"Dopo gli anni ovattati dell'infanzia e quelli spensierati dello studio ci si immerge nella catena lavorativa che, al di là di qualunque gratificazione, assorbe e lascia poco tempo ... e poi finalmente arriva la tua quarta dimensione ... e ritrovi quella serenità smarrita."

Il presente blog costituisce un almanacco che in origine raccoglie i testi completi dei post parzialmente pubblicati su: http://www.laquartadimensione.blogspot.com, indicandone gli autori, le fonti e le eventuali pagine web (se disponibili).

Fotogazzeggiando

Fotogazzeggiando
Fotogazzeggiando: Immagini e Racconti

Cerca nel blog

Translate

mercoledì 8 giugno 2022

Il portfolio fotografico non è altro che un racconto scritto attraverso immagini



Se ci facciamo caso, al giorno d’oggi sono sempre pochi i giornalisti capaci di fare cronaca, in grado cioè di raccontare i fatti intervenendo in modo minimale con loro opinioni e propri punti di vista, che immancabilmente persistono sottotraccia e talvolta palesemente affiorano.
La diffusione dei talk show ha ulteriormente appesantito le questione e spesso conduttori intolleranti e poco propensi all’ascolto, specie nel sentire punti di vista lontani dal proprio, tendono a fare conoscere - in ogni modo e a ogni costo - le proprie posizioni. Come se questa cosa avesse particolare importanza per l’utente finale, trattandosi di semplice incontro tendente a far conoscere il più possibile l’intervistato, sacrificando così lo spazio utile per far conoscere gli interpellati.
Il valore aggiunto, specie se gli incontri sono orientati ad acquisire liberi pareri da personaggi scelti, è sempre costituito dagli spazi loro concessi, utili se non indispensabili per far capire al fruitore terzo la reale posizione socio-politica e il mondo culturale che caratterizza il soggetto intervistato.
Orientare o, peggio ancora, limitare le visioni non è mai un buon servizio per cercare di capire e di certo non costituisce valido strumento per una corretta informazione.
Ma in fin dei conti, chi se ne frega se il giornalista di turno non tollera i populisti, se è pure prevenuto verso chi ha un orientamento politico specifico; di certo chi opera secondo questi canoni non può annoverarsi come giornalista professionista, ma tutt’al più come un opinionista che inquina a monte qualunque prodotto giornalistico che va a intraprendere.
Passando alla fotografia e, in particolare, alle letture di portfolio sono molte le similitudini che caratterizzano anche qui gli attori in campo.
In poche parole, il portfolio fotografico non è altro che un racconto scritto attraverso immagini che fanno da canovaccio, con delle larghe maglie che consentono di intessere storie e ricami, come in una qualunque narrazione. Con l’autore che ha la libertà di scegliere la calligrafia estetica, la lunghezza dei periodi, l'uso delle parole, la grammatica, la sintassi e ogni spaziatura o punteggiatura valutata più opportuna.
In diversi articoli che ho dedicato a questo particolare settore comunicativo, ho avuto modo di soffermarmi e di focalizzare alcuni aspetti che risultano indispensabili nei processi insiti ai tanti percorsi di lettura.
Alle considerazioni sul portfolio fotografico e su cui si intende disquisire può ancora tornare utile quanto ebbi a scrivere nel maggio di due anni fa in un pezzo che intitolai così e che invito a rileggere: “Semplificare ad esempio con due soli termini: “non funziona”, senza soluzioni d'uscita, non può costituire un valore aggiunto.”
Ad ogni modo, a mio parere, il portfolio fotografico ancora oggi rimane indefinito, poiché, pur riferendosi frequentemente a immagini fotografiche, non disdegna di rifugiarsi anche ad altri mezzi, utilizzando pure elementi artistici di campi molto vicini, come la grafica o la stessa pittura.
Diversi autori si sono impegnati nel tempo a ricercare schemi didattici, nel tentativo di recintare il campo e disciplinare il tutto con una serie di regole; ma alcuni di quei concetti risultano in parte superati e sono tantissime le nuove strade percorribili lasciate libere all’ingegno e alla fantasia.
Rimane tuttora una pietra miliare, in argomento, il volume “Portfolio – Costruzione e lettura delle sequenze fotografiche” di Augusto Pieroni; edito da Postcart nel 2015 e oggetto di diverse ristampe.
Per fornire un quadro sintetico, costituito da esempi pratici, si propongono di seguito delle letture (complete o parziali), che possono consentire - specie ai neofiti nella materia - di farsi una chiara idea di cosa possa corrispondere oggi a un portfolio fotografico e su come funzionano gli approcci e le relative letture.
Negli ultimi tempi, un grande aiuto in tal senso è venuto dai diversi appuntamenti in streaming, attuati dalla Fiaf in tempi di pandemia, che hanno agevolato una certa popolarità al fenomeno e impresso uno sviluppo in questo settore difficile, che presuppone incontri (più che scontri) e pacati confronti costruttivi; condizioni tutte indispensabili per una crescita collettiva sia dei lettori che per lo sviluppo dei molti talenti.
In conclusione come, detto, si propongono una serie di esempi registrati in modo casuale, per alcune delle letture svoltesi nel complesso “Tre Navate” (Cantieri Culturali alla Zisa) durante la mattina di sabato 28 maggio u.s., del recente 74^ Congresso Nazionale Fiaf di Palermo:

- https://youtu.be/Javnk5o_h9w
- https://youtu.be/klx-IL1Zpy8
- https://youtu.be/S4bKb1HMJa4
- https://youtu.be/JamMMbPHS-g
- https://youtu.be/7MjowS75hSM
- https://youtu.be/1HypqVcn2ug


Buona luce a tutti!

© ESSEC

Come mi capita spesso, arriva a stretto giro di posta un qualificato suggerimento che appare opportuno per completare meglio discorso. Lo riporto di seguito in modo integrale, lasciando libero il lettore d'intuirne la fonte. "Ritengo opportuno, nel definire un portfolio (definizione in works progress), non accentuare il suo "possibile" carattere narrativo atteso che, nonostante tanti lavori nascono con questa idea prevalente, ciò non toglie che esistano tanti eccellenti lavori dove la narrazione non esiste del tutto lasciando lo spazio al puro documento, o alla semplice esposizione artistica o provocazione concettuale."

sabato 4 giugno 2022

Sicilitudine 2022



I due incontri con gli Autori, programmati nel corso del 74^ Congresso Nazionale Fiaf, si sono svolti ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo in un clima unico che, anche per l’ubicazione fisica della manifestazione, ha quasi magicamente unito sensazioni e ricordi, con testimonianze mescolate che hanno reso vivo anche chi non c’era, quasi azzerando lo spazio e il tempo.
Ascoltando gli interventi di Franco Carlisi e Carmelo Bongiorno, moderati in due distinti incontri con la consueta sagacia da Pippo Pappalardo, sono pure venuti fuori i profili umani e professionali di due personaggi dai trascorsi alquanto diversi che, come spesso accade, rappresentano sempre quelle eccezioni che confermano la regola.
Con le loro profonde differenze, si sono rappresentati entrambi come degli emblemi moderni della cultura siciliana attuale che, anche in campo fotografico, seppur muovendosi in spazi angusti, complicati e poco organizzati hanno tanto da dire.
In terra di Sicilia protagonisti non si diventa quasi mai attraverso percorsi associativi ma, di regola, perseguendo con tenacia istinti testardi e reconditi, animati da aspirazioni e voglia di voler comunicare seguendo sentieri individuali, basati su idee maturate in proprio e percorse sulla base di convinzioni consolidate e costantemente suffragate da stoici entusiasmi.
Del resto e per tradizione i veri punti di riferimento per la fotografia siciliana, diversamente dal centro e dal nord Italia, non sono mai stati costituiti da associazioni o da circoli, ma da altrettante isole/meteore anch’esse generatesi quasi in forma spontanea, in qualche modo riconosciute tali nel tempo da combinazioni favorevoli ai contesti culturali tradizionali e congeniti. 
Nei racconti di Carlisi e Bongiorno sono infatti apparsi costantemente come riferimenti fotografici i vari Scianna, Sellerio, Battaglia, Leone, Chiaramonte, Bazan e solo pochi altri. Altrettante affermate meteore culturali che, nel territorio isolano avevano costruito i loro specifici “habitat fotografici” attraverso studi, ricerche e sperimentazioni personali, seppur talvolta ispirate a grandi autori.
L’individualità è del resto la caratteristica preminente della “sicilitudine sciasciana” che ha generato - citandone solo alcuni - i Giovanni Verga, i Vitaliano Brancati, i Luigi Capuana, i Luigi Pirandello, ieri e i Tomasi di Lampedusa, i Giuseppe Tornatore, i Stefania Auci, i Pierfrancesco Diliberto (PIF), i Ficarra & Picone, oggi.
Le narrazioni di Carlisi e Bongiorno elencano una serie di esperienze e maturazioni soggettive fortemente intime che, in ogni caso, hanno saputo testare costantemente.
Le loro realizzazioni hanno seguito sempre un proprio metodo si, ma sottoponendosi di volta in volta ai giudizi e alle valutazioni di meteore più autorevoli, di una sicilitudine confinante e da loro riconosciute. Per raccogliere la certificazione della bontà dei progetti, riflettere sulle preziose osservazioni e poi studiare i sistemi più praticabili, indispensabili per realizzarli concretamente.
Negli interventi documentati che si propongono, a latere di Carlisi e Bongiorno, nel ruolo di mediatore, ricucitore, a infiorettare i discorsi interviene un Pappalardo che si rivela come un novello Leonardo Sciascia il quale, intriso di una sua altrettanto personale sicilitudine, rimarca, osserva, rende comprensibili i vari passaggi, i parallelismi e i collegamenti culturali dei due fotografi attori, contestualizzandoli nelle specifiche scene e nel loro tempo.

I links per i video dei due incontri svoltisi al Cinema De Seta, in mattinata e nel primo pomeriggio del 17 maggio u.s., sono rispettivamente:

- Franco Carlisi https://youtu.be/37XK0xu3kv0

- Carmelo Bongiorno https://youtu.be/PSX10mei_uM

Buona luce a tutti!

© ESSEC

venerdì 20 maggio 2022

"E ti vengo a cercare" di Andrea Scanzi



Leggendo il recentissimo libro di Andrea Scanzi sui “voli imprevedibili ed ascese velocissime” di Franco Battiato a me, che sono avanti negli anni, è tornato subito alla mente uno di quegli spot di Carosello di molti anni fa.
Si trattava di un seriale commerciale volto a reclamizzare i prodotti di una nota industria costruttrice di elettrodomestici, dove, l’attore Adolfo Celi nelle vesti di un particolare padre di famiglia, in quanto soggetto “incontentabile”, era capace di fare impazzire qualunque rivenditore impegnato a tentare di soddisfare le ossessive esigenze del particolare cliente (per averne una chiara idea si potrà vedere https://www.youtube.com/watch?v=_pISgKv3U34).
Per la sua produzione e per le sue continue voglie di ricerca e sperimentazioni Battiato sarebbe stato un ottimo spot per gli "incontentabili" nella musica e nel mondo artistico in genere.
Scanzi, pur non avendolo mai direttamente incontrato, scrive su Battiato con una narrazione fluida e entusiasmante che coinvolge pienamente il lettore. Fornendo tantissimi dettagli e considerazioni che, per chi ha amato l’artista Battiato, consentono di scoprire aspetti e particolarità della sua complessa vita e variegata produzione.
Battiato è stato un soggetto atipico, travagliato e sempre impegnato a ricercare qualcosa di nuovo e di diverso; un autore che non si è mai accontentato dei successi di volta in volta raggiunti. Che amava resettarsi spesso e azzerare tutto quanto, per avventurarsi in nuovi orizzonti musicali, con composizioni che talvolta potevano apparire strampalate ma che erano ricche, perchè nascondevano sottintesi, miscelando di frequente messaggi diretti e convenzionali con testi trascendentali, quasi subliminali.
Per chi ha amato l’autore, leggendo i capitoli proposti da Scanzi, si accendono e si accompagnano in sottofondo le melodie, i ritornelli, gli arrangiamenti inusuali e trascinanti che, in qualche modo forse hanno pure contaminato analoghe rinascite e trasformazioni musicali in altri artisti (nella musica mi viene in mente, tra gli altri e fra i genialoidi più noti, Lucio Dalla su tutti).
Certo per chi è abituato a classificare le cose, per poterle etichettare secondo rigide categorie tipologiche o stili, inserire Franco Battiato in un casellario codificato o enciclopedico appare impossibile.
Ritornando a “E ti vengo a Cercare”, ho trovato lo scritto di Andrea Scansi molto consono al personaggio raccontato, per la brillantezza espositiva dei testi e per il trasporto che riesce inevitabilmente a innescare nel lettore.
Per chi ha apprezzato Franco Battiato e la sua musica, il libro pubblicato da Paper First (euro 14), è un acquisto obbligato. Di certo un volume da leggere e rileggere ..... perchè sono tante le chiavi di lettura e i significati da scoprire fra le righe nei testi di Battiato scelti e fascinosamente riproposti. Un libro che non prenderà polvere e non avrà tanta pace se riposto negli scaffali della propria libreria e che sarà utile mantenere sempre alla portata.
Sfogliarne le pagine è come assistere a due spettacoli in uno, un concerto dal vivo di Franco Battiato e ascoltare lo spettacolo a teatro di Scanzi, pagando un solo biglietto d’ingresso.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

---

A stretto giro di posta il mio amico Pasquale, sempre attento e molto paziente nel leggermi, regalandomi una perla anedottica mi commenta così: "Beh, il pezzo è molto efficace e scorrevole, Scanzi dovrebbe retrocederti delle commissioni per l’ottimo spot 😜 Per quanto riguarda Battiato, ho solo un piccolo aneddoto. Nel centro ospedaliero di radioterapia che conosco, nella sala dove i malati sono sottoposti ai trattamenti terapeutici si possono leggere a grandi caratteri alcuni versi di una nota canzone di Battiato (La Cura). Probabilmente gli operatori sanitari ritengono che la forza evocativa di quel brano possa rendere più efficace l’effetto delle terapie praticate. Almeno mi piace crederlo."
Fantastico. E che dire di più?

