Ma i montiani hanno capito cos’è davvero il voto disgiunto?
 Dare voti diversi per la Camera, il Senato e la Regione non è voto 
disgiunto, è articolazione del voto. Si chiama voto disgiunto, invece, 
una possibilità molto specifica, offerta dal sistema elettorale 
delle regioni e dei comuni, e solo da questi due, e cioè la possibilità 
di votare, sulla stessa scheda per una lista al Consiglio regionale 
(ed eventualmente scrivendo il nome di un candidato, come preferenza) e 
per un candidato Presidente di uno schieramento diverso e 
concorrente rispetto a quella lista. In tal caso il voto al presidente 
può servire a farlo vincere, con la sua coalizione, invece il voto alla 
lista e al candidato consigliere serve a determinare il peso di quella 
lista nel Consiglio, e l’identità dei suoi eletti.  
Per valutare 
l’opportunità del voto disgiunto si deve tener conto di un’altra cosa 
che molti non sanno. Il candidato presidente viene automaticamente 
eletto in consiglio regionale solo se è quello che vince o se arriva 
secondo. Dal terzo posto compreso, in poi, il candidato presidente non 
viene eletto, a meno che non sia anche candidato nella lista e votato 
con le preferenze. Infatti la “candidata di 5 Stelle alla presidenza 
della Regione”, Silvana Carcano, è anche candidata 
consigliera a Milano e deve sempre ricordare di scrivere il suo nome 
accanto alla riga delle preferenze, altrimenti non sarebbe mai eletta.
E invece non ho trovato traccia di una candidatura di Albertini
 al consiglio, oltre che alla presidenza della Regione. In effetti il 
voto alla Carcano o ad Albertini come presidenti, sono del tutto 
superflui perché non determinano chi vincerà, tra la coalizione di 
Ambrosoli e quella di Maroni, e non determinano neanche chi siederà in 
Consiglio a rappresentare 5 stelle montiani nel Consiglio.
Per gli
 elettori di 5 stelle si tratterebbe solo di capire il meccanismo e 
senza togliere un solo voto alla loro lista, potrebbero, votando 
Ambrosoli  (o Maroni!) scegliere anche a quale giunta fare 
opposizione. In parole povere possono decidere se la Lega si prende anche la Lombardia col Pdl, o sbarrarle il passo con il voto disgiunto. Nel senso proprio, e tecnico del termine.
P.S;
 di questo voto disgunto di 5 Stelle si cominciò a parlare troppo tardi 
negli ultimi giorni delle elezioni regionali piemontesi, vinte poi da 
Cota della Lega per pochi voti. Immagino che qualcuno di 5 Stelle 
reagirà molto male, ma in fondo è anche nel loro interesse che 
il centrodestra leghista-berlusconiano perda.
 Paolo Hutter (Il Fatto Quotidiano - 11 febbraio 2013)
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