"Dopo gli anni ovattati dell'infanzia e quelli spensierati dello studio ci si immerge nella catena lavorativa che, al di là di qualunque gratificazione, assorbe e lascia poco tempo ... e poi finalmente arriva la tua quarta dimensione ... e ritrovi quella serenità smarrita."

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martedì 26 aprile 2011

Genchi: colpevole per non aver commesso il fatto

Buongiorno a tutti, vorrei cominciare leggendovi due righe da un documento che risale a 32 anni fa “oggi 29 gennaio 1979 alle ore 8,30 il gruppo di fuoco Romano Tognini Valerio dell’organizzazione comunista Prima Linea ha giustiziato il sostituto Procuratore della Repubblica Emilio Alessandrini, uno dei magistrati che maggiormente ha contribuito in questi anni a rendere efficiente la Procura della Repubblica di Milano nel tentativo di ridare credibilità democratica e progressista allo Stato”.

Thyssenkrupp: una sentenza storica -Questo è il volantino con cui i terroristi rossi di prima linea rivendicavano l’assassinio del Pubblico Ministero Alessandrini, sostituto Procuratore a Milano che stava indagando sulla strage nera di Piazza Fontana. Perché dei terroristi rossi ammazzano un magistrato, tra l’altro esponente delle correnti progressiste della Magistratura che sta indagando su una strage neofascista? Perché lo spiegano bene, per i suoi meriti, perché è uno dei magistrati che maggiormente hanno contribuito in questi anni a rendere efficiente la Procura della Repubblica di Milano e a ridare credibilità democratica e progressista allo Stato, colpivano i magistrati bravi, onesti e li colpivano non per i loro errori o per i loro demeriti, ma per i loro meriti. La stessa cosa sta avvenendo oggi, soltanto che a colpirli non è più un’organizzazione terroristica che si propone di sovvertire lo Stato, ma è un Presidente del Consiglio che sta sovvertendo lo Stato e che sta facendo alle istituzioni dello Stato molti più danni di quelli che hanno fatto i terroristi delle Brigate Rosse che involontariamente finirono per rafforzare le istituzioni e per conservare ai loro posti anche dei politici che invece avrebbero dovuto andarsene, proprio perché lo Stato fece fronte comune contro il terrorismo negli anni della solidarietà nazionale, oggi l’insidia è molto, molto maggiore e più pericolosa proprio perché le armi non sono più i mitra, ma sono le parole, le leggi, i proclami televisivi, i comizi, le istituzioni piegate agli interessi privati, non c’è nessuno di autorevole che lanci l’allarme, il Quirinale almeno mentre sto parlando tace e tutte le altre istituzioni che dovrebbero intervenire, tacciono a loro volta, protestano i magistrati, ma come al solito sembra una guerra personale, tra loro e Berlusconi, protestano poco per la verità le opposizioni che non hanno ancora preso l’iniziativa che avrebbero dovuto prendere, quella di abbandonare in blocco un Parlamento comprato e venduto per interessi privati, i grandi giornali, a parte rare eccezioni fanno i pesci in barile e fanno finta di non vedere e parlano di scontro mentre c’è un’aggressione direi senza precedenti perché è semplicemente l’ultimo episodio di tanti altri, ma un’aggressione forsennata, forse la battaglia finale, ultima spallata contro l’unico potere di controllo che con tutti i suoi limiti e i suoi difetti ci rimane e cioè il potere giudiziale, è interessante vedere che ancora una volta non vengono attaccati i magistrati fannulloni, i magistrati corrotti, i magistrati inefficienti, vengono attaccati esattamente come da parte dei terroristi 32 anni fa, i magistrati migliori, quelli delle Procure di Milano, di Palermo e adesso vedrete che partirà un attacco anche a Torino, perché a Torino, proprio nel giorno in cui a Milano venivano fuori questi orribili manifesti fuori le BR dalla Procura, a Torino un grande magistrato, Raffaele Guariniello otteneva da una grande Corte di Assise una sentenza memorabile in cui si condannano i vertici di un gruppo multinazionale tedesco la Thyssen Krupp, per avere scientemente messo a rischio la vita dei loro lavoratori nello stabilimento di Torino, dando origine a quel rogo stragista