Forse qualcuno avrà notato come in tempi recenti si siano
infittite delle operazioni di repressione pienamente avallate dalla
magistratura.
Sembrerebbe che qualcuno abbia momentaneamente tolto il guinzaglio
ai cani da caccia e questi, forti della loro professionalità repressa, vadano a
stanare facilmente la selvaggina alla quale erano solo costretti a latrare.
Se ci rifletti, in un attimo ti accorgi che in realtà non sono
mutate le leggi, le quantità/qualità delle forze dell'ordine e nemmeno quelle
dei Gip o dei PM. Forse si sta più semplicemente meglio operando
nell’organizzazione, forse mettendo ai posti giusti i singoli tasselli.
Per esperienza diretta potrei dire di avere respirato anch’io l'aria
del risveglio e confermare come ciclicamente accadono anche queste cose.
Ci sono momenti politici che offrono opportunità di chiarezza e,
chi è preposto a certi ruoli, riuscendo a fiutare l’aria che tira, intravede la
possibilità di colpire l'illecito, osiamo dire "indisturbato", e svolgere
compiti istituzionali che ai gangli della politica arrecavano prima tanti fastidi
e interferenze, nei loro complessi e opaci equilibri e nei relativi ingranaggi.
Rimangono però quelle garanzie operative, spesso fatte ad hoc, che
in quasi tutti i casi preservano o mitigano ancora i rischi a chi delinque e
che spesso vanificano i propositi illuminati di chi investiga e di chi è chiamato
a giudicare.
Per esperienza dico al riguardo che, al nuovo vento che spira non bastano
i tempi dell’intervallo che la politica concede, ma questa è un’altra storia
perché presuppone cambiamenti profondi e attenta vigilanza dei media e della
gente, “votanti” in primis.
In strutture preposte ai controlli, molto più spesso di quanto si
possa credere, si annidano professionalità e intelligenze che se impiegate
verso specifici obiettivi riescono a mettere a segno risultati eccellenti.
E qui veniamo al nocciolo del problema, perché generalmente tutto
dipende dai dirigenti, dai pochi (non sempre autonomi/insensibili alla politica) chiamati
a capire a pieno le potenziali problematiche, all’organizzazione dei gruppi, all’individuazione
degli obiettivi, in una sola frase a “saper scegliere gli uomini giusti per i
posti giusti”.
Molte volte, infatti, destinare degli incompetenti o ottusi alle
verifiche di realtà complesse e discusse produce il risultato inverso e un
“rinnovo della patente”.
Con molte probabilità andrà a certificare, quasi sempre, la
regolarità di realtà non capite e non solo per malafede ma per la pochezza dei
mezzi cognitivi di cui dispone chi indaga.
Quante volte, dopo accertamenti, verifiche successive hanno messo
in luce focolai e anomalie anche incancrenite preesistenti da molto tempo.
Capita pure che, nei momenti felici, abili capiservizio e preposti
all’altezza del mandato riescano a individuare le giuste soluzioni per
costituire gruppi investigativi adeguati, non già volti a certificare, come
detto, ma a condurre accertamenti seri finalizzati esclusivamente a cogliere la
vera realtà del soggetto sottoposto all’indagine.
E allora può succedere di accertare anomalie di ogni genere e irregolarità, come già detto,
non necessariamente recenti.
E dire che, per il mondo bancario ad esempio, il sistema
finanziario fiorentino nasceva con scopi ben precisi e trasparenti che, con elementari
meccanismi di gestione, attuavano una efficace azione di controllo volta a
preservare i capitali impiegati e a tutelare al massimo i depositi degli
investitori.
Per non parlare delle nobili origini e gli scopi primari
sottostanti alla nascita della Casse Rurali, fondate da laici e cattolici su
base cooperativistica che si erano prefissi di agevolare il credito fra la
gente meno abbiente sì ma industriosa; vigilando con le conoscenze territoriali
dirette sui possibili rischi d’insolvenza e ponendosi a tutela della giusta
remunerazione di una moltitudine di piccoli depositanti.
Come cambia velocemente il mondo. Quanto sono discutibili i valori
e gli uomini del nostro tempo. Quanta corruzione e predatori d’intorno. Chissà
cosa ci attende nel domani …… e dopodomani ……. per chi verrà dopo!
© Essec
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