Palermo,
da qualche tempo, offre ai suoi abitanti l’opportunità di poter visitare una
serie di eventi di particolare spessore culturale.
In questa chiave si annovera a pieno titolo la personale fotografica dal titolo “Continente Sicilia” di Franco Zecchin che, con scatti unici, ha saputo ben mescolare - documentandola - la realtà che ha visto e che ha vissuto nell’isola durante la sua attività di fotografo svolta per il dinamico giornale “L’Ora”.
Nel suo periodo operativo figurano, quindi, tante fotografie di mafia ma non solo. Anche scorci esemplificativi di peculiarità morenti o nascenti di una Sicilia in cambiamento, con la riproposizione d’immagini che la nostra memoria ha spesso anche in parte rimosso.
Documentazioni da vedere e rivedere, che inducono a soffermarsi per analizzare meglio i dettagli, per cercare di riscoprire identità di taluni personaggi, per costatare il continuo perdurare di antiche abitudini e tradizioni.
Sono molte le immagini che in uno scatto racchiudono con un’inusuale sintesi interi racconti; altre che rappresentano tracce di tradizioni dissoltesi nel tempo.
Non mancano anche scatti che immortalano eventi che consentono di percepire l’ironia goliardica che ha sempre caratterizzato la Sicilia di provincia.
Visionare la mostra è, in parte, come leggere le pagine di un diario, del ventennio siciliano che va da 1975 al 1994; un diario dove sono annotate oltre a tante tragedie anche testimonianze di partecipazioni e di proteste attuate da una “società civile” oppressa assetata di giustizia.
Per la particolare bellezza e unicità delle foto esposte la personale costituisce, certamente, una delle più belle iniziative attuate dal Centro Internazionale di Fotografia di Letizia Battaglia.
Un plauso a Lei, quindi, per aver portato a Palermo questa notevole mostra di Zecchin, che per lungo tempo è stato, oltre che suo collega al giornale L’Ora, anche compagno di vita.
Per chi ne ha l’opportunità è consigliabile non perdere l’occasione di visitare la mostra (ingresso gratuito) che resterà aperta fino al prossimo 16 giugno.
In merito l’amica Enza Bertuglia, che ha visitato la mostra prima di me, ha scritto nel suo profilo FB: “Oggi pomeriggio sono andata ai Cantieri culturali alla Zisa a vedere la mostra fotografica di Franco Zecchin, al Centro internazionale di fotografia. Che dire? sono rimasta totalmente presa da quelle immagini cariche di una forza comunicativa impressionante. Più di 90 foto b/n e non una banale, non una superflua, non una scontata su una Sicilia messa a nudo lungo un arco di oltre un ventennio, dagli anni '70 agli anni '90. E' raro potere vedere una mostra con tante foto che coniugano in modo perfetto tecnica di ripresa e forza espressiva, tecnica di stampa e toni in equilibrio con l'immagine ... Se mai ce ne fosse stato bisogno, mi sono convinta ancora di più che le corde più profonde del sentire vibrano con il b/n!”
Buona luce a tutti!
In questa chiave si annovera a pieno titolo la personale fotografica dal titolo “Continente Sicilia” di Franco Zecchin che, con scatti unici, ha saputo ben mescolare - documentandola - la realtà che ha visto e che ha vissuto nell’isola durante la sua attività di fotografo svolta per il dinamico giornale “L’Ora”.
Nel suo periodo operativo figurano, quindi, tante fotografie di mafia ma non solo. Anche scorci esemplificativi di peculiarità morenti o nascenti di una Sicilia in cambiamento, con la riproposizione d’immagini che la nostra memoria ha spesso anche in parte rimosso.
Documentazioni da vedere e rivedere, che inducono a soffermarsi per analizzare meglio i dettagli, per cercare di riscoprire identità di taluni personaggi, per costatare il continuo perdurare di antiche abitudini e tradizioni.
Sono molte le immagini che in uno scatto racchiudono con un’inusuale sintesi interi racconti; altre che rappresentano tracce di tradizioni dissoltesi nel tempo.
Non mancano anche scatti che immortalano eventi che consentono di percepire l’ironia goliardica che ha sempre caratterizzato la Sicilia di provincia.
Visionare la mostra è, in parte, come leggere le pagine di un diario, del ventennio siciliano che va da 1975 al 1994; un diario dove sono annotate oltre a tante tragedie anche testimonianze di partecipazioni e di proteste attuate da una “società civile” oppressa assetata di giustizia.
Per la particolare bellezza e unicità delle foto esposte la personale costituisce, certamente, una delle più belle iniziative attuate dal Centro Internazionale di Fotografia di Letizia Battaglia.
Un plauso a Lei, quindi, per aver portato a Palermo questa notevole mostra di Zecchin, che per lungo tempo è stato, oltre che suo collega al giornale L’Ora, anche compagno di vita.
Per chi ne ha l’opportunità è consigliabile non perdere l’occasione di visitare la mostra (ingresso gratuito) che resterà aperta fino al prossimo 16 giugno.
In merito l’amica Enza Bertuglia, che ha visitato la mostra prima di me, ha scritto nel suo profilo FB: “Oggi pomeriggio sono andata ai Cantieri culturali alla Zisa a vedere la mostra fotografica di Franco Zecchin, al Centro internazionale di fotografia. Che dire? sono rimasta totalmente presa da quelle immagini cariche di una forza comunicativa impressionante. Più di 90 foto b/n e non una banale, non una superflua, non una scontata su una Sicilia messa a nudo lungo un arco di oltre un ventennio, dagli anni '70 agli anni '90. E' raro potere vedere una mostra con tante foto che coniugano in modo perfetto tecnica di ripresa e forza espressiva, tecnica di stampa e toni in equilibrio con l'immagine ... Se mai ce ne fosse stato bisogno, mi sono convinta ancora di più che le corde più profonde del sentire vibrano con il b/n!”
Buona luce a tutti!
© Essec
Franco
Zecchin nasce a Milano nel 1953, si trasferisce a Palermo nel 1975, dove diventa
fotografo professionista. Nel 1977, con Letizia Battaglia, crea il primo centro
culturale per la fotografia situato nel Sud Italia e nel 1980 è fra i fondatori
del Centro Siciliano di Documentazione “Giuseppe Impastato”. Nel 1988 diviene
membro dell’Agenzia Magnum e sue foto fanno parte della collezione
dell’International Museum of Photography di Rochester, del MOMA di New York e
della Maison Europèenne de la Photographie di Parigi. Oggi vive in Francia.
La vedrò
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