“E’
democratica. Sceglie la discussione critica.” È il titolo assegnato da Enzo Di
Nuoscio a un capitolo del suo libro “Elogio della mente critica". Per la
limpidezza del suo scritto e l’assoluta attualità nel dibattito socio-politico, riporto di seguito l’intero capitolo, senza frapporre alcun commento
che, come vedrete, apparirebbe ridondante e del tutto superfluo.
“Proprio
perché individualista, fallibilista e
relativista, la mente critica è una mente democratica. Consapevole che
nessun essere umano può avere un punto di vista privilegiato sul mondo, sceglie
la democrazia intesa, secondo la felice definizione di Karl Popper, come “società
aperta”, aperta al maggior numero possibile di visioni del mondo, filosofiche,
religiose, ideologiche, politiche, compatibili fra loro. “Chiusa” solo agli
intolleranti, cioè a coloro che vogliono affermare il proprio punto di vista
con la forza.
Sceglie la democrazia perché il suo tratto peculiare è la discussione critica, proprio come accade nella scienza. Così come la scienza avanza attraverso la discussione critica perché nessuno scienziato ha la verità assoluta, allo stesso modo la democrazia si sviluppa mediante il dibattito perché nessun soggetto politico può avere in tasca l’idea di società perfetta; così come nella scienza il confronto critico serve a eliminare gli errori, analogamente in democrazia esso serve a ridurre la violenza e i mali sociali; così come nella scienza la disputa si sviluppa nel rispetto di principi accettati dalla comunità scientifica, parimenti in democrazia la discussione critica si manifesta all’interno delle regole condivise dello Stato di diritto. Non identificando la verità con dogmi, i cercatori di verità con gli interpreti privilegiati, la scienza e la democrazia non scambiano il dissenso con l’eresia. Al consenso passivo preferiscono, come avrebbe detto Bertrand Russel, un “dissenso intelligente”, che è il più prezioso contributo per la soluzione dei problemi comuni.
Una mente critica sa che è proprio quest’ultimo aspetto la vera risorsa della democrazia: se la democrazia è soprattutto dissenso, allora il consenso sulle regole di espressione del possibile dissenso diventa il punto di svolta che permette alle democrazie di trasformare il pluralismo e la diversità in una grande risorsa per risolvere i problemi. La mente critica non accetta, dunque, la diffusa convinzione secondo cui la discussione critica, e quindi la democrazia, sono possibili solo tra persone accomunate dagli stessi valori. E’ invece convinta che, una volta accettato il principio che l’unica critica ammessa è quella ad rem, regolata dallo Stato di diritto, allora la discussione sarà tanto più fruttuosa, tanto più utile per risolvere problemi, quanto più diversi saranno i valori, le opinioni e anche le tradizioni culturali degli interlocutori.”
Sceglie la democrazia perché il suo tratto peculiare è la discussione critica, proprio come accade nella scienza. Così come la scienza avanza attraverso la discussione critica perché nessuno scienziato ha la verità assoluta, allo stesso modo la democrazia si sviluppa mediante il dibattito perché nessun soggetto politico può avere in tasca l’idea di società perfetta; così come nella scienza il confronto critico serve a eliminare gli errori, analogamente in democrazia esso serve a ridurre la violenza e i mali sociali; così come nella scienza la disputa si sviluppa nel rispetto di principi accettati dalla comunità scientifica, parimenti in democrazia la discussione critica si manifesta all’interno delle regole condivise dello Stato di diritto. Non identificando la verità con dogmi, i cercatori di verità con gli interpreti privilegiati, la scienza e la democrazia non scambiano il dissenso con l’eresia. Al consenso passivo preferiscono, come avrebbe detto Bertrand Russel, un “dissenso intelligente”, che è il più prezioso contributo per la soluzione dei problemi comuni.
Una mente critica sa che è proprio quest’ultimo aspetto la vera risorsa della democrazia: se la democrazia è soprattutto dissenso, allora il consenso sulle regole di espressione del possibile dissenso diventa il punto di svolta che permette alle democrazie di trasformare il pluralismo e la diversità in una grande risorsa per risolvere i problemi. La mente critica non accetta, dunque, la diffusa convinzione secondo cui la discussione critica, e quindi la democrazia, sono possibili solo tra persone accomunate dagli stessi valori. E’ invece convinta che, una volta accettato il principio che l’unica critica ammessa è quella ad rem, regolata dallo Stato di diritto, allora la discussione sarà tanto più fruttuosa, tanto più utile per risolvere problemi, quanto più diversi saranno i valori, le opinioni e anche le tradizioni culturali degli interlocutori.”
Per
completezza d’informazione, il volume di Enzo Di Nuoscio (professore ordinario
di filosofia presso l’Università del Molise) è stato pubblicato nel 2016 da
“editori laterza”.
© Essec
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