ROMA, 18/10/2014 - Clima da
 assedio in Campidoglio per la prima registrazione ufficiale delle nozze
 gay. Il sindaco della Capitale Ignazio Marino ha deciso di procedere 
comunque alla cerimonia, nonostante la formale diffida del prefetto 
Pecoraro che ha annunciato di essere deciso ad annullare gli atti. In 
piazza dell’Aracoeli uno sparuto gruppetto di  attivisti contrari ai 
matrimoni tra omosessuali, riuniti dal Nuovo Centrodestra, protesta 
perché non gli è consentito l’accesso alla piazza. Sulla piazza del 
Campidoglio,si celebrano un paio di matrimoni tradizionali, le spose in 
bianco  si fanno le foto. Il silenzio è irreale.  Dov’è l’evento? Dove 
si trascrivono le nozze  tra omosessuali? Trovare l’ingresso è arduo. 
Marino, per evitare contestazioni, ha fatto entrare   le sedici coppie 
di sposi, undici formate da uomini e cinque da donne, dall’ingresso 
Sisto IV, attraverso un cunicolo che passa sopra le fondamenta del 
palazzo senatoriale.
La celebrazione
Applausi,
 sorrisi, abbracci e anche lacrime. Nella sala della Protomoteca le 
coppie vengono chiamate ad una ad una. Molte arrivano con i figli in 
braccio. Si firma, ci si fa la foto di rito. E avanti il prossimo.  Alla
 fine della cerimonia il sindaco chiede di «farci una foto insieme, con 
le coppie con cui abbiamo trascritto questi atti per ricordare questo 
momento importante per la città di Roma e anche per me  perché credo sia
 fondamentale che un sindaco si ponga a difesa dei diritti di tutti». 
Marino, che si è detto molto emozionato, ha voluto dedicare alle sedici 
coppie una poesia di Pablo Neruda: «Ieri sera — ha detto — pensavo a 
questo momento con emozione e sono andato a cercare un libro di poesie a
 cui tengo molto, regalatomi da un carissimo amico quando ero 
adolescente e che ha un grande significato in un giorno commovente come 
questo: `Se saprai starmi vicino e sapremo essere diversi...».  «Un atto
 d’amore tra due persone non può non essere riconosciuto - ha aggiunto 
Marino -. Io difendo il diritto dei cittadini ad amarsi. Speriamo che 
questa cerimonia diventi un atto non straordinario ma normale. Il mio è 
 un tentativo di agganciare l’Europa. C’è una direttiva Ue che ci impone
 il riconoscimento delle coppie gay. Renzi è determinato, non è tipo che
 se dice una cosa non la fa».
Il ministro dell’Interno e il prefetto: annulliamo
Il ministro dell’Interno e il prefetto: annulliamo
Ma il  il ministro dell’Interno Angelino Alfano contrattacca su 
Facebook:«Marino firma autografi. Il sindaco Marino ha firmato 
trascrizioni per nozze gay. Ribadisco: per l’attuale legge italiana, ciò
 non è possibile. La firma di Marino non può sostituire la legge. In 
pratica, il sindaco Marino ha fatto il proprio autografo a queste, 
peraltro rispettabilissime, coppie».  Nei giorni scorsi Alfano aveva 
dichiarato illegali le trascrizioni delle nozze omosessuali contratte 
all’estero. Il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, che aveva promesso 
l’annullamento immediato, appresa la notizia dell’avvenuta trascrizione 
dei 16 matrimoni, ha comunicato che «inviterà immediatamente il sindaco 
alla cancellazione di tali trascrizioni» e che «ove non dovesse 
procedervi provvederà all’annullamento delle stesse secondo le 
prescrizioni di legge»; lo si legge in una nota diffusa dalla 
Prefettura. Ma Marino tira dritto: «Se il prefetto annullerà, chiederò 
pareri legali -annuncia -. Anche l’Organizzazione mondiale della sanità 
ha sancito che ‘l’omosessualità è un comportamento sessuale 
assolutamente normale’». 
Consigliera di destra contestata: «Vattene al mare»
Intanto
  ai manifestanti di Ncd- fra cui l’europarlamentare Roberta Angelilli -
 veniva consentito di  entrare in piazza del Campidoglio per la 
protesta. L’accesso all’area rimane interdetto a pubblico e turisti. 
Fuori un gruppetto di contestatori sventola la Costituzione. Il richiamo
 è all’articolo 29: la Repubblica Italiana riconosce i diritti della 
famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Una consigliera 
comunale del centrodestra, Lavinia Mennuni, arriva  in sala per 
contestare l’evento. Una donna avvolta nella bandiera arcobaleno e 
alcune coppie gay la circondano: «Perché non ve ne andate al mare? 
Questa è la nostra giornata, una giornata di festa. Perché venite qui a 
fare polemica?».La quinta volta di Franco e Tommaso
I
 primi a comparire nelle foto su Twitter - lanciate dal circolo Mario 
Mieli con l’hashtag #romatrascrive - sono Tommaso Giartosio e Franco 
Goretti,  intervistati alla vigilia dal Corriere della Sera.
