"Dopo gli anni ovattati dell'infanzia e quelli spensierati dello studio ci si immerge nella catena lavorativa che, al di là di qualunque gratificazione, assorbe e lascia poco tempo ... e poi finalmente arriva la tua quarta dimensione ... e ritrovi quella serenità smarrita."

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sabato 17 aprile 2010

Passaparola: "Fahrenheit Calderoli"

Testo:
Buongiorno a tutti oggi volevo parlarvi di riforme, non di quelle che servirebbero all’Italia perché di quelle sappiamo praticamente tutto, basta guardarsi intorno per rendersi conto cosa ci servirebbe, ci servirebbero, l’ha ripetuto anche Michele Ainis recentemente a Annozero, leggi dure contro i conflitti di interessi, contro la gerontocrazia nella pubblica amministrazione per il ricambio delle classi dirigenti, servirebbero riforme per rilanciare la produzione verso quella gigantesca prateria che è la green economy, tutto il discorso che da anni sta facendo Beppe Grillo insieme ai suoi collaboratori e consulenti, quindi non sto qui a ammorbarvi perché ne sapete sicuramente più di me! E quello di cui si parla è l’ordine del giorno in tutte le democrazie dove ci siano dei politici, non dico giovani, almeno contemporanei e non fossili, volevo invece parlarvi delle riforme che si stanno discutendo nei palazzi della politica e che mobiliteranno l’attenzione della gente nei prossimi mesi perché c’è un tale surplus di parole, soprattutto anche di parole d’ordine che alla fine si rischia di non capire più di cosa stanno parlando.
Calderoli, il riformatore - La prima cosa che volevo sottolineare è che ancora una volta il king maker delle riforme all’italiana è uno strano soggettino che si chiama Roberto Calderoli, è stato lui l’altro giorno a essere ricevuto al Quirinale dal Capo dello Stato per illustrargli gli orientamenti del governo e della maggioranza, per consegnargli una bozza preliminare di lavoro sulla quale si sta lavorando, è andato su al Quirinale senza neanche avvertire Berlusconi, la Lega ormai si comporta da padrona anche in casa d’altri, anche in casa del centro-destra, approfittando del buon risultato elettorale che ha avuto.
Che non deve però farci dimenticare una cosa, cioè che la Lega è forte in 3 o 4 delle regioni dove si è votato recentemente e ha raggiunto il 12% nazionale che è un buon risultato, ma stiamo parlando di un partito che ha meno voti del partito socialista di Craxi che già quando si gonfiava come un pavone veniva invitato a abbassare la testa e a pisciare più corto come si dice dalle mie parti, con il 12% sicuramente si ha voce in capitolo ma non si può certamente passare per i padroni dell’Italia e neanche del nord perché neanche nel nord la Lega può vantare né la maggioranza relativa, né quella assoluta rispetto agli altri partiti. Allora? Allora c’è una specie di incantesimo in cui sono piombati gli altri partiti che sono profondamente in crisi, i quali si fanno spaventare da un partito che è il 12% e che l’anno scorso aveva poco più del 10, buoni numeri, soprattutto se rapportati a certi territori, ma stiamo parlando comunque del 12% dei voti validi, calcolando le ormai quasi la metà degli italiani non va a votare, oppure annulla la scheda, oppure la lascia in bianco, ce lo siamo già detti tante volte, quindi quel 12% non è il 12% degli italiani, è il 12% degli italiani che sono andati a esprimere un voto valido, il 12% del 50% degli aventi diritto al voto che non sono ancora neanche tutta la popolazione italiana perché mancano i ragazzi fino ai 18 anni e va bene. Perché Calderoli è un personaggio curioso? Intanto perché Calderoli ha una biografia piuttosto grottesca, chiunque la conosca sa che era il più antiberlusconiano della Lega e è diventato il più filoberlusconiano, era quello che ha accusava Berlusconi ben più di me e di altri per i suoi rapporti con la mafia, per i suoi casi di corruzione, era arrivato al punto di suggerire al Capo dello Stato di non dargli l’incarico di fare il governo nel 1996 se Berlusconi avesse vinto le elezioni, diceva delle cose terribili, le trovate in rete,si presenta come il difensore della fede cristiana Calderoli contro