"Dopo gli anni ovattati dell'infanzia e quelli spensierati dello studio ci si immerge nella catena lavorativa che, al di là di qualunque gratificazione, assorbe e lascia poco tempo ... e poi finalmente arriva la tua quarta dimensione ... e ritrovi quella serenità smarrita."

Il presente blog costituisce un almanacco che in origine raccoglie i testi completi dei post parzialmente pubblicati su: http://www.laquartadimensione.blogspot.com, indicandone gli autori, le fonti e le eventuali pagine web (se disponibili).

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domenica 25 febbraio 2024

Fortuna che seguaci di Massimo Catalano ci aiutano con sagaci intuizioni



Un breve articolo apparso oggi nei media recita: “L’EUROPA senza guida. Ma per fortuna ogni tanto Mario Draghi esce dall’eremo a cui l’hanno condannato i maledetti populisti, si affaccia fuori e ci indica la via. Ieri per esempio Repubblica ha avuto notizia del Verbo e si è subito sparata un titolone: 'Draghi: ‘L’Ue ha bisogno di enormi investimenti, è urgente capire come finanziarli’. Parole illuminanti, concetti forse ostici e non alla portata di tutti, vista la loro complessità, ma che certamente rivelano la stoffa dell’uomo. A nessuno era mai venuto in mente che in Europa ci fosse bisogno di investimenti. Ma nemmeno i pochissimi pionieri che si erano spinti a ipotizzare uno scenario simile avevano poi azzardato quella seconda fondamentale, riflessione: bisogna anche capire come finanziarli, gli investimenti, non è che basta chiedere soldi. Sono tesi forti, ci rendiamo conto, pugni nello stomaco del lettore. Ma gli oracoli sono così.”

Lo stesso quotidiano, il 3 maggio 2013, intitolava un articolo così: “Quelli della notte. Massimo Catalano è morto, le sue massime restano.” Poi proseguiva: “Serafico, sorridente, imperturbabile; un uomo di mondo dall’aria vagamente fané, o forse, a pensarci meglio, già implicitamente autoironico nell’immagine televisiva. Barba, riporto e foulard. Questo è Massimo Catalano, morto ieri nella sua casa di Amelia, in Umbria, all’età di 77 anni. Sarebbe meglio buscarsi l’influenza e guarire con un’aspirina che dover lottare invano per un anno contro un male incurabile, come avrebbe chiosato lui. Invece è andata al contrario, anche se il re dell’ovvio, dispensatore di immortali massime sui divani di Quelli della notte 'è destinato a rimanere nel nostro lessico, e dire catalanata ormai è diventato un modo di dire per tutti', come ha dichiarato il suo mentore Renzo Arbore.” Inoltre: “Catalano, seguace di Lapalisse, si limitava a interloquire nei grandi dilemmi della vita posti dal filosofo Riccardo Pazzaglia, piazzando l’affondo definitivo: 'È meglio lavorare poco e fare tante vacanze, piuttosto che lavorare molto e fare poche vacanze'. Dopo quell’exploit geniale, che genialmente Arbore non volle mai ripetere, cominciarono i mille e uno tentativi di imitazione di Quelli della notte, e i confronti imbarazzanti non si sono mai interrotti, anche ora che la politica si è impadronita del talk show, ora che le due entità sono inseparabili in natura”. L’articolo chiudeva con la triste considerazione socio-politica: “Ora che ogni sera, a sentire le pensose dichiarazioni di onorevoli e analisti, viene da rivalutare la saggezza di Massimo Catalano. Meglio dire ovvietà in serie prendendosi in giro, che spararle sempre più grosse prendendosi sul serio.”

La scuola di Catalano continua a accumulare proseliti, oltre che in politica, anche in economia.

Buona luce a tutti!


© ESSEC

mercoledì 6 luglio 2022

La burocrazia al tempo dei “Migliori” …… e uno dei tanti cul de sac italioti.



Ne avevo sentito parlare dai media, ma credendo di aver regolarmente ottemperato a tutte le incombenze inerenti alla vaccinazione COVID, ritenevo di essere a posto. Ma la burocrazia creativa italiana riesce sempre a trovare un modo per stupire, inventare, intrattenendo i malcapitati con stress kafkiani che le sono molto consoni.

In un giorno qualunque ricevevo una raccomandata dal Ministero della Salute di Roma con la quale, pur essendo io titolare di regolari green pass attestanti le vaccinazioni di rito, mi si comunicava l’avvio di un “procedimento sanzionatorio” per il mancato rispetto dei termini di legge fissati per adempiere agli obblighi vaccinali (terza dose).
La missiva redatta in termini squisitamente burocratesi informava che entro dieci giorni dalla ricezione si poteva fare opposizione alla “Azienda sanitaria locale competente”, adducendo motivazioni che non avevano alcuna apparente logica, atteso l’avvenuto assolvimento degli obblighi decretati.
Nessuna indicazione veniva riportata riguardo alla struttura di competenza (facilmente deducibile in relazione alla circostanziata precisione dell’indirizzo di recapito) e men che meno la PEC cui poter inoltrare l’eventuale reclamo. Veniva invece indicata l’Agenzia delle entrate cui si avevo obbligo di informare sull’avvenuta istanza/opposizione (evidentemente non si parlano fra loro sull’azione concordata).
A scanso di equivoci e allo scopo di avere certezza sulle risposte, interessavo con PEC tutte le varie strutture pubbliche che potessero essere coinvolte nella vicenda.
Le poche risposte ottenute dicevano di non essere competenti e ribadivano di rivolgersi all’ASP locale.
Nella lettera era fortunatamente anche indicato un numero di un call center che rispondeva dopo svariati tentativi.
Una gentile e preparata impiegata mi informava che l’istanza presupponeva l’utilizzo di un modulo standard - non allegata alla lettera raccomandata - che, segnalata la mia email ordinaria, puntualmente mi facevano arrivare.
Nell’allegato che accompagnava il modulo veniva specificata l’ASP competente e il relativo indirizzo elettronico (ordinario e non la PEC che avrebbe consentito di poter disporre di un protocollo certo). La cosa più stramba era che, mentre veniva fissato un termine di dieci giorni per l’eventuale ricorso, l’ASP competente riceveva il pubblico un solo giorno la settimana (il giovedì).
Compilo il modulo ricevuto, grazie al supporto del numero verde allegando, oltre al documento personale, tutta quanta la documentazione comprovante la mia posizione.
Nella circostanza mettevo in evidenza quanto era noto a tutti ed era anche ampiamente risaputo, ovvero che nel periodo fissato per i termini sanzionatori, le resse ai centri vaccinali impedivano di fatto l’inalazione immediata del farmaco e, conseguenzialmente, le prenotazioni nei portali web comportavano ritardi di oltre tre settimane o addirittura un mese.
In relazione a ciò, anche per accelerare i tempi e procedere al richiamo vaccinale optai per una farmacia regolarmente convenzionata che nell’arco di due settimane consentì di procedere alla terza dose.

Una delle svariate PEC intanto rispondeva (direzionegenerale@asppalermo.org) lo stesso 23 giugno: “Per il procedimento sanzionatorio conseguente all'inadempimento dell'obbligo vaccinale, si chiede di inoltrare apposita Istanza, secondo la procedura che si allega, riscontrabile sul sito internet dell'ASP di Palermo al seguente link  https://www.asppalermo.org/pagina.asp?ID=581. Dopo avere compilato l’Allegato 1, si prega di inviarlo all'indirizzo mail dedicato a tale attività corrispondente al Distretto Sanitario di competenza, come indicato nel file allegato.  Cordialmente. Segreteria Direzione Generale"

Da quel momento si è scatenata una corrispondenza che definire surreale appare riduttivo.

mailto:sanzionevaccini.palermo@asppalermo.org del 23 giugno

“In questi giorni mi è stata recapitata una raccomandata (……….) con la quale mi si comunica l’avvio di un procedimento sanzionatorio per presunta mancata osservanza degli obblighi vaccinali.
Evidentemente le vostre risultanze sono errate o le verifiche eseguite hanno fornito dati inesatti, in quanto io ho proceduto a tutte le tre fasi vaccinali previste, compatibilmente alle disponibilità offerte dalle strutture sanitarie, per le quali ho regolarmente ricevuto i relativi Green Pass (normale e rafforzato per la terza dose).
Mi aspetto che, con un pò di buona volontà, avrete modo di verificare anche attraverso i vostri archivi e annullare la procedura avviata.
Per facilitarvi i compiti riporto in calce gli estremi della raccomandata e l’indirizzamento della stessa.
Allego, altresì, la documentazione ricevuta che comprova la regolarità della mia posizione e l’allegato 1.
In attesa di cortese sollecito riscontro, porgo cordiali saluti.”

