"Dopo gli anni ovattati dell'infanzia e quelli spensierati dello studio ci si immerge nella catena lavorativa che, al di là di qualunque gratificazione, assorbe e lascia poco tempo ... e poi finalmente arriva la tua quarta dimensione ... e ritrovi quella serenità smarrita."

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martedì 9 marzo 2010

La firma di Sarajevo


Testo:

Buongiorno, oggi mi sembra inevitabile parlare del Decreto Salvaliste, come lo chiamano nella è la solita truffa per dare un nome sbagliato a una cosa vergognosa e cercare di renderla meno vergognosa questo non è un Decreto Salvaliste, questo è un decreto, tanto per cambiare, Salva Berlusconi, mi scuso con quelli che hanno preso il mio libro, è già da aggiornare perché ad personam si forma all’ultima legge ad personam, ma l’ultima è sempre la penultima, quindi ne sta arrivando non solo questa, ma tra poco ne avremo una vagonata, non dimentichiamo che questo la prossima settimana dovrebbe essere licenziato definitivamente dal Parlamento in legittimo impedimento, quindi il firmatutto che siede al Quirinale sarà chiamato a un’altra delle sue mirabolanti prove.
Non poteva non firmarlo - Avrete notato come tra coloro che si sono posti, tutti quelli che hanno un minimo di sensibilità democratica residua a questo Decreto, si siano divisi tra coloro che dicono che il Decreto è una porcata, ma che Napolitano ha fatto bene a firmarlo, non poteva non firmarli, e coloro che invece dicono che il Decreto è una porcata e è una porcata anche la firma del Presidente della Repubblica, a me sembra un po’ contraddittorio dire che il Decreto è una porcata e che il Presidente lo doveva firmare anche perché ben sappiamo che il Presidente della Repubblica può firmare come non può firmare e quando una legge è incostituzionale o illegale proprio filosoficamente come questa, ha tutti gli strumenti per non firmarla, mentre invece da quello che si legge sui giornali, le ricostruzioni non smentite, pare che a questa legge abbia collaborato lo stesso Capo dello Stato alla stesura di questa legge, dopo avere fatto sapere al governo che non avrebbe firmato altro Decreto, quello che gli era stato sottoposto giovedì notte e che proprio giovedì notte sarebbe nata l’idea di fare questo. Non so se la cosa è chiara, ma il fatto che giovedì notte, il Capo dello Stato abbia fatto sapere al Governo Berlusconi che non avrebbe firmato il Decreto versione N. 1, dimostra che il Capo dello Stato può non firmare i decreti che ritiene incostituzionali, altrimenti avrebbe dovuto digerirsi pure il Decreto N. 1, primo fatto.
Il Capo, gobbo dello Stato
- Secondo fatto: il fatto che abbia suggerito un altro tipo di decreto, ancora una volta dimostra che siamo oltre i poteri del Capo dello Stato, perché sapete che nelle prerogative del Presidente della Repubblica, stabilite dalla Costituzione non c’è quella di suggerire o di collaborare alla stesura di legge o Decreti, il Capo dello Stato deve aspettare che il governo nel caso dei decreti e il Parlamento nel caso delle leggi, gli recapitino il provvedimento, dopodiché deve valutare se lo firma o non lo firma, se non lo firma lo rimanda alle Camere o lo rimanda indietro con un messaggio motivato dove spiega il perché lo rigetta e lo può fare per i decreti, per mancanza di urgenza, oppure per mancanza di necessità o per mancanza di costituzionalità, perché è un’indecenza, semplicemente perché non vuole mettere la sua firma sotto una porcheria, non ci sono nella Costituzione specificate le ragioni per cui può o non può firmare, c’è scritto che può non firmare, prerogativa della quale, da quando il Presidente della Repubblica è Napolitano non si è mai avvalso, non c’è stata finora, salvo che ricordi male una legge che sia arrivata a lui e che lui abbia rimandato indietro, è capitato a volte che lui abbia fatto sapere prima che non avrebbe firmato una legge, indicando in qualche modo come doveva essere cambiata per firmarla, cosa che fa di lui un collaboratore del legislatore, quindi una figura sconosciuta alla Costituzione, anche perché chi ha collaborato alla stesura di una legge, non può poi ovviamente essere imparziale nel momento in cui deve decidere se firmarla o no, perché? Perché se ha collaborato anche lui, è evidente, ma lasciamo perdere queste questioni lana caprina, facciamo, come dice il Presidente del Senato, con rispetto parlando, Schifani, un po’ di sostanza.