l’Islam ha chiesto addirittura l’istituzione di una chiesa cattolica padana per dire il tipo, burlone, quando è stato eletto Papa Ratzinger e scelse come nome Benedetto XVI, lui disse “preferirei un Papa Krautus I” stiamo parlando di un buontempone che viene preso sul serio e scambiato per uno statista, per un padre costituente, per un riformatore, stiamo parlando proprio di un cazzaro da bar che fa battute, ogni volta che le fa si apre un dibattito, invece di una pernacchia arriva il dibattito. L’altro giorno è salito al Quirinale a parlare di riforme, tutti l’hanno preso molto sul serio, la cosa più paradossale è che l’abbia fatto entrare al Quirinale uno come Calderoli, nella sua qualità di Ministro della semplificazione legislativa, aveva appena dato vita a una sceneggiata abbastanza tragicomica con il lanciafiamme, aveva bruciato a detta sua, 375 mila leggi inutili, pari al 70% delle leggi esistenti, questo è quello che lui ha comunicato ufficialmente, dal che si deduce che in Italia abbiamo quasi o almeno avevamo, prima del falò di Calderoli, quasi 500 mila leggi, perché lui ha bruciato 375 mila inutili, che sarebbe il 70%, poi ci sarebbe anche un 30% di leggi utili, quindi mal contate avremo 500 mila leggi. Tremonti che fa parte dello stesso governo di Calderoli, sono Ministri entrambi anche se non si direbbe, nel 1994 ha fatto un bel libro, andrebbe ripubblicato e poi bisognerebbe chiedere a Tremonti come mai se l’è dimenticato, che si intitola “Lo Stato criminogeno” e che spiega le varie ragioni per cui l’Italia era arrivata allo scandalo di Tangentopoli, a un certo punto esamina il problema della pletora di norme, normine, cavilli, commi, sottocommi, leggi quadro, decreti, questa selva di norme una in contraddizione con l’altra che coesistono nel grande casino italiano, precisando però che non è vero, anzi che è – dice Tremonti – una leggenda giuridica che l’Italia abbia 150 mila leggi, quindi non è vero che l’Italia ne ha così tante, quindi Tremonti 1994 minor sostiene che l’Italia ha molto meno di 150 mila leggi e che questo dato delle 150 mila leggi era già una leggenda giuridica. Adesso Calderoli dice di averne bruciate 375 mila, solo per quelle inutili, perché poi speriamo che ne abbia lasciate in piedi qualcuna utile, non sua naturalmente, perché lui produce porcate, ce lo ha anche fatto sapere con il dovuto orgoglio, legge elettorale porcata fatta da lui, quindi o Tremonti non sa fare di conto, o Calderoli non sa fare di conto, non so chi dei due abbia ragione, potrebbe darsi che neanche Tremonti sappia poi esattamente quante sono le leggi in Italia, sicuramente non sono 500 mila o non sono neanche 375 mila, è molto probabile che siano meno di 150 mila e allora la domanda è: cosa ha bruciato Calderoli? Intanto lui è Ministro della semplificazione legislativa da meno di due anni, vi pare possibile che uno riesca a esaminare in meno di 2 anni, 500 mila leggi, a leggersele, a studiarsele e a decidere quali sono utili e quali sono inutili e poi a bruciare, su quelle 500 mila, 375 mila inutili, vorrebbe dire che ha un sistema di lettura super rapido, una cosa tipo extratterreste, che fosse un personaggio da fumetto l’avevamo capito, ma che fosse a questi livelli, che gli basta dare un'occhiata a un foglio per risucchiare quello che c'è dentro, 375 mila leggi inutili, non so quanto spazio possano tenere. Gianantonio Stella ha fatto un calcolo perché poi quando sono state approvate queste 375 mila leggi inutili, oltre a quelle utili? Sapete che la Repubblica italiana ha 63 anni, giusto? In più c’è stato il periodo dell’Unità d’Italia sotto la Monarchia, noi abbiamo anche leggi approvate sotto la Monarchia, lo Stato unitario italiano sta per compiere 150 anni l’anno prossimo, cifra tonda, in 150 anni il Parlamento italiano prima sotto la Monarchia e poi sotto la Repubblica, avrebbe approvato mezzo milione di leggi, facciamo finta che abbiano approvato solo leggi inutili e quindi teniamo a buono 375 mila leggi, tutte quelle che adesso sono state bruciate, Gianantonio Stella ha calcolato che il Parlamento italiano in questi 150 anni dal 1961 a oggi, avrebbe dovuto lavorare