Msg da sanzionevaccini.palermo@asppalermo.org del 6 luglio


Rispondo in questi termini:
mailto:sanzionevaccini.palermo@asppalermo.org del 6 luglio

“Probabilmente c'è qualcosa che non torna poiché il primo certificato attesta l'effettuazione della vaccinazione il 16 luglio 2021 e il successivo è stato prenotato entro i sei mesi (ed eseguito il 3 febbraio, presso una struttura farmaceutica più accessibile, stante l'indisponibilità di date idonee al centro vaccini). Pertanto continuo a non capire. Non so se è il caso di fare intervenire un legale con le eventuali spese a vostro carico.”

Msg da sanzionevaccini.palermo@asppalermo.org del 6 luglio

“In riscontro alla sua email, si chiariscono alcuni punti .

1.        Il D.L. 07 gennaio 2022 n. 1, art. 4 sexies (sanzioni pecuniarie), comma c riporta: 
“Soggetto che a decorrere dal 1° febbraio 2022 non ha effettuato la dose di richiamo successiva al ciclo vaccinale primario entro i termini di validità delle certificazioni verdi COVID-19 previsti dall’art. 9, comma 3, del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 giugno 2021, n.87 e successiva modifica art.3 D.L. n. 221 del 24.12.2021 (Art. 4-sexies lettera c del Decreto Legge n° 01 del 07.01.2022)”

2.       Il D.L. n.221 del 24.12.2021, all’art. 3 riporta quanto di seguito:  
Durata delle certificazioni verdi COVID-19  
1. All'articolo 9 del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 giugno 2021, n. 87, a decorrere dal 1° febbraio 2022, sono apportate le seguenti modificazioni:   a) al comma 3: al primo e secondo periodo, le parole «nove mesi»  sono sostituite dalle seguenti «sei mesi»; 
b) al comma 4-bis le parole «nove mesi» sono sostituite dalle  seguenti: «sei mesi».

A far data dal 1 febbraio, ai sensi di legge, e tenuto conto della scadenza della certificazione verde (180gg), avrebbe dovuto quindi aver assolto già all’obbligo vaccinale completando la vaccinazione con la dose di richiamo. 
Per quanto sopra, la vaccinazione della III dose è stata effettuata in data 03/02/2022, oltre i 180 giorni dalla II dose (16/07/2021) 
Si specifica che, secondo direttive Ministeriali,  potevano essere ritenute valide ai fini dell’assolvimento dell’obbligo vaccinale anche le prenotazioni della vaccinazione avvenute in data antecedente il termine previsto dell’01/02/2022.
Nel suo caso, non è pervenuta purtroppo attestazione dell’ avvenuta prenotazione della vaccinazione in data antecedente l’01/02/2022 e pertanto si è dovuto procedere al rigettare l’istanza, in applicazione a quanto disposto dalla Legge.
Altresì, rispetto a quanto asserito circa i problemi di salute che hanno determinato il differimento alla vaccinazione, non è parimenti pervenuta certificazione medica a supporto.
Per quanto sopra, qualora la S.V. dovesse produrre la  documentazione giustificativa di cui sopra (data di prenotazione o certificato medico), l’istanza potrebbe essere passibile di revisione.
Il Dipartimento di Prevenzione”

Alla luce delle informazioni e delle ulteriori possibilità per poter procedere all’annullamento della procedura sanzionatoria, non solo ottengo notizie che rappresentano novità, ma acclaro ancor di più la scarsa trasparenza operativa notificata con la raccomandata R.R. originaria, stilata più per essere letta da un dotto burocrate che da un normale medio cittadino. Ogni altra considerazione con l’utilizzo di terminologie di grillesca memoria apparirebbe abbastanza superflua. La burocrazia in italia è come una margherita da sfogliare: "m'ama, non m'ama, ...... il risultato sta nell'ultimo petalo, per chi tiene pazienza"

Provvedo comunque a intrattenere la Farmacia:
Msg inoltrato a Farmacia ……. Il 6 luglio
“Poiché ho provveduto a prenotare da voi per il vaccino terza dose, che mi è stato somministrato due settimane dopo (precisamente in data 3 febbraio u.s.) mi viene richiesta una attestazione per non incorrere nella sanzione pecuniarie di cui all’allegato msg.
Potreste cortesemente rilasciarmi un attestato da poter trasmettere all’Asp.
Nel ringraziare per la collaborazione porgo distinti saluti.”


In relazione a precisazioni avute informalmente (telefonicamente) dalla Farmacia interessata scrivo all’ASP:
mailto:sanzionevaccini.palermo@asppalermo.org del 6 luglio

“In relazione alla produzione di certificazione comprovante la prenotazione entro i termini ho provveduto a inoltrare richiesta alla Farmacia.
Sentita comunque per le vie brevi mi veniva risposto, che non ero il primo cliente a richiedere un documento che certificasse la data della prenotazione.
Ciò era per loro impossibile per il semplice fatto che, assolto il compito, i loro "archivi privati" erano stati azzerati senza lasciarsi alcun bakup per potere attingere.
Inoltre mi veniva detto che, a seguito delle tante richieste pervenute alle molteplici Farmacie convenzionate, una circolare dell’Ordine aveva dato loro disposizione di non rilasciare alcun attestato e di non dare risposte scritte a legittime richieste inoltrate dai privati.
A questo punto, poiché le farmacie hanno tutte operato con regolari convenzioni pubbliche, avallate dalle vostre strutture, ritenendo di non essere unico nella fattispecie credo che dobbiate dare voi delle risposte normali, che possano pure risultare facilmente percorribili.
Evidentemente, se del caso e nello specifico, intrattenendo ufficialmente l’Ordine dei farmacisti locale, allo scopo di venire incontro ai cittadini e assolvere con trasparenza alle funzioni pubbliche. Senza assillare e vessare chi ha pienamente rispettato le regole. In attesa di riscontro porgo distinti saluti.”

Attendo di ricevere una risposta, intanto che provvedo a inviare una PEC all’Ordine dei Farmacisti, per le autonome iniziative intraprese con una presunta circolare interna che appare difficilmente acquisibile.

