alla vecchia scuola comunista e si figuri che pensa ancora che pure gli altri colleghi si muovono in base a una ideologia. Ma, dico io, non lo vedi che quelli non si chiamano tra loro neanche compagni. Si whatsappano ‘ra matina a sira’ coi telefonini.”

C – “Ma quali ideologia, tutti quelli di ora vogliono solo il potere. Sono dei guitti o teste di legno cooptate solo per un obiettivo; chisti d'ora, oltre a sapiri che ‘cumannari è megghiu ri futtiri’ hanno pure stracapito che così si ci si può pure arricchire velocemente.”

C – “La rovina è stata la subalternità assoluta della politica su tutto; non tanto e soltanto alla finanza, ma alle varie lobby che, lusingando le debolezze umane, hanno creato circoli e circoletti, chiamiamoli così,  che assicurano il controllo e la gestione del voto.”

L – “Lei non sa quante volte gliel’ho detto anch'io, ma lui niente è convinto ancora che l’etica sia ancora un asse portante nella politica.”

C – “Accussì mi rici, mi sa che devo scrivere una sceneggiatura adatta a lui. Macari con un copione ricco per interpretare il suo personaggio di segretario di partito.”

L – “Bello sarebbe Maestro, ma come fa a farglielo avere. Purtroppo il ‘pateterno’ l’ha chiamato a se, come fa ora?”

C – “Ma comu Luca, mancu tu mi pari. Come ho fatto cu tia! Chi ci voli a vinirici ‘n sognu puru a iddu?” 

Luca Zingaretti, cioè quello del Commissario Montalbano, si svegliò convinto di avere parlato per davvero col Maestro. Era sicuro di aver vissuto un vero e proprio sogno premonitore. Telefonò immediatamente a suo fratello Nicola, ma gli rispose un arido messaggio registrato nella sua segreteria telefonica: “Sono attualmente impegnato in una riunione importante, lasciate un messaggio e vi chiamerò quanto prima”. Luca restò perplesso, ci pensò su e infine decise, conoscendo bene il fratello, che forse non era il caso di richiamarlo e che neanche era opportuno di lasciargli un messaggio registrato.

 © Essec


domenica 11 agosto 2019

Massimo Fini: "Il PD ammetta l'errore: vada al governo col M5S"


Tutti, giornali, opinionisti, esperti della politica, sono convinti che l’altro ieri Matteo Salvini votando a favore della Tav insieme a PD, Forza Italia e Fratelli d’Italia, abbia voluto dare la spallata decisiva al governo gialloverde per andare a elezioni anticipate e monetizzare il successo ottenuto alle elezioni europee e la forza ancora più rilevante che gli attribuiscono oggi i sondaggi.
Il ricatto salviniano ai 5stelle di cambiare tre loro ministri e addirittura alcuni punti del “contratto di governo” (sottoscritto da entrambe le parti) che non gli sono graditi non potrà essere accettato dai ‘grillini’ se non vogliono suicidarsi politicamente.
Ma non è affatto detto che le cose vadano come crede Salvini. L’”azionista di maggioranza” di questo governo non è affatto la Lega come si scrive e si dice, ma sono i 5stelle che alle ultime elezioni politiche hanno ottenuto più del 32% dei voti mentre la Lega si era attestata sul 17%. Ora non è affatto automatico che se cade un governo si vada alle elezioni. Secondo una prassi consolidata cui finora non si è mai venuti meno il Presidente della Repubblica prima di rimandare i cittadini alle urne deve fare un giro di consultazioni con i vari partiti per vedere se è possibile formare un nuovo governo. Si potrebbe perciò formare un governo con 5stelle e il PD che alle politiche ha ottenuto il 18.7% e che avrebbe la maggioranza assoluta. Un governo che unirebbe forze politiche molto più omogenee, o almeno meno disomogenee, di quanto lo siano 5stelle e Lega che per stare insieme hanno dovuto utilizzare il marchingegno del “contratto di governo”. Si ricorderà che dopo le politiche la prima proposta Di Maio la fece al PD che, arroccato sul ‘renzismo’, sciaguratamente la rifiutò non dando ai 5stelle altra alternativa che allearsi con la Lega di Matteo Salvini.
I 5stelle hanno un programma sociale che al PD, se in questo partito è rimasto ancora qualcosa di sinistra (“D’Alema dì qualcosa di sinistra. Dì qualcosa” – Nanni Moretti) dovrebbe andare a sangue. Il solo punto di contrasto fra 5stelle e quelli del PD è la produttività, di cui i piddini sono assatanati mentre i grillini privilegiano, oltre a una ragionevole uguaglianza sociale, l’ambientalismo e, guardando un po’ più avanti, alla maniera di Gianroberto Casaleggio, pensano a una società più semplice, meno nevrotica, comunitaria. Il no o il alla Tav , opera che in sé e per sé potrebbe essere indifferente, ha questi significati simbolici.
Un PD ‘derenzizzato’ potrebbe quindi rimediare al passo falso fatto dopo le politiche del 2018. C’è anche da notare che la parte grillina di questo governo se non ha sempre governato bene per lo meno ha governato. Infatti mentre Matteo Salvini berciava ogni giorno, di mattina, di pomeriggio, di sera e di notte, sostenendo che lui lavorava, i 5stelle hanno prodotto leggi. Lo ha confermato involontariamente persino Silvio Berlusconi che in un intervista al Giornale del primo agosto ha dichiarato: “su venti leggi sinora approvate soltanto due sono state proposte dalla Lega”.
Adesso, se cadesse il governo,  tutto dipenderà dalla correttezza del presidente Sergio Mattarella che, come si è detto, prima di sciogliere le Camere ha il dovere di consultare i partiti per vedere se è possibile formare un altro e diverso governo. Se il PD vuole fare un definitivo ‘autodafe’ non ha che da respingere ogni accordo con i 5stelle e allora sì dovremo tenerci il “cazzaro verde”, come lo chiama Travaglio, in saecula saeculorum.

Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 9 agosto 2019)


L'interpretazione dei sogni ..... nel XXI secolo



Eugenio lo sapeva che la sera avrebbe dovuto cenare leggero, ma quella volta esagerò anche nel bere.
Nell’irregolare sonno, condizionato anche dalla calura estiva, sognò tanti parlamentari grillini come fossero dei naufraghi o, per rendere meglio l’idea, accalcati come degli immigrati, promiscuamente stipati in un barcone fatiscente. Le onde non erano alte, ma lunghe e il rollio, anche a causa del motore in avaria, procurava la nausea tipica di quando ti sta per venire il mal di mare. Avviati alla deriva, quindi, i malcapitati erano tutti in attesa, nella speranza di essere raccolti da una qualsiasi ONG, di qualunque bandiera, per sperare poi di essere portati in salvo e mantenersi in vita in questa loro legislatura. Un sogno strano e confuso che andava a mescolare insieme realtà e fantasie. Si sentì anche in dovere di raccomandare ai naufraghi, nel caso di aiuto, di accertarsi prima se nella bandiera dei soccorritori fosse raffigurato un teschio e in mancanza di assicurarsi, comunque, che gli eventuali salvatori si fossero prima ben lavate le mani. Il rischio sarebbe potuto essere quello di una presa da parte dei soccorritori non efficace. La riflessione logica avrebbe dovuto alludere agli oli che sono sempre presenti negli spazi nautici che ospitano i motori e che in qualche modo i manovratori si trovano a toccare, ma nel sogno poco verosimile il timore nasceva da un colore marrone e da un odore nauseabondo che portava a sospettare che si potesse trattare di sostanza di ben altra natura e che non avrebbe quasi certamente potuto assicurare una stretta di mani salda e sicura. Intanto molte mani si avvicinavano a lui ...... un pò come succede nella serie filmografica dei "morti viventi".
Eugenio si svegliò di soprassalto, tutto madido di sudore. Era però talmente stanco che dopo pochi minuti si riaddormentò per ritrovarsi in un altro sogno strano. La scena si era intanto totalmente trasformata e si ritrovava adesso in un calvario dove spiccava un tizio con una strana corona in testa che con voce flebile andava dicendo, con sguardo rivolto all’alto: "padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno" ...... ma intanto stava già morendo in una croce.
Il condannato a morte era un giovane barbuto, che aveva da poco compiuto trentetre anni. Dell’enorme sciame di proseliti che lo avevano acclamato fino a qualche giorno prima non c’era più l’ombra e attorno a lui erano rimasti ora solo pochi intimi. Nel suo dramma era paradossalmente confortato dalla compagnia di due ladroni che, come lui, erano stati accomunati a una stessa fine.
Eppure le premonizioni che la sua giovane vita gli aveva inviato erano state chiare: evidentemente non aveva sufficientemente attenzionato i molteplici anche recentissimi antefatti. Eppure almeno tre erano stati palesemente chiari per fargli comprendere la tipologia di soggetti che lo avevano fino ad allora accompagnato, ovvero con chi aveva avuto a che fare fino ad allora veramente. 
Per non andare molto indietro nel tempo, già il giorno della sua ultima mensa conviviale, guardando il suo discepolo Giuda da lontano, esclamò “in verità vi dico che uno di voi mi tradirà; poco dopo, rivolgendosi a Pietro, disse anche: “Prima che il gallo canti due volte, mi avrai rinnegato per la terza volta”. E fin qui si stava trattando dei suoi fedelissimi discepoli. Cosa poteva quindi aspettarsi poi dal popolino quando il povero Ponzio Pilato fu chiamato a decretare il suo ultimo destino? 
Eugenio rivide nel suo sogno l’intera scena. Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?”. Sapeva bene, infatti, il Governatore di Gerusalemme che glielo avevano “consegnato” per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, ci si mise pure sua moglie che gli mandò a dire: “Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua”. Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il Governatore durante il rituale pubblico domandò: “Chi dei due volete che vi rilasci?”. Quelli risposero: “Barabba!”. Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù, chiamato il Cristo?”. Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!. Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, prese dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla: “Non sono responsabile" disse "di questo sangue; vedetevela voi!”. E tutto il popolo rispose: “Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli”. Allora rilasciò Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.» 
Come è risaputo i passaggi di scenari nell'immaginifico dei sogni sono immediati, per cui improvvisamente cominciarono a scorrere scene dell’opera rock del lontano 1970 “Jesus Christ Superstar” che aveva sempre amato.
La seconda parte del sogno si protrasse per l'intera lunghissima dormita. Eugenio, al risveglio, rimase scosso dalla simbologia dei due strani avvenimenti onirici e dubbioso valutò l’opportunità di smorfiarli entrambi, per giocarsi i relativi numeri al lotto. 
Ci riflettè a lungo ma poi fu più propenso per il no. Ma, dopo quella stramba nottata, di una cosa si convinse e cioè, che per il futuro avrebbe continuato con la sua sana abitudine di mangiare leggero prima di andare a dormire e di evitare la sera anche gli alcolici. 