quasi 24 ore su 24 per 4 giorni alla settimana per ogni settimana di ogni anno, compresi i tempi di guerra in cui era chiuso, compresi i tempi attuali in cui non lavora, 4 giorni alla settimana ma soltanto 3, quando va bene e soprattutto non lavora 24 ore su 24, perché? Perché per fare 365 mila leggi bisogna pensare che il Parlamento italiano ne abbia approvate 7,8 al giorno, immaginate se il Parlamento italiano è in grado di approvare 7,8 leggi al giorno inutili, perché poi deve avere il tempo anche di approvare quelle utili che sono più o meno la metà di quelle inutili, quindi 7,8 più 3,5/4, capite che siamo alla follia! Sostenuta ufficialmente dal Ministro della semplificazione legislativa, il quale ribadisce di avere bruciato 375 mila leggi, il Parlamento dal 1961 a oggi ha fatto una legge all’ora, viste le 8 ore di lavoro giornaliere, questo continua a fare il Ministro, nonostante che abbia detto e fatto una vaccata di questo genere e questo è quello che sale al Quirinale per spiegare al Capo dello Stato quale sarà la riforma, non la riforma del Codice della strada, la riforma della Costituzione della Repubblica italiana che dovrebbe cambiare addirittura lo Stato da unitario a federale e la Repubblica da parlamentare a presidenziale, con uno sconvolgimento nei rapporti tra i poteri che pochi hanno intuito, visto che c’è sempre questo chiacchiericcio, grande riforma, bozza Violante, federalismo… non si capisce mica bene cosa stanno facendo, Calderoli, poi c’è Bossi etc., è in queste mani che siamo, quindi siamo veramente in buone mani. La decomposizione dello Stato - Mi è capitato, trafiletto, che trascrive una frase che disse Montanelli a Telemontecarlo pochissimi mesi prima di morire, il 7 aprile del 2001, lui disse, la devolution mi preoccupa molto, perché la decomposizione della Jugoslavia cominciò esattamente così: reclamata e imposta dai due grandi compari e Milosevic che distrusse l’unità del paese, per restare padroni in casa propria, la Juogoslavia si decompose, questo spiegava Montanelli, noi stiamo andando verso la decomposizione dello Stato che viene chiamato federalismo fiscale, cos’è?Gran parte delle tasse verranno prelevate a livello locale e gran parte di quel prelievo resterà a livello locale, non si capisce perché gli stessi che vogliono fare questa roba hanno abolito l’Ici che era l’unica tassa prelevata a livello locale che restava ai comuni, per cui adesso non c’è più l’Ici e i comuni devono chiedere l’elemosina a Roma allo Stato centrale, ma lasciamo perdere perché si tratterebbe di parlare di coerenza e questi non sanno neanche dove sta di casa. Vediamo di capire se il federalismo fiscale ci conviene o non ci conviene, si fa il federalismo fiscale se in prospettiva ci aiuta a incassare più soldi dalle tasse, oppure a spendere meno soldi nella spesa pubblica, trasferendo le competenze e i capitoli di spesa, direte: avranno fatto questo calcolo? Lo sapranno che ci contiene, altrimenti non lo farebbero, non è così, il calcolo hanno provato a farlo ma non ci sono riusciti, tant’è che interpellato dal Parlamento Tremonti disse: è imponderabile, non lo possiamo sapere prima se il calcolo dei costi – benefici è a nostro vantaggio o svantaggio, proviamo e vediamo, quindi noi stiamo andando fischiettando dallo stato unitario, allo stato federale, rarissimo caso di stato unitario che diventa federale, di solito è il contrario, di solito c’è una decomposizione, poi c’è una federazione e poi c’è uno stato unitario, uno stato che si autodecompone, raramente lo si è visto, in ogni caso stiamo andando in quella direzione, senza sapere se ci contiene oppure no, senza sapere se quando le competenze e i prelievi saranno trasferiti dal livello centrale al livello regionale, noi dovremmo pagare più tasse perché avremo più spese o dovremo pagare meno tasse perché avremo meno spese o più recupero dell’evasione fiscale. L’altra sera a Annozero Tremonti spiegava che il federalismo è meglio del centralismo perché se la spesa la fa un politico, un amministratore pubblico che è più vicino ai cittadini in quanto lo conoscono tutti perché è il prodotto del territorio nel quale