Viva l'Italia e il Governo dei Migliori.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

---- Per la particolarità e stranezza della macchina burocratica attivata a gestire l'intera vicenda, riporto di seguito le conclusioni/provvedimenti notificate dal Ministero della Salute. email pervenuta il 3 agosto dal Ministero: Gentilissima/o, in seguito alle modifiche dell’art.4 sexies del decreto-legge 01/04/2022 .n44, entrate in vigore lo scorso 16 luglio, la informiamo che il procedimento sanzionatorio n.29675202200076005700, non avrà ulteriore seguito. Cordiali saluti. Ministero della Salute Direzione generale della digitalizzazione, del sistema informativo sanitario e della statistica — A proposito di Metodo Draghi e relativo piano ……. il paradosso della vicenda è che mentre con DL 44 dell’1 aprile 2022 procedevano per azzerare il procedimento sanzionatorio, con lettera raccomandata del 31 maggio 2022 comunicavano l’avvio dei procedimenti. Direi uno dei migliori capolavori del Governo dei Migliori. 🤣🤣🤣 E come se non bastasse …… inviano oggi msg personalizzati (con indicato il numero dell’azione sanzionaroria avviata) ad ogni cittadino interessato da precedente notifica …….. Quanta burocrazia 🤪 Avrebbe detto Totò …… “e io pago” …..🤬

sabato 12 febbraio 2022

Draghi ha dichiarato: “Un lavoro me lo trovo da solo”



La moltitudine umana è composita e le casistiche individuali sono molto ricche e variegate.
Così come esistono uomini e donne con caratteristiche diverse, che mettono in luce le loro peculiarità, ci sono anche altri soggetti camaleontici che si adattano e si rapportano opportunisticamente con il mondo a seconda delle circostanze e delle convenienze.
L’indole e le mutazioni sono infinite e, come è stato da sempre raccontato in tante opere letterarie, sono le maschere quelle che rivelano le sembianze apparenti e suscitano i sentimenti che vengono percepiti all’esterno.
Quanto viene manifestato o solo raccolto induce ognuno ad aggettivare il proprio interlocutore - e ogni personaggio che gravita nel proprio panorama - con termini che sintetizzano in una parola quella che è una propria convinzione. Temporanea o definitiva poco importa.
Ipocrita, scorretto, vile, ingeneroso, egoista, egocentrico, politicante, inaffidabile, stolto, egemone, padre padrone, incivile, scriteriato, figlio di … e tanti molteplici termini si usano per enfatizzare delle negatività individuali percepite.
Di contro altre etichette fotografano positività eticamente nobili e inconfutabili che, in uomini di fede o laici agnostici di animo buono, spingono talvolta a considerare l’esistenza di aureole connotanti una certa santità o eccellenza.
A queste regole del vivere quotidiano in ogni caso non si sfugge.
Le tipiche caratteristiche si notano già da bambini, i quali si esprimono naturalmente per come realmente sono, a prescindere dall’educazione e dalla classe sociale di appartenenza. Col tempo le tendenze vengono più o meno gestite con una dose d'ipocrisia, per poi scatenarsi alla fine senza più freni inibitori in età adulta.
Capita, quindi, che anche la categoria dei nonni possa includere soggetti con caratteristiche specifiche e varie.
Lo status declamato non costituisce necessariamente un presupposto per essere definiti dei saggi, altruisti, generosi, affabili, socievoli, espansivi, propositivi, visionari, statisti, etc. ma spesso tanti fattori si fondono in individualità che sintetizzano aspetti che connotano taluni negativamente in dei veri emeriti “stronzi”, nel senso più fascinoso e inequivocabile che se ne dà nell’uso comune. 
L’essere stronzi, quindi, raggruppa in sé una miscellanea di negatività, con un assioma che torna concettualmente utile nel voler descrivere comportamenti poco gradevoli, specie se riguardano certi soggetti coinvolti nell’espletamento di funzioni e ruoli cui si è direttamente a contatto (dipendente, dirigente, collaboratore, vicino di casa o condomino in genere, contendente, politico, semplice compagno di giochi o socio, etc...).
Da sempre delle qualità positive sono in pochi a occuparsene, maggiore attenzione destano sempre quelli che si propongono e atteggiano a delle prime donne, protagonisti vogliosi di emergere a qualunque costo.
Queste considerazioni amare trovano spunto e si ispirano all’ennesima cattiveria rubricata in pillole da “Spinoza”, e in particolare ci si riferisce a quella apparsa oggi su “Il Fatto Quotidiano”. Ancora una volta dedicata a Mario Draghi premier, osannato da moltitudini di media e dalla stampa intera come “il Migliore dei Migliori”. Anche se la platea del Nerone di “Petroliniana” memoria del bene, bravo, bis …. preannuncia cenni di sfaldamenti; ancor di più dopo le recenti vicende presidenziali, che non lo fanno più apparire superman come prima.
Lo scritto, riprendendo una frase astiosa del nonno che si dichiarava a disposizione, recita: “Un lavoro me lo trovo da solo”. Alla ostentata affermazione “Spinoza” aggiunge la sarcastica considerazione: “Il nonno al servizio delle istituzioni sta regredendo all’infanzia”.
E’ da dire che, più in generale, nello scenario italiano sono presenti analogie con molte manifestazioni pubbliche di altri discutibili personaggi ….. ma quelle - e per ognuno - si tratterebbe di altro folklore e racconterebbero tante altre storie, talvolta mantenute in ombra.
In tutto questo occorre sempre tener presente che nelle avventure del pluripremiato film di fine millennio, le fortune costanti narrate su Forrest Gump erano sostanzialmente delle finzioni sceniche, scritte idealmente in un copione. In verità le certezze perenni di sicuro successo, nella vita reale, non sono tanto verosimili e, men che meno, assicurano l'esistenza di regole.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

sabato 29 gennaio 2022

Stavolta lo “Schettino” di turno è stato bloccato per tempo



Molti cittadini italiani saranno oggi contenti per la riconferma del Presidente uscente, anche se coscienti del fatto che si viene a riproporre una anomalia già successa e che questa eventualità era stata lucidamente evidenziata dallo stesso Sergio Mattarella. Quanto è oggi accaduto appare grave per quella democrazia tanto decantata che però tristemente - e da tempo - non corrisponde alla situazione reale del paese.
I retroscena che vanno venendo fuori, ancor prima della proclamazione della riconferma, pongono molte interrogativi sulla qualità dei singoli componenti della classe politica, per l'evidente esplosione che si sta ribaltando nei partiti e nei movimenti tutti.
La progressiva frammentazione di queste rappresentanze politiche appare ormai fuori controllo e sembra sempre più andare oltre, per l’assenza di una minima disciplina interna anche causata dallo svuotamento ideologico delle diverse fazioni in campo.
Non a caso in molti ora interpretano la politica e la cosa pubblica come una forma d’impiego ben remunerato e non già come una missione volta a ricoprire un ruolo sociale di alto profilo.
Se a ciò si aggiungono poi le tante cooptazioni, con la candidatura e l’elezione di fedeli seguaci, decise da presunti leader politici assurti spesso casualmente al vertice di partiti, anche la declamata presunta onorabilità del particolare incarico rimane una aggettivazione solo nominale.
Inoltre trasmigrazioni fra schieramenti per tanti motivi e cause, sembrano aver reso anche aleatorio ogni stabilità degli assetti politici.
La problematica in Italia interessa anche il fronte politico della destra. La frammentazione che interessa anche loro, ha fatto venir meno il sacrale principio di obbedienza, che era tipico e quasi inossidabile nell’ideologia che da sempre l’ha caratterizzato.
Però, così come il belusconismo ebbe a riesumare quei famosi voti “di Almirante memoria” mantenuti “in frigorifero”, lo stesso movimento liberista ha insinuato il virus dell’opportunismo politico che ha fatto nascere lo stesso partito Forza Italia, dal dubbio concepimento, gestazione e parto.
Nel centro sinistra l’evoluzione politica non è andata tanto meglio. Il relativo raggruppamento è divenuto anche esso campo di conquista per spregiudicati avventurieri, organizzati talvolta anche in “cerchi magici”, interessati principalmente alla presa del potere, e di tanti altri barbari mercenari (più o meno nuovi) intenti a ritrovarsi per raggiungere ruoli di rilievo immediati o prossimi, ma sempre raggiungibili. In ogni modo tutti quanti rivolti come parassiti a gestire le casse della cosa pubblica ancorata allo Stato.
Ma ogni dissertazione oggi rimane fine a se stessa, atteso che in fondo la politica che ci rappresenta è lo specchio che riflette, sintetizzandola come rappresentanza, la variegata miscellanea che compone, ne più e ne meno, i sessanta milioni di cittadini italiani.
I prossimi giorni non offriranno scenari tranquilli e non si escludono riassestamenti nel governo e nelle stesse attuali rappresentanze politiche chiamate a sostenerlo.
Forse l’unico risultato positivo nella riconferma del Presidente della Repubblica uscente è che stavolta il “capitano schettino” di turno (Forrest Gump de noartri, aspirante al Colle) è stato bloccato per tempo, perché non gli è stato permesso di abbandonare in piena tempesta la plancia di comando della nave da crociera chiamata Italia.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

giovedì 7 ottobre 2021

Frasi celebri: "Io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare"