© Essec


Marco Travaglio: "Niente pastrocchi"


Nella crisi più pazza del mondo, capita anche questo: che il cazzaro primigenio, Renzi, auspichi la cosa più sensata mai detta da un pidino da mesi. E cioè che, contro la destraccia salvinista, l’unico governo possibile è fra 5Stelle e Pd. Purtroppo la proposta ha tre difetti. 1) Arriva con 14 mesi di ritardo e non sarebbe più -come a maggio 2018 – l’unione fra il primo e il secondo partito delle Politiche, ma tra i due sconfitti alle Europee contro chi le ha vinte. 2) Viene da Renzi, che ormai ha la credibilità di Pamela Prati e tifa per il taglio dei parlamentari perché, al prossimo giro, non ne avrà più neanche uno. 3) Sarebbe un regalo a Salvini, che già inizia a pagare caro il suo tradimento di sfasciatutto irresponsabile (è subissato di insulti sui suoi social, specie dopo la ferma risposta di Conte, suo unico vero competitor) e non vede l’ora di farlo dimenticare addossandolo ai 5Stelle e strillando al ribaltone. Certo, la metà e più dell’Italia che guarda con orrore e terrore alla prospettiva di avere presto un monocolore Salvini che si crede il Duce e parla come lui (senza neppure esserlo) a colpi di “Voglio pieni poteri”, “Ordine e disciplina”, “La giustizia la riformo io” accetterebbe di tutto, pur di allontanare l’amaro calice. Anche un ribaltone. Che sarebbe costituzionalmente ineccepibile (avrebbe la fiducia del Parlamento) e moralmente giustificabile (a brigante, brigante e mezzo). Ma politicamente a dir poco discutibile, mettendo insieme il secondo e il terzo partito per far fuori il primo. Con tutti i rischi che comportano, le elezioni restano la via maestra. Se a ottobre o a primavera, lo deciderà il Parlamento, dove Conte ha saggiamente portato la crisi in piena trasparenza.
Lì il premier esporrà le riforme in cantiere che Salvini ha bloccato col suo colpo di mano e chiederà la fiducia. La Lega gliela negherà. Il M5S gliela confermerà e nessuno può impedire ad altri di fare altrettanto. Se il Pd gli votasse la fiducia, il governo Conte resterebbe in piedi, senza i ministri leghisti (sostituibili con gli attuali vice o con personalità esterne). Per fare poche cose prima delle elezioni a primavera: la legge di Bilancio, scongiurando le conseguenze inevitabili di un voto a fine ottobre (esercizio provvisorio, spread ecc.); l’ok al taglio dei parlamentari; e la conseguente revisione della legge elettorale. Chissà che i pochi mesi trascorsi a collaborare, senza nuovi governi né ribaltoni, non inneschino la scintilla che noi auspichiamo da anni fra un centrosinistra totalmente rinnovato e ripulito e un M5S più maturo e meno improvvisato sotto la guida di Conte. Per salvarci da Salvini non prima né contro le elezioni. Ma dopo.


venerdì 9 agosto 2019

Analisi


 
Analisi

In un suo interessante articolo recente Massimo Fini focalizzava una peculiarità della situazione socio-politica italiana.
In particolare andava a mettere in luce come i tentacoli della vecchia politica fossero ormai profondamente radicati nell’intero tessuto sociale.
Come reazione alle molteplici metastasi sono quindi apparse nel panorama politico – come anticorpi - diverse realtà.
Tra queste, come una scommessa, il vecchio progetto dell’uomo qualunque è stato attualizzato da un comico che, associato a un esperto di informatica, è riuscito a rendere reale l’utopia.
Paradossalmente, la cancrena che ha pervaso la politica italiana ha avuto un’accelerazione imprevedibile e il movimento utopico ha cominciato a mietere successi con una progressione assolutamente imprevedibile.
Le attese dei cittadini elettori, artatamente manipolate anche dai social, si sono quindi concentrate verso un movimento non ancora strutturato e, di conseguenza, non ancora preparato per andare al potere e per gestire la “grande politica”.
Tutta questa ampia premessa è utile per evidenziare i seguenti punti:

1)  le lobby economiche avevano occupato tutti i partiti politici presenti nell’arco parlamentare;

2)  al vertice dei partiti, di contro e di conseguenza, si ritrovano soggetti che avevano goduto di facilitazioni disparate dalle varie componenti sociali che “contano”, cosa che ha reso naturale il poi corrispondere con nomine, cariche, promozioni e quant’altro potesse agevolare la realizzazione dei desiderata degli sponsors anzidetti;

3)  il corto circuito generato ha fatto si che la meritocrazia era diventata l’ultimo dei criteri per l’assegnazione di qualunque ruolo dirigenziale/vertice in ogni ambito sociale (Uffici pubblici, Ospedali, Università, etc….);

4)  nessuno dei partiti al potere si era mai distinto nel dissociarsi da tali prassi; tutti quanti i partiti, secondo il loro peso e correnti interne, hanno partecipato alle spartizioni; solo alcune frange estremiste - incapaci però di portare avanti un’unica e coesa azione di controllo – hanno cercato di contrastare gli accordi trasversali e consociativi consolidati, con valide opposizioni, ma anche qui il mercato delle vacche non ha preservato questi ultimi da fuoriuscite di cooptati, adeguatamente prezzolati e utili a depotenziare ogni possibile rischio di guasti (es. Gennaro Migliore & altri);

5)  ancor oggi emergono scandali vari che coinvolgono esponenti di tutti i partiti tradizionali in concorsi truccati, incarichi discrezionali e quant’altro, per indagini e interventi della magistratura (del resto, di recente, pure nella stessa magistratura sono emerse prassi interne nell'autogestione poco trasparenti e manovre losche volte a pilotare scelte e composizioni degli organismi giudiziari);

6)  speranze sistematicamente disattese che erano state riposte in partiti e personaggi nuovi, di destra, centro e sinistra hanno accelerato il declino e la sfiducia dell'elettorato;

7)  la crisi economica stagnante ha intanto fatto sparire la classe media e impoverito sempre più fasce più ampie di diseredati; ciò associata all’inefficienza del sistema anzidetto, ha in breve determinato una situazione di apparente non ritorno che ha di fatto favorito l’ascesa di outsiders su cui molti elettori delusi hanno preferito puntare (pur conoscendone i possibili rischi); una considerevole massa di voto fluido e di astensionisti ha, quindi, voluto inviare un segnale forte di cambiamento;