che ne eliminò, se non erro, 7. Il N. 1 della Thyssen Krupp è stato condannato a 16 anni e attenzione non per il solito reato di omicidio colposo con cui ce la si cava sempre con qualche anno, da cui poi detraendo indulti, attenuanti condizionali etc. gli imprenditori assassini la fanno sempre franca e non vanno in galera, condannato a 16 anni di reclusione per omicidio volontario, avete letto sui giornali, avete sentito in televisione, volontario con dolo eventuale, cosa vuole dire? Vuole dire che sapere che gli impianti antincendio non sono a norma e non fare nulla per metterli a norma, per risparmiare qualche migliaio di Euro, perché questa è la ragione per cui sono morti gli operai della Thyssen Krupp, significa ammazzare gli operai, accettando il rischio, ecco il dolo eventuale, che gli operai possano lasciarci la vita e questo equivale a una volontà, a un dolo e quindi omicidio volontario con dolo eventuale e questa è una sentenza pilota e naturalmente adesso sta mettendo il terrore, la Confindustria non ha perso occasione per schierarsi dalla parte dei condannati e per strillare contro la presunta esagerazione della pena. La pena è il minimo che potesse toccare ai responsabili di una strage dove sono morte molte persone, a causa della colpevole, dolosa incuria dei vertici della Thyssen Krupp, il fatto che l’organizzazione sindacale degli imprenditori italiani invece di scomunicare coloro che tradiscono la legge e mettono a repentaglio la vita dei loro lavoratori, solidarizzi con loro, la dice lunga sul culo sporco degli imprenditori italiani che si fanno rappresentare da gente così! La dice lunga sul fatto che non si possono permettere che altre sentenze del genere vengano emesse e quindi strillano e quindi anche loro cercano di intimidire la magistratura, visto che ci sono altri processi aperti per altre stragi sul lavoro, che si spera sull’esempio di questa sentenza, potranno imboccare quando ne ricorreranno i presupposti giuridici, la stessa strada e cioè quella non dell’omicidio colposo, involontario, ma quello dell’omicidio volontario con il dolo eventuale e nel momento in cui i magistrati vengono definiti brigatisti, terroristi, cellule rosse, eversori, associazione per delinquere, dalla più alta carica di governo, purtroppo l’abbiamo sul groppone, è bene sapere da quale parte stare, dalla parte dei magistrati che hanno visto tanti loro colleghi cadere negli anni del terrorismo, mentre Berlusconi si faceva proteggere dalla mafia, non dimentichiamo mai e mentre altri magistrati si facevano corrompere da Berlusconi tramite l’Avvocato Previti, non dimentichiamolo mai!

Genchi mazziato e assolto - Ciò premesso non ho nessuna intenzione, l’ho già detto la settimana scorsa, di inseguire questo squilibrato nei suoi deliri, essi sì, eversivi e terroristici, ma vorrei darvi una notizia che, salvo Il Fatto Quotidiano e qualche trafiletto e altri giorni nessuno ha dato, credo neanche i telegiornali che pure a suo tempo si occuparono a lungo del presunto scandalo da cui poi era scaturito quel processo.Mi riferisco alla sentenza che è stata emessa mercoledì a carico di Gioacchino Genchi, sapete voi del blog di Beppe, voi del sito del Fatto, voi che leggete Il Fatto chi è Gioacchino Genchi, quest’ultimo è il poliziotto, il consulente informatico di decine e decine di tribunali, Procure, Corti di Assise e Corti di Appello che da 25 anni ormai mette la sua intelligenza e la sua competenza tecnica al servizio delle indagini, mai al servizio di parti private, sempre al servizio della magistratura, per fare luce su stragi, omicidi di mafia, vicende di mafia politica e che per questo dopo avere collaborato con Luigi De Magistris in una delle tante indagini alle quali ha collaborato a Catanzaro, è stato fucilato con i mezzi moderni, con le televisioni, con i giornali, con le penne assassine che si aggirano non informazione, nella disinformazione italiana e che l’altro giorno fortunatamente ha trovato un giudice che lo ha assolto. Lo ha assolto dall’accusa di accessi abusivi Genchi ha due processi: uno è ancora in corso, l’altro è quello che si è chiuso mercoledì in primo