L’altro giorno ascoltavo in TV la Mannoia dire che per poter scrivere dei buoni testi di canzoni occorre leggere molto. È un principio che vale per ogni forma d’arte in genere; che sia musica, letteratura o altro poco importa perché più che i suoni o le parole, che rappresentano solo tasselli, quello che si ricicla nella composizione sono le melodie e i concetti che gli autori hanno assimilato nel loro tempo.
Si parla spesso e molto male dei social, ma è innegabile che rappresentano anche un’opportunità che avvicina i tanti modi di pensare, talvolta diversi, magari molto lontani dal comune sentire o inconciliabili; che offrono però anche occasioni per vedere punti di vista “altri” e che comunque inducono ad ascoltare, se recepire o magari riflettere.
In questo l’onestà intellettuale è elemento indispensabile, il valore aggiunto necessario che porta ad analizzare - ed elaborare - le opinioni altrui con la propria testa; partendo dall’immedesimarsi nell’altro per cercare di trovare delle logiche o dettami differenti.
In questo la fotografia costituisce un prezioso documento moderno di sintesi comunicativa, che consente di descrivere e raccontare ciò che uno vede attraverso immagini che vengono proposte a chi, poi leggendole, potrà dedurre conclusioni autonome.
Per questo, anche se il messaggio di chi produce fotografie è unico, le letture spesso risultano diverse, senza mai assumere il valore di verità assolute.
Come noto la fotografia realizzata da ciascuno inquadra e include elementi scelti, dettati magari dal caso, ma che la mente coglie e assembla nello scatto. È in parte anche un qualcosa d’istintivo che induce il fotografo a quello scatto, talvolta col proposito di catturare un’armonia compositiva, ovvero a catturare l’attimo, congelando così un gesto, nell’immagine di una sensazione manifesta. Con componenti forse progettati ma anche occasionali, apparsi per caso e utili alla narrazione.
In questo i social offrono valide opportunità di confronto, favorendo incontri e vicinanze che stimolano le menti.
Su Instagram da qualche tempo seguo “
virgilio_boydog”, un fotografo che definirei “randagio” e che a me sembra rappresentare un visionario dell’epoca 2.0.
Con le immagini che posta lui riesce a proporre squarci della normalità che gli sta intorno. Contesti, aspetti urbani, spesso corroborati da tracce artistiche di writer e graffitari che scrivono sui muri o disegnano cose.
Per questo non trovo le sue immagini, che siano esse isolate o proposte in modo sequenziale, mai banali, anzi che siano rappresentative di elementi di un unico racconto realista.
Per lo più sono fotogrammi di periferia, non solo intesa come estremità di logistiche urbane, ma di periferiche esistenze, incluse anche all’interno dello stesso centro di Roma; dove tanti cittadini si muovono in comprensori, coabitano e convivono come fossero delle isole sconnesse.
Non occorre descrivere in dettaglio i contenuti pubblicati nella sua pagina, basta solo andare a visitare per farsi un’idea.
I post continui sembrano la comunicazione di un unico racconto, che si esprime in tante formule e per lui la fotografia, associata a brani musicali del suo tempo, è il mezzo che rende anche trasversali i suoi messaggi.
Buona luce a tutti!
© Essec
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