Ladri di speranze
- La sostanza è che a me è capitato in queste ultime settimane nei miei incontri che faccio in giro per l’Italia, negli spettacoli che faccio nei teatri, di incontrare dei ragazzi delle liste 5 stelle, che mi chiedevano: possiamo mettere fuori il banchetto per raccogliere le firme perché ci mancano ancora tot firme, magari da te viene tot gente, magari riusciamo a raccogliere qualche firma, naturalmente ho sempre detto di sì, ci mancherebbe, mi fa piacere perché firmare per una legislatura non vuole dire votare per quella lista, vuole dire semplicemente consentire a quella lista di potersi presentare agli elettori e di potersi confrontare con gli altri soggetti esistenti, se poi è una lista giovane, nuova e giovane come quella, mi faceva ancora più piacere, il fatto che poi me l’abbiano chiesto in Campania, dove il candidato del centro-sinistra tutto è un soggettino come quello che conoscete, non voglio neanche nominarlo per non rovinarmi la giornata, mi ha reso particolarmente felice di dare un mano in qualche modo. Pensavo proprio a questi ragazzi delle liste 5 stelle, ma anche a tutte le persone che hanno raccolto le firme per i referendum del Vday, a tutte le persone che hanno raccolto le firme per il referendum all’epoca contro il Lodo Maccanico indetto da Di Pietro etc., a tutti quelli che in questi anni si sono fatti un mazzo così per andare in piazza, studiarsi la legge nei minimi dettagli, raccogliere un numero anche superiore di firme nella previsione che poi qualcuna te la cassano, poi come sapete ne sono state cassate talmente tante nel referendum di Grillo che alla fine si è ritrovato di fronte il Giudice Carnevale che gliene faceva buone solo 350 mila per ogni quesito anziché 500 mila, pensavo a tutte le persone che in questi anni hanno speso parte del loro tempo libero, hanno preso ferie, freddo per fare le cose secondo la legge. Ci pensavo l’altro giorno quando leggevo le incredibili dichiarazioni dei politici che hanno imposto questo Decreto, poi naturalmente lo si può chiamare come si vuole questo Decreto, golpista, noi abbiamo deciso nel numero di ieri di chiamarli “ladri” ladri di legge, di legalità, di democrazia, di speranza, di tutto, può essere che Di Pietro abbia esagerato quando ha detto che bisognerebbe valutare impeachment per il Capo dello Stato, però certamente quello che è avvenuto è un gravissimo attentato alla Costituzione, poi l’ impeachment lo sappiamo, è fatto politico, richiede maggioranza, non c’è la maggioranza ovviamente in Parlamento, sapete come funziona il sistema mediatico che se uno non si tira giù i pantaloni in piazza, anche se dice una cosa sacrosanta non lo prende in considerazione nessuno, quindi bisogna dire una cosa sacrosanta e tirarsi giù i pantaloni, credo che Di Pietro abbia detto una cosa sacrosanta sulle responsabilità del Capo dello Stato, mi è capitato recentemente di criticarlo anche duramente per l’appoggio anche a quel tizio lì in Campania, su questo mi è parso l’unico che ha capito la situazione, poi il fatto che abbia detto che bisognava valutare l’ impeachment è un sovrappiù, l’importante è capire che il Capo dello Stato ha collaborato a una lesione che forse ha raggiunto un livello di gravità che non si era mai vista prima di ora e che devo dire ha messo d’accordo tutti i grandi costituzionalisti che abbiamo, a parte quei due o tre poveretti che giustamente vengono raggiunti dal Tg1 di Minzolingua e dai giornali di Berlusconi, ci sono sempre due o tre costituzionalisti a la carte che sono pronti a avallare qualunque porcata faccia il governo, ma a parte questi che sono di famiglia, tutti quelli di notoria indipendenza da Onida a Lorenza Carlassare per non parlare di Zagrebelsky hanno detto tutti quanti che questa è una porcata inumana che non si era mai vista e neanche immaginata. Quindi volevo segnalarvi l’ambiguità di coloro che dicono che il Decreto è da porcata, ma che Napolitano ha fatto bene a firmarla, se è una porcata non la doveva firmare, quindi è totalmente ridicolo convocare manifestazioni per sabato, per non so quando in cui si dice che si va a protestare contro Berlusconi ma non contro Napolitano, il Decreto porta la