lui opera, il controllo dei cittadini su quella spesa migliora e lo stesso vale per il controllo del politico sull’evasione fiscale, dove spesso l’evasore fiscale lo conosci fisicamente, vero? Il problema è: è meglio far fare la lotta all’evasione fiscale da uno che conosce l’evasore fiscale, anche fisicamente oppure no? E’ meglio far controllare la spesa da uno che conosce quello che spendi oppure da uno che non lo conosce? L’esperienza insegna che sarebbe meglio che a combattere gli evasori fossero persone che non li conoscono e soprattutto che a combattere gli evasori fossero persone che non devono prendere i voti degli evasori, perché se devo prendere i voti dagli evasori fiscali, non li combatto, se gli evasori fiscali devono controllare che io combatta l’evasione fiscale, beh faranno in modo di controllare che davvero io non la combatta, perché se il combatto votano per un altro, che andrà immediatamente a chiedere i voti degli evasori fiscali. Per conquistare il consenso e spesso per comprarselo, il politico più vicino è al territorio e più è condizionato dalle deviazioni di quel territorio e quindi pur di compiacere i suoi elettori o i suoi futuri elettori, oppure pur di avere la conferma dei voti avuti dai suoi elettori, con il cavolo che si mette a tartassarli per fargli pagare le tasse, con il cavolo che riduce la spesa clientelare, l’altra sera Tremonti citava le pensioni di invalidità, le pensioni di invalidità in Campania e in Calabria e in Sicilia che sono tra le regioni che ne hanno di più, false, perché poi ci sono i veri invalidi che ci vanno di mezzo, per sbaraccarle non possiamo mica affidarci alla classe politica campana, calabrese e siciliana, ci vorrebbe un Prefetto del Brennero che va a commissariare queste 3 regioni e a disboscare, senza pietà, tutte le sacche di clientelismo, perché? Perché non ha bisogno di comprarsi quei voti con misure clientelari, lo può fare soltanto se è estraneo a quei territori, quindi vedete che poi alla fine non è vero niente che il federalismo ci darà automaticamente meno spesa sperperata e più controllo su un fisco giusto e equo e su una spesa oculata, è esattamente il contrario, soprattutto in un paese che non ha una cultura e un senso dello Stato, perché è uno Stato troppo recente e è uno stato, lo sappiamo bene, nato per iniziativa di una ristretta élite che ha di fatto imposto l’Unità d’Italia a un paese che non la voleva, esattamente come poi una ristretta élite, di chi voi ha letto il ritorno del principe di Roberto Scarpinato e Saverio Lodato lo sa, una ristretta élite nel 1946/1948 impone di fatto al paese una Costituzione molto più avanzata delle culture dominanti di quel paese, la nostra Costituzione è una specie di camicia di forza, è una specie di smoking elegantissimo messo indosso a un maiale che sta cercando infatti di liberarsene da 63 anni di principi altissimamente liberali, come quelli contenuti nella nostra Costituzione. Quindi noi non sappiamo se il federalismo ci conviene o non ci conviene e si dirà: beh allora staranno valutando, no, è già legge il federalismo fiscale, un anno fa nell’aprile dell’anno scorso il Parlamento ha licenziato questa mastodontica legge delega al governo, per cui adesso il governo deve soltanto far partire i decreti delegati e Tremonti ha promesso o minacciato, a seconda dei punti di vista, che già entro la fine di quest’anno arriveranno i primi, quindi si cominceranno i trasferimenti di poteri che dato che siamo in Italia mi fanno prevedere non i trasferimenti, i raddoppi, noi siamo abilissimi a non trasferire i poteri dal centro alla periferia, ma a duplicarli, noi duplichiamo, quando furono varate le regioni nei primi anni 70, quasi 30 anni dopo il varo della Costituzione che le prevedeva, finalmente furono varate le regioni e si disse: bene a questo punto le province non hanno più ragione d’essere, avremo i comuni e avremo le regioni, no, hanno lasciato anche le province, perché? Le province sono una mangiatoia meravigliosa, le province ci costano 17 o 18 miliardi di Euro all’anno, pensate che hanno fatto lo scudo fiscale per fare cassa e hanno incassato 3, 4 miliardi, le