mercoledì 18 maggio 2022

Zolletta: "Questa è LA NOTIZIA"



Qualche giorno fa Michele Serra, nel corso di un intervento televisivo, ha rilanciato una visione hegeliana che riguardava proprio le interrelazioni che intercorrono nella specie umana.
Sostanzialmente ha raccontato: “ai primi dell’Ottocento il filosofo tedesco Hegel spiegò benissimo il grigio, così bene che è una delle pochissime cose di filosofia che ricordo dal mio liceo. Si chiama dialettica hegeliana: c’è una tesi, c’è una antitesi, e alla fine c’è una sintesi. E la sintesi, dice Hegel, è più forte di entrambe, perché le contiene entrambe. Il bianco è solo bianco, il nero è solo nero, il grigio è bianco e nero. Il grigio non è una semplice somma, è un superamento della contrapposizione violenta. È il colore della dialettica, è il colore del ragionamento, delle sfumature, è il colore del compromesso, della trattativa, e dunque, alla fine, è il vero colore della pace. Bandiera bianca significa: mi arrendo. Bandiera grigia significa: parliamone da pari a pari. Stasera sventolo bandiera grigia.”
Oltre a tornare utile il predisporsi ad ascoltare quanto dicono gli altri, risulta altrettanto salutare leggere quanto viene scritto dai tanti, se si vuol tentare di comprendere o approfondire visioni e opinioni diverse.
Ascolti responsabili e buone letture costituiscono ottimi esercizi per innalzare in ognuno il livello di tolleranza, poiché entrambe le pratiche aiutano ad accettare il fatto che si possa argomentare sia attraverso strumenti comunicativi personali, più consoni e utili a esprimersi, sia per far capire specifici aspetti; soprattutto in merito a tematiche che sconosciamo o che risultano a noi ostiche o molto lontane.
Per quanto risaputo, il confronto basato sull’onestà intellettuale delle parti in causa, costituisce sempre - e per tutti - occasione di arricchimento. La convivenza civile ha nell’ascoltare e nel saper leggere i fondamenti per un contesto che vuole definirsi democratico.
Altro aspetto importante nella società di oggi risulta l'utilizzo ottimale delle professionalità e il diffuso precariato, con complicanze nelle possibili soluzioni praticabili; per la destinazione delle risorse economiche limitate, per la riduzione dei posti disponibili, anche a causa del mancato aggiornamento programmatico dei diversi assetti settoriali.
In argomento, la freschezza dell'articolo pubblicato su FB - che rilancio di seguito, con l'assenso dell'autrice, che nella vita svolge il ruolo di insegnante ed è pure l’artista creatrice del personaggio "Zolletta" - consente di far riassaporare atmosfere lontane che costantemente si rinnovano.
Accende un cono di luce nel mondo della scuola che, nel vissuto di ciascuno di noi, annovera un insieme di ricordi, mantenuti vivi a prescindere dal tempo.
Evidenzia come le tante componenti, regolamentari, didattiche e le controparti umane, che inevitabilmente mutano, si adattano ai contesti, assecondando i momenti culturali delle realtà socio-politiche vigenti.
Bando alle ciance, ritenendolo utile ed istruttivo, riporto di seguito il frizzante testo della docente Florinda Cerrito, legato al raggiungimento di un riconoscimento professionale, in modo che ciascuno ne possa trarre profitto, a prescindere della natura dell'argomento, cogliendo l’essenza e traendone ogni considerazione.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

--

"Dopo dieci lunghi anni torno al LICEO ARTISTICO!
Questa è LA NOTIZIA.

Dopo averla appresa e immediatamente realizzata, ieri pomeriggio mi muovevo per casa urlando e saltando come una foca impazzita, che agita le sue pinne per autocompiacersi.
Dopo dieci lunghi anni alle medie e tre scuole in attivo, torno a insegnare in un Liceo Artistico.
Che dire, FANTASTICO !!!

Alle medie un'insegnante di Arte ha nove classi, due ore per ciascuna. Solo DUE ORE a settimana e in queste DUE ORE deve fare teoria, cioè Storia dell'Arte, teoria del colore, percezione visiva e pratica, cioè laboratorio creativo.
In verità in queste DUE ORE settimanali, l'insegnante d'arte deve convincere agli alunni che L'ARTE è una disciplina importante e non ricreativa, o 'babbio' , come credono. Che conoscere e studiare ARTE nella vita è importante tanto quanto studiare e conoscere matematica, italiano, inglese... Che cimentarsi nel disegno e fare attività pratica non è prerogativa di chi ha del talento artistico, ma che basta provare, impegnarsi un pochino, per ottenere dei risultati e delle soddisfazioni.
Insieme a tutta questa fase di CONVINCIMENTO costante c'è da aggiungere la parte più sostanziosa, quella di CONTENIMENTO, in cui si devono costantemente tenere a bada spiriti indomabili di preadolescenti impazziti, che non sanno più cosa vuol dire la legge della staticità e del silenzio, ma al contrario sanno cos'è il MOTO PERPETUO.

Alle medie transitano ragazzini tra gli 11 e i 13anni e in questi tre ANNI si trasformano continuamente, sono come mutanti, squassati da tempeste e tzunami interiori. Sono Irrefrenabili, insaziabili e purtroppo spesso infelici e STANCHI.
E noi docenti (più che stanchi), buoni o cattivi, poco importa, siamo come travi portanti di un meccanismo sempre più complesso e fragile e diventati il CAPRO ESPIATORIO di tutti i mali della scuola.

CI DOBBIAMO PARARE IL CULO, si sente dire sempre, scrivete, scrivete, scrivete NOTE, RELAZIONI, tutto quello che succede, nero su bianco.
E così che alle medie un insegnante vive, nel terrore di essere giudicato, sanzionato, accusato, denunciato.
Da chi? da genitori sempre più sul piede di guerra, da presidi sempre più 'dirigenti'... dall'intero universo che punta il dito su di noi!
Siamo sempre più chiamati a essere quello che non ci spetta: psicologi, educatori, coordinatori, segretari, mediatori culturali, animatori... ruoli importanti ma per i quali non abbiamo alcuna formazione e men che meno alcun riconoscimento, che tolgono tempo ed energia al nostro ruolo primordiale.

Ma la scuola non era una famiglia? Un'intera generazione qui cresce, si forma, impara cos'è la vita e come va il mondo. E invece a volte, spesso, si ha la sensazione che la SCUOLA sia diventata una trincea, un campo di battaglia o addirittura un'azienda di telemarketing.

In particolare la SCUOLA MEDIA, la scuola dell'obbligo, è lo specchio di una società che non sa più ascoltare, aspettare, avere pazienza, curiosità, entusiasmo, concentrazione, passione e soprattutto CULTURA. Ma che è sta CULTURA?
Oggi si usa moltissimo, quasi inflazionandola, la parola EROE. Alle medie, lo posso dire con certezza, gli insegnanti sono degli EROI.
Come dico sempre a chi mi dice che tanto AVETE SOLO 18 ORE SETTIMALI, che tanto AVETE DUE MESI DI VACANZA, rispondo che si è vero, ma che il prezzo che si paga per questo che sembra un privilegio è troppo alto.

Ieri, per esempio, tra una spiegazione e una verifica, recuperavo ragazzini che scheggiavano nei corridoi, usciti senza permesso dalle aule o mandati in bagno pur di avere qualche minuto di pace, corridoi dove i bidelli non riuscivano a gestire il caos (e non perché incapaci).
Sempre ieri, al cambio dell'ora ho trovato la collega che mi aspettava sul ciglio della porta, cerulea con segni di stanchezza e amarezza evidentissimi e dentro l'aula un frastuono esasperante che mi ha fatto salire improvvisamente un atto di fede mai avuta. Ho pregato tutti i santi del paradiso e gli dei dell'universo, per avere gli ultimi scampoli di forza e reggere fino all'ultimo suono della campana (e ovviamente ce l'ho fatta anche questa volta).
Questo è successo quasi tutti i giorni di questi ultimi meravigliosi anni alle medie.
E che dire ormai?

Non so perché ma oggi ho dei sentimenti contrastanti. Nostalgia? Noooo. Guardo già i piccoli mostri con distacco. Sento di aver concluso un percorso e un intero capitolo della mia vita e spero di avere contribuito, nel mio piccolo e crescere tante piccole TESTE PENSANTI e seminato un po' di BELLEZZA.
Spero che tutti i piccoli mostri con cui ho avuto a che fare possano ricordarsi della professoressa Cerrito più come un'amica, che come un'insegnante rompiscatole. Una compagna di viaggio, che con l'aiuto di Zolletta ha dato il suo minuscolo contributo per una società migliore."

martedì 10 maggio 2022

Erice 2022-05-10: "Il fotografo sconosciuto"



Nella continua smania comune a noi fotoamatori di ricercare sempre e di voler catturare in uno scatto delle pose particolari, delle scene imprevedibili, attraverso dei punti di ripresa inconsueti, t’imbatti talvolta con chi come te ama la caccia.
Mi è capitato per quest’ultimo Venerdì Santo a Erice di cogliere lungo il percorso della processione dei misteri un tizio, come me fotoamatore, che apparentemente in maniera distratta attendeva il passaggio delle vare in prossimità però di una edicola votiva.
Il soggetto attirò subito la mia attenzione, anche perché non ci voleva molto a capire l’intenzione, e più che cercare di emulare il suo progetto mi intrigava vedere come si sarebbe comportato nello svolgere l’azione.
Il riflesso che lui aveva intuito sul vetro dell’edicola votiva e la statua della vergine e del cristo infante che era posta all’interno costituivano certamente elementi che lo sconosciuto fotografo avrebbe inglobato nella scena.
Mi sono riproposto, quindi, di fotografare il tizio in azione, lasciando solo immaginare il risultato che avrebbe potuto conseguire, vedendo le posture nell’atto del fotografare.
Attraverso la post produzione dei miei scatti ho tratto i fotogrammi che raccontano questo mio scritto e credo che la sequenza sia abbastanza sufficiente, specie per un occhio fotografico esperto, per immaginare le immagini che ha potuto realizzare il fotografo sconosciuto.
Chissà, magari se avrà modo di leggere questo piccolo aneddoto, potrebbe completare con le sue immagini il racconto.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

domenica 8 maggio 2022

La guerra

Si parla tanto di guerra in questi giorni. I media, che ricercano sempre continue novità per tentare di dare un senso etico al loro business, palesandosi con appartenenze che accomunino e con superficialità di analisi, manifestano punti di vista spacciandoli per informazione e cronaca.
I conflitti bellici, più o meno dichiarati, clandestini o manifesti, secondo fazioni o fra nazioni rappresentano attualità perennemente presenti nel nostro globo terrestre.
Confinati in comparti in una babele di culture, spesso ci si accorge di una guerra solo quando le vicende belliche o masse belligeranti ci toccano più da vicino.
Sull'argomento voglio proporre un lavoro che qualche tempo fà ho presentato in un meating fotografico e che in qualche modo voleva mostrare, in estrema sintesi l'essenza ultima e la certezza presente in ogni guerra.

Buona luce a tutti!

© ESSEC



-- La guerra

In fondo, dalla notte dei tempi, permane sempre irrisolvibile il quesito: cos’è poi la guerra?
Una difesa dei popoli? Il risultato di atavici contrasti tra etnie e religioni? Una tutela strumentale d’interessi contrapposti? La propensione naturale all’espansione del potere? La ribellione al sopruso? Lo sfogo brutale di una forma estrema di violenza fine a sé stessa?
Di certo è un gioco a scacchi per i potenti e una roulette russa per le masse che si battono in prima linea, rischiandosi tutto di persona.
Per alcuni fortunati rimarranno onori, medaglie e trofei da esibire, per tantissimi altri sarà più semplicemente cancellata un’esistenza.
Indipendentemente da appartenenze a fazioni, in ogni caso resteranno schieramenti di lapidi e croci, in sacrari militari - eretti come monito - consegnati alla storia.

Il lavoro presentato si riferisce a Venafro ed è stato realizzato nel 2019. Le foto costituiscono un insieme fra particolari del “War Museum Winterline” e il “Cimitero francese” poco distante dal paese. Quest’ultimo raccoglie i resti di circa seimila militari caduti nella seconda guerra mondiale che facevano parte della milizia francese, sotto il comando del generale Juin.
Anche se tutte le tombe riportano la scritta “morto per la Francia”, le sepolture si presentano in spazi differenziati fra magrebini di fede araba (con relativa moschea) e francesi (con annesso edificio religioso di rito cattolico). Il tutto accomunato in un contesto univoco simboleggiato da una bandiera francese che svolazza al vento.

giovedì 5 maggio 2022

Onore al merito: in questo caso, senza se e senza ma!