firma di Berlusconi e di Napolitano, quindi è inutile stare lì, non si possono separare, il fatto che poi uno, minacciando l’altro abbia ottenuto la firma, questa è una cosa che diremo tra un attimo. Ma intanto bisogna segnalare che tutti quelli che partecipano alla porcata sono egualmente responsabili, anzi più è alta la carica che ricoprono e la possibilità che hanno di impedire che la portata si consumi e più aumenta, ovviamente, il loro livello di responsabilità. Sapete che c’è una legge del 1988 che vieta la decretazione in materia elettorale, vediamo se la trovo, la cita Zagrebelsky nell’intervista a Repubblica, l’ha citato un po’ tutti Ainis su La Stampa, la legge 400 del 1988 regola la decretazione di urgenza e l’Art. 15 comma 2, fa divieto di usare il decreto in materia elettorale, c’è stata innanzitutto la violazione di questa norma, dettata non per capriccio ma per ragioni sostanziali.
Decreto salvalista
- La materia elettorale è delicatissima, è la più refrattaria agli interventi di urgenza e soprattutto non è materia di governo in carica, del primo potenziale interessato a modificarla a suo vantaggio. Violazione di una legge dello Stato, con la firma di Berlusconi e di Napolitano, violazione della Costituzione, certo violazione della Costituzione perché è evidente che qui si cambia il principio secondo cui la legge è uguale per tutti, che è già grave in assoluto, ma che è stragrave quando ciò avviene in una competizione elettorale andando a salvare alcuni, quelli che hanno presentato liste irregolari a discapito di altri, quelli che hanno presentato liste regolari, ma tra quelli che avevano presentato liste irregolari, questo Decreto ne salva soltanto alcuni e non ne salva altri, perché questo Decreto è stato fatto su misura per le violazioni commesse nella presentazione della lista del Pdl nel Lazio e della lista Formigoni a Milano, così come era stato ritenuto prima della Pronuncia del Tar. Ci sono alcune liste che verranno escluse anche dopo questo Decreto perché questo Decreto non si occupa delle loro tipologie di irregolarità, mentre ce ne sono altre, quelle di Berlusconi, che vengono riammesse perché, come ha detto il Ministro La Russa, noi abbiamo fatto un Decreto per spiegare ai tribunali cosa devono dire, hanno fatto una sentenza travestita da legge, ok? Adesso se riesco a trovarlo c’era uno splendido specchietto su un giornale, con l’elenco di tutte le liste e non verranno salvate dal Decreto Salva Berlusconi, questo è Salva Berlusconi, non è salvalista, perché salva le sue e non quelle degli altri, quindi siamo a un doppio salto mortale carpiato con avvitamento, nel senso che all’interno del salvaliste c’è un salva alcune liste e altre no, Lombardia Radicali, Marco Cappato candidato Presidente della Regione, queste sono quelle escluse regione per regione, sempre Lombardia Sinistra Ecologica e libertà, fuori a Como, Mantova, Lodi e Sondrio, Liguria Nuovo Psi quindi centro-destra, Umbria Radicali e Sinistra Critica, Lazio Udeur, qualcuno dirà: non è una grossa perdita, non ci occupiamo più di valutazioni politiche, stiamo parlando di liste che hanno tutte l’obbligo di rispettare la legge, se non la rispettano devono essere escluse, se la rispettano devono essere incluse, qui invece abbiamo liste che non hanno rispettato la legge che vengono trattate in maniera diversa a seconda che piacciano a Berlusconi e a Napolitano e a seconda che no. Emilia Romagna, PC partito lavoratori per il comunismo e Radicali, Marche Radicali e Forza Nuova, Basilicata Radicali e due liste provinciali di Potenza e Matera, Calabria Partito Comunista dei lavoratori, chi sono questi, figli di un Dio minore? Perché non sono compresi nel Decreto salvaliste? Cosa potranno dire i cittadini che volevano votare per queste liste? Se avessero viste escluse tutte le liste che hanno violato la legge elettorale si sarebbero ovviamente rassegnati al fatto che il loro partito non poteva presentato le cose in regola per i tempi o per le autenticazioni, invece qui vedono che le loro irregolarità sono più irregolari di quelle di Berlusconi, chi l’ha detto, la legge? No, l’ha detto un Decreto fatto da Berlusconi e firmato da Napolitano.