province se venissero abolite ci farebbero risparmiare ogni anno il quadruplo di quello che abbiamo incassato con quella vergognosa manovra di riciclaggio del denaro sporco fatta dalla Stato, avremmo 17/18 miliardi di Euro in cassa in più ogni anno, pensate cosa ci si potrebbe fare. Pensate perché non lo facciamo, non lo facciamo perché bisogna dare da mangiare a 65 mila tra dirigenti e impiegati degli enti provinciali, più amministratori delle società partecipate, più i consiglieri, gli assessori e i Presidenti delle province che sono più di 4 mila, perché le province in Italia sono 110 e tendono a aumentare visto che i politici per motivi clientelari continuano a proporre l’istituzione di nuove province. A questo punto qualcuno dirà: ma le province devono fare le scuole e le strade, quindi quelle spese che le facciano le province o che le facciano le regioni, comunque ci sono, verissimo, ma se non ci fossero le province, almeno risparmieremmo i costi del personale e degli immobili, degli affitti, delle manutenzioni, degli stipendi e delle pensioni e delle buone uscite, capite che se ci sono 65 mila dipendenti, 4/5 mila consiglieri, mettete anche che prendano poco, dategli 80 mila Euro lordi all’anno, fate il calcolo… 70 mila per 80 mila quanto viene fuori, 5/6 miliardi all’anno, quindi vedete che soltanto per i costi del personale, se ne va più di 1/3 del bilancio delle province, se già avessimo possibilità più gli affitti etc. di risparmiare questi 6/7/8 massimo 10 miliardi all’anno, grasso che cola, visto che non c’è una lira, pensate cosa risparmieremmo se avessero il coraggio di fare, cosa? Quello che hanno promesso agli elettori, perché Berlusconi nell’aprile 2008 disse ufficialmente: le province vanno abolite, se facesse quello che dice una volta nella vita, risparmieremmo una montagna di soldi, ma quella è la dimostrazione che il federalismo non lo vogliono fare, vogliono aggiungere burocrazie locali alla burocrazia nazionale per avere più gente da pagare con denaro pubblico, quindi noi di tasse, probabilmente ne pagheremmo di più e del resto quando si dà più autonomia a una Regione, noi abbiamo degli esempi nell’estremo nord e nell’estremo sud dell’Italia, perché noi abbiamo le regioni a statuto speciale e sappiamo come vengono gestite regioni come la Valle d’Aosta, in Valle d’Aosta ci andate e trovate delle ville che sono state fatte con i contributi pubblici, previsti per la ristrutturazione delle stalle, invece delle stalle si sono fatti le ville, molti, andate in Sicilia a vedere come vengono spesi i nostri soldi, quanti sono i dirigenti, non si sa più quanti siano, quanti sono i dipendenti della Regione, la Calabria non ha l’autonomia, ma immaginate quando avrà l’autonomia della Sicilia cosa riuscirà a fare la classe politica calabrese senza più alcun controllo, tra i pochi che ci sono ancora da parte del potere centrale.Lo spreco federale - Sarà un paese balcanico, dove ciascuno si farà i fatti suoi e dove ci sarà uno sfondamento incredibile della spesa pubblica, perché? Perché è sufficiente vedere le reazioni, l’anno scorso all’approvazione della legge sul federalismo fiscale.Se come ci dicono, la legge sul federalismo fiscale, premia le regioni virtuose e punisce le regioni spendaccione, con le mani bucate, dato che la maggior parte delle nostre regioni è spendacciona e con le mani bucate, tant’è che regioni che non abbiano una voragine nei conti della sanità che è la prima voce di bilancio delle regioni, sono 3 o 4 su 20, noi dovremo avere avuto la rivolta delle regioni che sono in perdita e il consenso a questa riforma del federalismo fiscale, soltanto da parte delle regioni che invece sono in attivo, hanno bilanci in bianco e non in rosso, invece non si è lamentato nessuno, c’è qualche vagito di partito del sud affidato a Raffaele Lombardo, non contro la riforma del federalismo fiscale, ma per fare pressione su Roma affinché allenti ulteriormente le già generosissime concessioni che sono state fatte alla Sicilia, che se la Sicilia dovesse rientrare dei suoi debiti, oppure dovesse pagarseli lei, invece di essere come al solito salvata da mamma Roma, sarebbe una