 Non potranno dimenticare questa giornata anche se loro ci scherzano su:
 «Siamo abituati a sposarci, per noi questa è la quinta volta», 
ribadiscono. 
Il primo sì sedici anni fa a Torvaianica  
Tommaso
 e Franco si sono sposati una prima volta sedici anni fa in una villetta
 dalle parti di Torvaianica. Ma il matrimonio legale l’hanno potuto 
celebrare solo in Usa nel 2008. In seguito in Italia hanno partecipato 
ad altre due cerimonie per l’iscrizione ai registri delle unioni civili.
 «A prescindere da qualunque considerazione giuridica, quello di Marino -
 dice Giartosio - è un atto di disobbedienza civile, una provocazione 
forte. Non dimentichiamo che in Francia, dove ora le nozze gay sono 
legali, la svolta c’è stata quando un sindaco ha celebrato un matrimonio
 che è stato poi annullato». 
Valore legale e parità di diritti  
«Tutti
 gesti simbolici, diritti zero» sottolinea Tommaso. Il sì di oggi, però,
 avrà un sapore speciale. «Questa è la prima volta - spiega Giartosio - 
che questo gesto vuole avere un valore legale». Una tappa importante nel
 cammino dei diritti della comunità Lgbt in Italia. Tanto che alle 8 di 
mattina sulla porta di casa Giartosio-Goretti si è presentato  un 
giornalista del New York Times 
che seguirà la famiglia per tutta la giornata.  I più emozionati sono i 
due figli della coppia. Lia e Andrea, entrambi nati in America grazie 
alla maternità surrogata. La bimba, 8 anni e mezzo, è figlia biologica 
di Tommaso. 
Genitori grazie agli ovuli di due donatrici
Il
 maschietto, invece, porta il cognome di Franco. La donna che li ha 
portati in grembo si chiama Nancy ed è ancora oggi in contatto con la 
coppia. Gli ovuli, poi, sono di due donatrici diverse. «Caro direttore -
 scriveva Tommaso in una lettera al Corriere nel 2013 - mia figlia 
vorrebbe che i suoi due papà potessero sposarsi». Oggi quel sogno 
diventerà realtà ma solo fino a quando il prefetto di Roma non annullerà
 l’atto in applicazione della circolare Alfano del 7 ottobre.  Da quel 
momento inizierà la battaglia legale.
«Ricorso contro chi cancella i sogni»
Mentre il premier Renzi, a margine della giornata di polemiche, conferma di avere in mente, per quanto riguarda il tema della unioni civili, un modello alla tedesca, da varare subito dopo la seconda lettura della legge elettorale e della riforma costituzionale.
 «La trascrizione del nostro matrimonio a Roma è un sogno che non può 
essere cancellato e contro cui faremo ricorso» hanno fatto sapere Jeff e
 Domenico, coppia di sposi in Belgio e attivisti del gay center. Ma 
anche i paladini della famiglia tradizionale sono pronti ad andare in 
tribunale: «Domani mattina (oggi n.d.r.), appena il sindaco Marino avrà 
illegittimamente trascritto il primo matrimonio gay contratto all’estero
 mi recherò presso gli Uffici della Procura della Repubblica per 
denunciarlo» ha detto Marco Pomarici, consigliere dell’Assemblea 
Capitolina e della Città Metropolitana (Ncd). E se l’associazione Gay 
Center lancia su Twitter la campagna #DimettiamoAlfano, l’altro fronte 
risponde per le rime con l’hashtag #dallapartediAlfano. La diatriba, 
insomma, è solo agli inizi ma oggi segna una tappa importante. In attesa
 della legge promessa dal premier Renzi. 
La replica dei vescovi  
«Una
 tale arbitraria presunzione, messa in scena proprio a Roma in questi 
giorni, non è accettabile». Lo scrive la Cei, la Conferenza episcopale 
italiana, commentando le trascrizione di nozze gay a Roma che 
sorprendono «perché oltre a non essere in linea con il nostro sistema 
giuridico», suggeriscono «una equivalenza tra il matrimonio ed altre 
forme che ad esso vengono impropriamente collegate».
Il Prefetto: «Le annulleremo»
Il
 prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, in serata ha spiegato perché dovrà
 annullare la trascrizione delle 16 nozze omosessuali: «Capisco che il 
sindaco Marino ha fatto un atto politico ma io devo applicare la legge. 
Ho chiesto formalmente al sindaco di recedere e di cancellare 
trascrizioni di unioni non previste dal nostro ordinamento giuridico - 
spiega il prefetto - Se ciò non avverrà, lunedì avvierò un procedimento 
di annullamento di quegli atti». In questo caso si aprono due strade: o 
un incaricato delle Prefettura andrà in Comune per comunicare l’avvio 
del procedimento o la notizia sarà comunicata al Segretario generale del
 Comune. «Sono obbligato ad annullarle anche perché c’è una circolare 
del ministro dell’Interno», conclude il prefetto.Mentre il premier Renzi, a margine della giornata di polemiche, conferma di avere in mente, per quanto riguarda il tema della unioni civili, un modello alla tedesca, da varare subito dopo la seconda lettura della legge elettorale e della riforma costituzionale.
 
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