grado con la sua piena assoluzione e attenzione, non perché il fatto non costituisce reato ma è stato commesso, oppure perché il fatto non costituisce più reato perché è stato depenalizzato, neanche per insufficienza di prove, è stato assolto perché l’accusa non stava in piedi e come nascono le accuse a Gioacchino Genchi? Forse è interessante andare a ripescare la genesi di questi processi perché è una genesi politica, la Procura di Roma aprì indagini su Gioacchino Genchi dopo una campagna martellante di attacchi a Genchi, in cui politici di quasi tutti i partiti, tranne uno, il solito, non lo nomino altrimenti dico poi che faccio pubblicità, ma è cronaca, tutti i partiti politici di destra e di sinistra, tranne uno attaccarono Genchi. Era il gennaio 2009, per la precisione il 24 gennaio 2009, Silvio Berlusconi Presidente del Consiglio terrorizzato in quel momento dalla possibile uscita di certe telefonate che minacciavano di svelare retroscena dei suoi rapporti con alcune signorine, poi diventate ministre, annunciava in televisione “sta per scoppiare uno scandalo enorme, il più grande della storia della Repubblica, c’è un signore che ha spiato 350 mila persone” il signore in questione era naturalmente Gioacchino Genchi, erano i giorni in cui si bombardava a reti e edicole unificate sul caso Genchi, l’archivio Genchi, Genchi ha sospettato di avere accumulato milioni di tabulati, di numeri di telefono, di intercettazioni telefoniche e era sospettato addirittura di usare quell’enorme archivio informatico per ricattare di qua e di là, tant’è che del caso si occupo il Copasir, il comitato per il controllo sui servizi di sicurezza, il comitato parlamentare bicamerale, all’epoca presieduto da Rutelli e oggi presieduto da Massimo D’Alema, Massimo D’Alema non c’era ancora. A ruota tutti i garantisti a gettone o a intermittenza, quelli che intervengono solo quando c’è di mezzo il loro padrone o uno dei loro padroni, si misero a strillare all’unisono con il Cavaliere per dire che quello di Genchi era uno scandalo mai visto. Maurizio Gasparri capogruppo del Pdl disse “roba da Corte Marziale” la Corte Marziale è il Tribunale speciale dinanzi al quale si trascinano i soldati che commettono dei crimini durante le guerre, finiscono davanti alla Corte Marziale e poi vengono fucilati, questo disse Gasparri. Rutelli per non essere da meno all’epoca stava nel PD, poi si è messo improprio, disse che quello di Genchi era un caso molto rilevante per la libertà e per la democrazia. Cicchito disse “siamo di fronte a un’inquietante Grande Fratello” e non si riferiva al Grande Fratello di Canale 5, si riferiva al Grande Fratello di Orwell al mostro spionistico che controlla tutto e tutti nelle dittature. Lanfranco Tenaglia ex Magistrato del PD disse “vicenda grave”. Italo Bocchino ancora nel Pdl e non ancora diventato antiberlusconiano disse “è il più grande caso di spionaggio della storia repubblicana”. Clemente Mastella che da anni martellava Genchi, chiamandolo addirittura Licio Genchi lo definì quella volta “un pericolo per la democrazia” e Luciano Violante del PD disse che era un fatto intollerabile e Gaetano Quagliariello del Pdl disse “scenario inimmaginabile e preoccupante per la sicurezza dello Stato” Genchi era un nemico delle istituzioni, da respingere probabilmente a cannonate. Giuseppe Caldarola ex PD che scrive su Il Riformista disse “spioni deviati spiano migliaia di cittadini, il Parlamento e il governo” e Luigi Zanda del PD disse che Tavaroli e Genchi presentavano diverse analogie, chi è Tavaroli? E’ il capo della Security privata della Telecom, arrestato per avere accumulato dossier per conto dei vertici della Telecom, mentre Genchi lavora per conto di un’entità che si chiama Stato italiano, giustizia italiana, fa niente, Tavaroli e Genchi tante analogie! I giornali si scatenano, non tutti naturalmente, i principali, La Stampa e Il Corriere titolano “un italiano su 10 nell’archivio di Genchi” gli italiani sono 60 milioni, quindi Genchi avrebbe nei suoi archivi dossier su 6 milioni di italiani, pensate quanto deve essere enorme la sede degli uffici di Genchi per contenere 