L’Amministrazione comunale di Palermo, per onorare Letizia Battaglia, ne ha approntato la sua camera ardente a Palazzo delle Aquile, luogo dove Giovanni Sollima ha salutato la suocera con un suo tributo musicale.
Amici che hanno commentato la foto simile a quella in copertina e che l’hanno conosciuta direttamente hanno scritto sui social delle considerazioni, fra le quali due che mi piace riportare.
Una amica ha scritto: “Almeno per una volta, la Città si è ricordata di tributare il giusto onore ad un suo figlio che l'ha tanto amata”. Un’altra, che ha pure letto il recente libro "Mi prendo il mondo ovunque sia", in cui Letizia si racconta mettendo a nudo gli oltre ottanta anni di vita vissuta ha postato: “Ciao Letizia , sei stata sempre battagliera e non ti ha fermato nessuno, hai messo in luce tante negatività della nostra bella città che comunque hai amato tanto al punto che attraverso le tue immagini l'hai fatta amare da tutto il mondo, sei stata sempre determinata e sei riuscita a portare avanti progetti che sembrava impossibile realizzare , adesso riposa in pace cara Letizia.”
Dopo una prolungata sosta, in questo ultimo periodo ho accumulato una moltitudine di scatti da scaricare e l’arretrato ha creato, come spesso mi capita, una catasta di post produzioni sospese che lentamente tendo a smaltire.
Fra i tanti files, la revisione di immagini realizzate ai Cantieri Culturali mi hanno fatto riaffiorare delle strane considerazioni vissute in quei momenti.
Durante la mattina dello scorso 10 aprile, dopo una visita allo Zac dei Cantieri Culturali alla Zisa, con i miei amici si è deciso di fare una capatina al quasi adiacente Centro internazionale di fotografia che non visitavamo da tempo.
Oltre agli addetti alla sorveglianza non c’era nessun visitatore eccetto noi e nel luogo incombeva un’atmosfera strana e particolarmente silenziosa. Almeno questa è stata la sensazione che ho provato. L’aria che si respirava era come ci volesse comunicare qualcosa.
Negli spaziosi ambienti del Centro erano esposte ancora le ultime iniziative portate avanti da Letizia e nella sala principale le foto della figlia Shobba sembravano quasi volessero presagirci un messaggio. Ci siamo mossi tutti e tre nelle diverse sale con discrezione, lasciandoci sostanzialmente guidare e attrarre dalle immagini.
Ciascuno di noi ebbe, quindi, a soffermarsi leggendo i nomi di autori delle opere esposte, per constatare come quante giovani potenzialità fotografiche fossero state accolte in questi ultimi tempi alla corte di Letizia.
Specie i progetti più nuovi realizzati, tutti ancora messi in mostra, testimoniavano l’avvenuta realizzazione dei principali propositi che avevano fatto nascere il Centro. Un sogno nel cassetto di Letizia, realizzato con l’aiuto generoso, lungimirante e fattivo del suo eterno amico e compagno d’avventura Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo.
Tornando alle impressioni percepite in quei momenti, sembrava che l’insieme e la contemporaneità espositiva di tutte quelle mostre, compresa l’esposizione stabile delle foto de L’Ora, stessero a voler comunicare, a significarci qualcosa.
Di li a poco, solo tre giorni dopo, Letizia Battaglia ha salutato questo mondo terreno, lasciando in regalo alla sua amata Palermo una realtà culturale che fa già parte della storia.
Tra le tante sue ultime iniziative, aveva fatto in tempo a redigere con l’ARVIS un protocollo che - dal prossimo 25 maggio e fino al giorno 29 – avrebbe fatto sì che il Centro internazionale di fotografia di Palermo avrebbe ospitato il 74^ Congresso nazionale della Fiaf.
Così i principali nomi della fotografia nazionale e vari intellettuali che avrebbero fatto capolino in città avranno ora occasione di onorare, la memoria della Letizia & Battaglia, come amava lei stessa definirsi. I palermitani e non solo loro avrebbero avuto così anche l’occasione per poter vedere esposte importanti mostre e avrebbero potuto assistere a dibattiti e conferenze con interventi di personaggi sulle tematiche attuali riguardanti la fotografia.
Un’occasione da non perdere e che si raccomanda ai tanti appassionati fotoamatori di tutta Italia che potranno darsi appuntamento in diversi spazi dei Cantieri Culturali alla Zisa messi a disposizione dall’Amministrazione comunale.
Gianni, raggiante, mi raccontò un giorno dell'entusiasmo di Letizia nell'acconsentire, senza alcuna esitazione, all'utilizzo dei locali da lei gestiti, ben felice del fatto che si potesse realizzare a Palermo un tale progetto.
Già per l’ottantesimo compleanno di Letizia, il Comune di Palermo aveva finanziato l’imponente mostra denominata “Anthologica”, che tuttora rimane uno degli avvenimenti culturali più importanti e ben riusciti fra quelli realizzati in città.
L’evento, ospitato in un contesto particolarmente bello e ideale per l’idea progettuale, consentì un allestimento spettacolare, con una esposizione di tantissime fotografie in bianco e nero che invadevano lo spazio (per chi vuole, in un video amatoriale postato su You Tube è possibile cogliere i festosi momenti dell’inaugurazione). Fu anche un enorme successo di pubblico, con una massa di visitatori e ospiti internazionali.
Nella circostanza venne anche presentato un altrettanto ricco volume fotografico, recante lo stesso titolo, che andava a raccogliere tutte quante le foto esposte, libro che è ancora in commercio e facilmente reperibile.
Ma i tempi mutano e le situazioni cambiano e come capita di frequente, accadono pure fatti incresciosi che talvolta adombrano le culture. Pure invidie irrazionali, impregnate talvolta da stupidità congenite, portano taluni a creare assurde esuberanze, al solo scopo di alimentare bile e insoddisfazioni personali.
Succede, come è successo, che tanti - già di per sé sempre pronti a criticare - erano portati a vedere sempre come insopportabili travi nell’occhio delle innocue pagliuzze. Fattispecie, come quelle della serie che raccontano de “la gatta frettolosa che fece i gattini ciechi” (un proverbio ascrivibile ad una delle tante favole con morale lasciateci da Esopo), costituisce il sasso che si allarga con cerchi concentrici sempre più ampi, specie nell'acqua stagnante.
Retro pensieri, ingratitudine, superficialità, difficile dire. Storie come queste, sicuramente anche prevenute, ebbero a prendere a pretesto anche un sevizio per una campagna pubblicitaria della Lamborghini. Il vecchio detto latino: “nemo propheta acceptus est in patria sua" (nessun profeta è gradito in patria) rimane sempre valido e attuale.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

venerdì 22 aprile 2022

Prove pratiche e varie sperimentazioni sul ritratto.

Il ritratto è uno degli appuntamenti obbligatori per chi ama fotografare. Non poteva quindi mancare nelle esercitazioni pratiche un ennesimo appuntamento dei corsisti e degli stessi soci Arvis sull’argomento.
Le foto proposte sono state realizzate durante un’esercitazione dove fotografi e modelli si sono alternati negli scatti, evidenziando le caratteristiche implicite presenti nelle fotografie di ritratto.
Tagli esercitati in fase di ripresa ed esposizioni valorizzanti le luci naturali o indotte da fari sapientemente orientati, evidenziano come sono ampie le scelte percorribili dal fotografo.
Ciascuno legge, per quanto ovvio, secondo una sua grammatica e l’usuale propria sintassi.
Talvolta i risultati possono quindi apparire similari, altre volte anche piccole variazioni dell’angolo di ripresa realizzano fotografie diverse.
Qualunque altra considerazione, a questo punto, potrebbe apparire superflua poiché, osservando le immagini realizzate da Erik, Gaetano, Giuliana, Riccardo, Septimo e Serena, ciascuno potrà notare le potenziali varietà possibili che vanno anche oltre le poche immagini proposte.
Ognuno, infatti, analizzando i tanti ritratti, potrà tranquillamente leggere i risultati che sono stati frutto, come detto, delle differenti scelte di ripresa operate da ciascuno, anche a seconda della personale indole e sensibilità. Guardando le immagini, riaffiorano ricordi di un corso di fotografia della neo costituita Arvis negli anni ottanta, dove il mitico Luigi Cocuzza nello stabile che fu Studio dei Seffer, a Piazzetta Meli, insegnava a noi giovani i fondamenti dell'arte fotografica.
Il ciclo si ripete e gli allievi di allora ora insegnano ad altri i rudimenti di una passione che necessita studio, impegno, oltre che talento.



Per concludere, in argomento potrà tornare utile l’esposizione di Monica Mazzolini (figlia d’arte in campo fotografico) proposta sul suo canale di You Tube https://www.youtube.com/watch?v=l8Km9bb7iYM&t=15s. Un'interessante performance incentrata sulla forte relazione che esiste tra scultura e fotografia.

Buona luce a tutti!

© ESSEC





lunedì 18 aprile 2022

Misteri di Trapani: "Il saluto"



Per chi non c'era spiego la foto. Una delle vare dei Misteri di Trapani si ferma sotto casa del soggetto ritratto ..... la mia lettura è che l'anziano faccia parte della confraternita e che in passato fosse stato uno dei portatori (o, mi suggeriscono, un Console) della vara (commozione, disperazione, saluto). I trapanesi sapranno rispondere ..... su quanto possa essere veritiera la mia lettura. Tutti dicono però che le fotografie non si spiegano se riescono a raccontare attraverso la sola immagine.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

martedì 12 aprile 2022

Ecco a voi l’Algoritmo, per molti di noi un illustre sconosciuto



Tratto da Wikipedia, ”un algoritmo è una strategia atta alla risoluzione di un problema, costituita da una sequenza finita di operazioni (dette anche istruzioni), che consente di risolvere tutti i quesiti di una stessa classe.” Inoltre, “l'algoritmo è un concetto fondamentale dell'informatica, anzitutto perché è alla base della nozione teorica di calcolabilità: un problema è calcolabile quando è risolvibile mediante un algoritmo. Inoltre, l'algoritmo è un concetto cardine anche nella fase di programmazione dello sviluppo di un software: preso un problema da automatizzare, la programmazione costituisce essenzialmente la traduzione o codifica di un algoritmo per tale problema in programma, scritto in un certo linguaggio, che può essere quindi effettivamente eseguito da un calcolatore rappresentandone la logica di elaborazione.”
Uno dei fenomeni che influenzano la convivenza oggi è costituito dagli algoritmi che imperversano nella dinamica della rete e in special modo nei social.
In un interessante libro di qualche tempo fa Federico Rampini ("Rete padrona" edito da Feltrinelli) racconta dell’evoluzione di queste formule matematiche che nel web tendono ad accomunare socialmente i soggetti che hanno visioni di vita similari.
Il tutto finalizzato a limitare le molteplici diatribe degenerative che avevano infuocato i social di prima generazione.
Nel settore, soggetti chiamati a vigilare professionalmente le chat, per limitare scontri con licenza di censure e oscuramenti, non riuscivano sempre a gestire le questioni e, racconta Rampini, che in breve molti degli addetti con incarichi di vigilanza andavano essi stessi in psicanalisi.
L’introduzione dei nuovi algoritmi ha indubbiamente risolto fortemente la problematica in argomento, eleminando spesso a monte la possibilità di scontri fra soggetti aventi opinioni contrapposte. 
Si può facilmente osservare, ad esempio su Facebook, come molte delle cose che noi postiamo vengono portate in rete solo all’attenzione di pochi soggetti, che corrispondono per lo più ad amici (o pseudo tali perchè vituali) che presentano affinità con noi, vicini a come la pensiamo, sia su passioni comuni che in altro.
Da tutto questo deriva che progressivamente - e in modo inconsapevole - noi tutti ci disabituiamo al confronto, specie a quello serrato e contraddistinto da punti di vista fortemente divergenti.
Con il falso risultato che ci convince di avere sempre ragione, confortati in ciò dai tanti like e commenti favorevoli di soggetti a cui l’algoritmo ci avvicina e a cui ci propone.
Si perpetua così il triste fenomeno che caratterizza molto il nostro tempo, che concede pochi spazi per approfondimenti e ancor meno per procedere alla verifica della concretezza del nostro pensiero apparentemente libero.
Di conseguenza, siamo diventati tutti irascibili e intolleranti, specie se le cose non vanno per il verso che più ci aggrada. Senza ombre di dubbi o restii a porci delle serie domande sul perché di eventuali insuccessi, ovvero come certe poi idee condivise - e quasi omologate attraverso il virtuale dei social - non trovino effettivo riscontro nel nostro mondo reale.
Parlandoci addosso il pensiero si atrofizza sempre più, a tal punto da disabituarci anche all’ascolto, a capire la ragione dell’altro.
Capita, pertanto, talvolta senza averne piena coscienza - nell’isolamento fisico volgente progressivamente all’inconscio virtuale - che ciò che udiamo sempre più di frequente corrisponde solo all’eco della nostra stessa voce, dell’ego represso che non riusciamo più a riconoscete e che ci piace solo leggere sotto la più comoda forma di "oggettivo consenso" e d'inconfondibile piena approvazione.
Materiale patologico tutto questo, assai trascurato dai media, che merita molta attenzione perché il rischio potrebbe in breve anche essere quello di apparire estranei a se stessi, non sapendosi riconoscere neanche più allo specchio che ci riflette.
Sarebbe uno stadio progressivo rispetto al percorso da qualche tempo intrapreso.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

venerdì 8 aprile 2022

Nella “nostra democrazia” che oggi rimpiange uomini politici ormai scomparsi



Era da un po’ che volevo parlare dell’attualità politica, della guerra in Ucraina, che ha ormai preso il sopravvento sul fenomeno pandemico che aveva catalizzato l’attenzione di tutti, diffondendo a piene mani quella paura che necessita a governanti inadeguati, impegnati a tutelare (spesso per conto terzi) equilibri socio-economici obsoleti.
Stamattina mi ha dato lo spunto la vignetta posta a capo di questa dissertazione e un dinamico piccolo confronto con uno degli amici al quale ho girato la stessa.
Alla vignetta avevo anche fatto seguire un interessante intervento del graffitaro napoletano Jorit alla trasmissione televisiva “Piazza Pulita” della sette.
Di certo gli argomenti solo superficialmente trattati sono molto complessi e contorti; del resto ogni argomentazione in un confronto del genere, comunque, necessiterebbe di analisi prive di preconcetti, che sappiano mettere in campo le proprie visioni personali con l’accortezza di saper ascoltare anche punti di vista differenti; atteso che nessuno è depositario di verità, che le conoscenze di ciascuno sono sempre parziali e che sarà difficile condividere qualunque conclusione.
Paradossalmente, eventualmente, mettendo anche in discussione alcune specifiche verità della storia che, come noto, è sempre stata scritta dai sopravvissuti, spesso del lato dei vincitori.
Credo, comunque, possa risultare interessante riportare la sintesi dell’epistolario whats app avuto con l'interlocutore, magari per le sole singole opinioni condivisibili, indipendentemente dal posizionamento.

