A proposito di Lorenzo Orsetti morto in battaglia combattendo con i curdi contro l’Isis, Vittorio Feltri scrive (Libero
20.3): “Ci domandiamo perché abbia abbandonato la sua specialità di
sommelier, non particolarmente stressante, per andare a fare il ganassa
in una guerra alla quale nessuno lo aveva obbligato di partecipare. Non
riusciamo a capire come mai un tranquillo cittadino italiano, lavoratore
impegnato, a un certo punto della sua vita, autentico tran tran, decida
di calcare il deserto allo scopo di diventare tiratore e abbattere il
maggior numero di canaglie dello Stato islamico. Mistero insondabile”.
Io invece Orsetti lo capisco benissimo e non solo perché è andato a
battersi per una causa giusta, quella curda, ma perché comprendo anche i
foreign fighters che, all’opposto, sono andati a combattere
per l’Isis. Quello che cercano di colmare questi giovani è il vuoto di
senso che si è creato nel mondo occidentale o che di questo mondo ha
fatto proprio il modello. Questo fenomeno si lega a quell’altro, anche
se molto meno pericoloso, dei ragazzi che si danno agli sport estremi
(bungee jumping, volcano boarding, crocodile bungee, limbo skating,
wing-walking, scalare a mani nude un grattacielo). Poiché questa vita è
un tran tran noiosissimo, come ammette lo stesso Feltri a proposito di
Orsetti, tanto vale correre il rischio di perderla.
Come aveva preannunciato Nietzsche nella seconda metà dell’Ottocento,
con un certo anticipo perché era un genio, Dio è morto nella coscienza
dell’uomo occidentale. E’ stato sostituito dalle ideologie nate
dall’Illuminismo che proprio di Dio era stato l’assassino. Ma dopo due
secoli anche le ideologie sono morte. Cosa ci resta? La Democrazia. Ma
la Democrazia è un sistema di regole e di procedure, non un valore in
sé, è una scatola vuota che va riempita di contenuti. Purtroppo noi in
Occidente questa scatola l’abbiamo riempita solo con contenuti
materialisti e quantitativi, cioè, per dirla con Fukuyama, “la
diffusione di una cultura generale del consumo” coniugata col
“capitalismo su base tecnologica”. Insomma si è voluto mutare l’uomo,
quasi in senso genetico, in consumatore, suddito dell’Economia e
della Tecnologia. E a me non pare affatto strano, lo ritengo anzi
positivo, che i giovani, o perlomeno alcuni di essi, rifiutino questa
degradazione che tanto sembra piacere a Vittorio Feltri ed è ritenuta
necessaria dai padroni del vapore. Per usare una famosa frase di Oscar
Luigi Scalfaro “io non ci sto” o, per meglio dire, non ci starei se
avessi vent’anni e, naturalmente, il coraggio necessario.
Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 26 marzo 2019)
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