L'ho vista sempre così: la camicetta, filo di perle coltivate, fazzolettino gualcito tra le mani che le serve, penso, per scaricare la tensione. è piacevole parlare con Nilde Iotti: forse perché ritrovo gli accenti delle mie parti; forse perché nella sua vicenda c'è qualcosa che appartiene alla mia generazione.
Nilde Iotti è diventata comunista quasi naturalmente: seguendo i fatti, direi.
Suo padre era capo deviatore delle ferrovie, un socialista umanitario, un seguace di Prampolini, ed ebbe dei guai.
La mandò a scuola, con qualche sacrificio, e poi all'università: e la ragazza dalla Cattolica prese la laurea in lettere.
Era sempre stata seria e brava.
Tra i vicini c'era un calzolaio e per le sue idee lo mettevano spesso dentro; nell'inverno del '43, vide il primo morto sulla strada, disteso nella neve, ed era, anche lui, del Pc; seguiva i discorsi che Palmiro, Ercole Ercoli, teneva alla radio, e la convinsero proprio da un punto di vista morale.
Le ho chiesto:
- E' più faticoso per una donna far politica?
- Senz'altro, per molti motivi.
- Pensa che il suo rapporto con Togliatti l'abbia danneggiata o favorita?
- E' stato un ostacolo.
Ma la sua natura era lontana dalle piccolezze, dai ripicchi, dai giochi mediocri.
L'educazione lo portava a guardare in fondo, all'essenzialità dei problemi.
- La sua presenza ha avuto un ruolo non secondario nella mia maturazione. Le sarebbe piaciuto, diciamo così, essere una moglie regolare?
- Mah, nel legame tra me e lui, no; in quello tra me e il mondo, onestamente, il nostro caso ha pesato.
Allora comportava affrontare certe situazioni pubbliche molto sgradevoli.
- Lei non ha avuto figli suoi: è stata una rinuncia faticosa?
- Molto.
- Che cosa hanno ottenuto le italiane dopo il 1945?
- Parecchio.
- E che cosa manca ancora? Se è un'operaia, un'artigiana, deve dividersi tra lavoro e famiglia, arrangiandosi in qualche modo, ma c'è in lei una spaccatura, per metà è nella fabbrica, per metà è con il pensiero dall'altra parte. Che cosa conta di più nella vita in due?
- Il rispetto reciproco.
- Lei ha ricevuto una formazione cattolica: che è rimasto di quegli insegnamenti?
- I miei non si erano sposati in chiesa, ma mio padre aveva scelto fra cattolici e fascisti e io ero molto osservante.
- Sull'aborto, che opinione ha?
- Sono per una modifica radicale delle norme attuali.
- C'è stata, a proposito del sesso, una maggiore tolleranza, tanta permissività. è d'accordo?
- Sì, quando due si amano sul serio: non vedo altre remore.
- Quali difetti attribuisce al maschio italiano?
- Primo è prepotente.
- E quali virtù gli riconosce?
- Intende il lavoro come la più alta e più vera espressione della persona umana.
- E della sua compagna, che ne dice?
- Significa in qualche modo rispondere su se stessi, è molto difficile, non lo so: ha la capacità della sopportazione, ma nei giovani si è avviato un processo diverso.
- Chi ammira delle sue contemporanee, qui e fuori?
- Molto Natalia Ginzburg e, anche se non ho tanta dimestichezza con lei, le voglio bene.
- E dei grandi del passato, maschi e femmine?
- Gli illuministi hanno per me una incredibile attrazione: la ragione dell'uomo che diventa il centro, tutto viene fuori da questa scoperta.
- Che cosa amava di più in Togliatti?
- La sua natura umana.
- Cosa rimpiange di più di quel tempo?
- Questa comunione.
- Cos'è ancora per la donna la massima ambizione?
- Avere una famiglia.
- C'è differenza fra un'emiliana, facciamo un caso, e una lombarda?
- Noi siamo meno diffidenti, molto più aperte, fiduciose nell'uomo perché c'è una maggiore solidarietà.
- Se non vivesse in Italia, dove le piacerebbe andare?
- Forse in un Paese dell'Africa.
- C'è qualcosa che le fa paura?
- La violenza cieca.
- Quali sono i peccati che è più disposta a perdonare?
- Quelli che si fanno in nome dei sentimenti.
- E quelli che condanna più severamente?
- Vivere senza uno scopo sulle spalle degli altri.
- La politica che dolori le ha dato?
- Incomprensioni, crisi, incertezze? Nel movimento operaio, avvenimenti come quelli del '56 turbano, sovvertono.
- Qual è l'eredità che le ha lasciato Togliatti?
- La purezza della sua fede.
- Come vorrebbe l'italiana di domani?
- Con un lavoro che le desse soddisfazione, il senso di vivere, della propria autonomia, anche del pensiero, della propria libertà.
- Pensa che Togliatti non le abbia mai nascosto nulla?
- Non parlo delle bugie dei mariti.
- C'è qualcosa che avrebbe voluto o potuto fare per lui, e che non ha fatto?
- Quando uno scompare, si pensa ciò che poteva essere: in certi momenti di tensione, forse avrei potuto aiutarlo di più. E’ stata una unione piena, tesa, mai sciatta, e questo mi consola un po’.
- Qual è la più grave colpa di cui possa macchiarsi una donna?
- Prostituirsi, sposarsi per interesse.
- E un uomo?
- L'Uomo può vendersi in un altro senso. è un commercio molto praticato.
- Che cosa è per lei la felicità possibile?
- Voler bene a una persona, poter vivere insieme, inventando ogni mattina la propria giornata, lavorare, cercare di affermare se stessi.
Conserva una lettera di Togliatti da Belgrado, 1946.
Enzo Biagi (Sogni perduti - Rizzoli)
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