Legge danneggia concorrenti - In più qui c’è un problema che ha messo in rilievo tra gli altri Zagrebelski, che il Decreto è stato fatto dal beneficiario del Decreto medesimo direte: dov’è la novità? Effettivamente Berlusconi ha obiettivo spessissimo delle leggi ad personam, che servivano per lui, ma qui stiamo parlando non di una legge che è stata fatta semplicemente per lui, ma di una legge che danneggia tutti gli altri, chi danneggia? Danneggia i concorrenti, quelli che avrebbero avuto il diritto di correre senza la concorrenza di liste presentate fuori legge e danneggia coloro che hanno presentato le liste fuori legge che non vengono riammesse, quindi stiamo parlando non solo di una legge che favorisce lui e basta, ma di una legge che per favorire lui, danneggia tutti gli altri. Guardate che la polemica che si fa sui Radicali o su chi ha denunciato le liste irregolari, non ha nessun significato, perché? Perché è sempre capitato che nelle elezioni ci sia qualcuno che denuncia le irregolarità degli altri, perché? Proprio perché se rispetti la legge tu, devi pretendere che la rispettino anche gli altri e se comunque non l’hai rispettata tu, devi pretendere che anche gli altri che non l’hanno rispettata non vengano ammessi, chi decide su tutto questo? I tribunali, questa è l’unica cosa, infatti Napolitano il primo giorno sembrava si fosse attestato su questa posizione, aveva detto: è un bel pasticcio, decidono i tribunali, come stabilito dalla legge, non ti piace quello che ha deciso il Tribunale, ricorri in appello, è tutto all’interno del diritto, è tutto previsto, sono 60 anni e più che si vota, non è che siamo nuovi. Questa volta ha deciso il governo perché come ha detto La Russa, dobbiamo dire al Tar cosa deve stabilire, come deve decidere, così non potranno darci torto, capite che in questa dichiarazione c’è tutta l’incostituzionalità della legge, perché è una legge che scrive la sentenza ai giudici, questa è la cosa inaudita, pazzesca di tutto questo. Ci sono precedenti, quando sentite dire: non si possono escludere interi partiti, non si può escludere il partito di maggioranza relativa, non si possono punire gli elettori per colpa degli errori dei rappresentanti, cazzata solenne, si sono sempre puniti gli elettori per gli errori fatti dai rappresentanti dei loro partiti, il fatto poi che a fare questi errori sia il famoso partito del fare, della managerialità, dell’efficienza, il partito che doveva disboscare la democrazia, il partito che doveva liberarci dai lacci e laccioli e che è da 15 anni in politica e non ha mai fatto niente di tutto questo, pur avendo istituito addirittura i minori delle semplificazioni legislativa, figuratevi l’hanno dato a Calderoli, da qualunque parte la raccontino non sta in piedi quello che dicono, perché? Perché è già capitato altre volte che milioni o centinaia di migliaia di persone non abbiano potuto votare per un partito, perché aveva presentato carte false o carte fuori tempo massimo. Non succede di rado, succede sempre alle elezioni che qualcuno venga tagliato fuori, il caso forse più clamoroso è quello del 2000, quando nel centro-sinistra in Molise si presentò un candidato che si chiamava Di Staso, nel centro-destra un candidato che si chiamava Michele Iorio, vinse Di Staso per poche centinaia di voti, il centro-destra fece ricorso al Tar dicendo che alcune liste alleate con il centro-sinistra, erano state presentate in maniera o in forma irregolare, dopo le elezioni il Tar si pronunciò e disse che era ero, ci fu ulteriore passaggio al Consiglio di Stato che disse che alcune di queste liste erano irregolari e fu disposta la ripetizione delle elezioni, si rivotò e proprio grazie all’irregolarità scoperta, il centro-destra vinse le elezioni contro il centro-sinistra che le aveva appena vinte qualche giorno prima e oggi Michele Iorio continua a essere il governatore del Molise, proprio in virtù del fatto che erano state ripetute le elezioni, su denuncia del centro-destra, a nessuno è venuto in mente di dire: ah ma non è leale perché vogliono concorrere senza i rivali, vogliono correre da soli, vogliono vincere a tavolino, semplicemente perché c’erano delle irregolarità e il centro-destra ha fatto benissimo a denunciarli, credo due anni fa, se non erro, alle provinciali del Trentino c’era l’Udc che era irregolare come presentazione di lista, l’Udc era alleata del centro-sinistra, la Lega e il centro-destra fecero ricorso e ottennero l’esclusione dell’Udc, a nessuno è venuto in mente di dire che era un’offesa agli elettori dell’Udc , perché? Perché era colpa dei responsabili dell’Udc che non avevano presentato le liste in regola e avanti di questo passo.