6 milioni di schedature, forse è grossa come il Pentagono, come la sede della Cia. Il Giornale “il grande orecchio, miniera d’oro” Libero “l’intercettatore folle” Pierluigi Battista Corriere della Sera “lugubre monumento alla devastazione della privacy, nuvola potenzialmente ricattatoria” questo è una piccola antologia di quello che fu detto e fu scritto quando scoppiò il caso Genchi. La Procura di Roma, sempre molto sensibile agli umori della politica, pensò bene di fare cosa gradita aprendo indagini e processi a carico di Genchi. Uno, quello ancora in corso, riguarda l’accusa a Genchi di avere, abuso d’ufficio, accumulato ai tempi dell’indagine Why not?, una serie di dati su cellulari intestati a parlamentari, sapete che i parlamentari non possono essere intercettati e non si può neanche acquisire informazioni sul traffico telefonico che compare nei tabulati telefonici, il tabulato è l’elenco delle telefonate che partono e arrivano a una certa scheda associata ovviamente a un telefonino e così si capisce chi telefona a chi, per quanto tempo, da dove parte la chiamata, non si sa naturalmente chi viene chiamato prima, chi viene chiamato dopo, ci sono le sequenze, gli incroci è questo che fa Genchi, non c’è il contenuto delle chiamate, ma naturalmente si può desumere dalla frequenza di certe chiamate anche il rapporto di intimità che c’è tra il chiamante e il chiamato e quindi questi dati sensibili a carico dei parlamentari non possono essere acquisiti perché il parlamentare ha l’immunità, salvo che il Parlamento autorizzi il magistrato a acquisire queste intercettazioni e questi tabulati. Altra cosa, naturalmente, lo sappiamo benissimo, è se la voce del parlamentare viene intercettata mentre si controlla il telefono di un altro che parla con il parlamentare, in quel caso si parla di intercettazioni in diretta e è perfettamente legittima, ma per usarla contro il parlamentare, ci vuole comunque il permesso del Parlamento, lo stesso vale per i tabulati, naturalmente quando è che chiedi il permesso al Parlamento di poter usare i tabulati di un parlamentare? Quando inizia il processo perché è durante il processo che si fa un uso penale di certa documentazione. Ma in ogni caso per mandare al Parlamento la richiesta di autorizzazione all’uso dei tabulati acquisiti, bisogna prima sapere che quei tabulati appartengono a un numero di telefono in uso a un parlamentare e come mai a sapere se un telefono lo usa un parlamentare o un normale cittadino? Mica lo individui dal prefisso, l’utente della scheda e del cellulare, quante volte uno si imbatte in un numero di telefono e come fa a riconoscere un telefono di un parlamentare dal telefono di un cittadino normale? Il prefisso è sempre lo stesso, non è che ci sono dei prefissi particolari per i parlamentari, soltanto quando sviluppi, vedi da dove partono le telefonate, vedi dove arrivano, puoi desumere che c’è un parlamentare, quindi li devi giustamente acquisire presso le compagnie telefoniche e soltanto dopo che hai cominciato a lavorarci, quindi a usarli, puoi capire che c’è un parlamentare dietro a quel numero, anche perché spessissimo sono intestati a società, altri sono intestati direttamente alla Camera, altri sono intestati direttamente addirittura a Ministeri, quindi come fai a sapere se un telefono intestato a un Ministero o a uno dei due rami del Parlamento è in uso a un segretario, a un usciere, a un agente della scorta, a un funzionario, a un dirigente, o se è in uso proprio al Ministro o al parlamentare? Devi fare delle indagini e questo è quello che hanno fatto De Magistris e Genchi e Genchi, come del resto De Magistris si trovano indagati per avere acquisito e usato tabulati di parlamentari, come se dotati di virtù divinatorie, potessero loro immaginare e già sapessero che i numeri di cui chiedevano alla Tim o alla Vodafone o a altri gestori il tabulano, erano intestati a parlamentari, è un processo totalmente incredibile, folle, paradossale, si pretende che il magistrato e il suo consulente siano lo spirito santo, riescano a individuare dal solo numero telefonico se appartiene o non appartiene a un parlamentare.