C (commento) - Quindi, sono i "Migliori " ad avere fatto la guerra?
R (risposta) - Forse devi allargare lo sguardo per vedere le cose con minore parzialità ........ che Putin è un dittatore pericoloso lo stiamo scoprendo adesso? La dipendenza dal gas russo è stata un'operazione intelligente? Non direi ...... siamo cittadini di un mondo malato ...... oriente e occidente non fa alcuna differenza. Purtroppo ha ragione Papa Francesco e ..... poichè è scomodo, preferiamo continuare con i pregiudizi. Caro amico ..... cerca di fare un’analisi accorta. Ricorda che "anche lo stronzo necessita di essere c......" (n.r. nel detto locale dire "non lo caca nessuno" sta per "trascurato da tutti").
C - La situazione è complessa in effetti. Però noto una .. piccola differenza. Noi qui siamo a parlarne. Nel tuo Oriente, che dici essere uguale all'Occidente, ti fai 15 anni di carcere.
R - E che c'entra questo? Noi viviamo in una pseudo-democrazia ...... sotto ipsosi. Assange che ha sputtanato un mondo intero rischia la galera a vita e Guantanamo c'è ancora. Per un qualunque discorso bisogna scoprire le carte ...... diversamente non ti accorgi che nel mazzo da poker ci sono cinque assi a tua insaputa. In un paese dove un Graffitaro, per nulla immodesto, esprime idee più lucide di emeriti "statisti del c...." e di tanti giornaloni che raccontano balle, vuol dire che siamo messi proprio male.
C - Il fatto che Putin e che i suoi 50 oligarchi, più o meno parenti e amici, comandano sulla Russia intera, ma poi conducono una vita sa nababbi in questo occidente così malato con ville, megayacht, studi, abiti .. non ti fa pensare?
R - Ovvio ..... ma non ti sei mai chiesto perchè dei coglioncelli eredi di imperi economici in occidente lucrano sulle tue spalle senza che te ne accorgi? Guardiamo prima nel nostro giardino ...... è vecchia la storia di guardare nelle proprietà altrui. Il capitalismo, in quanto tale, è alla frutta da qualche tempo e solo le guerre e la continua ricerca di un nemico da additare è la formula che permette di tirare a campare senza affrontare alla radice i problemi ....... un pò come in certi ambienti lavorativi in cui ci si ritrova.

In ogni caso, al di là di come la si pensi, è utile continuare a scambiare opinioni, specie se rivenienti da idee e posizioni contrapposte.
È la cosa che latita sempre più nella “nostra democrazia”, che si trova a dover rimpiange (Santoro docet) tempi e discussi uomini politici di elevato livello culturale ormai scomparsi, ormai per lo più sostituiti da macchiette autoreferenziali, che potrebbero ben infoltire tanti gabinetti di psicanalisi.

“La guerra è la più diffusa forma moderna di terrorismo.” “Una promessa è un impegno, è il mettersi ancora in corsa, è il non sedersi su quel che si è fatto. Dà nuove responsabilità, obbliga a cercare, a trovare nuove energie.” “Spero che si rafforzi la convinzione che le guerre, tutte le guerre sono un orrore." (Fra le tante opinioni espresse da Gino strada).

Buona luce a tutti!

© ESSEC

sabato 2 aprile 2022

Come governare eventuali imprevisti, trasformandoli in opputunità creative.

Se in fotografia l’aspetto progettuale caratterizza ogni portfolio fotografico, finalizzato a racconare un’idea con una serie d’immagini meditate per raggiungere lo scopo, nelle foto di street ci si basa sul concetto bressoniano dell’imprevedibile e del “cogli l’attimo”; concentrandosi a catturare immagini collegate a casualità improvvise, talvolta coscientemente percepite in fase di scatto o anche disvelate successivamente nella fase di postproduzione.

Soffermandosi su questa seconda categoria d’immagini, a mò di stimolo e fornire qualche suggerimento, si riportano di seguito alcuni esempi di scatti un po’ particolari, meritevoli di una certa disamina, perchè consentono di soffermarsi sulle circostanze e vicende connesse al momento della loro realizzazione.
Poi ciascuno potrà valutare da sè gli specifici aspetti e prenderli eventualmente in considerazione qualora ci si voglia avventurare nella pratica di questa branca fotografica indefinita; coscienti di optare per scelte che non assicurano mai dei risultati certi, ma che procurano abbastanza diletto e stimolo nell’andare a cimentarsi, nei panni di “cacciatore di click”, senza una precisa aprioristica idea progettuale.
Senza alcuna pretesa d’insegnamento si propongono, allo scopo, dieci immagini che, per come vengono descritti, possono fornire solo suggerimenti per elaborazioni e sviluppi.


Partiamo con la prima fotografia d‘esempio: “Collage”.



Sono tanti oggi gli artisti che realizzano le loro opere attraverso forme differenziate di collage.
Ritagli o sovrapposizioni consentono creazioni fantasiose di forme di astrattismo che non necessitano neanche dell’utilizzo di colori ad olio, tempere, inchiostri, bombolette spry e quant’altro necessario a pitture o grafiche.
Una attenta osservazione di stampe d’immagini diponibili, specie inerenti alla cartellonistica, può offrire opportunità analoghe.
Letture di sguardi attenti di realtà preesistenti e non manipolare possono, come nell’esempio, consentire di trasformare in una unica fotografia la selezione di dettagli che, pur basandosi su immagini altrui preesistenti, riescono a creare un’ulteriore risultato, autonomo e diverso, concettualizzando anche il nuovo risultato proposto.


Andiamo alla seconda: “Mosso sotto controllo nello scatto ma dal risultato incerto”.



Ambiente molto buio, illuminato solo dalla luce derivante dallo schermo dove staziona la proiezione di un filmato fotografico. Siamo nella sala di proiezione del “Centro Internazionale di Fotografia” dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo. Solo, con il mio amico Greg, abbiamo cominciato a sperimentare per puro diletto e senza una idea ben precisa. Impossibile poter scattare a mano libera, pur avendo impostato una sensibilità ISO alta.
Non disponendo di cavalletto, una certa stabilità della macchina fotografica è ricavata dall’appoggio della mano che l’impugna sullo schienale di una delle tante sedie presenti.
Il risultato, convertito in bianco e nero, appare gradevole per dare la sensazione di un’immagine onirica.


Terzo esempio: “Ricerca creativa”.



Situazione di stallo. Pieno sole a mezzogiorno quasi, che costituisce un pessimo momento per voler fare fotografia.
Un caldo sopportabile solo per un leggero vento che induce dei gabbiani stazionanti nel porto di Trapani.
Non ci sono idee particolari, quindi con gli amici si procede per ingannare il tempo in attesa di raggiungere il ristorante che ci aspetta.
Osservo che i gabbiani, sfruttando le correnti ascensionali, volano disegnando ampi cerchi: scelgo di inventarmi qualcosa e giocarci aggiungendo la silouette del palo della luce.
Oscurando così il sole ne viene fuori un gioco di equilibri, che realizza un circolo di tre gabbiani che volteggiano venendo a formare una piccola giostra. Dei piccoli tagli in post produzione consentono di correggere piccoli dettagli e eliminare elementi di disturbo: e il gioco è fatto!


Quarto esempio: “Riflessi e trasparenze”



Durante una classica scorribanda di reportage in un paesino dei Castelli laziali, mi avvicino a una vetrata che, a causa del sole che ribatte nella parete opposta, non consente di vedere cosa c'è dentro il locale.
Avvicino il viso fino a toccare e riesco a capire di cosa si tratta: è la sezione locale del MSI, con affisso al centro della parete un grande poster del segretario di Partito Giorgio Almirante. Mi piace la scena, il locale però è chiuso e inaccessibile.
Provo a sperimentare diverse soluzioni, alla fine opto per l’unica scelta percorribile che è quella di poggiare l’obiettivo direttamente sul vetro: foto del mitico segretario catturata.
L’era del digitale in questo caso è venuta d’aiuto nel posizionare al meglio l’ottica. Il risultato è sorprendente: il volto di Almirante rimane interamente assorbita dalla sagoma di me intento allo scatto e nel contorno rimane il riflesso assolato.
Costanza, curiosità e un po' di Fattore “C”.


Quinto esempio: “Occhio di mosca”.



Questo tipo di immagini, specie nel lungotevere romano, sono molto frequenti se, in periodo autunnale, si osserva per terra mentre si cammina in controluce al tramonto.
Nelle ultime ore di un pomeriggio assolato, in un momento di quiete, dopo una giornata ventosa, foglie ingiallite si isolano distaccandosi dai grandi ammassi che si accatastavano lungo i cigli nei marciapiedi dei vialoni che accompagnano il decorso del Tevere.
Nel caso, nel lungotevere del Quartiere Testaccio, l’ombra lunga di una leggera foglia disegna un’immagine meritevole d’attenzione.
Un granchio, un piccolo pipistrello, un oggetto marziano, ogni fantasia è possibile se staccata dall’oggetto che l’origina.
Ma l’insieme della foglia e della sua ombra fotograficamente mi risulta più intrigante.


Sesto esempio: “Foto del cazzeggio”.



Classica foto di quello che io amo chiamare “cazzeggio”.
Siamo in una agenzia assicurativa aspettando di essere ricevuti dal responsabile per realizzare delle foto all’immobile.
Chi mi accompagna ha con sé degli occhiali da sole con dei vetri verdi, nulla di particolare.
C’è ancora da attendere, me li faccio dare per un attimo, le poggio sul marmo adocchiato alla soglia d’ingresso e faccio degli scatti.
Nulla di particolare come risultato, solo una risposta alla voglia di volere scattare una foto e far passare più velocemente il tempo.


Settimo esempio: “Casualità e sbagli”.



Non è questa la foto che in origine ha generato l’idea.
Visitando la mostra di ....... al Centro Internazionale di Fotografia, cambiando sala, avevo dimenticato di variare l’apertura di diaframma dell’obiettivo.
Con un obiettivo molto chiuso, quindi, i tempi di esposizione di erano allungati oltre modo. Scattando a mano libera, un vero disastro.
Data un’occhiata per verificare, mi accorgo che le scie che si erano venute a creare risultavano intriganti.
Scelgo, quindi, un’immagine adeguata per sperimentare ancora.
Quello che si vede è il risultato che è stata poi scelto come copertina al mio libro “Fotogazzeggiando”.
La fortuna può aiutare se si ha il coraggio di osare e si colgono le opportunità che vengono offerte.


Ottavo caso: “Cogli l’attimo”.



Stazione ferroviaria madrilena Atocha, per l’imbarco sul treno veloce che portava a Valencia.
Non è ancora giorno mentre si avvicina una addetta al controllo. Alzo la macchina fotografica ritardando lo scatto, ma l’impiegata se ne accorge e, mentre mi dice che non posso fotografarla, il mio dito è già andato in quest’unico scatto.
Il soggetto fotografato era l’addetto al controllo dei biglietti e, durante il viaggio, mi ha sempre tenuto d’occhio.
Ma io ero già, con un po’ di fortuna, riuscito a cogliere l’attimo.


Nono caso: “Complicità”



Siamo a Piano Provenzana. Sono molti i turisti che si alternano a visitare i luoghi. Anche in estate, ne incontri pure molti nei camminamenti lungo i bordi dei crateri di bassa quota.
Una nordeuropea si accingeva a fotografare il compagno e il loro piccolo in una panoramica con la piana di Catania sullo sfondo.
Chiedo anch’io di fare una foto, ma ricercando qualcosa che sappia di diverso. Per farmi capire, simulo al soggetto un saltello, lui afferra l’idea e acconsente al gioco.
Il risultato è riuscito a superare il banale. Certe volte basta solo chiedere.


Decimo e ultimo esempio: “Rivelazioni di Post produzione”.




Per chiudere un caso fortunato, non percepito in fase di scatto.
Siamo a Trapani, in prossimità del porto, dove regolarmente stazionano moltitudini di gabbiani che accompagnano i rientri in porto dei pescherecci.
Fotografare questi uccelli è sempre interessante, specie quando il vento soffia abbastanza. Capita, quindi, di fare molteplici scatti e talvolta pure in successione, ma i risultati non sono mai facili per tanti fattori casuali che concorrono e incidono. Nel caso esposto è capitato un caso ultra fortunato per la inusuale postura assunta dall’uccello.
La cosa bella è che non l’ho proprio fotografato con coscienza, mi sono solo accorto della posa solo nel guardare i files in fase di post produzione.
Una tipica testimonianza di come tante volte certe immagini derivano molto dal caso.

Tutte le foto esposte in questo articolo costituiscono testimonianze dirette sul fatto che non sempre la didattica determina i risultati e come spesso sono tante le concause che vi concorrono.
Conoscere tecnica e regole è comunque e sempre importante, specie quando aiutano a ottimizzare anche le opportunità offerte dal caso.
Difficile, comunque, che in un workshop o in qualunque corso ci insegnino a gestire queste occasioni, legate ad attimi e a prontezze.
In casi dove governa l’imprevedibile, l'immediata lettura è governata molto anche dall'intuito e dalla fantasia.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

martedì 29 marzo 2022

“Ruba come un artista” di Austin Kleon



Pierfrancesco Favino, l’attore, durante un suo intervento in una recente trasmissione televisiva pomeridiana, venne a raccontare che in occasione dell’ultima festa del papa’ le sue due figliole gli avevano fatto trovare in casa una serie di bigliettini, disseminandoli lungo il suo percorso abituale mattutino. Una specie di caccia al tesoro in territorio domestico.

I biglietti riportavano tanti pensierini di augurio e altro ancora; quello per lui piu’ bello era stato scritto dalla figlia maggiore. Volle raccontarlo, in una sintesi, evidenziando come la primogenita gli scriveva che l’insegnamento più grande che aveva ricevuto da lui non erano i tanti discorsi, le raccomandazioni, i rimproveri, ma l’esempio dato come padre; cioè con quel messaggio equilibrato e composito manifestato attraverso il vivere quotidiano, che non necessita di parole esplicite ma che costituisce un modello da osservare sempre, per rubarne l’essenza e adattarlo a se stessi.

In un piccolo volume, Austin Kleon suggerisce come imparare a copiare. Diverse sono le citazioni richiamate allo scopo, come quella di T.S. Eliot che recita: “i poeti immaturi imitano, i poeti maturi rubano; i cattivi poeti rovinano ciò che prendono, mentre quelli buoni ne traggono qualcosa di meglio, o almeno qualcosa di diverso. Il buon poeta amalgama ciò che ruba in un sentire complesso che risulta unico, assolutamente diverso da ciò da cui è stato tratto”.