Le firme le raccolgono i Baluba
- Pensate quante ingiustizie crea questo Decreto dopo anni e anni in cui ci sono partiti che non hanno potuto partecipare a questa o a quell’elezione locale o nazionale, perché? Perché la legge dice che devi arrivare entro una certa ora e devi produrre un certo numero di firme autenticate e autentiche, se non lo fai sei fuori, dice: ma ero già dentro, chi se ne frega se eri già dentro, se sei in aeroporto e ti addormenti, l’aereo parte lo stesso! Cosa facciamo in decreto interpretativo per stabilire che chi dimostra di essere già in aeroporto, fa tornare giù l’aereo? Ma diamo i numeri, era già dentro e chi se ne frega se era già dentro, se era al cesso o era a farsi un panino o era lì che modificava le liste come pare che sia avvenuto nell’eterna guerra tra i finiani e i berlusconiani sono fatti suoi, la scadenza è quando la depositi la lista, non quando gironzoli nei corridoi o nelle zone limitrofe o nei bagni! Conosco gente che si sveglia la mattina presto per essere sicura di arrivare in tempo quando c’è una scadenza, conosco gente che per pagare le tasse in tempo, va due o tre giorni prima per non arrivare proprio all’ultimo momento, conosco gente che raccoglie molte più firme, ben sapendo che poi qualcuna comunque nel dubbio te la cassano, è così che si fa, è così che si fa! Invece no, questi se ne infischiano, trattano questi adempimenti come fossero cose da Baluba, si dedicano a spendere miliardi per campagne pubblicitarie sontuose (vedi Formigoni), tutte le sue fotine che danno vita a quel meraviglioso volto, campagna costosissima, se ne frega da raccogliere le firme, le firme le lasciamo raccogliere ai Baluba, tanto poi ci facciamo il decreto se le firme sono irregolari, questo è, purtroppo quello che è successo. Pensate l’incostituzionalità proprio filosofica di tutto questo. L’ultima cosa, è pazzesco, ma è il messaggio che il Presidente della Repubblica ha scritto sul suo sito, sul sito del Quirinale per spiegare quello che è successo “…il problema da risolvere era da qualche giorno quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici - e perché le altre volte non c’era la piena partecipazione perché qualcuno veniva escluso? Anzi in queste stesse elezioni qualcuno viene escluso, ma dato che sono partiti piccoli, lui se ne infischia - non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana, il candidato Presidente e la lista del maggior partito politico di governo per gli errori nella presentazione della lista contestati dall’ufficio competente”, qui il problema è che la Regione era grande, Lazio o Lombardia e che il candidato della lista erano del maggior partito politico di governo? E se fossero stati una Regione di media grandezza e un partito di media dimensione e se fossero stati una regione piccola e un partito piccolo, hanno meno diritto quelli piccoli rispetto a quelli grandi? C’è un limite oltre il quale si può tranquillamente violare la legge, vantando di avere i muscoli più forti e di gridare più forte? Perché questo è quello che ci viene raccontato, guardate che questa spiegazione, mi dicono in Veneto “Xè peso el tacon del bùso” peggio la toppa del buco, perché qui ci stanno facendo capire che il problema era che il partito è grosso e fa paura! E chi lo stabilisce se il partito è grosso? Le elezioni e le elezioni non ci sono ancora state e in base a cosa il Capo dello Stato decide che questo è un partito grosso e se dovesse crollare all’improvviso per un motivo misterioso che noi non sappiamo? Si basa sui sondaggi per decidere i decreti? Per decidere quale partito è grosso e quale è piccolo? Vi rendete conto di quello