8)  l’estraneità di queste nuove realtà politiche, costituite sostanzialmente da soggetti talvolta improvvisati nei ruoli, prima di opposizione e oggi chiamati alla gestione diretta della cosa pubblica, ha comportato un aumento del tasso di rischio che in qualche caso ha, ovviamente, procurato anche inevitabili gravi errori;

9)  per quanto intuibile l’intero sistema socio-economico rimasto totalmente escluso con un governo anomalo (Giallo-Verde) si è quindi subito compattato per evidenziare - e ridicolizzare, nel caso, con l’utilizzo dei media a disposizione – tutti i passi falsi eventualmente commessi (quasi sempre per ingenuità, incapacità o altro; errori che non hanno mai arrecato – tranne in pochissimi casi - arricchimenti privati o particolari privilegi);

10) un vecchio detto dice che “nessuno nasce imparato” e inserimenti di personaggi esperti, acquisiti attraverso soggetti esperti e affermati operanti da tempo nella società civile, non sono risultati sufficienti e sempre adeguati a garantire la professionalità ed l'esperienza richiesta in tutti i tantissimi settori chiamati a ricoprire a seguito del successo nell’ultimo voto;

11) da osservare che l’azione di opposizione portata avanti oggi dai partiti esclusi (incentrati esclusivamente su critiche dell’operato del governo, senza mai entrare nel merito o ancor meno prospettare nuove linee o alternative gestionali dei problemi) rimane principalmente incentrata a trovare il modo per disarcionare gli “usurpatori” e ritornare il prima possibile ad occupare i posti di potere (dei quali si sentono scippati, come se di loro spettanza, per volontà divina o giù di lì);

12) i principali partiti di opposizione, infatti, risultano interessati da diaspore intestine, anche per la natura stessa dei tanti avventurieri inglobati - poco ideologizzati, non più provenienti dalle vecchie sezioni di partito - che hanno sempre dimostrato poca sensibilità alla gestione della cosa pubblica nell’interesse dei loro rappresentati – e in questo caso ci si riferisce più agli elettori che hai loro veri sponsors occulti (cui peraltro hanno sempre corrisposto) - e esclusivamente occupati a accaparrarsi posti/opportunità di potere attraverso loro cordate fidelizzate, senza se e senza ma; I vari Potere al Popolo, Comunisti Italiani ed altri minori restano disorganizzati rispetto ai primi …. non avendo alcun appoggio reale dai media schierati rispetto alle loro appartenenze;

13) in uno scenario del genere un’organizzazione sgamata come la Lega, ben inserita nel territorio, è riuscita a introdursi come un Cavallo di Troia tra i “Grillini” vogliosi di avventurarsi nell’occasione unica di una vita. Ben esperti nella gestione del potere, si sono assegnati ministeri a loro più consoni e vicini ai loro interessi (Agricoltura docet) e, paradossalmente, sono riusciti a continuare a svolgere un ruolo di opposizione pur essendo parte integrante del governo;

14) l’assegnazione del Ministero degli interni, poi, è stata per loro la ciliegina sulla torta; ha coronato il disegno propagandistico di Salvini  che, scientemente, ha diffuso il falso problema dell’immigrazione per rianimare la parte sottotraccia del razzismo italiano e l'invenzione costante di un nemico;

15) in tutto questo, i ministeri più impegnativi sono stati lasciati ad un M5S chiamato a compiti ben superiori alle proprie capacità con un’opposizione mai costruttiva;

16) per quanto ovvio, l’irrealizzabile, rimane sempre e tutto a carico del Movimento, mentre il Ministro della propaganda incassa inimmaginabili dividendi (vedi elezioni europee);

17) come per il caso dell’altro Matteo, però, che andò a vincere inaspettatamente le precedenti europee, quest’altro omonimo continua ad aver paura ad andare alle elezioni per tre motivi principali: primo perché al momento si ritrova a spaziare un una situazione ottimale in cui non deve rendere conto della politica impopolare cui costringe le problematiche della finanza pubblica; secondo, perché si trova a muoversi senza spine sul fianco che potrebbero prefigurarsi con alleanze con Forza Italia e con la stessa Meloni (FdI). In questo scenario i più lucidi sembrano risultare i seguaci della Bonino che, con il suo noto pragmatismo, riesce a leggere in quadro politico prima degli altri e libera da pregiudizi e interessi di bottega; in ultimo perchè il suo consenso è legato ad un 40% di elettori che non si pronuncia ancora (anche se parte di essi saranno gli astensionisti, altri decideranno ma non certamente per il partito di Salvini);

18) per concludere, in relazione a tutto quanto fin qui evidenziato, un eventuale ritorno al ruolo di opposizione da parte del M5S potrebbe non risultare così traumatico come qualcuno crede; anche perché, nel caso, il ruolo di controllo e denuncia potrebbe risultare oggi molto più efficace, in relazione alle esperienze maturate. L’opportunità di aver potuto gestire direttamente tutti gli apparati pubblici operativi ha, infatti, consentito di conoscere ogni aspetto, funzionamento e ambito dell’apparato pubblico.

19) Alla luce della sintetica analisi esposta inviterei a riflettere e magari a pensarci meglio, approfondendo tutti gli aspetti (antefatti, fatti e realtà sociale, con annessi e connessi, logge e loggette comprese) prima di dire ancora che la colpa di tutto questo gran marasma è da attribuire principalmente/esclusivamente al Movimento Cinque Stelle. Per non considerare il fatto di come le cose stiano casualmente precipitando con l'approssimarsi a interventi/riforme che intendano disturbare/colpire privilegi consolidati della "casta", in questo caso non solo della politica (es. giustizia in primis o anche finanziamento ai partiti e trasparenza amministrativa degli stessi).