Tante inchieste, stesse ombre - E’ un processo folle che credo finirà nel nulla anche per una semplice ragione: l’abuso in atti d’ufficio è stato riformato nel 1997 dal Parlamento italiano, una legge tra l’altro vergognosa, votata da quasi tutti i partiti, in questo modo: per essere ancora reato l’abuso d’ufficio, l’abuso commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio, deve contenere una finalità patrimoniale, ci devi guadagnare dall’abuso che fai. Se per esempio favorisci un tuo parente, la tua fidanzata, tua moglie, tuo figlio, un amico, un compagno di partito che poi ti dà in cambio un tornaconto, allora c’è l’abuso di ufficio patrimoniale, se invece fai semplicemente un atto abusivo, ma non c’è finalità patrimoniale, un atto illegale, illecito, indebito e non c’è una finalità patrimoniale, l’abuso d’ufficio non è più reato, allora anche se per assurdo e come dico è un assurdo, Genchi e De Magistris avessero disposto indebitamente l’acquisizione di quei tabulati perché già sapevano, preveggenti che i tabulati erano di telefoni intestati a parlamentari, il reato di abuso d’ufficio non può scattare perché? Perché non è che De Magistris o Genchi ci hanno guadagnato qualcosa patrimonialmente ad acquisire dei tabulati di parlamentari al massimo hanno avuto degli elementi in mano per indagare che non avrebbero potuto avere e che naturalmente se si fosse arrivati al processo, sarebbero stati immediatamente dichiarati nulli e inutilizzabili, in quanto acquisiti non secondo la legge, ma contro la legge, quindi anche se avessero fatto ciò di cui sono accusati, né Genchi, né De Magistris potrebbero mai rispondere di un reato che è iscritto completamente in maniera diversa da come invece sono andate le cose in quel caso, ma questo processo è ancora in corso e quindi si vedrà come andrà a finire davanti al Tribunale di Roma. Invece l’altro processo nato da quella campagna forsennata contro Genchi, nemico dello Stato, nemico della Repubblica, nemico della democrazia, eversore, spione, ricattatore, raccoglitore di dossier e chi più ne ha, più ne metta, si è concluso mercoledì scorso, assoluzione piena, il più grave scandalo della storia della Repubblica come lo definì Berlusconi, per metà si è già sgonfiato ma nessuno naturalmente ha chiesto scusa a Genchi, nessuno di quelli che hanno detto o scritto quelle puttanate che vi ho letto prima, ha fatto retromarcia, ha ammesso di essersi sbagliato, ha detto di non farlo più, ha rimediato con articoli riparatori, chissà per esempio Pierluigi Battista se ci farà la grazia di riconoscere che non c’era nessun lugubre monumento alla devastazione della privacy, nuvola potenzialmente ricattatoria nel caso Genchi o quei giornali come Il Corriere e La Stampa che titolarono “un italiano su 10 nell’archivio Genchi” o altre scemate di quelle dimensioni, cosa ha stabilito il giudice? Che Genchi è innocente, parola del Gup, del Tribunale di Roma Marina Finiti dall’accusa di accesso abusivo alla banca dati Siatel, quale era l’accusa? Che Genchi abbia interpellato abusivamente gli archivi informatici della Siatel per acquisire informazioni su Giorgio Riolo e Maddalena Carollo, chi sono? Giorgio Riolo è quel Maresciallo del Ros dei Carabinieri che fu accusato insieme a un altro, a Ciuro di essere una delle talpe nella Dda di Palermo e che fu poi arrestato e condannato in Cassazione, Maddalena Carollo era l’intestataria di una scheda telefonica che era stata fornita a Totò Cuffaro, questa era una prestanome, non si sa neanche se consapevole o meno, di quelle schede telefoniche che usava Cuffaro, sperando di non essere intercettato e chi gliele aveva date quelle schede “sicure” a Cuffaro, una delle quali intestata a questa Maddalena Carollo? Gliele aveva date Francesco Campanella, il mafioso legatissimo a Provenzano che faceva anche nei ritagli di tempo, il Presidente del Consiglio Comunale di Villa Abbate e era anche il leader dei giovani nazionali dell’Udeur, era il capo dei giovani mastelliani a livello nazionale, poi si è rivelato essere un mafioso, era quello che aveva procurato i documenti falsi a Bernardo Provenzano per la sua trasferta ospedaliera a Marsiglia per l’operazione alla prostata, poi è diventato collaboratore di Giustizia e è finito in galera. Campanella