che è riuscito a scrivere questo signore? Spero che sia mal consigliato, mi domando chi ha intorno, perché se ha qualcuno intorno che gli scrive queste cose, dovrebbe fargli una perizia psichiatrica a questi suoi consiglieri, di sceglierseli qualcuno migliore, perché guardate che questa fase sul partito grosso e sulla regione grossa è abominevole dal punto di vista del principio di eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, erano in gioco due interessi e beni entrambi meritevoli di tutela e rispetto delle norme e delle procedure previste dalla legge e il diritto dei cittadini di scegliere con il voto tra programmi e schieramenti alternativi. Da una parte c’è la legge e dall’altra ci sono i cittadini, è sempre stato così, non esiste il voto se non c’è la legge, è la legge che norma il voto, noi siamo una Repubblica e non una Monarchia perché è stata emessa una sentenza della Corte Costituzionale, mentre alcuni gridavano ai brogli, negli Stati Uniti ha vinto Bush anche se probabilmente ai numeri aveva vinto Al Gore perché a un certo punto la Corte Suprema ha detto: bastano i conteggi, le cose sono così punto e fine, era un’ingiustizia, è una convenzione, a un certo punto interviene la legge e dice come sono andate le cose. Se non accettiamo questa convenzione, si sfascia tutto, non c’è più lo Stato e lui mette sullo stesso piano il diritto di votare per un partito fuori legge e la legge e dice che non si può negare che si tratti di beni egualmente preziosi, da un lato la legge e dall’altro chi l’ha violata, si era nei giorni scorsi espressa preoccupazione anche da parte dei maggiori partiti dell’opposizione che avevano dichiarato di non voler vincere per abbandono dell’avversario o a tavolino e chi se ne frega di quello che dicono i politici? Quelle sono dichiarazioni politiche, la legge è legge! Non si può cambiare la legge soltanto perché uno ha fatto una dichiarazione, e si era anche da più parti parlato della legge di una soluzione politica, senza peraltro chiarire in quale senso ciò andasse inteso, una soluzione che forse è frutto di un accordo tra maggioranza e opposizione? Se una porcata è una porcata, può diventare meno porcata soltanto perché la concordano tutti? A parte che qui non hanno concordato niente, come avete visto, visto che perfino il PD una volta tanto fa la voce grossa, anche se solo contro Berlusconi. Ora sarebbe stato certamente opportuno ricercare un tale accordo, andando al di là delle polemiche su errori e responsabilità dei presentatori delle liste non ammesse e sui fondamenti delle decisioni prese dagli uffici elettorali, in realtà sappiamo quanti risultino difficili accordi tra governo e maggioranza e opposizione anche in casi particolarmente delicati come questo e ancor più in clima elettorale, affari per le tendenze all’autosufficienza e scelte unilaterali da una parte e per diffidenze fondo e indisponibilità dall’altra, ma cosa scrive questo signore? Ma in ogni caso la soluzione politica, ovvero l’intesa tra gli schieramenti politici avrebbe pur sempre dovuto tradursi in soluzione normativa, aridagli con la piena partecipazione dei principali contendenti, come se i contendenti alle elezioni potessero essere divisi tra quelli principali che hanno diritto di violare la legge e quelli secondari che invece devono rispettare le leggi, ma qui siamo di fronte a una versione… si capisce perché viene da un ex dirigente comunista questa concezione dello Stato, cioè che c’è il primato del partito o del partito grosso rispetto alle regole, ma qui c’è una concezione che non ha niente a che fare con la democrazia liberare e con lo stato di diritto, si capisce benissimo che venga da un comunista evidentemente irredimibile e i tempi si erano a tal punto ristretti, dopo i già intervenuti pronunciamenti delle corti, che quel provvedimento non poteva che essere un Decreto Legge, il tempo stringeva, stavano per decidere i giudici amministrativi dopo che erano intervenuti gli uffici elettorali, bisognava fare in fretta per impedire ai giudici di ribadire quello che avevano stabilito gli uffici elettorali, ma vi rendete conto di quello che sta dicendo questo signore?