Su Il Fatto Quotidiano di oggi risultano due chiavi di lettura riguardanti i recenti risultati delle amministrative 2021 di particolare contenuto, non altro perché assolutamente fuori dal coro rispetto all'unanime opinione espressa da tanti nei media di parte, spesso apertamente asserviti a oligarchie trasversali consolidate.
L’editoriale di Marco Travaglio, prescindendo dalle simpatie che ciascuno di noi può avere riguardo ai suoi scritti, con una sintesi lucida mette a fuoco taluni aspetti indiscutibili sui recenti risultati elettorali.
Un primo punto risulta l’eccessiva esultanza di una massa di cittadini tifosi (di chiave, tipo, juventina o madrilista, fate voi) abituata cioè a vincere, a prescindere dalla qualità gioco e dal rispetto delle regole. In questo senso risulterebbe, infatti, eccessiva, se non irrazionale, l’esultanza della presunta debacle del 5S, per effetto degli indubbi errori palesati da quel movimento, ma anche dell’assenteismo al voto da parte di una fascia sociale delusa e pure, a ragione, demotivata e depressa.
Che all’italiano medio piaccia l’uomo solo al comando cui delegare la gestione del governo è cosa risaputa, ma da qui a rinunciare completamente alla sostanza delle regole democratiche (o apparenti tali) è però segno d’immaturità e di civiltà poco evoluta in un popolo.
L’oligarchia applicata e conclamata - che ormai non ha problemi e difficoltà a esporsi - risulta oggi incompatibile con l'apparente repubblica democratica parlamentare, ma sono in pochi quelli pienamente consapevoli dello stato delle cose.
Qualcuno ha pure imputato l’appecoramento generalizzato anche alla pandemia ancora latente (da non escludere per le variegate patologie neurologiche scatenate), che è stata peraltro fortemente strumentalizzata da certe fasce di appartenenza politica; sarà forse anche esagerato ma, come usava dire il buon Antonio Di Pietro, ma il Covid che c’azzecca in tutti questo?
In ciò il "Fenomeno Draghi" costituisce per gli italiani tutti un miscuglio indistinto fra bullismo, nostalgie del padre padrone e sindrome di Stoccolma ..... ma a parlare di questo ci dilungheremmo troppo e il tutto necessiterebbe di analisi approfondite e ben più complesse.
Travaglio mette pure in luce come la nostra democrazia, ormai malata, è diretta da un apparente bipolarismo che in realtà è un inciucio costante, spesso non coincidente con gli interessi generale dei cittadini. Al riguardo, Destra e Sinistra italiana, in un'apparente alternanza, in realtà percorrono un unico solco.
I buoi o i muli che manovrano l’aratro (fate voi) rispondono ai comandi di chi ormai tiene in mano ben salde le redini. Chi si metterà ordinatamente in scia avrà così la sua piccola pagnotta o la ciotola di riso, che renderà felici per la benevolenza ricevuta e che, come recita ogni favola, consentirà loro di coltivare l'illusione di continueare a vivere felici e contenti. Con il debito pubblico che intanto progressivamente s'ingrossa e resta solvibile in base alla regola di Totò del "Vi pago domani".
Altro aspetto delicato affrontato riguarda l’astensionismo, che costituisce un'evidente antitesi rispetto all'esercizio della vera democrazia. L’utilizzo del voto - associato a regole e trasparenza - sarebbe, in teoria, l’unica arma democratica concessa ai cittadini per controllare il governo della politica, quella con la P maiuscola ovviamente.
La degenerazione partitica consolidata ha invece creato una camicia di forza da far indossare, che tende a rendere matti chi non si adegua al sistema, facendo sì che la Repubblica parlamentare risulti un teatrino di attori cooptati, senza meriti evidenti, se non quello dell’appartenenza.
Non ci sarà poi da meravigliarsi se il livello culturale e l’improvvisazione genereranno automi chiamati solo a spingere bottoni a comando o a manifestare la loro schizofrenia dell’improvvisata onnipotenza, nella casualità del ruolo ricoperto (talvolta pure occasionale), e, parallelamente, assistere a intellettuali e acculturati che sfuggono dalla politica, per la comprovata difficoltà di eventualmente poter poi esprimere il proprio libero pensiero.
Nel nostro paese, intanto, un sistema farraginoso di leggi e regolamenti pieni di cavilli e rimandi ingessa la burocrazia e, paradossalmente, burocrati, lobbies e politici politicanti costituiscono l’asse portante che organizza e gestisce la vita dell'intero paese.
Sempre nell'edizione del già citato giornale di oggi, nel suo spazio abituale, Antonio Padellaro auspica un libro scritto di proprio pugno da Virginia Raggi, che illumini sulla sua esperienza di sindaco della Città di Roma. Chi ha avuto modo di leggere quello a suo tempo scritto dall’ex Sindaco Marino, messo lì dal partito come pupazzo manovrabile e che poi non si rivelò tale, non potrà che avallare questa eventualità che, ormai e sempre più spesso, rimane per un politico eretico l’unica possibilità per poter manifestare a pieno il proprio pensiero. Per poter raccontare (anche se di parte), come aspetto culturale e non più politico, il resoconto personale della esperienza maturata. Sarebbe, in ogni caso, la capacità di ogni lettore, in base al proprio vissuto e al bagaglio culturale personale, saper poi distinguere la vera differenza tra grano e loglio.
Nell’edizione d’ieri del Fatto Quotidiano anche Massimo Fini, un altro dei personaggi fuori dagli schemi che non le manda a dire, si è dilungato con un suo interessante scritto sul fenomeno 5 Stelle a Roma e sulle vicissitudini personali e politiche di Virginia Raggi in particolare.
Per farla breve e non tediare troppo direi che da leggere nella carta stampata c’è sempre tanto; che occorre certamente sempre confrontare le diverse teorie e tesi, anche contrapposte, per poter dire anche che di articoli interessanti di giornalisti con la G maiuscola - e fortunatamente - ne circolano ancora molti.
Per una maggiore comprensione di quanto fin qui espresso, inviterei quindi a andare a leggere gli scritti appena accennati, a prescindere da schieramenti, pregiudizi personali o eventuali appartenenze.
Un’ultima cosa, il Segretario di turno - ora apparso dalla ruota girevole del Grand Hotel PD - un pò straparla e si proclama vincitore in una Waterloo disertata da molti potenziali elettori chiamati a votare nell’ultima tornata elettorale. Da non crederci, ma nulla di nuovo sotto il sole: la malattia persiste! Al riguardo, chissà perché mi tornano alla mente alcune delle parole che Rosaria Costa, vedova Schifani, ebbe a pronunciare a Palermo il giorno dei funerali per le vittime della strage di Capaci e che mi piace citare. Disse, tra l’altro: “Io, Rosaria Costa, vedova dell’agente Vito Schifani mio, a nome di tutti coloro che hanno dato la vita per lo Stato, lo Stato…, chiedo innanzitutto che venga fatta giustizia, adesso. Rivolgendomi agli uomini della mafia, perché ci sono qua dentro (e non), ma certamente non cristiani, sappiate che anche per voi c’è possibilità di perdono: io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio di cambiare… Ma loro non cambiano… […] …loro non vogliono cambiare…”. L'associazione potrebbe apparire esagerata, ma sul fatto che "loro non cambiano e non vogliono cambiare" la citazione regge.
Oserei concludere suggerendo a mia volta anche ai tanti che, fortunati loro, hanno il privilegio di vivere sempre delle certezze: meditate gente, meditate.


