Ne avevo già sentito parlare ma non pensavo potesse essere
interessante più di tanto.
Immaginavo che la Galleria fosse una delle tante iniziative
autocelebrative che rivelano finalità scontate. Il ricevere per appuntamento poi.
Invece l'esperienza è stata un turbinio di piacevoli sorprese.
Intanto rivelava raggio di luce in una delle tante oasi che si
nascondono nel panorama cittadino che custodisce con sapienza angoli di cultura,
nello specifico fotografica, curata con professionalità e passione da un
gallerista specializzato al passo col tempo.
L'illustrazione della mostra che andavamo a visitare è stata,
pertanto, un’immersione nella storia della fotografia.
Ogni immagine proposta ha costituito spunto per agganci ad altri
fotografi e non solo.
Per noi, la scoperta dei “neri” di Gianni Berengo Gardin, accostato ad Henry Cartier Bresson per il suo lirismo della sua fotografia, che andava a superare fra i primi il trauma del dopoguerra che ancora legava il nero alle nefandezze del regime
fascista e della repentina distruzione e sostituzione delle stesse immagini in precedenza
stampate in toni chiari, seguendo le mode del tempo; la lettura dell’ideologia politica sottostante agli scatti
fotografici di Fulvio Roiter (più noto per i suoi scatti su Venezia); l'accostamento di Mario Giacomelli (quello dei pretini e delle donne di Scanno) alle produzioni
fotografiche e le sue tecniche di stampa "sottrattiva"; la creatività
e varietà' delle foto di Enzo Sellerio (anche coeditore, con la moglie Elvira Giorgianni, della nota casa editrice dei romanzi sul Commissario Montalbano di Andrea Camilleri), verista, impressionista, descrittivo; le
immagini del paparazzo Tazio Secchiaroli, contrapposte ai suoi altrettanto splendidi
ritratti realizzati negli anni sessanta; le tendenze emulative della fotografia
pittorica/scultorica e i relativi utilizzi della luce; tante altre fotografie
esposte e le relative anedottiche o complesse storie.
Insomma, in un pomeriggio, un piccolo e intriso trattato di
fotografia.
Catturati dall’eleganza espositiva del padrone di casa, in
compagnia poi di una fresca bottiglia di prosecco e accomodati in un accogliente
salotto circondato da carte, volumi e una miriade di stampe fotografiche, si è
continuato a dialogare su argomenti di fotografia. Racconti, storie, competizioni, contraddizioni, contapposizioni, connubi, positività, gelosie.
Riferimenti non potevano mancare su Letizia Battaglia, assurta alla piena notorieta per le fotografie sugli omicidi di mafia, per
parlare anche della casualità spesso connessa alla nascita di un fotografo
professionista, della mancata opportunità in una prospettata e fattibile
creazione di un organico museo della fotografia cittadino, dell’idea sottostante alla realizzazione
del Centro Internazionale di Fotografia, delle sue prospettive future e della attuale
gestione.
Risvolti dell’origine del Mibact del Ministro Franceschini, delegato
nella gestione fattuale alla Bravetta, dei relativi retroscena e dei possibili futuri
sviluppi dell’intero progetto ad oggi.
Più in generale, sono anche emersi pareri sulle visioni culturali
delle amministrazioni pubbliche del territorio in merito alla gestione delle tante
iniziative attuate e in corso, alle relative sponsorizzazioni e a tanto altro.
In tutto questo discutere, non rendendosi conto che il tempo era intanto
volato.
Circa tre ore ad ascoltare e disquisire su argomenti di un notevole
interesse che accomunavano coinvolgendo.
In conclusione un pomeriggio ben investito, che dimostra ancora
una volta come essere prevenuto non paga, con tutti quanti soddisfatti
nell'aver visto tante opere esposte, assaporandone a pieno contenuti, storia
e suggestione.
Buona luce a tutti!
© Essec
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