Citando poi Jonathan Lethem riporta che “qualcosa è originale, nove volte su dieci, perché non si conoscono i dettagli delle fonti”. Poi riportando un pensiero di Andrè Gide “Tutto ciò che era necessario dire è già stato detto: ma visto che nessuno stava a sentire, bisogna ripetere di nuovo ogni cosa”.

Un libretto di piccole fattezze, questo di Kleon, con una raccolta di pillole di tanti autori e con anche delle sue considerazioni che inducono a riflettere sul fatto che, in sostanza, tutti gli artisti rubano e imparano a copiare idee per cercare di essere più creativi, nel lavoro e nella vita (edizione Vallardi del 2012, che ha avuto nel tempo molte ristampe).

Sia l’aneddoto di Favino che il saggio di Austin Kleon possono essere ribaltati nell’apprendimento in fotografia. Anche in questo caso buoni insegnamenti e metodi di apprendimento sono pressocchè similari.

In altra circostanza si è avuto modo di parlare di passione e di talento, ma anche qui valgono più gli esempi dei maestri, che costituiscono i veri strumenti che aiutano nel far uscire il potenziale in chi ha qualcosa da dire.

Workhop e corsi di fotografia in genere, quindi, frequentati principalmente per affinare conoscenze diventano, per gli allievi, occasioni non soltanto per apprendere nozioni o imparare tecniche nuove, ma anche opportunità che consentono di porre l'attenzione sugli insegnanti; non tanto marcandoli stretti per poi operare un semplice copia-incolla ma osservandoli all’opera, nel loro lungo sguardo, catturando scelte e tempi nel loro fare distratto.

Altro aspetto importante è anche la voglia di ricerca. Già in un altro scritto si venne a parlare dell’irrequietezza che è insita in fotografi intrapredenti, i quali, a prescindere dall’aver eventualmente raggiunto un riconosciuto valore, continuano sempre a sperimentare, rinnovandosi attraverso continue prove.

Per loro, mettersi in discussione e rischiare non è mai un problema, anzi è quel fuoco miscelato di curiosità e di divertimento che costituisce una molla che alimenta voglie creative. In questa chiave, del resto, sono infiniti i percorsi percorribili.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

mercoledì 23 marzo 2022

"La forma della musica" di Sura Bizzarri



La nostra Sura narratrice stavolta propone una sua riuscita "scrittura sonora" di una famosa favola sinfonica, sulla quale in diversi si sono cimentati nel ricercarne letture ed esecuzioni originali.
La cadenza delle frasi e delle parole, con un pò di fantasia, lasciano infatti immaginare i singoli strumenti nell'esecuzione di versatili musicisti impegnati in un corcerto, con tutti i crescendi e le pause che potranno essere, al termine della lettura, verificate nel confronto con lo spettacolo accessibile su You Tube che, per evitare delle distrazioni, si andrà ad indicare alla fine del racconto.

Buona lettura.

© ESSEC

--

"La forma della musica" di Sura Bizzarri ©

Dall’altopiano vedevo le luci della città, lontane, nell’aria diafana e spessa di tanta distanza. La sera quelle luci brillavano forte, al pari e più delle stelle. E i suoni che riuscivano a raggiungermi erano piccoli boati ovattati, squarci nel silenzio dell’orizzonte che dilatavano i confini ristretti del mio territorio. La fattoria, le mucche, il rumore delle zappe che affondavano nel terreno.
La limpida esattezza dei gesti degli uomini nei campi. E quelli delle donne, ripetuti con monotona ma viva continuità nelle cucine. Ero sopraffatto dal mio mondo, dalla sua saggezza, dalla manualità con la quale era capace di trarre sostentamento dalla natura.
Quella era la mia musica, la prima che conobbi, la più importante. Il muggito delle mucche, le loro campane nel vento, il belare delle pecore, il suono delle seghe, le voci degli uomini, i loro canti senza strumenti. La mia musica era il tonfo degli scarponi nei solchi allagati dopo le piogge, era il fruscio della stoffa lungo gli attrezzi e il respiro gonfio di erba degli animali.
Il mio suono era la lentezza, quella dei gesti antichi e quella dell’attesa, l’attesa perenne. Delle stagioni, dell’essiccamento dell’erba accumulata, della maturazione dei frutti e delle messi in estate.
L’attesa della tosatura e del sabato sera per incontrare gli altri, della domenica per riposare. L’attesa confusa ma evidente che qualcosa evolvesse, che il grumo che sentivo in gola trovasse il coraggio di esplodere. E quell’attesa io la misuravo col ticchettio dell’orologio sulla parete della cucina, a sinistra della stufa, col continuo soffio dei miei respiri, col rintoccare delle campane e i rumori domestici. Con le voci di casa mia.
Sono stato cresciuto nella gratitudine, ho sempre ringraziato per quello che avevo. La mia gatta nera era nervosa, si lasciava accarezzare ma di tanto in tanto tirava fuori gli artigli. Ho sempre reso grazie di avere al mio fianco una pantera così lucente. Così come ho apprezzato le mie gambe forti che mi portavano in alto, sui monti con gli animali. Ho trovato conforto nella solitudine e nel suono delle grandi vallate vuote percorse dal vento che si soffermava nei tiepidi passaggi fra le rocce. E nel ticchettare della pioggia sul terreno solido che si scioglieva in zaffate di polvere.
Il mio poco, il mio niente ha riempito la mia vita.
Il suono del mio territorio era la musica, l’unica che io conoscessi. Le luci lontane, le voci che in certi giorni di vento arrivavano fino a me mi davano coscienza che il mio tutto era in realtà un contenitore. E, a quel pensiero, il suo perimetro si incrinava.
La curiosità mi spingeva a pensare, a immaginare la città. Quella che stava là sotto e alle tante città che popolavano la terra, come galassie lontane. Troppo lontane, impossibili da raggiungere, solo da immaginare come semplici immagini proiettate. Ma i loro suoni, che percepivo lontani, ne facevano cose vive.
Fu la solitudine a spingermi all’ascolto dettagliato di qualsiasi rumore. Li incameravo, li setacciavo, li scomponevo in ogni loro più piccolo componente. E, sempre in solitudine, ritmavo le loro sequenze coi legnetti.
Ero un registratore; concatenavo i muggiti delle mucche, i cinguettii degli uccelli e i gorgogli dell’acqua del fiume intorno ai sassi o ad altri piccoli ostacoli fino a ricavarne, nella mia testa, colloqui, frasi elaborate e sinfonie.
Fu una sera; mi ero attardato col gregge fino all’ora blu del crepuscolo. Quando cominciai a scendere l’aria si faceva tagliente. La sera era completamente serena, il cielo grande e sgombro, la luna bassa riempiva il suo cerchio di pallore e l’aria si muoveva senza una direzione precisa. Uno strano nervosismo scorreva nelle mie vene, trasmesso dalla paura innata del gregge per l’oscurità.
Il suono del vento era pulito, i passi delle pecore picchiottavano il terreno già indurito dalla sera.
Non facevo che guardarmi intorno mentre lontano la città cominciava ad accendersi.
L’aria impazzita di uno strano vento scomposto portava odori ancora caldi di sole e lievi fruscii accidentali si mescolavano all’ondeggiante avanzare del gregge.
Girando appena lo sguardo oltre i fruscii più immediati scorsi due occhi che attraverso la vegetazione si muovevano ansiosi. Mi soffermai appena, abbassai lo sguardo sulle scarpe e mi piegai ad allacciarle, per prendere tempo, per valutare meglio il pericolo.
Il suono di quella sera era un movimento lento che cresceva in piccoli dettagli veloci. Era un suono fluido, che scorreva e si arricchiva di elementi inaspettati. La mente elaborava freneticamente, attenta alla guida del gregge ma catturata al contempo da mille stimoli.
La sinfonia cresceva, impazzita, fra i rumori che giungevano lontani, ovattati, tradotti e predigeriti dalla distanza e quelli più vicini, fragranti, racchiusi dal cerchio del gregge, dal suo fiato caldo che profumava dell’erba appena brucata, circondati dagli scricchiolii sinistri del bosco.
La presenza che avevo percepito era un suono basso che ci seguiva; riuscivo a percepirlo, a distanza sempre più ravvicinata, nella mescolanza degli altri suoni che componevano la sinfonia della discesa. Quel suono profondo ci tallonava, a tratti lo intuivo limpidamente, da destra, da sinistra, dappertutto. Era una nota imprevista; non che fosse stonata, non che dissentisse dall’amalgama degli elementi, al contrario completava e arricchiva perfettamente la composizione. Al contempo, in suo interloquire basso e aritmico era la voce del pericolo.
Il gregge procedeva incurante ma il suo suono disperso nell’aria della sera aveva una nota indecisa, timorosa, quasi malinconica. Il suo biascicare tremolante, la nota stridula dei capi più giovani, il lento mormorio di quelli attempati e consci delle distanze erano la musica dei fragili, degli esposti ai possibili imprevisti, degli indifesi. E man mano che la figura intravista appariva occhieggiando ai lati del nostro cammino il cielo terso e immobile lanciava sibili di turbolenze lontane. Il gregge stesso, in un clima di crescente presagio, cominciava a intuire. Il belato si intensificava in andanti mossi e il percorso appariva ancora lungo.
Avevo commesso un’imprudenza nell’attardarmi fino all’imbrunire, ma nell’agitazione dell’evidente pericolo avvertivo la sfida di qualcosa che stava nascendo, di un’intuizione, di un’emozione complessa che si faceva duttile e che si lasciava tradurre in musica, nella mia musica, quella composta dai suoni che collegavo e mettevo in continua comunicazione creativa.
Le incursioni della figura si facevano sempre più ravvicinate e taglienti, tanto che le pecore cominciavano ad ammassarsi e sovrastarsi scompostamente, a rompere la monotona cadenza della discesa. L’andante mosso era diventato un rapido, la sinfonia stava acquisendo aria e forza.
Gli archi della vegetazione sollecitata e mossa dal nostro passaggio suggerivano il trascorrere del tempo. Ad ogni passo successivo la sinfonia diventava più piena e completa. Il suono di quel momento, la fotografia emotiva di uno spazio temporale.
Il mio cuore ora si aggiungeva martellante, un tamburo di verità. E l’agitazione del gregge, i passi veloci ma incerti, il chiaro odore del pericolo nelle loro narici, forte come quello del sangue, come il sapore metallico della macellazione era moltiplicato dall’oscurità e dall’affollamento. Ed un’ulteriore grancassa, più profonda e sicura, quella del lupo che compariva a tratti, sempre più vicino, da direzioni diverse, anch’egli impaurito e ridotto ai minimi termini ancestrali, proprio come noi.
I sensi all’erta, il suono del suo, del mio cuore, della moltitudine dei cuori che nel gregge martellavano tribalmente.
Quella che percepivo era la sinfonia crescente della vita, della lotta, della esemplificazione più spicciola dell’emozione.
La paura, su tutto. E la fuga. Le luci lontane e il buio profondo che mi poneva inevitabilmente davanti alle mie possibilità, alle capacità. Io stesso era la notte. Il blu del crepuscolo era dappertutto. Ed era musica, anch’esso.
Gli occhi dell’animale erano estremamente vicini, avvertivo il loro tocco fulmineo, il loro sfavillare. Cercavano, si insinuavano fra le pecore, valutavano. Si muovevano fra le stoppie, mi guardavano, sondavano il mio stato d’animo, studiavano ogni angolazione, le zampe tremanti pronte al balzo improvviso.
E i miei occhi, dilatati, sovraesposti all’aria serale, erano i fari della mia percezione, erano la bussola che mi guidava, i fiumi attraverso i quali nuotare via veloci e schivare l’agguato. Erano le armi che avrebbero potuto salvarci.
Il suono stridulo del sangue che percorreva e gonfiava i capillari fu il completamento della mia sinfonia, lo stantuffo dei battiti cardiaci nelle orecchie era un sottofondo che dava forza e genuinità alla composizione. Che la rendeva sanguigna e vera e autentica.
Mi soffermai leggermente mentre i miei timpani sembravano impazzire e la testa si lasciava intorpidire da un formicolio che quasi mi toglieva equilibrio.
Guardai in basso, valutai le distanze, lasciai che il gregge si stringesse come un gomitolo di lana ben tirato e alzando gli occhi lui era lì, davanti a me, le quattro zampe dritte e forti, gli occhi fissi. Il suo fiato si addensava come nebbia, le orecchie ben dritte erano antenne formidabili.
In quel momento il mio corpo si sciolse completamente e ogni fruscio, ogni leggero suono aggiuntivo, ogni movimento diventò parte integrante della mia musica.
I miei sensi erano completamente sintonizzati sui suoni che mi circondavano che, fondendosi, alternandosi e scambiandosi racchiudevano e moltiplicavano il senso di quell’esperienza.
La scena rimase immobile. Il corpo del lupo teso ed efficiente, il mio abbandonato, accecato e annientato, il gregge completamente immobile.
Il silenzio racchiudeva l’emozione di ognuno di noi ed evocava tutto ciò che era trascorso. Davanti a noi l’inesplicabile volontà del futuro, che esulava dalle nostre volontà e le sopraffaceva.
I muscoli tesi del lupo erano pronti al balzo quando un suono inaspettato si accavallò agli altri. Non si trattava dei rumori forti dei lavori degli uomini, né del canglore delle stoviglie, era in realtà un suono molto semplice, elementare. Uno scricchiolio che non proveniva immediatamente dalla nostra scena. Evidentemente qualcuno si stava avvicinando. Uomini, animali, presenze celate dal buio. Un piccolo particolare interveniva a turbare la tensione.
Anche le cose più insignificanti hanno un loro ruolo e ad esse ci aggrappiamo con ferocia e fermezza quando la posta in gioco è estrema. In realtà quel momento fu probabilmente deciso dal caso; chiunque stesse esplorando la foresta, lì vicino a noi, chiunque si aggirasse alla ricerca del suo gregge, a caccia, o solo a consumare un incontro d’amore riuscì a minare il perfetto equilibrio che teneva tutti noi fermi, ognuno in attesa della decisione dell’altro. In attesa della detonazione.
Il mio straniamento si aggrappò a quel suono e gli occhi bassi, intenzionalmente puntati sul terreno, si alzarono per incrociare quelli del lupo. Le orecchie fischiavano forte quando i nostri sguardi si unirono, pupilla contro pupilla. Ci sondammo a vicenda cercando le nostre intenzioni; paura, solo paura riuscii a captare negli occhi fermi del lupo. Le sue orecchie, al pari delle mie, tentavano di capire da quale parte giungesse la presenza che avevamo intercettato.
Il tempo è un parametro oggettivo ma può dilatarsi o contrarsi durante esperienze particolari.
Quel momento che oggettivamente durò in tutto qualche minuto stabilì fra l’animale e me un legame che appariva duraturo, nel quale la mia e la sua volontà improvvisamente erano diventate la stessa. Fuggire. Tornare ognuno al suo ambiente, riconoscere la musica usuale del nostro tempo, quella che ci aveva cresciuti e accompagnati fino a quel momento.
Non ci furono slanci, il lupo non si gettò sul gregge, io non imbracciai bastoni per difendermi, le pecore rimasero ferme e mute in uno stato d’animo che, modulato sulle nostre capacità di sentire, investì tutti contemporaneamente.
Non ho mai capito chi fosse intervenuto a salvare le nostre vite, così come non ho mai saputo se il lupo ci avrebbe veramente attaccati o se, anch’egli intimorito, volesse solo difendere il suo spazio.
Quell’esperienza è riuscita però a indirizzare la mia vita, a dipanare il groviglio di sensazioni che mi spingevano verso la conoscenza, verso l’apertura a nuove realtà e al contempo mi legavano sempre più saldamente al mondo atavico che mi aveva concepito e che sentivo come un guscio capace di proteggermi da quello che sarebbe stato.
Nel crepuscolo di quella sera calma ed uguale ad ogni altra sera ho palpato con ogni mio senso la forma della musica.
E nel tempo a venire, forte di quella consapevolezza che ha cambiato il mio modo di udire i suoni ho composto la mia opera più cara, “Pierino e il lupo”.
Ringrazio i boschi, il vento, l’ora blu dell’imbrunire nella quale mi sono attardato, tutti i suoni che hanno accompagnato la mia vita... e il lupo.
(Sergej Sergeevic Prokof’ev)