fornisce a Cuffaro questa scheda “sicura” sicura fino a un certo punto perché poi viene smascherata nelle indagini proprio grazie alla capacità tecnica di Gioacchino Genchi e scopre che quella scheda era in uso a Cuffaro, vedete com’è difficile risalire al reale utente di un numero telefonico? Questo numero telefonico era intestato a questa Maddalena, era stato fornito da Campanella a chi? Al governatore della Regione Sicilia, immaginate quante indagini per riuscire a capire la trafila, per riuscire a capire alla fine chi era che faceva le telefonate con quella scheda. La scheda GSM serviva a coprire i contatti telefonici con Riolo e stiamo parlando, quindi, dell’inchiesta sulle talpe, un’inchiesta molto importante a cui Genchi, come a tante altre aveva collaborato, l’accusa si è rivelata infondata, assolto, interessante però capire perché ce l’avevano tanto con Genchi per avere lavorato così bene in quell’inchiesta? Il perché lo potete capire anche voi, ci sono personaggi legati all’Udc , Cuffaro, al centro-destra sempre Cuffaro che poi è passato infatti con Berlusconi, giusto in tempo prima di finire in galera e anche a esponenti deviati delle forze dell’ ordine e l’inchiesta era nata da un rapporto del Direttore dell’Agenzia delle Entrate Stefano Crociata e del Colonnello del Ros Pasquale Angelo Santo, lo scandalo Genchi monta mentre Genchi scrive, Antonio Massari su Il Fatto, sta collaborando con De Magistris nell’inchiesta Why not?, Genchi ha ricostruito un’anomala fuga di notizie nell’inchiesta Poseidone e in questi suoi report investigativi scrive “è dalle indagini sulla strage di Capaci che non provavo un simile imbarazzo” infatti Genchi che si era occupato anche dalle indagini sulla strage di Capaci lavorando per De Magistris, sospetta che la talpa, questa volta, sia il diretto superiore di De Magistris, il Procuratore capo che guarda un po’ la combinazione, dopo un po’ sottrae l’inchiesta Poseidone a De Magistris, sottrazione illegale scopriranno poi i magistrati di Salerno che dopo averlo scoperto verranno a loro volta trasferiti lontano da Salerno dal Csm e quindi anche l’inchiesta Why not?, poco dopo viene sottratta, sempre illegalmente secondo Salerno a De Magistris. Nel marzo 2009 lo studio di De Magistris viene perquisito dal Ros e i giornali in quell’occasione, siamo con singolare tempismo, il 24 gennaio 2009 Berlusconi urla che sta per scoppiare il più grave scandalo della storia della Repubblica italiana, quindi quegli ultimi 60 anni, due mesi dopo uomini del Ros, bisogna sempre parlare di uomini del Ros perché il Ros è una cosa grossa, seria e importante, il reparto operativo speciale dei Carabinieri, all’interno del Ros ogni tanto ci sono alcuni tipetti mica male, due mesi dopo la sparata di Berlusconi parte il Ros e va a perquisire il maxiarchivio, come veniva definito dai giornali, quello con 6 milioni di dati, su 6 milioni di persone a Palermo e nei giornali si scrive che il maxiarchivio illegale di Genchi sono state intercettate milioni di persone e il Ministro Alfano lo definisce un grave pericolo per la sicurezza della Repubblica, naturalmente l’assoluzione dell’altro giorno, dimostra che Genchi tutto quello che ha fatto lo ha fatto nell’assoluta legalità, anzi ogni volta che Genchi fa un accertamento peritale, lo fa su mandato scritto del magistrato, non è che si inventa le cose da fare, tutti gli incarichi peritali del consulente tecnico del PM devono essere richiesti per iscritto, in modo che non resti nulla di misterioso, tutto documentato. Nel frattempo Genchi, lo sapete, un mese fa, è stato cacciato dalla Polizia di Stato per ordine del Capo della Polizia Manganelli, anche lì su richiesta pressante di molti politici che se lo volevano levare di torno e è stato destituito dalla Polizia, è la sanzione più pesante ovviamente, gli hanno levato i gradi e l’hanno buttato fuori, è un trattamento che non hanno subito neanche i poliziotti aguzzini, condannati per le violenze al G8 di Genova o condannati per altri episodi di sevizie e di torture, Genchi che non ha mai torto un capello a nessuno, ma ha fatto solo quello che gli chiedevano i magistrati, e l’ha fatto bene, è stato destituito dalla Polizia , quindi non è più un poliziotto, nel suo blog su Ilfattoquotidiano.it scrive “si è conclusa alle 15,15 un’udienza preliminare del processo a mio carico tenuta dal Gup Marina Finiti, il processo è stato aperto per i presunti accessi abusivi alla Siatel oggetto delle contestazioni della Procura di Roma, formulate nel marzo 2009, sempre 2 mesi dopo la sparata di Berlusconi in contestualità con la perquisizione del Ros, con la perquisizione e il sequestro del mio archivio. Alla base delle indagini il rapporto del direttore dell’agenzia delle entrate e gli accertamenti del Ros. Mi erano state contestate le attività di accertamento nei processi più importanti degli ultimi anni, tra questi interrogazione, interpello di quella banca dati relativa al nominativo del Maresciallo del Ros, anche esso, Giorgio Riolo, poi arrestato e condannato dalla Cassazione come talpa nella Dda di Palermo e quello su Maddalena Carollo, la fantomatica intestataria della scheda GSM coperta fornita all’allora Presidente della Regione Cuffaro da Francesco Campanella, per i contatti riservati con Riolo e con un altro ex Maresciallo dei Carabinieri, poi entrato in politica credo nell’Udc Massimo Zucchelli. Grazie alla difesa dell’Avvocato Fabio Repici, ci scrive sempre Gioacchino Genchi, ho dimostrato la legittimità di tutti gli accessi alla Siatel, necessari per l’identificazione dei soggetti poi indagati e condannati per gravissimi reati, dall’omicidio alla strage, dal traffico di stupefacenti alla mafia, dai vari tribunali e Corte d’Assise che avevano utilizzato le risultanze del mio lavoro in quasi tutta Italia, dove una breve camera di consiglio di pochi minuti e dopo un calvario giudiziario di oltre due anni, il Gup Marina Finiti ha pronunciato la sentenza “il fatto non sussiste”. Ormai anche i bambini, commenta Genchi, hanno capito che la montatura del cosiddetto caso Genchi dopo le anticipazioni del Presidente del Consiglio Berlusconi che mi aveva definito il più grande scandalo della storia della Repubblica, serviva solo a bloccare la mia collaborazione con l’autorità giudiziaria nelle più importanti inchieste che si stavano facendo in Italia, nonostante tutto non ho mai perso la mia fiducia nella giustizia, mi sono presentato al Giudice e mi sono fatto processare come loro volevano, la cosa che mi rende più orgoglioso è che anche il Pubblico Ministero di udienza che non è lo stesso evidentemente che aveva fatto quella meravigliosa indagine, la Dott. Ssa Maria Cristina Palaia ha chiesto la mia assoluzione con formula piena.” Sapete qual è il risultato? Il risultato è che Genchi non è più poliziotto in seguito alla campagna di diffamazione e di calunnia e ha perso, anche da privato cittadino, consulente tecnico, titolare di una società specializzata in consulenze tecniche delle procure, gran parte delle sue consulenze, perché? Perché ci vuole un bel coraggio da parte dei magistrati a affidare ancora le consulenze tecniche di indagine a uno che è indagato e addirittura imputato a Roma per avere violato la legge, quindi Genchi ha perso molto del suo lavoro, da un lato ha perso il lavoro in Polizia e dall’altro ha perso il lavoro che svolgeva in aspettativa della Polizia di consulente tecnico di moltissime procure e tribunali. Dico questo non perché pensi che ci sia stato un complotto a danno di Genchi, c’è stata una campagna violentissima della politica, quasi concentrica, c’è stata un’indagine sbagliata della Procura di Roma, forse per compiacere i politici, questo non lo so perché è un processo alle intenzioni, lo penso, penso che sia stata per compiacere tutti quei politici che lo volevano sotto indagine, ma nessuno di tutti quelli che parlano di errori giudiziari, di quelli che ogni volta che viene o prescritto o magari assolto con varie formule tutt’altro che limpide un potente, urlano subito: e adesso chi paga? Chiedetegli scusa, restituitegli quello che gli è stato tolto, gli avete rovinato la vita, caso Tortora! Questo non è un caso Tortora perché per fortuna Genchi non è mai stato arrestato e per fortuna gode anche ottima salute, ma certamente ha subito un danno nella sua reputazione, ha subito un danno nel suo lavoro e ha subito un danno anche nel suo orgoglio perché immaginate un poliziotto che vede continuare a far carriera in Polizia gente condannata per avere torturato ragazzi innocenti, tipo