20) Un'ultimissima cosa: nell’intanto, i partiti che si trovano oggi all'opposizione, oltre a ricercare (i principali) con ogni mezzo di riappropriarsi del potere, che nuovi soggetti/idee propongono, cosa stanno realmente e seriamente facendo al loro interno per migliorarsi?

© Essec


giovedì 8 agosto 2019

Un’analisi politica secondo il “metodo” De Crescenzo


Nell’attuale convulso scenario politico, ci piace immaginare una discussione politica ispirata all’impronta dell’opera letteraria “Così parlò Bellavista”, in omaggio al grande e mitico Luciano De Crescenzo. Il racconto che segue è incentrato essenzialmente su un dialogo tra due personaggi che hanno visioni differenti sull’analisi delle questioni e degli attori che sono parte in causa in una vicenda politica di grande attualità. Un terzo personaggio, affascinato dai contenuti del dibattito, ascolta con attenzione il tutto e con una frase finale interviene esprimendo la sua sintesi della prolissa discussione.

© T,T&P
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Un’analisi politica applicando il “metodo” De Crescenzo
“S” – “Premetto che togliere l’ideologia da un discorso che attiene alla politica è esercizio di empatia politica non indifferente, quindi cercherò di farlo nei limiti del possibile e cercando di mettermi nei panni di chi simpatizza ancora per i “nuovi arrivati”, essendo stato precedentemente anch’io un loro simpatizzante. Da allora ho capito che questi tentativi di “rivoluzione dal basso”, così condotti, siano velleitari e anzi possono trasformarsi in atteggiamenti reazionari. Il principale problema dei 5s è proprio l’aver posto la questione etica, come unica questione ideologico-politica, facendo svanire, a parte per il reddito di cittadinanza, il resto dei punti programmatici che si erano prefissi.”
 “C” – “In un bell’articolo di recente Massimo Fini focalizzava una peculiarità della situazione socio-politica italiana. In particolare andava a mettere in luce come i tentacoli della vecchia politica fossero ormai profondamente radicati nell’intero tessuto sociale”.
“S” – “Il fatto che si esca ora, in odor di crisi, l’argomento delle lobbies che hanno preso tutto, (per quanto esso sia vero), fa sorridere. Era lo stesso argomento autogiustificativo e un pò paraculo, che “uscirono” nel momento in cui iniziarono a governare. E’ vero che le lobbies ci sono, ed è vero che remano contro, ma non è alleandosi con un vecchio partito che possono smontare questo sistema, o se lo fanno devono far pagare lo scotto di essere un vecchio partito e quindi far emergere tutte le collusioni con i poteri tradizionali, cosa che non hanno fatto. Non l’hanno fatto perché significava riconoscere di aver voluto fare un governo con il vecchio sistema, e questo argomento era stato utilizzato per non fare il governo con il PD, si sarebbero contraddetti.”
“C” – “Non sono d’accordo per il solo fatto che i Cinque Stelle hanno sempre avuto consapevolezza che quella di poter governare era un’occasione unica e non più ripetibile. A conferma di ciò la loro prima proposta è stata rivolta al PD che, per quanto ovvio, non intendeva mettere a rischio (nei suoi vertici) tutti i legami lobbistici consolidati. Men che meno hanno mai avuto interesse di stare dalla parte del vero popolo di sinistra (sigh!)”.
“S” – “In quel contesto penso che né PD né 5stelle avevano voglia di provare un governo insieme.Su chi abbia giocato a fare di più il duro non so. In ogni caso dovrebbero riprovarci a mio avviso, ora che hanno capito qual è la posta in gioco.”
“C” – “Come reazione alle molteplici metastasi sono quindi apparse nel panorama politico – come anticorpi - diverse realtà. Tra queste, come una scommessa il vecchio progetto dell’uomo qualunque è stato attualizzato da un comico che, associato a un esperto di informatica, è riuscito a rendere reale l’utopia. Paradossalmente, la cancrena che ha pervaso la politica italiana ha avuto un’accelerazione imprevedibile e il movimento utopico ha cominciato a mietere successi con una progressione assolutamente imprevedibile. Le attese dei cittadini elettori, artatamente manipolate anche dai social, si sono quindi concentrate verso un movimento non ancora strutturato e, di conseguenza, non ancora preparato preparato per andare al potere e per gestire la ‘grande politica’.”
“S” – “L’impreparazione può essere una scusante quando non si fanno scelte politiche scellerate come quelle di allearsi con la Lega e gestisci il rapporto di governo in quel modo.”
”C” – “Dimentichi che in questi giorni c’è stata una diatriba politica per l’assegnazione di un posto di senatore al sud, a causa del fatto che i seggi assegnati sono risultati di una unità superiore rispetto ai candidati (si è infatti prospettata l’elezione di un candidato in Umbria in sostituzione del candidato non potuto eleggere per il medidione, cosa che sembrerebbe poter sollevare aspetti di incostituzionalità). Questo per dire che il loro imprevedibile successo al sud è stato quasi una catastrofe anche per loro stessi. Avevano vinto la lotteria pur avendo comprato un solo biglietto!!!!” 
“C” – “Tutta questa ampia premessa è utile per evidenziare i seguenti punti:
1)     le lobby economiche avevano occupato tutti i partiti politici presenti nell’arco parlamentare.”
“S” – “Vale l’osservazione in premessa.”
“C” – “2)  al vertice dei partiti, di contro e di conseguenza, si ritrovano soggetti che avevano goduto di facilitazioni disparate dalle varie componenti sociali che “contano”, cosa che ha reso naturale il poi corrispondere con nomine, cariche, promozioni e quant’altro potesse agevolare la realizzazione dei desiderata degli sponsors anzidetti.” 
