Beppe Grillo ha buttato la rete nel malcontento italiano, e la pesca 
elettorale è stata abbondante. Perché il malcontento è grande e 
giustificato; perché il pescatore è stato abile a manovrare la barca. Ha
 saputo mescolare rivendicazioni e rimostranze, solidarietà e sarcasmo, 
tempismo e tecnologia. Non è il primo a esercitarsi in questo tipo di 
attività, nella politica italiana ed europea. Ma nessuno aveva ottenuto 
risultati così clamorosi. Perché nella rete di Grillo non c'è pesce: c'è
 una balena. Come definire, altrimenti, quasi nove milioni di elettori 
che hanno investito nel Movimento 5 Stelle molte speranze, lo hanno 
incaricato di rappresentare le proprie delusioni e ora s'aspettano che 
trovi soluzioni? Come classificare un numero di parlamentari capace di 
rendere difficilissima una maggioranza di governo?
Per il gran pescatore politico, 
passata l'euforia, si pone un problema. Gigantesco, come la sua 
conquista. La balena non si può tirare a bordo: la barca si 
rovescerebbe. Ma non si può lasciare lì a lungo, prigioniera nella rete.
 Perché prima o poi il cetaceo elettorale si sveglia. E allora, per chi 
sta in superficie, sono guai. I primi segni del risveglio della balena 
sono evidenti. I voti che hanno consentito a Pietro Grasso di arrivare 
alla presidenza del Senato erano prevedibili. La psicologia, talvolta, 
può più della strategia: chi era tanto orgoglioso di mostrarsi alle 
famiglie nel Parlamento degli italiani, non poteva avallare il «Tanto 
peggio, tanto meglio!» invocato dal pescatore-capo chiuso nella sua 
villa sul mare. E poi diciamolo. Se Beppe Grillo è un «portavoce» - così
 si definisce - il suo ruolo è comunicare la volontà degli eletti; non 
imporre la propria.
Il segnale inequivocabile del risveglio della
 balena è però un altro. Dopo il comunicato di centosedici parole 
(«Trasparenza e voto segreto»), con cui Grillo rimette bruscamente in 
riga gli eletti del M5S, il blog s'è rivoltato. Moltissimi hanno 
protestato, anche per la rinuncia alla diretta-video della discussione 
alla vigilia del voto. Altrettanti si sono detti delusi e amareggiati. 
Vogliamo un movimento nuovo dove si decide insieme, hanno scritto (prima
 di essere in parte rimossi). Non un partito dove il capo emette 
comunicati, non risponde alle critiche e lascia intendere: pensatela 
come volete, basta che la pensiate come me. 
La balena s'è svegliata, e 
dimostra di avere una certa personalità, come il capitano Achab imparò a
 sue spese con Moby Dick. Cosa farà il mastodonte, è presto per dirlo. 
Mentre Mario Monti mulina la piccozza, dimostrando di conoscere poco le 
tecniche di pesca, Silvio Berlusconi e il Pdl appaiono preoccupati. Ma 
come potevano pensare che la balena dormisse a lungo? Il problema è che 
nessuno ha idea, oggi, di quale direzione prenderà. Non Bersani, non 
Monti, non Berlusconi. Neppure Beppe Grillo. Non basta aver l'aspetto 
del lupo di mare. Bisogna esserlo davvero.
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