Di seguito il link per poter visionare lo spettacolo bolognese di "Pierino e il Lupo" di Prokof'ev (nella versione: Abbado-Benigni), trasmessa anche dalla RAI: https://youtu.be/cwXXUwcKWUQ

domenica 20 marzo 2022

“Universi silenziosi” di Arianna Di Romano



Una fotografia coinvolgente la sua. “Universi silenziosi” di Arianna Di Romano, curata da Gabriele Accornero, è una mostra molto bella, allestita in uno spazio originale che esalta anche le immagini proposte, dove forse unico difetto – se proprio lo si vuole ricercare come pelo nell’uovo - potrebbe essere costituito da dei noiosi riflessi causati da una illuminazione problematica, causata dal posizionamento di potenti faretti.
Tranne alcune eccezioni, ogni singola immagine costituisce di per sé un racconto che, in qualche modo, per chi ha visitato i luoghi fotografati, ha anche la forza di far rivivere esperienze analoghe - e un po’ dimenticate - fatte in passato in viaggi asiatici o in scorribande con amici effettuate in giro per i paesi di Sicilia.
Le fotografie esposte dalla Di Romano, a Palazzo Branciforte di Palermo, nell’evento che si chiuderà il prossimo 19 giugno, le sconoscevo e nemmeno conoscevo l’autrice.
Al riguardo devo confessare che è stata, quindi, una gran bella sorpresa potere ammirare una moltitudine di scatti che, in alcuni casi, oltre all’indubbio fascino esotico, catturano immediatamente lo sguardo dello spettatore.
Come si usa dire, le foto della Di Romano bucano (e di più, almeno per me, quelle in bianco e nero) e durante la visita si resta folgorati dinanzi a molte opere che assumono anche un maggiore spessore nel particolare contesto architettonico in cui è ospitata. 
L’ingresso nell’occasione è stato gratuito, come capita spesso alle inaugurazioni, ma il costo del biglietto previsto per le visite, almeno per gli appassionati di fotografie - e non solo per loro - costituirà un piccolo piacevole obolo in relazione all’occasione offerta di venire a conoscere angoli delle bellezze del Palazzo Branciforte e potere ammirare le tante belle fotografie di Arianna Di Romano esposte.
Di certo è ancora un’importante opportunità culturale per la Città di Palermo, che presenta una mostra fotografica dove, molte delle immagini, si richiamano ai canoni di un certo modo di fare fotografia che fa assaporare il gusto delle opere d’autorevoli e famosi fotografi.
Per inciso, in parallelo, della stessa autrice è allestita a Ferrara la mostra dal titolo “Oltre lo sguardo” (Palazzina Marfisa D’Este dal 20 febbraio al 12 giugno 2022), curata da Simonetta Sandri, che propone tante altre foto del suo già ricco archivio.
La mostra di Palermo, qualora ce ne fosse stato bisogno, costituisce l’ennesima riprova che sono molti i talenti italiani che riescono a sviluppare una fotografia autorevole e che, alla cura dell’estetica, associa una narrativa che oltrepassa l’immagine.
Per avere maggiori informazioni sull’autrice e la sua fotografia si potrà accedere al suo sito web.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

P.S. - Una sintesi della mostra nello slide show postato su You Tube

sabato 12 marzo 2022

Serate Fiaf: "Parliamo on line di fotografia" con Enrico Genovesi



Enrico Genovesi è uno dei pochi fotografi che fanno della generosità un loro punto di riferimento, il che rappresenta un aspetto di forza del suo messaggio.
Le sue tante foto e progetti offrono elementi che tendenzialmente confondono e miscelano le interiorità del fotografo con quelle del soggetto fotografato.
La fotografia di Enrico può, anche per questo, essere definita “coinvolgente e partecipativa”. Nel senso che con le sue immagini il fotografo cerca di condurre l’osservatore a immedesimarsi nelle umanità da lui rappresentate. L’aspetto introspettivo si fonde con complicità, in sintonia e piena empatia.
Le immagini traspaiono un aspetto quasi cameratesco con i soggetti fotografati. In ogni caso, le tematiche più generali pongono in attenzione sempre delle particolarità che riconducono al singolo come individuo.
Nelle sue fotografie non c’è mai una prevenzione o prevaricazione. Il suo approccio è sempre aperto, per andare a leggere e ricercare in ogni occasione qualunque opinione e ogni punto di vista.
Il fideistico, l’agnostico o il laico non costituiscono barriere e nemmeno una differenziazione nell’approccio o nel conseguente sviluppo estetico: quindi, le caratteristiche specifiche del soggetto/oggetto preso a tema da svolgere ha di per sé e sempre poca importanza nell'analisi e nella realizzazione del progetto.
La sua è una fotografia abbastanza obiettiva (per quanto possa essere veritiero ogni scatto fotografico, sempre parziale e personale rispetto alla realtà che si inquadra, in una scelta comunque selettiva) che, alle sedimentazioni di studio, associa una sensibilità personale, per proporre una lettura degli ambienti e delle persone, ogni volta che la viene a rappresentare.
Nomadelfia, per certi versi, tende a creare oggi una sintesi del suo modo di fare fotografia.
In questo suo ultimo progetto Enrico, infatti, mette a frutto le tante esperienze accumulate e maturate negli anni, con in piu' la sua maggiore affinata sensibilità.
Il tutto per raccontare attraverso due piani di livello di messaggio: un primo essenzialmente estetico artistico, che blocca l’occhio di chi osserva, un secondo che induce a cogliere il contenuto concettuale di quanto viene proposto.
La scelta del bianco e nero contribuisce alla pulizia fotografica offerta, scevra di possibili elementi di disturbo o distrazione.
Chissa? Forse, per Enrico, il progetto Nomadelfia nasce inconsciamente dalla necessità di mostrare formule alternative alle tante solitudini incontrate, spesso camuffate o messe in secondo piano da altre impellenti esigenze primarie. Con la sua operazioni vuole forse mostrare e dire che alternative o diverse possibilità praticabili esistono? Riconoscendo a tutti, eventualmente e comunque, una assoluta libertà individuale, qualunque sia la possibile scelta.
Sotto l’aspetto della tecnica fotografica le quinte, per Enrico, sono un elemento compositivo frequente, scelto sempre con cura, che talvolta risulta pure fondamentale per andare a indirizzare al suo messaggio fotografico - e non solo - che ha pensato e voluto.
Rimane da osservare un aspetto che tanto comune non è e che riguarda la generosità di cui si è detto all’inizio. Genovesi, annoverato fra i lettori Fiaf di Portfolio, è un fotografo che trasmette attraverso una didattica diretta l’arte del fotografare e, anche, costituisce un raro caso dove l’esperto si configura con un conclamato bravo fotografo: senza offesa per nessuno, non è roba da poco.
Considerata la giovane età di Enrico Genovesi c’è da attendersi per il futuro la realizzazione di tante nuove sorprese.
Per concludere, per chi volesse maggiormente approfondire l’argomento, si consiglia la visione della serata streaming che gli ha dedicato la Fiaf lo scorso 24 febbraio, condotta da Claudia Ioan e impreziosita da pillole di saggezza fotografica di Silvano Bicocchi:

https://www.youtube.com/watch?v=m-TYl3BnQPA&t=150s

Buona luce a tutti!

© ESSEC

domenica 6 marzo 2022

La differenza non la fa la passione ma il talento.



In una bellissima intervista, dove Pupi Avati raccontava del suo incontro con Lucio Dalla, ad un certo punto si affermava una grande verità che da sempre ci accompagna e che spesso siamo portati, forse anche volutamente, a dimenticare ovvero quella che in campo artistico la differenza non la fa la passione ma il talento.
A tal proposito, per la sua grande passione di clarinettista jazz, raccontava che ebbe a patire realmente verso Lucio Dalla la famosa sindrome che il Salieri aveva vissuto con il genio di Mozart; avendo anche lui provato un'enorme invidia per il talento di Dalla musicante; tanto da indurlo a disamorarsi dalla sua viscerale passione musicale, fino ad abbandonare l'impegno professionale con il gruppo jazzistico in cui entrambi si erano ritrovati a militare.
Il racconto fortemente partecipato da Avati evidenziava come, oltre all’impegno profuso, specie in campo artistico erano le caratteristiche individuali innate quelle che andavano a determinare i presupposti necessari alla riuscita e che quasi sempre portano al successo.
Un artista, quindi, non può crearsi da sé a tavolino, né gigionare su improbabili alchimie e dosaggi per il raggiungimento di un proprio desiderata.
Quasi sempre chi ha qualcosa da dire trova un suo modo per esprimere il proprio talento e, se ha poi l’opportunità di trovare il pigmalione attento e si farà forgiare da lui, potrà sviluppare e affinare al meglio le originalità che potenzialmente sarà capace di esprimere.
Di regola dietro ogni bravo artista c’è sempre un maestro che ne avrà colto il talento e che, se generoso, avrà modo di aiutarne il percorso. Come pure un bravo artista è quello che non si basa sui titoli già raggiunti ma colui che continua la ricerca, per sperimentare e perfezionare sempre possibili nuovi modi, assecondando naturalmente il proprio istinto.
L’irrequietezza impegnata a ricercare percorsi diversi di verità è il naturale perseguimento d'intenti, per raggiungere il potenziale che si sarà capace d’esprimere.
Per quanto ovvio, la genialità di certo non potrà mai essere insegnata ma l’apprendimento e lo studio aiuteranno nell’evoluzione di un percorso artistico, come accade in genere nella ricerca applicata per una maggiore qualità apportabile alla vita.
Paradossalmente poi un’invidia di per sé, se vissuta in maniera sana, può anche non rappresentare un fatto negativo. Talvolta, anzi, può costituire una dote per consentire di cogliere meglio le differenze; i limiti delle proprie banalità a confronto di chi è dotato di un'autorialità spontanea.
Cosa che può indurre a prendere atto e coscienza, in maniera serena e intelligente, del nostro potenziale limite conseguibile, riconoscendo agli altri anche quelle capacità che per noi naturali non sono.
“Mettiti sempre con chi ne sa più di te se vuoi crescere” era il motto che mi è stato insegnato da bambino. Seguire il percorso di chi può farci ombra può aiutare a cogliere dettagli, indispensabili e utili e a saper a poco a poco "rubare" il mestiere, specie se si è in qualche modo - a propria volta - votati a questo (riguardo al mestiere naturalmente).
Del resto è risaputo che nel copiare personalizzando sono richiesti esercizio e abilità; che anch'essa è un'arte e non è cosa alla portata di tutti.
Ritornando alla considerazione di partenza, che cioè la differenza non la fa la passione ma il talento, il mio pensiero vola agli anni ottanta, periodo in cui ho conosciuto l’amico Luigi Cocuzza, che già a quel tempo di questa massima ne aveva fatto una sua convinzione, nell'ambito della fotografia e non solo.

Buona luce a tutti!

© ESSEC

Archivio blog

Post più popolari ultimi 7 giorni

Questo BLOG non è una testata giornalistica: viene aggiornato con cadenza casuale e pertanto non è un prodotto editoriale (ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001) bensì un semplice archivio condiviso di idee e libere opinioni. Tutto ciò ai sensi dell'art.21 comma 1 della Costituzione Italiana che recita come: TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

Dissertazioni su Street Art, ne vogliamo parlare? A cura di Toti Clemente

Dissertazioni su Street Art, ne vogliamo parlare? A cura di Toti Clemente
Dissertazioni su Street Art. Ne vogliamo parlare?