tragedia.Quindi il fatto che non si lamenti nessuno, neanche le regioni più spendaccione e più male amministrate, fa pensare che alla fine si troverà il modo di salvarle tutte, ma se si troverà il modo di salvarle tutte, vorrà dire che ci rimetteremo noi che dovremo ripianare quei buchi di tasca nostra, ancora più di oggi, mica perché uno debba essere filofederalista o antifederalista, ma proprio perché bisognerebbe sapere quanto ci costa o quanto ci guadagniamo e del resto lo dice la nostra Costituzione, non vorrei fare un errore, vado a memoria, credo che l’Art. 81 della Costituzione raccomandi che ogni legge deve avere una copertura finanziaria, come si fa a sapere se il federalismo fiscale ha una copertura finanziaria se lo stesso Tremonti che è quello che dovrebbe fare i conti, ci ha detto che lui non lo sa? Ci ha detto che lui non sa, bisogna approvare e poi si vede? Del resto tu fai un’operazione per vedere se il paziente è malato o è sano o fai un’operazione solo dopo avere saputo cos'ha questo poveraccio? E’ quello che stanno facendo in questi giorni, stanno dando per scontato che bisogna operare e non ci hanno ancora detto se il paziente era malato o era sano e quindi cosa potrà uscire dall’operazione, il paziente siamo noi e quindi vedremo quando arriveranno i decreti attuativi, se avevano ragione i pessimisti che sono pochissimi, vi assicuro o se invece avevano ragione gli ottimisti, questi dementi che se ne vanno in giro fischiettando: evviva il federalismo fiscale, tanto atteso etc., non sappiamo quanto ci costa. In queste stesse mani sono le altre riforme che non sono cose da poco, perché quando voi sentite parlare di bozza Violante, la bozza Violante contiene in soldoni la previsione di più ampi poteri per chi governa, per il Premier anche se adesso Berlusconi sta di nuovo deragliando al presidenzialismo, a dare all’Italia non un premier più forte ma un Presidente della Repubblica più forte che sia anche il capo del governo com’è in Francia, in Francia ci sono dei contrappesi enormi, per esempio c’è addirittura la possibilità che il Parlamento non sia dello stesso colore del Presidente, per cui spesso il Presidente è di centro-destra e nomina un primo Ministro di centro-destra e dei Ministri di centro-destra e poi in Parlamento deve fare i conti con una maggioranza di centro-sinistra, la famosa co-abitation, che è un po’ quello che succede in America quando può capitare che il Presidente, il capo dell’amministrazione, del governo federale abbia una o due o addirittura tutte e due le camere a maggioranza dall'altra parte, Presidente democratico, maggioranza repubblicana, Presidente repubblicano, maggioranza democratica, quindi bisognerà vedere cosa decide Berlusconi di fare da grande e cioè se vuole continuare a fare il Presidente del Consiglio o se vuole fare il Presidente della Repubblica, nell’uno o nell’altro caso aumenterà i poteri al Presidente del Consiglio o al Presidente della Repubblica. Delirio Violante - Nella bozza Violante, Violante in teoria sarebbe uno del PD, invece di esserci scritto che bisogna togliere poteri al Capo del Governo che ne ha già troppi e stabilire finalmente dei paletti e un reticolato di controlli terzi per evitare ancora gli abusi, conflitti di interessi, la decretazione d’urgenza, le fiducie messe su tutto, le leggi ad personam etc., cosa prevede?Che è giusto rafforzare i poteri del Premier nella bozza Violante, il fatto che poi il Premier abbia anche le televisioni e i giornali, secondario, si provvederà a parte. Poi c’è la fine del bicameralismo perfetto, vogliono cambiare le competenze alla Camera rispetto al Senato che dovrebbe diventare una specie di assemblea dei rappresentanti delle regioni e vogliono anche ridurre il numero dei parlamentari che dovrebbero scendere di circa 300 unità, oggi sono 950 e dovrebbero scendere in tutto a 650 più o meno quanti ne ha oggi uno dei due rami del Parlamento, la Camera, dico subito che è una mossa propagandistica, il problema, sì, ci può stare anche la riduzione del numero dei parlamentari, ma non illudiamoci che tagliando i parlamentari anche di qualche centinaio, anche di 300 