“C” – “3)  il corto circuito generato ha fatto si che la meritocrazia era diventata l’ultimo dei criteri per l’assegnazione di qualunque ruolo dirigenziale/vertice in ogni ambito sociale (Uffici pubblici, Ospedali, Università, etc….).”
“S” – “La meritocrazia non sembra essere stata la bussola politica delle scelte 5stelle.”
“C” – “4)  nessuno dei partiti al potere si era mai distinto nel dissociarsi da tali prassi; tutti quanti i partiti, secondo il loro peso e correnti interne, hanno partecipato alle spartizioni; solo alcune frange estremiste - incapaci però di portare avanti un’unica e coesa azione di controllo – hanno cercato di contrastare gli accordi trasversali e consociativi consolidati, con valide opposizioni, ma anche qui il mercato delle vacche non ha preservato questi ultimi da fuoriuscite di cooptati, adeguatamente prezzolati e utili a depotenziare ogni possibile rischio di guasti (es. Gennaro Migliore & altri).”
“S” - “Concordo.”
“C” – “5)  ancor oggi emergono scandali vari che coinvolgono esponenti di tutti i partiti tradizionali in concorsi truccati, incarichi discrezionali e quant’altro, per indagini e interventi della magistratura (del resto, di recente, pure nella stessa magistratura sono emerse prassi interne nell'autogestione poco trasparenti e manovre losche volte a pilotare scelte e composizioni degli organismi giudiziari).”
“S” – “Vero.”
“C” – “6)  speranze sistematicamente disattese che erano state riposte in partiti e personaggi nuovi, di destra, centro e sinistra hanno accelerato il declino e la sfiducia dell'elettorato.”
“S” – “Vero.”
“C” – “7)  la crisi economica stagnante ha intanto fatto sparire la classe media e impoverito sempre più fasce più ampie di diseredati; ciò associata all’inefficienza del sistema anzidetto, ha in breve determinato una situazione di apparente non ritorno che ha di fatto favorito l’ascesa di outsiders su cui molti elettori delusi hanno preferito puntare (pur conoscendone i possibili rischi); una considerevole massa di voto fluido e di astensionisti ha, quindi, voluto inviare un segnale forte di voglia di cambiamento.”
“S” – “Concordo.”
“C” – “8)  l’estraneità di queste nuove realtà politiche, costituite sostanzialmente da soggetti talvolta improvvisati nei ruoli, prima di opposizione e oggi chiamati alla gestione diretta della cosa pubblica, ha comportato un aumento del tasso di rischio che in qualche caso ha, ovviamente, procurato anche inevitabili gravi errori.”
“S” – “Improvvisati o scelti secondo meritocrazia, perché non puntare su quella?”
“C” – “Ribadisco il fatto che non c’è stato neanche il tempo per riorganizzarsi. Non dimenticare che si tratta ancora di un movimento non ben strutturato, con ancora mille contraddizioni anche nelle regole interne e con una selezione “discutibile” e a rischio riguardo alla qualità (a 360°) dei soggetti eletti.” 
“C” – “9)  per quanto intuibile l’intero sistema socio-economico rimasto totalmente escluso con un governo anomalo (Giallo-Verde) si è quindi subito compattato per evidenziare - e ridicolizzare, nel caso, con l’utilizzo dei media a disposizione – tutti i passi falsi eventualmente commessi (quasi sempre per ingenuità, incapacità o altro; errori che non hanno mai arrecato – tranne in pochissimi casi - arricchimenti privati o particolari privilegi).”
“S” – “Concordo su quanto accaduto, ovvio ed inevitabile, succedeva ai tempi del cdx-csx, succede anche oggi. in ogni caso se si tratta della tesi “del meglio incapaci che corrotti?”, per me non basta.”
“C” – “Può costituire però una prova a parziale discolpa!” 
“S” – “Per 8) e per 9) la discolpa su impreparazione, incapacità etc mi sta bene, ma basta agli italiani? Salvini ha un’idea chiara dell’Italia che vuole, i 5stelle non danno quest’impressione.”
“C” – “10) un vecchio detto dice che “nessuno nasce imparato” e inserimenti di personaggi navigati, acquisiti attraverso soggetti esperti e affermati, operanti da tempo nella società civile, non sono risultati sufficienti e sempre adeguati a garantire la professionalità ed l'esperienza richiesta in tutti i tantissimi settori chiamati a ricoprire a seguito del successo ottenuto nell’ultimo voto.”
“S”“Questo è un difetto di tanti outsiders che non hanno una classe dirigente di partito che esca da una scuola politica, come si faceva prima. Si tratta piuttosto di tecnici prestati a quello schieramento o a quell’altro. Il punto non è solo la scelta dei personaggi ma anche la visione politica che hai. Qual è il progetto politico dei 5 stelle, in che cosa si sostanzia, a parte la presunta incorruttibilità? Questo è il nodo politico-ideologico che non puo essere confuso con quello pratico da sciogliere per loro, ed essendo sempre stati ambigui ora ne patiscono la vacuità, ma potrebbero trasformarlo in punto a favore se svoltassero verso il centro, centro sx, tanto ormai se si ci pensa, hanno già governato con la classe dirigente precedente.”
“C”“Valgono tutte le considerazioni già espressi in merito agli evidenti limiti rappresentati dallo stato di “movimento” e non già di “partito”!!”
“S” – “In che cosa consiste davvero questa differenza tra movimento e partito?”
“C” – “11) da osservare che l’azione di opposizione portata avanti oggi dai partiti esclusi (incentrati esclusivamente su critiche dell’operato del governo, senza mai entrare nel merito o ancor meno prospettare nuove linee o alternative gestionali dei problemi) rimane principalmente incentrata a trovare il modo per disarcionare gli “usurpatori” e ritornare il prima possibile ad occupare i posti di potere (dei quali si sentono scippati, come se di loro spettanza, per volontà divina o giù di lì).”