Serie tensioni istutizionali - Più la rileggo, più resto allibito. Diversamente dalla bozza di Decreto prospettatami dal governo in un teso incontro giovedì sera, il testo successivamente elaborato dal il Ministero dell’Interno e dalla Presidenza del Consiglio non ha presentato secondo me evidenti vizi di incostituzionalità, né si è indicata da nessuna parte politica quale altra soluzione potesse essere ancora più esente da vizi e dubbi di quella natura? Visto che nessuno dell’opposizione ha indicato una legge che fosse un po’ meno porcata, di questa porcata qua, allora questa porcata è la meno porcata che esista e quindi lui la firma, ma vi rendete conto? Lui stesso riconosce che ci sono vizi e dubbi di incostituzionalità ma che dato che non esistono, perché nessuno le ha indicate, delle leggi che abbiano ancora meno vizi e dubbi di incostituzionalità, lui firma questa! La vicenda è stata molto spinosa, fonte di gravi contrasti di visione e messo in evidenza l’acuirsi non solo di tensioni politiche, ma di serie tensioni istituzionali, prima dice: teso incontro di giovedì, poi serie tensioni istituzionali, è bene che tutti se ne rendano conto, sono deciso a tenere ferma la linea di indipendente e imparziale svolgimento del ruolo e di rigoroso esercizio delle prerogative che la Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica nei limiti segnati dalla stessa carta in spirito di leale cooperazione istituzionale, un effettivo senso di responsabilità dovrebbe consegnare a tutti i soggetti politici e istituzionali di non rivolgersi al Capo dello Stato con aspettative e pretese improprie e a chi governa di rispettarne costantemente le funzioni e i poteri, come può dire: non rivolgetemi a me per pretese improprie se ogni volta che Berlusconi si rivolge a lui per pretese improprie lui gliele firma, quelle pretese improprie, c’è da rimanere sconcertati!