Buona luce a tutti!

© ESSEC

giovedì 22 luglio 2021

Palazzo Chigi 2021: Consulenze a go go per la restaurazione nel Paese ...... ma veramente ci chiede questo l'Europa? Chissa?



Nell'editoriale di oggi su Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio scrive:
"L’ayatollah Khomeini aveva i pasdaran, i Guardiani della rivoluzione. Draghi ha i Guardiani della Restaurazione. Sono i presunti giornalisti che scambiano la Fornero per “esperta di pensioni” (infatti le sfuggì il trascurabile dettaglio di 390 mila esodati). Spacciano le critiche di merito al Salvaladri&mafiosi Cartabia alle “bandierine di partito” del M5S e, per farlo, nascondono i gravissimi allarmi del procuratore nazionale antimafia De Raho e del procuratore Gratteri”.
Poi Travaglio continua, evidenziando dubbi sulla buona fede del ministro Cartabia, alla luce di informazioni e chiarimenti esternati, che mal argomentano sulle obiezioni sollevate da gran parte della magistratura nazionale e che assicurerebbero - nell’ipotesi di riforma, a detta della Ministra - presidi per evitare improcedibilità in taluni gravi reati, garantendone un giudizio definito. Una tesi questa costruita forse a tavolino da esperti prestidigitatori teorici, lontani dalla pratica reale della giustizia. In proposito torna anche in mente quella lettera spedita da Graviano ... e ci si chiede se fosse stata la sola.
Fin dall’origine Il Fatto Quotidiano ebbe a sollevare critiche su questa strana formula di governo che, oltre a permanere confusa e priva di indirizzi politici certi, si compone di elementi forse esperti nel campo economico, ma che ignorano gran parte delle problematiche gestionali generali del Paese Italia.
Nonostante fosse tutto pronto si ricorderà che la presentazione del nuovo Consiglio alle Camere - per un’emblematica e forse anche bizzarra o profetica coincidenza del calendario 2021 - fu posposta di qualche giorno. Forse qualcun altro ci aveva visto lungo fin d’allora. L’articolo che ebbi a scrivere in quei giorni, può rinverdire la memoria sull’atmosfera di quei tempi.
Nell’editoriale dello scorso 16 luglio, Marco Travaglio aveva, tra l’antro, chiaramente esplicitato come “L’equivoco del bravo banchiere “competente” e “migliore” per definizione in tutti i rami dello scibile umano sta crollando dinanzi alle scempiaggini che Draghi sforna a piene mani appena esce dal perimetro bancario”.
I fatti di ogni giorno del resto lo dimostrano continuamente e il Premier continua ancora a credere che affidando ogni questione a un gruppo di soggetti esperti in materia, possa trovare i fili per capire complessità specifiche e risolvere le questioni.
Ma anche in questo occorre essere bravi nella scelta di quelli che potrebbero essere i “Migliori”. L’imbarco recente della Fornero testimonia di qualche confusione che forse regna nella testa di un primo ministro tirocinante. Non ci si può improvvisare per diventare Premier certamente, ma è anche vero che per svolgere taluni ruoli, la competenza deve essere accompagnata dall’umiltà di gestire i limiti che ognuno di noi conosce assai bene. Il futuro del paese non può essere fatto apparire come una scommessa, anche se il caso spesso condiziona fortemente i risultati (Il Forrest Gump cinematografico, ha dato chiara l’idea di quanto fortuite coincidenze possano spesso incidere nel mondo reale).
La formula degli esperti, però, nel caso di Mario Draghi non è una novità. In un articolo del lontano 2009 Stefano Sansonetti già denunciava come l’avvento di Draghi come Governatore della Banca d’Italia avesse comportato l’arruolamento di ben 333 consulenti.
Del resto, anche gli incresciosi incidenti del veloce copia incolla nei suoi discorsi alle Camere per l’insediamento a Palazzo Chigi, hanno dimostrato come il collage di consulenze o la copiatura di scritti d’altri è evidentemente un’abitudine praticata da tempo anche dallo staff che ha cooptato in Banca d'Italia e che ha chiamato da subito a supporto.

Buona luce a tutti!

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domenica 21 marzo 2021

La repubblica dei "Pallonari"



Roberto Mancini ebbe a prendere in eredità come CT una nazionale italiana di calcio allo sfacelo, senza un minimo di parvenza di squadra e un proprio gioco.
Il suo progetto si basò però su giovani, selezionando delle eccellenze ma puntando, principalmente, alla formazione di un gruppo stabile da amalgamare in schemi di gioco veloci e d’attacco.
Il CT scelto per il Governo della politica dal Presidente della Repubblica, è stato obbligato dall’ammutinamento delle parti politiche, irrimediabilmente distinte in bande faziose preconcette.
Ha pure fissato in due gli obiettivi improrogabili da conseguire subito: lo stop alla pandemia e la gestione della spesa di montagne d’euro concessi per recovery economico e riammodernamento sociale.
La selezione degli elementi della squadra attuata non corrisponde però agli stessi criteri assunti dal mondo del calcio. Non figurano certo i migliori fra i cooptati scelti, nè si vedono idee chiare sugli schemi di gioco da adottare.
Sembra che sia stata messa in campo una squadra simile a come ha fatto quest’anno la Juve: un Ronaldo superpagato in una squadra mediocre e con un allenatore improvvisato.
La storia recente registra che la Juve è stata appena estromessa dalla Champion …..
E’ risaputo che come “pallonari” noi italiani restiamo fra i più bravi al mondo ….. anche in politica.
Non ci resta che attendere l’evolversi delle partite del campionato politico, fare il tifo comunque per i colori italici e …… sperare che, qualunque sia la tattica, tutto finisca bene.

Buona luce a tutti!

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domenica 7 marzo 2021

Celebrazione di ricorrenze, a cento anni dalla nascita del PCI.