“S” – “Concordo.”
“C” – “12) i principali partiti di opposizione, infatti, risultano interessati da diaspore intestine, anche per la natura stessa dei tanti avventurieri inglobati - poco ideologizzati, non più provenienti dalle vecchie sezioni di partito - che hanno sempre dimostrato poca sensibilità alla gestione della cosa pubblica nell’interesse dei loro rappresentati – e in questo caso ci si riferisce più agli elettori che hai loro veri sponsors occulti (cui peraltro hanno sempre corrisposto) - e esclusivamente occupati a accaparrarsi posti/opportunità di potere attraverso loro cordate fidelizzate, senza se e senza ma; I vari Potere al Popolo, Comunisti Italiani ed altri minori restano disorganizzati rispetto ai primi …. non avendo alcun appoggio reale dai media schierati rispetto alle loro appartenenze.”
“S” – “Concordo.”
“C” – “13) in uno scenario del genere un’organizzazione sgamata come la Lega, ben inserita nel territorio, è riuscita a introdursi come un Cavallo di Troia tra i “Grillini” vogliosi di avventurarsi nell’occasione unica di una vita. Ben esperti nella gestione del potere, si sono assegnati ministeri a loro più consoni e vicini ai loro interessi (Agricoltura docet) e, paradossalmente, sono riusciti a continuare a svolgere un ruolo di opposizione pur essendo parte integrante del governo.”
“S” – “Questa è un’ingenuità politica che un minimo di base ideologica solida, lungimiranza e intelligenza anche da parte dei vertici, avrebbe potuto sventare.”
“C” – “Quanti politici di professione sei riuscito ad individuare all’interno dei Cinque Stelle? Forse alcuni di provenienza dall’area di sx e non tanto famosi. Forse solo Morra e Fico? O qualche altro sparuto?”
“S” – “Infatti mi riferivo soprattutto ai vertici.”
“C” – “14) l’assegnazione del Ministero degli interni, poi, è stata per loro la ciliegina sulla torta; ha coronato il disegno propagandistico di Salvini  che, scientemente, ha diffuso il falso problema dell’immigrazione per rianimare la parte sottotraccia del razzismo italiano e l'invenzione costante di un nemico.”
“C” – “15) in tutto questo, i ministeri più impegnativi sono stati lasciati ad un M5S chiamato a compiti ben superiori alle proprie capacità con un’opposizione mai costruttiva.”
“S” – “Concordo, ma si tratta di una scelta.”
“C” – “Per i Cinque Stelle è stata necessità il nuotare nell’acqua alta: in tempi di DC il PCI quantomeno metteva in campo opposizioni costruttive ….. con i governi ombra!”
“S” – “Puoi nuotare in acqua alta con il PD e fare il cavallo di Troia rubandogli consenso...cosa che possono ancora fare..”
“C” – “16) per quanto ovvio, l’irrealizzabile, rimane sempre e tutto a carico del Movimento, mentre il Ministro della propaganda incassa inimmaginabili dividendi (vedi elezioni europee).”
“C” – “17) come per il caso dell’altro Matteo, però, che andò a vincere inaspettatamente le precedenti europee, quest’altro omonimo continua ad aver paura ad andare alle elezioni per tre motivi principali: primo perché al momento si ritrova a spaziare un una situazione ottimale in cui non deve rendere conto della politica impopolare cui costringe le problematiche della finanza pubblica; secondo, perché si trova a muoversi senza spine sul fianco che potrebbero prefigurarsi con alleanze con Forza Italia e con la stessa Meloni (FdI). In questo scenario i più lucidi sembrano risultare i seguaci della Bonino che, con il suo noto pragmatismo, riesce a leggere il quadro politico prima degli altri, libera da pregiudizi e interessi di bottega; in ultimo perchè il suo consenso è legato ad un 40% di elettori che non si pronuncia ancora (anche se parte di essi saranno gli astensionisti, altri decideranno ma non certamente per il partito di Salvini). Escludo al momento nella disamina il rischio, per Salvini, di incarico a Conte a capo di un Governo tecnico del Predidente, che potrebbe tagliarlo fuori nell'immediato da ogni gioco.” 
“C” – “18) per concludere, in relazione a tutto quanto fin qui evidenziato, un eventuale ritorno al ruolo di opposizione da parte del M5S potrebbe non risultare così traumatico come qualcuno crede; anche perché, nel caso, il ruolo di controllo e denuncia potrebbe risultare oggi molto più efficace, in relazione alle esperienze maturate. L’opportunità di aver potuto gestire direttamente tutti gli apparati pubblici operativi ha, infatti, consentito di conoscere ogni aspetto, funzionamento e ambito dell’apparato pubblico.”
“S” – “Secondo me i 5s devono svoltare completamente, se sono al governo condividendo un programma popolare con chi ne ha voglia (Verso centro/Cx), o anche all’opposizione nel modo che hai detto tu. Il punto è che “il potere logora chi non ce l’ha”, quindi mi sembra che la prima delle opzioni sia preferibile per loro.”
“C”"Ti sfugge forse il fatto che sono visti da tutti come una peste. Nessuno ha interesse e nessuno vuole peraltro accomunarsi a loro per avventurarsi in attività politiche trasparenti!”
“S” – “Se così fosse Salvini non ci avrebbe fatto un governo. Invece si è rifatto il look e ne ha assorbito la luce positiva delle operazioni più popolari: quando dice “ha fatto più cose di sx questo governo che il PD in decenni” non ha torto se si riferisce al reddito… che è roba 5stelle.”