quelli del G8, che si vede invece lui cacciato dalla Polizia, dopo avere servito né più e né meno lo Stato italiano per tutti questi anni, forse meriterebbe qualche articoletto, forse meriterebbe le scuse di qualcuno e forse chi, con tanta leggerezza parla di errori giudiziari quando riguardano sé stesso, dovrebbe cominciare a rendersi conto che i processi si fanno per vedere se uno è colpevole o è innocente, quando poi si stabilisce che tizio era innocente, bisogna andare a vedere come era nata l’indagine, perché ci sono molte indagini che nascono quando sembra che veramente uno potrebbe essere il colpevole e poi durante il corso del procedimento si scopre che invece, magari non lo era, a questo serve la giustizia, questa però non è un’indagine nata quando sembrata che Genchi avesse commesso dei reati, perché lo si sapeva benissimo anche nel gennaio 2009 quando Berlusconi lo definì il più grave scandalo della storia repubblicana che Genchi non aveva commesso nessun reato, bastava andare a vedere le carte. Andatevi a prendere i passaparola, gli articoli che abbiamo scritto nel 2008/2009 quando partì l’attacco a Genchi in simbiosi con l’attacco a De Magistris, in simbiosi con l’attacco ai PM di Salerno Nuzzi e Verasani e Apicella che stavano indagando sul complotto, quello sì, che aveva portato a espropriare De Magistris delle sue inchieste a Catanzaro e vi renderete conto che c’erano già allora gli strumenti per capire dove stava la verità, poi non discuto, uno può anche aprire un’indagine e dopo 3 anni non presentarsi in udienza, mandarci un altro che chiede l’assoluzione dell’indagato, fa parte della fisiologia, ma se non ci fosse stato quel fuoco di sbarramento concentrico contro Genchi, probabilmente quell’indagine non sarebbe mai iniziata, probabilmente Genchi sarebbe ancora in Polizia, probabilmente continuerebbe a essere il consulente di gran parte delle Procure dei tribunali per la semplice ragione che è bravo e ci azzecca e bisognerebbe anche interrogarsi su un’altra cosa: ma se per farlo fuori hanno impiegato quell’enorme dispendio di energie e di balle, cosa c’era che non doveva saltare fuori nelle inchieste Why not?, Poseidone e limitrofe? Guardate che nelle indagini che sono state strozzate sul nascere dopo che le hanno tolte dalle mani di De Magistris e di Genchi e anche di altri che lavoravano lì, che lavoravano in quell’indagine nazionale a De Magistris, c’erano personaggi che guarda un po’, sono venuti fuori in altre indagini! Alcuni sono venuti fuori nelle indagini sulla cricca della protezione civile, altri sono venuti fuori nelle indagini sulla P3 che hanno portato a indagare e/o a arrestare Carboni, Lombardi, Verdini, Dell’Utri, quella nuova Loggia P2 aggiornata ai giorni d’oggi e un altro personaggio sul quale stavano lavorando nell’indagine "Why not?", Luigi Bisignani già piduista, già pregiudicato per la maxitangente Enimont, ora di nuovo attenzionato dalla Procura di Napoli nell’indagine di Woodcock. Erano tutti personaggi che evidentemente fino a 3 anni fa erano molto ben coperti, al punto che appena qualche Magistrato si avvicinata o qualche consulente si avvicinava a loro e ai loro telefoni saltava immediatamente in aria, forse l’indagine Why not? e l’indagine Poseidone attendono ancora di essere scritte e sappiamo esattamente per colpa di chi non hanno potuto arrivare fino in fondo e sappiamo anche che, per non farle arrivare fino in fondo si è fatta strage dei diritti della reputazione dell’immagine dell’orgoglio, onestà, della carriera lavorativa di persone come Gioacchino Genchi, passate parola.

Marco Travaglio (Passaparola del 18 aprile 2011)


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Dissertazioni su Street Art, ne vogliamo parlare? A cura di Toti Clemente

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Un'immagine, un racconto

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La fotografia è in genere un documento, la testimonianza di un ricordo che raffigura spesso persone e luoghi, ma talvolta può anche costituire lo spunto per fantasticare un viaggio ovvero per inventare un racconto e leggere con la fantasia l’apparenza visiva. (cliccando sopra la foto è possibile visionare il volume)

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