Una nota pubblicità diceva alla fine a chi aveva avuto successo: “ti piace vincere facile, vero?” E qui si palesava l’evidente scorciatoia che era stata assunta per il raggiungimento dello scopo prefissato, senza impegnarsi tanto e correre alcun rischio.
Nel caso che si tratta, del resto, poter fare il copia incolla di tante relazioni di specialisti, può aiutare nell’approntarsi a stilare un bel programma, di quelli da dieci e lode per intenderci (rifacendomi alle votazioni in uso ai miei tempi di scuola), per la cui redazione sarebbero altrimenti previsti personali studi e approfondimenti.
Se poi ti crei uno staff abbondantemente aduso a quelle tecniche, che ti filtra le frasi più belle e i periodi che talvolta possono anche far passare alla storia, è ancora meglio (cooptando magari collaboratori da strutture che già in precedenza, in un trascorso istituzionale, svolgevano questi compiti).
Tutti ricordano il famoso "Whatever it takes" che ormai abbina il solo pronunciamento al nome di Draghi.
Circa il taglio e cucito presente nel discorso proclamato da Mario Draghi al Senato, un eccellente articolo evidenzia nel dettaglio tutte le frasi. Riguardo poi al frequente ricorso a consulenze, sovviene e si propone al riguardo, un vecchio articolo scritto da Stefano Sansonetti su “ItaliaOggi” ( Numero 028 pag. 4 del 3/2/2009). Quanto fin qui detto potrebbe tornare, quindi, utile per avere un quadro più completo sull’intera questione.
In un suo editoriale Marco Travaglio allarma sul potenziale pericolo per le diverse consulenze che, senza alcun apparente avallo politico della coalizione governativa e alcun preannuncio o segnale etico di trasparenza, sembra che siano state disposte o dettate dal “Premier”, affidandole a multinazionali. Società private, che operano in strutture non si sa quanto indipendenti dai tanti variegati interessi in campo per la gestione “diretta” dell’ormai arcinoto sussidio/sostegno europeo.
Sarebbe ancor oggi lecito chiedersi, in relazione agli interventi/suggerimenti di tali expertise, quanto dei famosi 209 mld assegnati potrebbero così incanalarsi per un “ritorno indiretto” ai soliti noti.
Nel recente volumetto pubblicato da Editori La Terza, intitolato "La Metamorfosi", essenzialmente incentrato sull’involuzione di una certa sinistra italiana degli ultimi tempi (soffermandosi in particolar modo sull’evoluzione del PCI dal 1921 ad oggi), il filosofo e storico Luciano Canfora ad un certo punto affronta il problema del nesso tra democrazia politica e riforme economiche.
Al riguardo ricorda come Togliatti, nell’aprile del 1961, ebbe a ribadire un concetto che è difficile (oggi ancor più d’ieri) contestare, ovvero che la grande borghesia monopolistica (assimilabile al capitale finanziario di adesso) può riuscire ad “esercitare una sua dittatura pur in forme di una certa democraticità”.
Nello stesso capitolo scrive anche come oggi "il capitale finanziario regola la vita della così detta Unione europea, e i governi nazionali (per quel poco che contano) e la pomposa Commissione europea (che nessun elettorato ha designato) ne eseguono gli ordini e ne rispettano scrupolosamente le istanze.”
In merito all’opacità artatamente generata dalla coabitazione di forze politiche disomogenee indotte a compromessi, Canfora sottolinea inoltre come: “Anzi, si è determinata, col passar del tempo, una situazione in cui quelle forme di una certa democraticità di cui parlava Togliatti si sono di molto ridotte”.
Tornando alle consulenze dell’attualità e all’agire abbastanza disinvolto dell’attuale Governo Draghi, non sono solo queste le stonature che più dovrebbero far preoccupare, ma forse ancor di più le letture della storia, per certe coincidenze come la “mollezza” della classe di "eletti" che occupa gli scranni parlamentari e la debole opposizione e vigilanza messa in campo dai Partiti.
In questi giorni ho fatto osservare che la situazione politica potrebbe cominciare a far preoccupare ...... la deriva a dx anticipata alle elezioni non era, infatti, prevista.
Certe coincidenze di date, che determinano la celebrazione del centenario, da un lato della costituzione del partico Comunista Italiano (1921 per l’appunto), dall’altro dell’avvento (1922) del ventennale fascista, alla luce di certe procedure recentemente attuate per le nuove investiture - che potrebbero apparire borderline rispetto ai dettami costituzionali vigenti (coerenza e corrispondenza al peso politico elettorale 2018) - porterebbero oggi a dei pessimismi; ma meglio non soffermarsi troppo e tentare di cercare d'andare oltre nel superare l'oscuro fosso.
In ogni caso, nella quarta di copertina del già citato libro “La Metamorfosi”, si riporta: “Qui vorremmo ripercorrere brevemente il cammino che ha condotto una formazione politica (quella educata nel PCI), per progressive trasfigurazioni, a farsi alfiere di valori antitetici rispetto a quelli su cui era sorta.” Si può però ben dire, senza tema di smentita, che i mutamenti della specie progressivamente intervenuti, in Italia certamente, non hanno solo interessato il Partito Comunista.

Buona luce a tutti!

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giovedì 25 febbraio 2021

Ecco a voi la “Draghi – Giavazzi & Co”.

Copiare del tutto un articolo pubblicato in un giornale in vendita in edicola non è corretto, ma in questo caso, come si dice per i vaccini "espropriabili" – riguardo ai diritti commerciali per copyright e brevetti – procedo a un utilizzo proletario, per un interesse che accomuna tanti e per l’importanza di un argomento, purtroppo, sottostimato o poco posto in evidenza da molti media e dalla quasi totalità della Stampa nazionale.
In ogni caso sembra che copiare da un articolo di un giornale non è corretto, a meno uno non sia il capo di un governo dei “migliori”, che non può sbagliare mai ... e al quale tutto è concesso "per definizione".
Marco Palombi, nel suo articolo di oggi, fotografa con un’ottica - che gli appassionati di reflex di alta qualità definirebbero fantastico, di luminosità assoluta e senza aberrazioni cromatiche - lo stato reale dell’arte della politica italiana in questi giorni.
Nell’articolo di Palombi di oggi si dice: “Con la prossima nomina dell’ex rettore della Bocconi a consulente economico di Palazzo Chigi è forse più chiaro perché Mario Draghi abbia copiato un pezzo del suo discorso alle Camere da un editoriale di giugno di Francesco Giavazzi: una coppia di fatto che, se non altro, fa chiarezza su quale indirizzo si darà il governo dell’ex presidente Bce.”
L’articolo continua con considerazioni personali che preludono all’Addio al Draghi “keynesiano”, “allievo di Caffè”, “liberalsocialista”.
Poi si dice: “questo esecutivo pare nato negli anni Novanta della globalizzazione ruggente e ha al suo cuore un rifiuto radicale della presenza dello Stato nell’economia: forse la differenza più marcata con le pur confuse aspirazioni “interventiste” del governo Conte 2, tra i cui consulenti figuravano economisti come Mariana Mazzucato e Gunter Pauli, entrambi sostenitori di un ruolo attivo del pubblico nel guidare la politica economica e industriale.”
Marco Palombi quindi entra nel nocciolo della questione evidenziando che “Per capire quale cambiamento sia avvenuto a Palazzo Chigi, e come questo influenzerà il Recovery Plan, ci affideremo agli ultimi tre articoli di Giavazzi per il CorSera, i cui e chi sono presenti nel discorso di Draghi.”
Quindi citando il “Francesco Giavazzi pensiero” scrive: “Ha sostenuto il 30 gennaio il professore, con una certa disinvoltura rispetto a sue affermazioni passate, che il problema non è il debito pubblico, ma il tasso di crescita. Per alzarlo dovremo usare il Next Generation Eu, che si compone di due parti: “Un elenco di progetti che soddisfino i criteri indicati e alcune riforme senza le quali è difficile pensare che qualunque piano si traduca in crescita. Evidentemente è il secondo aspetto quello cruciale”. Quali riforme? “L’elenco è chiaramente indicato nello schema redatto dall’Europa: innanzitutto giustizia e pubblica amministrazione”. Insomma, fare le riforme chieste da Bruxelles – dentro ci sono pure liberalizzazioni, privatizzazioni, aumento dell’età pensionabile eccetera – e poi si vedrà.”
L’articolo procede ora, ponendo pure una domanda. “E i soldi? Qui la faccenda si fa interessante: inutile puntare troppo sulle infrastrutture, scrive Giavazzi il 19 dicembre, perché “non sarà certo qualche ponte in più a far sì che il tasso di crescita fletta”. Per capire cosa serve, basta guardare alla “storia economica del Paese” (6 dicembre): all’inizio c’era l’orrida Iri, poi “le privatizzazioni muovendo gli ostacoli normativi, quelli posti dagli Enti locali e alzando i limiti alle emissioni elettromagnetiche (linea sulla quale, per la verità, concorda quasi tutta la maggioranza). Colao, poi, dovrà garantire anche gli americani, che vogliono epurare il futuro 5G dalla presenza cinese.”
Entrando nella spartizione scuola “Cencelli” del potere politico e dei relativi interessi rappresentati dai singoli partiti associati (tipo quelle società col marchio &Co.) partecipanti al “Governo di unità nazionale”, Palombi propone delle sue riflessioni, e scrive: “chi ottiene molto è invece il ministero della Transizione ecologica, che eredita il cuore della politica energetica del Mise (due direzioni generali, centinaia di dipendenti e fondi miliardari). Cingolani presiederà l’apposito Comitato interministeriale che dovrà stendere entro tre mesi il “Piano per la transizione ecologica” per delineare le strategie dei prossimi anni su mobilità sostenibile, dissesto idrogeologico, infrastrutture idriche, qualità dell’aria ed economia circolare. Il Mite dovrà anche indicare quali dei sussidi dannosi per l’ambiente (Sad) andranno tagliati. Insomma, indicazioni un po’ più precise di quelle riservate al comitato di Colao.”
A questo punto sarebbe occorso che, al termine dell’ultimo Consiglio dei Ministri, che aveva indotto allo spreco di molte energie anche nella spartizione/accaparramento delle solite poltrone di sottogoverno, qualcuno avesse detto: Signori, il pranzo è servito, accomodatevi cortesemente nei posti assegnati, non assembratevi troppo e mantenetevi fra voi a almeno un metro di distanza, Lega compresa, per favore. Scusate per l'esclusività che ci stiamo ritagliando per i pochi di noi che, in ogni modo, ci siederemo in un tavolo a parte "riservato". Ai convitati politicanti bastava ora solo sedere ciascuno al proprio posto, servirsi per soddisfare la fame impellente e saziarsi ciascuno alla bisogna.
Il quadro della situazione, in ogni caso, appariva già chiaro fin dall’origine e era già stato immaginato anche in un precedente scritto, intitolato “Il parto cesareo e i gemelli eterozigoti” e cui si rimanda. Riguardo al programma del neocostituito Governo si è pure scritto in altri due articoli postati sullo stesso blog. Inerenti alla relazione per la Fiducia alla Camera e quella fatta il giorno prima al Senato.
Quasi sicuramente accadrà che, una volta spolpato l’osso, certi interessi economici ora impellenti (Recovery Plan in primis) s’affievoliranno e molleranno la presa; con una “normalizzazione politica” del paese. C’è da augurarselo, specie nell’interesse e per un miglior benessere delle future generazioni.
Una triste considerazione occorre però fare, anche al fine di rivalutare, in qualche modo, la valenza educativa di certe favole e racconti di gioventù. Perché, per amor del vero, anche Collodi ebbe a scrivere - e in tempi non sospetti - che il Grillo da lui narrato fece una brutta fine, per un martello scagliatogli contro dal discolo Pinocchio.
In conclusione non rimane che aggiungere, a questo chiaro scritto di Marco Palombi pubblicato oggi, la considerazione a cui spesso inducono tanti romanzi e che invita a dire “meditate gente, meditate”.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