“C” – “19) Alla luce della sintetica analisi esposta inviterei a riflettere e magari a pensarci meglio, approfondendo tutti gli aspetti (antefatti, fatti e realtà sociale, con annessi e connessi, logge e loggette comprese) prima di dire ancora che la colpa di tutto questo gran marasma è da attribuire principalmente/esclusivamente al Movimento Cinque Stelle. Per non considerare il fatto di come le cose siano casualmente precipitate con l'approssimarsi a interventi/riforme che intendevano disturbare/colpire privilegi consolidati della "casta", in questo caso non solo quella politica (es. giustizia in primis o anche finanziamento ai partiti e trasparenza amministrativa degli stessi).
“S” – “Sento tanta gente dire: sono incapaci ma sono “giusti” o quelli giusti. La giustizia, la correttezza si valutano compiendo delle scelte, e per compiere delle scelte, ci vuole una competenza e una capacità che si costruisce nel tempo. Quindi ben vengano gli errori e la gavetta nel mondo degli squali. Molta gente sarebbe pronta a votarli, sopratutto a sx, purché diano chiaramente dei segnali diretti ad aiutare chi ha bisogno es. reddito cittadinanza, salario minimo, investimenti. Non si può essere ondivaghi sulla tav dopo anni di lotta, non si può parlare di “mandato zero”, non si possono accettare le svolte securitarie di quella destra. Era nel programma di governo? Il peccato originale è sempre quello, secondo me: falsa post-ideologia*. Se vogliono trasformarlo in “punto forte” devono virare, altrimenti spariranno. Hanno delle praterie a sx. A destra Salvini puo contare sui Berlusconi e sui Meloni per fare un governo. Loro no.”
*falsa post-ideologia non esiste: si collocano comunque in un’area moderata sia per quanto riguarda l’economia, sia per quanto riguarda la politica estera, sia per il resto. questo non è un demerito, di per sé, ma rende piu evanescente la credibilità politico-programmatica della proposta
Un occasionale passante, interessato dall’argomento trattato, era rimasto tutto il tempo in un angolo ad ascoltare in silenzio. Alla fine sentenziò anche lui la sua opinione dicendo: “Mi sembra un’analisi ben argomentata dell’attuale panorama politico italiano. Personalmente non condivido però la tesi assolutoria dei Cinque Stelle che hanno appoggiato, anche qualche volta in maniera silente, le politiche aggressive e populiste di Salvini, contribuendo significativamente alla sua affermazione politica e al loro stesso suicidio politico. Insomma questi signori ci hanno lasciato in mano ai leghisti, peggio non potevano fare. Una classe politica del genere, inetta e incapace, non può essere assolta; mi viene in mente una frase di una canzone di De Andrè “anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti “. Forse era un elettore deluso del voto espresso alle ultime politiche. Così dicendo andò via fiducioso, fischiettando il vecchio motivo del suo cantautore preferito.
“C” – “Dici tu di essere meno ideologicamente schierato ...... ma ha poca importanza ..... Io sono convinto che era tutto previsto e accetto di buon grado la pesantissima critica dell’amico che si appena pronunciato ..... ma prima o poi qualcuno doveva pur sporcarsi le mani e rimetterci magari anche un pò la faccia ...... Ben venga .....”
“S” - “Concordo.” Ebbe modo di far sentire appena le sue considerazioni al commento ……. “Sono completamente d’accordo con Lei caro amico”.
“S” poi rivolgendosi di nuovo al suo interlocutore “C” disse pure: “volevo anche accogliere il tuo invito nell’essere il meno ideologicamente schierato possibile e cercare di ragionare da ‘ex simpatizzante grillino’.” 
“C” – “In conclusione, fra noi sembrano più i punti d’incontro che quelli di scontro ….. almeno così credo!”
“S” – “Assolutamente si. Ultimamente quello che mi ha intristisce è l’irriducibile speranza assolutoria da parte di tante persone nei confronti dei 5stelle ma la vedo anche come una cosa positiva se trasformata in critica della base che condiziona i vertici. Il punto è che tra gli elettori 5 stelle c’è anche tanta gente che, pena una scarsa cultura politica, si sono convinti di essere esenti da critiche costruttive in nome del “sono tutti contro di noi”, e, ancora peggio, altri hanno fatto coming-out scoprendosi sinceramente razzisti e fascisti, passando voti alla lega. Spero ancora in quell’altra metà ‘sana’.”
“S” si accomiatò concludendo: “Sempre un piacere scambiare su questi argomenti. Ne vengono fuori sempre pensieri ulteriori e nuovi... ad esempio, stavo pensando una cosa, ovviamente è facile parlare col senno del poi: i 5 stelle avrebbero dovuto "fare l'opposizione al proprio governo" (alla Lega) come stanno facendo ora su alcune questioni, sin dall'inizio, in modo tale che mediaticamente avrebbero convinto di più. ad esempio sui decreti sicurezza e sui migranti avrebbero potuto essere molto più critici, salvo poi votare anche a favore. Invece mi è sembrato che fossero d'accordo con tante di quelle scelte scellerate. E su questo raggiungo la critica del tuo amico e per questo da tempo non simpatizzo e ho ridotto di molto il ‘beneficio del dilettante’ tempo fa ... se proprio devi governare con qualcuno, e devi scendere a compromesso, quantomeno sottolinealo sempre che tu sei diverso da lui ma che convivete per necessità. In tante occasioni decisive questa cosa non è passata secondo me.”
Come spesso faceva “C” andò a documentarsi sul brano citato dall’occasionale passante, si trattava di un celebre brano di una canzone (Canzone di maggio) pubblicata da Fabrizio De Andrè nell’album “Storia di un impiegato” del lontano 1973, liberamente tratta da un canto del maggio francese del 1968 di Dominique Grange, il cui titolo è Chacun de vous est concerné (https://www.youtube.com/watch?v=G4FOK00NH4Q).

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