Post più popolari dall'inizio

Lettori fissi

Visualizzazioni totali

Economia & Finanza Verde

Cagando todos somos iguales

Cagando todos somos iguales
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può, pertanto, considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001

Un'immagine, un racconto

Un'immagine, un racconto
La fotografia è in genere un documento, la testimonianza di un ricordo che raffigura spesso persone e luoghi, ma talvolta può anche costituire lo spunto per fantasticare un viaggio ovvero per inventare un racconto e leggere con la fantasia l’apparenza visiva. (cliccando sopra la foto è possibile visionare il volume)

Etichette

"Sbankor" (2) 10 storie del Cavaliere (10) Abbate Ciccio (1) Abbate Lirio (2) Accolla Dario (1) Accorinti Renato (1) Adinolfi Massimo (1) Aforismi (18) Ai Weiwei (1) Aiosa Lorella (2) Al Capone (1) Alberton Mariachiara (1) Alfano Angelino (2) alias C215 (1) Alice ed Ellen Kessler (1) Alinari Luca (1) Allende Isabel (1) Allievi Stefano (1) Almerighi Mario (1) Amato Fabio (2) Amato Giuliano (2) Ambrosi Elisabetta (1) Amurri Sandra (1) Andreoli Vittorino (4) Andreotti Giulio (4) Andrews Geoff (1) Aneddoti (21) Angela (1) Angelo Rivoluzionario (1) Annunziata Lucia (2) Anselmi Tina (2) Anzalone Morena (1) Articoli (2069) articolo (10) ARVIS (2) Ascione Marco (1) Assange Julian (1) Assante Ernesto (2) Attias Luca (1) Augias Corrado (2) Autieri Daniele (1) Avedon Richard (1) Avveduto Virginia (1) B1 (2) Bachis Roberto (1) Baglioni Angelo (1) Bagnasco Angelo (1) Ballarò (1) Balocco Fabio (1) Banca d'Italia (31) Banche & Finanza (61) Baraggino Franz (1) Barbacetto Gianni (3) Barbareschi Luca (1) Barbera Davide (1) Barca Fabrizio (2) Barone Giacomo (1) Barra Francesca (1) Basile Gaetano (2) Bassi Franco (1) Basso Francesca (1) Battaglia Letizia (10) Battiato Franco (8) Battisti Lucio (1) BCE (1) Beccaria Antonella (1) Beha Oliviero (3) Bei Francesco (1) Belardelli Giovanni (1) Belardelli Giulia (3) Bellantoni Pietro (1) Beltramini Enrico (1) Bene Carmelo (1) Benedetti Carla (1) Benetazzo Eugenio (1) Benigni Roberto (1) Benincasa Giuseppe (1) Benni Stefano (35) Berengo Gardin Gianni (1) Bergoglio Jorge Mario (2) Bergonzoni Alessandro (10) Berlinguer Bianca (1) Berlinguer Enrico (4) Berlusconi Silvio (17) Bernabei Ettore (1) Bersani Pierluigi (3) Bertini Carlo (1) Bertinotti Fausto (1) Bertolini Gregorio (2) Bertolucci Lionello (1) Biagi Enzo (26) Bianca Nascimento Gonçalves (1) Bianchi Enzo (1) Bianchini Eleonora (3) Bianchini Gabriella (1) Bianconi Giovanni (1) Bicocchi Silvano (5) Bignardi Daria (1) Bilderberg (1) Billeci Antonio (2) Billi Debora (1) Billitteri Daniele (1) Bindi Rosy (1) Bini Flavio (2) Biondani Paolo (1) Biscotto Carlo Antonio (1) Bisio Caludio (1) Biussy Nick (1) Bizzarri Sura (7) Blair Cherie (1) Bobbio Norberto (3) Bocca Giorgio (7) Bocca Riccardo (1) Bocconi Sergio (1) Boggi Paolo (1) Boldrini Laura (1) Bolzoni Attilio (2) Bongiorno Carmelo (3) Bongiorno Giulia (1) Bongiorno Mike (1) Bonini Carlo (1) Bonino Carlo (1) Bonino Emma (1) Borghi di Sicilia (1) Borromeo Beatrice (3) Borsellino Paolo (4) Borsellino Rita (1) Borsellino Salvatore (2) Bossi Umberto (2) Botti Antonella (1) Bowie David (1) Bozonnet Jean-Jacques (1) Bracconi Marco (4) Brambrilla Michele (1) Branduardi Angelo (2) Breda Marzio (1) Brera Guido Maria (1) Brusini Chiara (1) Bucaro Giuseppe (1) Buffett Warren (1) Buinadonna Sergio (1) Bukowski Charles (1) Buonanni Michele (1) Burioni Roberto (1) Busi Maria Luisa (1) Buttafuoco Pietrangelo (1) Buzzati Dino (1) Cacciari Massimo (3) Cacciatore Cristian (1) Cacioppo Giovanni (1) Calabresi Mario (4) Calabrò Maria Antonietta (1) Calderoli Roberto (1) Callari Francesco (1) Calvenzi Giovanna (1) Calzona Piero (1) Camilleri Andrea (25) Cammara Nuccia (2) Cammarata Diego (1) Campanile Achille (13) Campi Alessandro (1) Campofiorito Matteo (1) Cancellieri Anna Maria (3) Canfora Luciano (1) Canini Silvio (1) Cannatà Angelo (1) Cannavò Salvatore (3) Cantone Raffaele (1) Canzoni (19) Caponnetto Antonino (1) Caporale Antonello (4) Caprarica Antonio (4) Carbone Chiara (1) Carchedi Bruno (1) Carli Enzo (1) Carlisi Franco (2) Carmi Lisetta (1) Carminati Massimo (1) Carofiglio Gianrico (2) Carpenzano Emanuele (1) Caruso Cenzi (1) Casaleggio Gianroberto (1) Caselli Gian Carlo (5) Caselli Stefano (2) Caserta Sergio (1) Cassese Sabino (1) Castellana Giovanni (1) Castigliani Martina (1) Cat Stevens (1) Catalano Carmela (3) Catalano Massino (2) Catilina Lucio Sergio (1) Cavallaro Felice (2) cazzegio ma non tanto (1) Cazzullo Aldo (1) Ceccarelli Filippo (2) Cedrone Giovanni (1) Cei Enzo (1) Celentano Adriano (3) Celestini Ascanio (12) Celi Lia (1) Centro Paolo Borsellino (1) Cerami Gabriella (1) Cernigliaro Totò (1) Cerno Tommaso (1) Cerrito Florinda (3) Cetto La Qualunque (1) Change.Org (1) Chessa Pasquale (1) Chi controlla il controllore? (1) Chiarucci Giancarlo (1) Ciancimino Massimo (3) Ciancimino Vito (2) Ciccarello Elena (1) Cicconi Massi Lorenzo (1) Cicozzetti Giuseppe (1) Cimato Claudia (1) Cimò Valeria (1) Ciotti Luigi (1) Cipiciani Carlo (1) Cirino Mariano (1) Citelli Zino (1) Cito Francesco (5) Civati Giuseppe (1) Claudel Paul (1) Clemente Toti (2) Cocuzza Luigi (1) Colletti Giampaolo (1) Collini Pietro (1) Colombo Furio (4) Colombo Gherardo (6) Coltorti Fulvio (1) Conte Giuseppe (9) Conti Paolo (1) Copasir (1) Coppola Gerardo (11) copyright (1) Cordà Eliane (1) Cordero Franco (1) Cornaglia Carlo (2) Corsi Cristina (2) Corsini Daniele (29) Cortese Renato (1) Cosimi Simone (1) Costamagna Luisella (9) Covatta Giobbe (1) Covid 19 (7) Craxi Bettino (3) Crispi Maurizio (1) Crocetta Rosario (1) Crozza Maurizio (2) Curcio Antonio (3) Cuscunà Salvo (1) Custodero Alberto (1) Cusumano Antonino (1) Cuticchio Franco (1) Cuzzocrea Annalisa (1) d (1) D'alema Massimo (2) D'Alessandro Nicolò (2) D'Amato Daniele (1) D'Ambrosio Simone (2) D'Avanzo Giuseppe (11) D'Eramo Marco (1) D'Esposito Fabrizio (2) D'Orta Marcello (19) da altri blog (1488) Dacrema Pierangelo (1) Dalla Chiesa Carlo Alberto (1) Dalla Chiesa Nando (1) Dalla Lucio (1) Damilano Marco (6) Dandini Serena (1) Davigo Piercamillo (8) De Andrè Fabrizio (4) De Angelis Alessandro (1) De Angelis Attilio (1) De Bac Marcherita (1) De Bortoli Ferruccio (2) De Crescenzi Davide (8) De Crescenzo Luciano (25) De Crescenzo Paola (1) De Curtis Antonio (2) De Francesco Gian Maria (1) De Gasperi Alcide (1) De Gregori Francesco (2) De Gregorio Concita (3) De Luca Erri (2) De Luca Maria Novella (1) De Magistris Luigi (5) De Marchi Toni (1) De Masi Domenico (1) De Riccardis Sandro (1) De Scisciolo Cristiano (2) Deaglio Enrico (3) Dedalus (1) Del Bene Francesco (1) Del Corno Mauro (1) Dell'Utri Marcello (4) Della Valle Diego (1) Deneault Alain (1) Di Bartolo Marica (1) Di Battista Alessandro (1) Di Cori Modigliani Sergio (1) Di Domenico Marco (1) Di Donato Michele (1) Di Feo Gianluca (1) Di Giorgio Floriana (1) Di Maio Luigi (1) Di Matteo Antonino (6) Di Napoli Andrea (11) Di Nicola Primo (2) Di Nuoscio Enzo (3) Di Pietro Antonio (28) Di Romano Arianna (1) Di Stefano Jolanda Elettra (2) Di Stefano Paolo (1) Diamanti Ilvo (28) Didonna Donato (1) Discorsi (1) Documenti (117) Dominici Piero (1) Donadi Massimo (2) Donati Antonella (1) Dondero Mario (1) Dones Merid Elvira (1) Draghi Mario (11) Dusi Elena (1) Eco Umberto (2) Editoriali (1) Eduardo De Filippo (1) Educazione Finanziaria (4) Einstein Albert (1) Elio e Le Storie Tese (1) Email (24) Emanuello Daniele (1) Enigmistica (1) Erika Tomasicchio (1) Ernesto Bazan (2) Erwitt Elliott (1) Esopo (7) Esposito Antonio (1) essec (644) essec.Raffaella (1) Etica e società (2) Eugenia Romanelli (1) Evangelista Valerio (1) Evita Cidni (3) Ezio Bosso (1) Fabozzi Andrea (1) Fabri Fibra (1) Facchini Martini Giulia (1) Facci Filippo (1) Facebook (28) Falcone Giovanni (5) Falcone Michele (1) Faletti Giorgio (1) Fallaci Oriana (1) Famiglie Arcobaleno (6) Famularo Massimo (1) Fantauzzi Paolo (1) Faraci Francesco (1) Faraone Davide (1) Farinella Paolo (7) Fatucchi Marzio (1) Fava Giuseppe (1) Favale Mauro (1) Favole (11) Fazio Antonio (1) Federica Radice Fossati Confalonieri (1) Federico Vender (2) Fedro (6) Feltri Stefano (6) Feltri Vittorio (1) Ferla Giuseppe (1) Ferrandelli Fabrizio (2) Ferrara Gianluca (1) Ferrara Roberta (1) Ferrarella Luigi (1) Ferro Ornella (2) FIAT (1) Ficocelli Sara (2) Fierro Enrico (2) Filastrocche (1) Finanza (2) Fini Gianfranco (5) Fini Massimo (348) Fiorio Giorgia (1) Fittipaldi Emiliano (2) Flaiano Ennio (1) Flores d'Arcais Paolo (7) Floris Giovanni (2) Flusser Vilem (1) Fo Dario (3) Foà Arnoldo (1) Fontanarosa Aldo (1) Fontcuberta Joan (2) Forleo Maria Clementina (1) Formigli Enrico (1) Fornaro Placido Antonino (1) Fotogazzeggiando (1) Fotografia (365) Franceschini Dario (2) Franceschini Enrico (3) Franceschini Renata (1) Franco Luigi (1) Frangini Sara (1) Fraschilla Antonio (1) Friedman Alan (1) Fruttero Carlo (1) Fruttero e Lucentini (1) Furnari Angelo (1) Fusaro Diego (3) Gaarder Jostein (2) Gab Loter (1) Gabanelli Milena (5) Gaber Giorgio (11) Gaglio Massimiliano (1) Gaita Luisiana (1) Galantino Nunzio (1) Galeazzi Lorenzo (1) Galici Marina (2) Galimberti Umberto (10) Galli della Loggia Ernesto (1) Galligani Mauro (1) Gallo Andrea (2) Gallo Domenico (1) Garbo Rosellina (1) Garcin Gilbert (1) Garibaldi Giuseppe (1) Gasparri Maurizio (1) Gattuso Marco (1) Gaudenzi Daniela (3) Gawronski PierGiorgio (2) Gebbia Totò (1) Gelmini Mariastella (2) Genovesi Enrico (3) Gentile Tony (1) georgiamada (1) Gerbasi Giuseppe (4) Gerino Claudio (1) Ghedini Niccolò (2) Giampà Domenico (1) Giamporcaro Concetta (1) Gianguzzi Rosalinda (1) Giannelli (1) Giannini Massimo (31) Giannone Eugenio (1) Giannuli Aldo (3) Giaramidaro Nino (9) Gilardi Ando (1) Gilioli Alessandro (5) Gino e Michele (2) Ginori Anais (1) Giordano Lucio (1) Giordano Paolo (1) Giuè Rosario (1) Giuffrida Roberta (1) Giulietti Beppe (1) Gomez Peter (24) Gonzalez Silvia (1) Google (1) Gotor Miguel (1) Graffiti (2) Gramellini Massimo (9) Granata Fabio (3) Grancagnolo Alessio (1) Grassadonia Marilena (2) Gratteri Nicola (1) Greco Francesco (3) Greco Valentina (1) Grillo Beppe (45) Grimoldi Mauro (1) Grossi Alberto (1) Gruber Lilli (1) Gualerzi Valerio (1) Guémy Christian (1) Guerri Giordano Bruno (3) Gump Forrest (2) Gusatto Lara (1) Guzzanti Corrado (10) Guzzanti Paolo (4) Guzzanti Sabina (1) Hallen Woody (1) Harari