Se in futuro ci fosse la possibilità di coordinare e coagulare il dissenso intorno a una proposta politica costruttiva, noi non solo parteciperemmo, ma ne saremmo promotori”. Sembra un ex Dc qualsiasi, invece è Antonio Di Pietro: non si è trasformato in Enrico Letta, sta solo parlando a Beppe Grillo, uno che in genere morde. Meglio dunque essere prudenti.
Onorevole Di Pietro, i sondaggi danno M5S e Idv insieme al 25 per cento. Potreste essere il primo partito.
È  un dato di fatto che la maggioranza non solo relativa, ma anche  qualificata degli italiani non crede più alla classe politica  tradizionale, a quelli che in un modo o nell’altro si mettono sempre  d’accordo, com’è stato per il governo Monti. Doveva essere una  situazione transitoria per rispondere alle sollecitazioni dell’Europa e  si è trasformato in un governo di lungo corso sostenuto da una  coalizione di partiti che si erano presentai su fronti opposti. E adesso  si parla pure di Monti bis.
Quindi che fa, si allea con Grillo?
Se  ci fosse la possibilità di coagulare il dissenso l’Idv se ne farebbe  carico, ma è evidente che in queste ore è la priorità della politica è  individuare una legge elettorale che permetta l’ennesima truffa: un voto  ognuno per sé e poi un bell’inciucio post elezioni tra partiti che si  presentano in alternativa di giorno e si accoppiano di notte.
Non si voterà con il Porcellum?
La  legge elettorale ci sarà. Questa attuale non risponde più agli  interessi dei partiti tradizionali. Oggi c’è la necessità è fermare la  disperazione e il dissenso non dal punto di vista delle risposte, perché  non sanno come darle, ma isolando la contestazione anche se rappresenta  la maggioranza relativa dei cittadini.
Cioè voi, i non allineati. Però Il M5S non vuole allinearsi proprio con nessuno.
Non  intendo tirare in alcun modo la giacchetta al Movimento 5 Stelle,  perché ha fatto la scelta di esprimere e raccogliere la protesta contro  la vecchia politica. Noi dell’Idv, che la protesta l’abbiamo fatta prima  di loro, diciamo solo: attenzione, di sola protesta si muore, bisogna  costruire un’alternativa e aver il senso di responsabilità per mettere  insieme tutte le forze che possono trovarsi intorno a un programma. Se  stai da solo questi ti fregano, paradossalmente il voto di mera protesta  toglie la possibilità alternativa.
Consigli a Grillo? Non è uno che li accetta in genere…
L’errore  è che personalizzare: Grillo oggi, come Di Pietro ieri. Chi vota l’uno o  l’altro sta votando non la persona ma un’idea di politica diversa,  personalizzare e ghettizzare il voto su Grillo o Di Pietro serve solo  all’informazione malata .
E il dibattito sulla democrazia interna al Movimento?
Anch’io  quando ho fondato l’Idv ero da solo. Prova a seminare un campo di  grano, all’inizio è un chicco di grano, poi da chicco nasce chicco. Ora  anche il M5S si sta strutturando e radicando sul territorio. Un processo  del genere va aiutato, non criminalizzato una cosa del genere. Se tanta  gente vota Movimento 5 Stelle, bisogna chiedersi il perché. Al di là  della stima personale che ho per Beppe e Casaleggio, sto cercando di  trovare una via per costruire un’alternativa, una massa critica  alternativa. E non parlo solo di Grillo, anche la raccolta di firme per  il referendum contro la riforma Fornero del lavoro va nella stessa  direzione, una proposta di programma politico ma anche un messaggio ai  partiti che a parole dicono sempre di voler stare dalla parte dei più  deboli. Con chi vuoi stare, con D’Alema che vuole Casini al governo e  dunque rafforzerà la riforma Fornero o con noi?
Matteo  Renzi, a proposito della foto che la ritrae insieme a Vendola dopo  il deposito delle firme, dice che è “brutta”, il simbolo “di una  sinistra che non governerà mai”.
L’Italia dei Valori non  intende parlare solo al popolo di sinistra, questa schematizzazione è  l’ennesima furbata per sfuggire al merito. Renzi, piuttosto, ci dica se  un lavoratore che viene illegittimamente licenziato debba essere o no  reintegrato sul posto di lavoro se una sentenza riconosce che è stato  leso un suo diritto. Questo è il punto. Bisogna dire da che parte si  sta.
Enrico Letta invece si è arrabbiato con Vendola: “Niente scherzi”, dice.
Una  cosa è la dirigenza del Pd, una cosa sono gli elettori del Pd.  Preferisco parlare con loro. In questo momento sto per partecipare alla  festa della Fiom di Torino. Fuori mi stanno aspettando i lavoratori  della De Tomaso, uno dei 150 tavoli di crisi aperti al ministero. Sono  quasi mille persone, prese in giro da un imprenditore malfattore [Gian  Mario Rossignolo, agli arresti domiciliari perché accusato di truffa ai  danni dello Stato, ndr] che aveva promesso mari e monti e poi li ha  lasciati in mezzo a una strada. Su questi temi è inutile cercare di non  disturbate il manovratore. Bisogna intervenire in modo concreto.
Stefano Caselli (Il Fatto Quotidiano del 14 settembre 2012)
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