La firma di Sarajevo
- Concludo con quello che è veramente successo in quello che lui stesso, il Capo dello Stato definisce un teso incontro giovedì sera, serie tensioni istituzionali, ha scritto Il Messaggero, Marco Conti “Il Premier disse al Colle, scateno la piazza, il Cavaliere pronto a tutto, avanti anche da solo, la tua firma non è indispensabile” a pag. 3, taglio basso, le notizie vere si nascondono, l’ha scritto Luc Felese su Il Fatto “La difesa del Quirinale e le minacce di B” l’ha scritto Bruno Vespa, sempre molto informato su quello che o avviene nei corridoi, ha fatto un editoriale su Il Mattino di Napoli e ha detto che prima della firma del Decreto si era venuta a creare una situazione simile allo sparo di Sarajevo, quello in cui Gavrilo Princip sparò all’Arciduca Francesco Ferdinando innescando, come casus belli la Prima Guerra Mondiale, 1914, Vespa che parla di spari, dice che c’è stata una tempesta tra Napolitano e Berlusconi, nelle ore che hanno preceduto e seguito il colloquio di mercoledì con il Capo dello Stato, Berlusconi ha pensato di far saltare il tavolo, l’indisponibilità presentata da Napolitano a firmare il Decreto che firmasse la lista Pdl e la posizione di Formigoni in Lombardia, sarebbe stato lo sparo di Sarajevo, come l’assassinio dell’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria e di sua moglie il 28 giugno del 1914, con il pretesto di scatenare la Prima Guerra Mondiale, così l’eventuale sacrificio dei candidati alla conquista e alla conferma delle due regioni più importanti d’Italia, sarebbe stato l’innesco di una bomba ben più micidiale. Il Presidente del Consiglio voleva far approvare la sera stessa un Decreto Legge sulla falsariga del precedente nelle elezioni europee del 1995, ma il Capo dello Stato ha sostenuto che quella procedura non poteva essere sostenuta in questo caso e Berlusconi si è molto arrabbiato, minacciando il ricorso alla piazza, prima mi avete visto con in mano questo librone, questo è il Codice Penale, può essere che io mi sbagli, credo ci sia anche una Vicepresidente che riguarda il reato di minacce, ma per il momento ho trovato l’Art. 289 che dice “attentato contro organi costituzionali è punito con la reclusione non inferiore a 10 anni, qualora non si tratti di un più grave delitto, chiunque commette un fatto diretto a impedire in tutto o in parte anche temporaneamente al Presidente della Repubblica o al governo l’esercizio delle attribuzioni o prerogative conferite dalla legge; la pena è della reclusione da 1 a 5 anni se il fatto è diretto soltanto a turbare l’esercizio delle attribuzioni o prerogative funzioni suddette” è vero o non è vero che giovedì sera c’è stata una minaccia esplicita del Presidente del Consiglio al Capo dello Stato? Perché le opposizioni non presentano una denuncia alla Magistratura e non invitano il Capo dello Stato a confermare o a smentire le ricostruzioni de Il Messaggero di Vesca, de Il Fatto Quotidiano? Stiamo parlando di qualcosa di grave se Bruno Vespa parla degli spari, quello che è certo è che non è vero che questo è un decreto interpretativo, questo è un decreto innovativo, che stabilisce regole nuove, posti diversi e modalità di autenticazione diversa delle firme per la presentazione delle liste, rispetto a quelli che erano previsti quando è iniziata la raccolta delle firme e è iniziata questa lunga campagna elettorale, quindi questo decreto, checché ne dicano i corazzieri improvvisati che cercano di distinguere tra le responsabilità di Berlusconi e quelle di Napolitano, era un decreto che evidentemente non poteva essere adottato, sia perché vietato dalla legge, sia perché incostituzionale nello spirito e nelle lettere, sia perché fa una cosa diversa da quella che dice di voler fare, non interpreta ma aggiunge. Se giovedì sera si è arrivati allo scontro che abbiamo descritto perché Napolitano ha rigettato la prima versione del decreto, vista la seconda che ha firmato, possiamo immaginare cosa c’era nella prima versione del Decreto, possiamo immaginare quanto siano minimaliste tutte le espressioni più dure che si possono usare in questi giorni: furto, golpe e qualsiasi cosa, noi siamo ormai in preda a un regime declinante ma non per questo meno pericoloso, anzi credo che nei prossimi mesi ne vedremo ancora delle brutte, non delle belle! Continuate a seguirci, stasera parleremo di questo a Torino, perché a Torino è invitato presentando il libro, parleremo ovviamente di questa nuova legge ad personam con l’ex Presidente della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky e con Ettore Boffo e il Pubblico Ministero Ingoia al Teatro Nuovo a partire dalle 21 e lo stesso faremo giovedì sera con Pier Camillo Davigo alla Camera del Lavoro a Milano in corso di Porta Vittoria e lunedì prossimo lo faremo a Roma all’Alpheus ma troverete tutti gli estremi di queste presentazioni che possono diventare delle occasioni anche per manifestare la propria presenza in un momento abbastanza difficile, intanto continuate a seguirci su Il Fatto Quotidiano. Passate parola e buona settimana.

Marco Travaglio (Passaparola dell'8 marzo 2010)
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