Guido (1) Herranz Victoria (1) Hikmet Nazim (1) Hitler Adolf (1) Horvat Frank (1) Hutter Paolo (1) IA (3) Iacchetti Enzo (1) Iacona Riccardo (1) Iannaccone Sandro (1) Idem Josefa (1) IDV - Italia dei Valori (23) Il Ghigno (2) Il significato delle parole (5) Imperatore Vincenzo (4) Imprudente C. (1) Ingroia Antonio (3) Innocenti Simone (1) Intelligenza Artificiale (1) Invisi Guglielmo (1) Ioan Claudia (1) Iori Vanna (1) Iossa Mariolina (1) Iotti Nilde (1) Iovine Sandro (1) ITC Francesco Crispi (2) Iurillo Vincenzo (1) Jarrett Keith (1) Jodice Mimmo (1) Jop Toni (1) Joppolo Francesca (1) Julia Jiulio (1) Kashgar (1) Kipling Rudyard (1) Kleon Austin (1) L'Angolino (6) L'apprendista libraio (1) L'Ideota (1) La Delfa Giuseppina (1) La Grua Giuseppe (1) La Licata Francesco (2) La Rocca Margherita (1) La Rosa Dario (1) LAD (Laboratorio Arti Digitali) - Palermo (1) Lana Alessio (1) Lannino Franco (2) Lannutti Elio (1) Lannutti Wlio (1) Lanzetta Maria Carmela (1) Lanzi Gabriele (1) Laurenzi Laura (1) Lauria Attilio (2) Lavezzi Francesco (1) Le Formiche Elettriche (19) Le Gru (3) Leanza Enzo Gabriele (1) Lectio Magistralis (1) Lella's Space (1) Lenin (1) Lerner Gad (1) Letta Enrico (3) Letta Gianni (1) Levi Montalcini Rita (1) Lezioni (3) Li Castri Roberto (1) Li Vigni Monica (1) Licandro Orazio (1) Licciardello Silvana (1) Lido Fondachello (1) Lillo Marco (14) Limiti Stefania (1) Lingiardi Vittorio (1) Littizzetto Luciana (8) Liucci Raffaele (1) Liuzzi Emiliano (3) Livini Ettore (1) Lo Bianco Giuseppe (2) Lo Bianco Lucia (1) Lo Piccolo Filippo (1) Lodato Saverio (8) Lolli Claudio (1) Longo Alessandra (1) Lorenzini Antonio (8) Lorenzo dè Medici (2) Loy Guglielmo (1) Lucarelli Carlo (1) Lucci Enrico (1) Lungaretti Celso (1) Luongo Patrizia (1) Luporini Sandro (7) Lussana Carolina (1) Luttazi Daniele (3) M5S (3) Mackinson Thomas (3) Magris Claudio (1) Maier Vivian (1) Maiorana Marco Fato (1) Maltese Curzio (22) Manca Daniele (1) Manfredi Alessia (1) Manna Francesco (1) Mannheimer Renato (1) Mannoia Fiorella (1) Manzi Alberto (1) Maraini Dacia (2) Maratona di Palermo (8) Maratona di Palermo 2023 (1) Marcelli Fabio (1) Marchetti Ugo (1) Marchionne Sergio (3) Marcoaldi Franco (1) Marconi Mario (1) Marcorè Neri (1) Marenostrum (1) Marino Ignazio (2) Marra Wanda (3) Marrazzo Piero (1) Marro Enrico (1) Martelli Claudio (4) Martini Carlo Maria (2) Martorana Gaetano (5) Marzano Michela (2) Mascali Antonella (2) Mascheroni Luigi (1) Masi Mauro (1) Massarenti Armando (4) Massimino Eletta (1) Mastella Clemente (1) Mastropaolo Alfio (1) Mattarella Sergio (2) Mauri Ilaria (1) Maurizi Stefania (1) Mauro Ezio (22) Mautino Beatrice (1) Max Serradifalco (1) Mazza Donatella (1) Mazzarella Roberto (1) Mazzella Luigi (1) Mazzola Barbara (2) Mazzucato Mariana (1) McCurry Steve (1) Meletti Giorgio (3) Meli Elena (1) Mello Federico (4) Melloni Mario (3) Meloni Giorgia (1) Menichini Stefano (1) Mentana Enrico (3) Merella Pasquale (1) Merico Chiara (1) Merkel Angela (1) Merlino Simona (1) Merlo Francesco (5) Messina Ignazio (1) Messina Sebastiano (3) Mesurati Marco (1) Milella Liana (2) Milla Cristiana (1) Mincuzzi Angelo (1) Mineo Corradino (2) Minnella Liana (1) Minnella Melo (1) Mogavero Domenico (2) Molteni Wainer (1) Monastra Antonella (1) Montanari Maurizio (1) Montanari Tomaso (2) Montanelli Indro (8) Montefiori Stefano (2) Monti Mario (7) Moore Michael (1) Mora Miguel (2) Morelli Giulia (1) Moretti Nanni (1) Moro Aldo (6) Mosca Giuditta (1) Munafò Mauro (1) Murgia Michela (1) Musolino Lucio (1) Mussolini Benito (4) Myanmar (1) Napoleoni Loretta (1) Napoli Angela (1) Napolitano Giorgio (10) Narratori e Umoristi (269) Nemo's (1) Nicoli Sara (6) Nietzsche Friedrich (2) Norwood Robin (1) Notarianni Aurora (1) Nuzzi Gianluigi (4) Obama Barak (4) Oian Daniele (1) Oliva Alfredo (1) Onorevoli e .... (282) Oppes Alessandro (1) Orlando Leoluca (5) Ortolan Maurizio (1) Ottolina Paolo (1) P.T. (6) Pace Federico (2) Pace Vincenzo (1) Padellaro Antonio (32) Padre Georg Sporschill (1) Pagliai Giovanni (1) Pagliaro Beniamino (1) Pagnoncelli Nando (1) Palazzotto Gery (1) Palminteri Igor (1) Palombi Marco (2) Panebianco Angelo (1) Panizza Ghizzi Alberto (1) Pannella Marco (1) Pansa Giampaolo (3) Papa Bergoglio (2) Papa Francesco (1) Papa Roncalli (2) Pappalardo Pippo (35) Paragone Gianluigi (1) Parise Goffredo (1) Parisi Francesco (1) Parisi Giorgio (1) Parlagreco Salvatore (5) Pasolini Caterina (1) Pasolini Pierpaolo (1) Pasqualino Lia (1) Passaparola (84) Peccarisi Cesare (1) Pellegrini Edoardo (1) Pellegrino Gianluigi (1) Pellizzetti Pierfranco (9) Penelope Nunzia (1) Pericle (1) Personaggi (7) Pertini Sandro (1) Petizioni (1) Petraloro Vito (1) Petrella Louis (1) Petretto Francesca (1) Petrini Diego (1) Petrolini Ettore (4) Piana degli Albanesi (1) Picciuto Salvatore (1) Piccolo Francesco (5) Pignatone Giuseppe (1) Piketty Thomas (2) Pillitteri Nino (2) Pini Massimo (4) Pini Valeria (2) Pink Floyd (2) Pino Sunseri (1) Pinotti Ferruccio (1) Pipitone Giuseppe (5) Pisanu Giuseppe (1) Pitta Francesca (1) Pitti Luca (1) Pivano Fernanda (1) Poesia (39) Politi Marco (2) politica (50) Polito Antonio (1) Pomi Simone (4) Pomicino Paolo Cirino (1) Pompei (1) Popolo Viola (1) Porro Nicola (1) Porrovecchio Rino (2) Portanova Mario (1) Pretini Diego (1) Prezzolini Giuseppe (1) Prodi Romano (3) Puppato Laura (1) Purgatori Andrea (1) Quagliarello Gaetano (1) Querzè Rita (1) Quinto Celestino (1) Raiperunanotte (1) Rajastan (1) Rame Franca (1) Rampini Federico (13) Randazzo Alessia (1) Ranieri Daniela (1) Ranucci Sigfrido (1) Ravello (1) Recalcati Massimo (2) Recensioni (97) Referendum (2) Reguitti Elisabetta (2) Reina Davide (1) Remuzzi Giuseppe (1) Renzi Matteo (12) Report (2) reportage (2) Reportage siciliano (4) Reski Petra (2) Retico Alessandra (1) Reuscher Costance (1) Revelli Marco (1) Riboud Marc (1) Ricci Maurizio (1) Ricciardi Raffaele (1) Rijtano Rosita (1) Riondino David (4) Riva Gloria (1) Rizza Sandra (2) Rizzo Marzia (2) Rizzo Sergio (9) Rizzoli Angelo (1) Roberti Franco (2) Roccuzzo Antonio (1) Rodari Gianni (3) Rodotà Maria Laura (1) Rodotà Stefano (6) Roiter Fulvio (1) Romagnoli Gabriele (1) Rosalio (1) Rosselli Elena (1) Rossi Enrico (1) Rossi Guido (1) Rossi Paolo (1) Rosso Umberto (1) Ruccia Gisella (1) Rusconi Gianni (1) Russo Stefano (1) Rutigliano Gianvito (2) Ruvolo Mariastella (1) Sacconi Maurizio (2) Safina Arturo (1) Saggistica (137) Saglietti Ivo (1) Said Shukri (1) sallusti Alessandro (1) Salvati Michele (1) Sander August (1) Sannino Conchita (1) Sansa Ferruccio (3) Sansonetti Stefano (1) Santamaria Marcello (1) Santarpia Valentina (1) Santoro Michele (6) Sardo Alessandro (1) Sargentini Monica Ricci (1) Sartori Giovanni (9) Sasso Cinzia (1) Sava Lia (1) Savagnone Fabio (1) Savagnone Giuseppe (1) Saviano Roberto (12) Savoca Tobia (7) Savona Paolo (1) Scacciavillani Fabio (1) Scaglia Enrico (1) Scalfari Eugenio (33) Scalzi Andrea (1) Scanzi Andrea (9) Scarafia Sara (1) Scarpinato Roberto (11) Schillaci Angelo (1) Scianna Ferdinando (12) Sciascia Carlo Roberto (1) Scorza Guido (2) Scuola (2) Scurati Antonio (1) Segre Liliana (1) Sellerio Enzo (3) Serra Michele (14) Serra Michele R. (1) Serradifalco Massimiliano (1) Severgnini Beppe (12) Sgroi Fabio (3) Shopenhauer Arthur (1) Shultz (1) Sicilcassa (2) SID (5) Sidari Daniela (3) Sideri Massimo (2) Siena (2) Signorelli Amalia (1) Siino Tony (1) Silena Lambertini (1) Simonelli Giorgio (2) Sisto Davide (1) Slide show (68) Smargiassi Michele (3) Snoopy (1) Socrate (1) Soffici Caterina (1) Sofri Adriano (1) Sollima Giovanni (1) Sommatino Francesca (2) Soth Alec (1) Sparacino Tiziana (1) Spencer Tunick (1) Spicola Mila (3) Spielberg Steven (1) Spinelli Barbara (6) Spinicci Paolo (1) Sport (1) Springsteen Bruce (4) Staino Sergio (1) Stasi Davide (1) Stella Gian Antonio (10) Stepchild adoption (1) Stille Alexander (2) Stone Oliver (1) Storie comuni (6) Strada Gino (1) Strano Roberto (1) street art (16) Studio Seffer (1) Superbonus (1) Svetlana Aleksievic (1) Sylos Labini Francesco (1) Szymborska Wislawa (1) T.S. (1) Tafanus (1) Taormina Carlo (1) Tarantino Nella (1) Tarquini Andrea (2) Tartaglia Roberto (1) Tava Raffaella (1) Taverna Paola (1) Tecce Carlo (4) Telese Luca (7) Temi (4) Terzani Tiziano (4) Tholozan Isabella (1) Tinti Bruno (16) Tito Claudio (2) Tocci Walter (1) Tomasi di Lampedusa Giuseppe (1) Tomasoni Diego (2) Tonacci Fabio (1) Toniolo Maria Gigliola (1) Toniutti Tiziano (2) Tornatore Giuseppe (1) Torresani Giancarlo (9) Torsello Emilio Fabio (2) Tortora Francesco (3) Totò (3) Trailer (1) Tramonte Pietro (1) Travaglio Marco (252) Tremonti Giulio (2) Tribuzio Pasquale (5) Trilussa (15) Troja Tony (1) Trump Donald (1) Truzzi Silvia (8) TT&P (1) Tundo Andrea (1) Turati Giuseppe (1) Turco Susanna (1) Turrini Davide (1) Twain Mark (1) U2 (1) UIF - Unione Italiana Fotoamatori (4) Usi ed Abusi (8) Valesini Simone (1) Valkenet Paulina (1) Vandenberghe Dirk (1) Vannucci Alberto (1) Varie (115) Vauro Senesi (3) Vazquez Luisa (3) Vecchi Davide (9) Vecchio Concetto (3) Veltroni Walter (3) Vendola Niki (3) Venturini Marco (1) Verderami Francesco (1) Verdini Denis (3) Vergassola Dario (4) Verrecchia Serena (1) Viale Guido (1) Video (103) Villaggio Paolo (6) Violante Luciano (2) Viroli Maurizio (3) Visetti Giampaolo (1) Vita Daniele (1) Vittorini Elio (1) Viviano Francesco (2) Vivirito Cettina (1) Volàno Giulio (1) Vulpi Daniele (1) Vultaggio Giuseppe (1) Walters Simon (1) Weinberger Matt (1) Wenders Wim (2) Wikipedia (20) Wilde Oscar (3) WWF (1) www.toticlemente.it (3) You Tube (97) Yourcenar Margherite (1) Zaccagnini Adriano (1) Zaccagnini Benigno (1) Zagrebelsky Gustavo (9) Zambardino Vittorio (1) Zanardo Lorella (1) Zanca Paola (1) Zecchin Franco (2) Zucconi Vittorio (3) Zucman Gabriel (1) Zunino Corrado (1)

COOKIES e PRIVACY Attenzione!

Si avvisano i visitatori che questo sito utilizza dei cookies per fornire servizi ed effettuare analisi statistiche anonime. E’ possibile trovare maggiori informazioni all’indirizzo della Privacy Policy di Automattic: http://automattic.com/privacy/ Continuando la navigazione in questo sito, si acconsente all’uso di tali cookies. In alternativa è possibile rifiutare tutti i cookies cambiando le impostazioni del proprio browser.

Monte Pellegrino visto dalla borgata di Acqua dei Corsari

Monte Pellegrino visto dalla borgata di Acqua dei Corsari

Collaboratori