unità, avremmo risolto il problema, se i parlamentari fossero dimezzati e invece di mille fossero 500, si risparmierebbero 100 milioni di Euro all’anno che sono tanti, intendiamoci, si saprebbe a chi darli, ci sarebbe solo l’imbarazzo della scelta, ma attenzione, con un risparmio di 100 milioni si fa poca strada, abbiamo detto quanto risparmieremmo se abolissero le province, una decina di miliardi all’anno, 100 milioni. Risparmieremmo 100 volte tanto, quindi il sospetto è che ci buttino un po’ di fumo negli occhi, illudendoci che i costi della casta li abbiamo risolti tagliando un po’ di parlamentari, mentre in realtà stanno preparando qualcosa di gravissimo dietro e cioè un Parlamento che proprio perché Camera farà una cosa e Senato ne farà un’altra, non sarà più un freno o un controllo o lo sarà ancora meno di quanto già poco non lo sia oggi nei confronti delle leggi, anche qua siamo favorevoli o contrari alla fine del bicameralismo perfetto Camera – Senato? Se ci conviene sì, siamo favorevoli, se non ci contiene no, dovrebbero dimostrarci che ci conviene, dovrebbero dimostrarci che oggi il problema delle leggi è quello che sono troppo lente e che in questo palleggio Camera – Senato, emendamento di nuovo Camera – Senato, abbiamo poche leggi, le abbiamo lente, ci hanno appena detto che abbiamo 500 mila leggi, che ne abbiamo bruciate 375 mila, che ce ne restano ancora tipo 150 mila e poi tolgono il potere di esame delle leggi a uno dei due rami del Parlamento, per avere più leggi e più rapidamente? Ma se il problema è che ne abbiamo troppe, più di ogni altro paese del mondo, allora non è il caso di fare in modo che le leggi vengano meglio controllate e che soprattutto quelle che non vanno vengano stoppate? Allora se è questo il problema, invece di ridurre il numero delle camere e dei rimbalzi bisognerebbe aumentare i freni, diminuire la possibilità di fare leggi, del resto che le alcuni possano essere anche velocissime lo dimostra il lodo Alfano, quest’ultimo è stato approvato in 25 giorni tra Camera, Senato e promulgazione del Presidente della Repubblica e non era un decreto, era un Disegno di Legge.Allora vedete che quando gli interessa a lor signori le leggi riescono a farle subito, il problema è che sono delle porcate, perché il Parlamento è diventato un’assemblea di Yes man che si alzano a comando delle esigenze private del Presidente del Consiglio, allora bisognerebbe rafforzarlo il potere di interdizione del Parlamento, non diminuirlo e invece è così, fischiettando allegramente PD e Pdl bozza Violante sono tutti d’accordo per: aumentare i poteri del Premier, nello stesso tempo ridurre il filtro del Parlamento con la diversificazione dei compiti di Camera e Senato, a questo punto cosa avremmo? Avremmo una dittatura, già oggi si parla, molti esperti parlano di regime, figuratevi quando a Palazzo Chigi l’inquilino, non voglio neanche nominarlo, avesse ancora più poteri di quelli che ha oggi, cosa gli manca? Lo ius prime noctis, è un po’ questo quello che si sta apparecchiando, per non parlare naturalmente della riforma della giustizia, della quale però ci siamo occupati diverse volte e sulla quale torneremo perché non basta la legge contro le intercettazioni, vogliono proprio cambiare l’impalcatura costituzionale della Magistratura, c’è un progetto atroce presentato da Alfano e c’è un balbettio del responsabile giustizia del PD, tale Orlando se su Il Foglio, il giornale di Berlusconi, ha fatto delle proposte che vanno più o meno sempre in forma di berlusconismo light nella stessa direzione della riforma Alfano, si va, come annunciato anche da Maroni, verso la fine dell’obbligatorietà dell’azione penale che è l’ultimo scudo che hanno i magistrati contro le intromissioni del potere politico, ma soprattutto è l’ultimo scudo che abbiamo noi cittadini, contro il fatto che qualche politico decida al posto della Costituzione, su quali reati i magistrati devono indagare e su quali no, ma di questo parleremo la prossima settimana.Continuate a seguire Il Fatto quotidiano e passate parola!

Marco Travaglio (Passaparola del 12 aprile 2010)
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