venerdì 19 febbraio 2021

Ormai il governo del paese da oggi è “cosa loro”. Chissà, forse avendogli accordato la fiducia, potrebbe diventare pure “cosa nostra”.



“Questo è il terzo governo della legislatura. Non c’è nulla che faccia pensare che possa far bene senza il sostegno convinto di questo Parlamento. È un sostegno che non poggia su alchimie politiche ma sullo spirito di sacrificio con cui donne e uomini hanno affrontato l’ultimo anno, sul loro vibrante desiderio di rinascere, di tornare più forti e sull’entusiasmo dei giovani che vogliono un Paese capace di realizzare i loro sogni. Oggi, l’unità non è un’opzione, l’unità è un dovere. Ma è un dovere guidato da ciò che son certo ci unisce tutti: l’amore per l’Italia.”
Così chiudeva la relazione che il Presidente del Consiglio aveva letto ai Senatori della Repubblica, dopo che aveva incassato quel giorno prima il consenso plebiscitario dal Senato della Repubblica.
In climi di guerra, si potrebbe sintetizzare il tutto con una di quelle frasi che si leggevano fino a qualche tempo fa e scritte, su molti muri, dalla propaganda fascista: “credere, obbedire e combattere”. Ma paradossalmente neanche quelli di Fratelli d’Italia, che sono in qualche modo eredi di quella cultura, sembrano crederci tanto, ponendosi - anche per opportunità palesemente strategiche - a esercitare il ruolo di unica forza politica di opposizione (escluse le altre piccole fronde sinistrorse).
In verità, non ci crederete, ma anche la guerra veniva accennata nell’esordio del discorso, quando affermava che “Il principale dovere cui siamo chiamati, tutti, io per primo come Presidente del Consiglio, è di combattere con ogni mezzo la pandemia e di salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Una trincea dove combattiamo tutt'insieme. Il virus è nemico di tutti.” Ed è questo un concetto su cui ritorna anche più avanti con le parole: “Oggi noi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato Dopoguerra, la possibilità, o meglio la responsabilità, di avviare una Nuova Ricostruzione.”
L’unico pronunciamento chiaro aveva riguardato, nel discorso al Senato, il “Next Generation EU, ove veniva detto: “come si è ripetuto più volte, avremo a disposizione circa 210 miliardi lungo un periodo di sei anni.” Del resto è ampiamente risaputo, anche ai cittadini più sbadati e distratti, che questa è stata la vera causa della caduta del suo predecessore Conte (di cui si accingeva a copiare molto del compito già svolto), ma ciò non poteva essere certamente ne scritto, ne nemmeno detto.
Sull’affermazione che “nel campo della giustizia le azioni da svolgere sono principalmente quelle che si collocano all’interno del contesto e delle aspettative dell’Unione europea”, non si capiva bene se il riallineamento a cui si accenna riguardava anche quello diferito all’Italia in tema di prescrizione.
Tralasciando tutte le frasi di rito, nel suo debutto alla Camera, fa come usava fare a suo tempo il Maestro Paganini, che non si ripeteva. Gli Onorevoli Deputati li rimandava a leggersi quindi le dichiarazioni già rese il giorno prima nell’altra aula, con un protocollo (come oggi si usa dire in tempo di Covid) alquanto inconsueto. Forse la premura è tanta, non c'è tempo da perdere e il Paese aspetta (??).
Con una relazioncina che, questa volta, è limitata a poco più di una sola paginetta, Il PdC risparmia sulla stentorea lettura del bollettino economico nazionale. Qualcuno gli avrà forse fatto notare che di quella sfilza d'informazioni se ne poteva fare a meno, stante che sono facilmente consultabili e disponibili attraverso le produzioni statistiche pubbliche.
Nell’occasione cerca di recuperare su quanto, però, era colposamente assente nella prolissa (??) relazione programmatica enunciata al senato. Qualche parola di più si viene, infatti, a spendere sull’impegno prossimo futuro per la lotta all’illegalità, alle mafie, alla corruzione e quant’altro.
Accorpando l’intervento alla Camera dei Deputati con quanto aveva già detto ai Senatori il giorno prima, si potrebbe - con generosità concessa "in fiducia" - anche dare atto della buona volontà e dei buoni propositi elencati, però, in forma troppo succinta e, scolasticamente, votabile pure come insufficiente. Più che delle relazioni programmatiche, quelle recitate nei due ambiti parlamentari, possono solo definirsi delle letture di una serie di appunti, una specie di promemoria della spesa e niente di più.
Sicuramente, come sembra che abbia già ripetutamente detto ai suoi accoliti, occorrerà giudicare questo Governo solo per i fatti ("parlare con i fatti" è il nuovo motto). Non occorrerà illudere, pertanto, i cittadini o promuovere in loro eccessive aspettative.
Il governo del paese ormai è da oggi “cosa loro”, cioè di loro esclusiva competenza. Chissà, forse avendogli accordato la fiducia, potrebbe diventare pure “cosa nostra”.
I risultati per il voto di fiducia del giorno prima al Senato erano stati: favorevoli 262, contrari 40 e 2 astenuti. Alla Camera dei Deputati, invece: i Si sono risultati 535, i no 56 e 5 gli astenuti.
Un inciso che inserisco alla fine è rilevare il lunghissimo applauso che alla Camera ha accompagnato l'argomento "Carceri" (accertabile attraverso la registrazione postata anche su You Tube). Qui, ci si astiene da qualsiasi commento; perchè ogni considerazione risulterebbe come "voler vincere facile".
Su eventuali considerazioni e ogni commento riguardante il dramma dei Cinque Stelle e i dissensi palesati, si stende un velo pietoso, ma chi rimane curioso può anche leggere l'esaustivo editoriale di Marco Travaglio pubblicato su Il Fatto Quotidiano di oggi.

Buona luce a tutti!

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mercoledì 17 febbraio 2021

Il suo nome era cerutti gino ma lo chiamavan drago


Il nuovo Governo Draghi debutta per la fiducia al senato di giorno 17. Non so a voi, ma a me il 17 piace e fino ad ora non mi ha mai portato sfortuna.
Mi accingo a leggere il discorso che ha pronunciato.

Nelle due prime pagine trovo un mix di stereotipi e frasi fatte, forse anche frutto di un laborioso copia/incolla sempre in auge, tecnica compositiva e redazionale di cui si fa abbondante uso in molte realtà e specie in una di provenienza dello stesso Capo del Consiglio.
Certo metterci anche Cavour mi è sembrato un po’ esagerato, ma tant’è.
Determina perplessità comunque da subito il “si è detto e scritto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica. Mi sia consentito di non essere d’accordo. Nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità ma semmai, in un nuovo e del tutto inconsueto perimetro di collaborazione, ne fa uno avanti nel rispondere alle necessità del Paese” se dopo poco viene associato a “nel rispetto che tutti abbiamo per le istituzioni e per il corretto funzionamento di una democrazia rappresentativa, un esecutivo come quello che ho l’onore di presiedere, specialmente in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, è semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca”. Ci sarà certamente qualcuno bravo che sarà in grado spiegarlo.
Nella terza pagina “Lo stato del Paese dopo un anno di pandemia” viene fuori il Draghi BCE o ex Governatore conferenziere, fate voi, che rendiconta un bollettino economico facilmente consultabile perché di pubblico dominio e alla portata di tutti.
Quarta pagina “Le priorità per ripartire” e qui, escludendo quanto già programmato dal Governo Conte, vengono poste in luce considerazioni ovvie sulle deficienze causate dalle gestioni passate e prospettate iniziative presenti negli intenti del Mandato precedente.
Andiamo alla quinta pagina “Oltre la pandemia” e qui troviamo una bella frase ad effetto che pone anche un quesito importante, che forse a qualcuno era sfuggito porsi: “Quando usciremo, e usciremo, dalla pandemia, che mondo troveremo? Alcuni pensano che la tragedia nella quale abbiamo vissuto per più di 12 mesi sia stata simile ad una lunga interruzione di corrente. Prima o poi la luce ritorna, e tutto ricomincia come prima. La scienza, ma semplicemente il buon senso, suggeriscono che potrebbe non essere così.” Per dare maggiore spessore, eccoti servito anche un riferimento a Papa Francesco, perché in un paese cattolico è un buon viatico. Poi viene calato un pensiero profondo: “Uscire dalla pandemia non sarà come riaccendere la luce. Questa osservazione, che gli scienziati non smettono di ripeterci, ha una conseguenza importante.”
Ancora, un’altra bella frase, probabilmente ispirata da qualche documento redatto in sede europea. “La risposta della politica economica al cambiamento climatico e alla pandemia dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create.”
A pagina sei si affrontano: la parità di genere, il Mezzogiorno, gli investimenti pubblici; ma nessun cenno viene fatto sulle eventuali iniziative concrete che si hanno in mente o che s'intendono mettere già da subito in campo. Generiche proposizioni amalgamano situazioni di fatto e carenze risapute, tutto il resto è speranza e visioni.
Ecco, dopo ben sei pagine alla settima si arriva al punto nodale che ha determinato la crisi di governo: “Nex Generetion EU”.
“Il precedente Governo ha già svolto una grande mole di lavoro sul Programma di ripresa e resilienza (PNRR). Dobbiamo approfondire e completare quel lavoro che, includendo le necessarie interlocuzioni con la Commissione Europea, avrebbe una scadenza molto ravvicinata, la fine di aprile. Gli orientamenti che il Parlamento esprimerà nei prossimi giorni a commento della bozza di Programma presentata dal Governo uscente saranno di importanza fondamentale nella preparazione della sua versione finale. Voglio qui riassumere l’orientamento del nuovo Governo. Le Missioni del Programma potranno essere rimodulate e riaccorpate, ma resteranno quelle enunciate nei precedenti documenti del Governo uscente, ovvero l’innovazione, la digitalizzazione, la competitività e la cultura; la transizione ecologica; le infrastrutture per la mobilità sostenibile; la formazione e la ricerca; l’equità sociale, di genere, generazionale e territoriale; la salute e la relativa filiera produttiva. Dovremo rafforzare il Programma prima di tutto per quanto riguarda gli obiettivi strategici e le riforme che li accompagnano.”
A questo punto mi disoriento non poco. Se il precedente Governo non era all’altezza, perché si intende continuare quanto era già stato elaborato e portato avanti dallo stesso, senza peraltro sconfessare nulla? Qualcuno dirà che gli appaltatori col nuovo Governo saranno differenti, ma questo l’avevamo capito anche da noi, non occorreva certo un drago.
Certo “Il ruolo dello Stato e il perimetro dei suoi interventi dovranno essere valutati con attenzione. Compito dello dello Stato è utilizzare le leve della spesa per ricerca e sviluppo, dell’istruzione e della formazione, della regolamentazione,dell’incentivazione e della tassazione.” Ma dove sta il nuovo? Forse il Governo Conte ha affermato che non avrebbe valutato con attenzione? Qualcosa sfugge.
In ulteriori due paginette è bell'è finito il tema centrale che ha indotto alla crisi di governo e all’incarico per un nuovo mandato: si parla delle riforme. Era ora, osserverà qualcuno.
Al riguardo s’informa giustamente qualche distratto che “Il Next Generetion EU prevede riforme”. Ci si attenderebbe ora un’ampia relazione sugli intendimenti di questo nuovo esecutivo, ma ben presto si rimane delusi, perché ad ogni problematica viene dedicato in media un massimo di cinque frasi.
I paragrafi sono sedici e farli rientrare tutti in due paginette scritte a carattere “Helvetica 15” assomiglia molto a quelle tesi di laurea, non destinate certo ad essere pubblicate. Di quelle che adottano interlinee e spazi finalizzati principalmente ad aumentare il numero delle pagine dell'elaborato.
La cronaca riferisce che il discorso è durato una cinquantina di minuti (applausi compresi). Chi non ci crede potrà verificare il tutto andando a visionare la registrazione postata su You Tube https://youtu.be/zFm54EwGlMo.

Buona luce a tutti.

© ESSEC

P.S. – Dimenticavo di dire che la lettura del documento e la visione su You Tube, mi hanno ricordato molto una vecchia e notissima performace di Petrolini che evocava, a suo modo, Nerone e che alludeva al ventennio https://youtu.be/iMcAIMVxa9s. Potremmo pure rifarci a Tognazzi, nel capolavoro"Amici miei" di un altro Mario, Monicelli, in questo caso. Un'altra precisazione che è d'uopo fare è che il titolo attribuito all'articolo pezzo è stato preso dalla famosa canzone di Giorgio Gaber https://youtu.be/IyhRJnacMEk ; ma in questo caso non c'è nessuna allusione, perchè ci si riferisce ad altro.

L'amico che d'abitudine è portato spesso a commentare i miei scritti dice: "Complimenti. Hai le qualità per fare il cronista politico, visto che in poco tempo hai scritto un convincente (e severo) commento alla relazione. In sintesi, stai affermando che il programma presentato è in bilico tra il “non dire nulla precisamente” e il “non dire precisamente nulla”. Ma saranno proprio queste capacità una dote politica? 🤣🤣🤣". Anche questo, a parer mio, meritava di essere citato!

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Monte Pellegrino visto dalla borgata di Acqua dei Corsari

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